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glaucoma nel cane

Glaucoma nel cane: cause, sintomi e cura

Salute del cane Redazione -

Il glaucoma nel cane è una grave patologia oculare che, se non trattata in tempo, porta e cecità irreversibile. Il glaucoma consiste nell’aumento della pressione interna all’occhio, quando i liquidi che normalmente umidificano gli occhi non vengono più drenati nella maniera corretta attraverso gli appositi canaletti, provocando un ristagno che genera appunto l’aumento pressorio. Le cause di questo mancato deflusso di liquidi possono essere primarie, quando il problema non è provocato da altre patologie oculari, oppure secondarie, quando invece è la conseguenza di una malattia oftalmica sottostante, come cataratta, uveite, lussazione del cristallino. Tra i fattori di rischio per questa malattia c’è anche l’appartenenza a determinate razze più predisposte, come il Cocker, l’Husky, il Chow Chow, lo Shar Pei, il Beagle, lo Shi Tzu, il Pastore Tedesco.Glaucoma: sintesi Come può il padrone sospettare che il proprio cane sia affetto da questa grave malattia? Anzitutto il glaucoma è molto doloroso per l’animale, che quindi avrà un comportamento insolito, come perdita dell’abituale vitalità, dilatazione della pupilla, frequenti tentativi di sfregamento dell’occhio con la zampa, lacrimazione, continuo sbattimento delle palpebre. Se si notano questi segnali è importante rivolgersi al più presto al proprio veterinario, che potrà diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, utilizzando uno strumento detto tonometro che permette, senza alcuna sofferenza per il cane, di misurare la pressione intraoculare: se questa è superiore ai 25-30 mmHg è considerata elevata. Il veterinario inoltre potrà osservare altri sintomi indicativi di glaucoma, impossibili da individuare per il padrone, come edema corneale, scarsa reattività della pupilla alla luce e, se la malattia è in una fase più avanzata, pupilla scavata e atrofia della retina, fino alla totale cecità. Va sottolineato che il glaucoma può procedere molto velocemente: possono bastare anche pochi giorni perché il cane perda completamente la vista, senza possibilità di riacquistarla; per questo la tempestività di intervento è fondamentale.Glaucoma nel cane: cura Ci sono diverse modalità di intervento, anche in base alla tipologia di glaucoma che affligge il cane: in caso di glaucoma acuto generalmente si procede con una cura farmacologica, somministrando mannitolo, un diuretico osmotico, per via endovenosa, assieme all’applicazione di gocce topiche tre volte al giorno, allo scopo di diminuire la pressione dei liquidi intraoculari. Nel caso si evidenzi anche la concomitante presenza di uveite occorrerà intervenite con la somministrazione di cortisonici, antinfiammatori non steroidei (FANS) e betabloccanti specifici ad uso locale. Se il trattamento farmacologico non sortisce gli effetti sperati si può tentare la soluzione chirurgica; esistono due tipi di intervento: ciclodistruzione e drenaggio con impianto.La ciclodistruzione consiste nell’eliminare chirurgicamente o con l’uso del laser una parte del tessuto ciliare, così da diminuire la presenza di liquidi nell’occhio e, di conseguenza, anche la pressione intraoculare e di aprire maggiormente l’angolo corneale. Il drenaggio con impianto consiste nell’inserire sotto alla congiuntiva un tubicino con una valvola che aiuta a drenare i liquidi dell’occhio. Questo tubicino però può ostruirsi ed annullare l’effetto risolutivo dell’intervento, perciò occorrono controlli periodici per verificare se sia necessario sturare l’impianto iniettandovi appositi fluidi.Piaciuto l'articolo? Potrebbe interessarti anche https://www.razzedicani.net/gli-occhi-del-cane-lacrimano/

comportamento ossessivo compulsivo nel cane

Comportamento ossessivo compulsivo nel cane: curarlo si può

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Cos'è il comportamento ossessivo compulsivo nel caneIl DOC, acronimo che sta per Disturbo Ossessivo Compulsivo, è una sindrome comportamentale del cane che può sfociare in patologia. Si verifica quando il cane manifesta una vera e propria ossessione per un oggetto o per un’azione che viene ripetuta sempre più frequentemente in maniera stereotipata. Gli esempi più tipici di comportamento ossessivo compulsivo nel cane sono:rincorrersi insistentemente la coda, girando in tondo; leccarsi o mordersi continuamente una parte del corpo fino a ferirsi (zampe, coda, fianchi, ecc.); inseguire ripetutamente le ombre e le luci a terra; trascorrere anche ore a cercare di scovare e acchiappare insetti o lucertole; avere la fissazione per un gioco (pallina o altro) al punto da diventare aggressivo anche verso il padrone se vi si avvicina; abbaiare o ululare insistentemente per periodi molto prolungati senza motivo.Le cause del comportamento ossessivo compulsivo nel cane sono molteplici: secondo uno studio condotto dall’Università del Massachussets sarebbe emersa anche la presenza di una componente genetica. E' stato osservato infatti che nei soggetti che presentavano l’alterazione di un gene sul cromosoma 7 la percentuale affetta da sindrome compulsiva era superiore di quasi il 40% rispetto ai soggetti senza quell’anomalia nel DNA. Ciò però non è sufficiente a spiegare l’origine dei disturbi ossessivo compulsivi nel cane, perché il fatto che possa esserci una predisposizione non significa che debba svilupparsi la malattia. Vi sono altri fattori esterni che poi intervengono a determinare la comparsa dei comportamenti ossessivi: le principali cause infatti vanno ricercate nell’ansia, nello stress, nella noia, nella paura. Riconoscere un atteggiamento compulsivo non è difficile per il proprietario perché il cane appare “alienato”, completamente immerso nel suo comportamento ossessivo: è come se non fosse “presente a se stesso”, non vede e non sente nulla al di fuori della sua fissazione, non ascolta i richiami del padrone, è assente rispetto al mondo che lo circonda, i suoi occhi sono fissi, ma non attenti e vigili, bensì come ipnotizzati. Il cane non ha più il controllo sulle proprie azioni, ma compie gesti meccanici, spinto da una tensione nervosa, che è visibile anche attraverso il corpo, i cui muscoli appaiono spesso contratti e la postura irrigidita. Spesso però i padroni tendono a sottovalutare, soprattutto all’inizio, questo genere di atteggiamenti da parte del proprio cane, pensando che si tratti di qualcosa di transitorio; così, quando si rendono conto che invece sono di fronte ad una ossessione, il comportamento è ormai radicato nel cane.Come affrontare il comportamento ossessivo compulsivo nel caneSe si sospetta che il proprio cane stia sviluppando un comportamento ossessivo è fondamentale intervenire nella fase iniziale: prima viene interrotto e maggiore è la possibilità che non si trasformi in patologia. I disturbi compulsivi nel cane vanno bloccati sul nascere. Come? Anzitutto non incoraggiandoli mai: se ad esempio il padrone si mostra divertito quando il cane cerca di afferrare le ombre sul pavimento, anche senza rendersene conto, finisce per rinforzare questo comportamento che, se ripetuto più volte, può innescare una spirale pericolosa. Al contrario, se il cane dimostra una fissazione morbosa per un oggetto, bisogna cercare di toglierglielo, non con la prepotenza, altrimenti si peggiorerebbe la situazione, ma con l’astuzia, proponendo al quattrozampe un’alternativa che gli piace molto, ad esempio del cibo, in modo che si allontani spontaneamente dall’oggetto stesso; in quel momento bisogna essere pronti a farlo sparire e fare in modo che non lo trovi più. Di fronte ad una ossessione infatti la “terapia” migliore consiste nel distrarre l’attenzione del cane dal suo comportamento compulsivo. Proprio perché la causa di questi atteggiamenti è spesso legata a fattori di noia, ansia e stress, bisognerà fare in modo che il cane sfoghi il più possibile queste energie negative in un modo “sano”, cioè andando a camminare, a correre, a giocare con altri suoi simili o interagendo con il proprio padrone. Ancora una volta permettere al cane di essere se stesso, quindi di esprimere la propria vitalità nei modi in cui la sua natura richiede, può aiutare a risolvere importanti problemi comportamentali, come quelli ossessivo compulsivi, spesso indotti dall’uomo, seppur inconsapevolmente.

filariosi nel cane

Filariosi nel cane: cause, sintomi e terapia

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Filariosi nel cane: cos'è Arriva la primavera e con essa i primi caldi e un numero crescente di insetti e parassiti, nemici della salute dei nostri cani. È il caso della filaria, un verme tondo che può causare un’importante malattia nel cane, che prende il nome di filariosi. Si tratta di una patologia trasmessa principalmente dalla zanzara tigre, che fa da vettore per il parassita inoculandolo sotto forma di larva nel quattrozampe che viene punto. Esistono due tipi di parassiti: la Dirofilaria Immitis e la Dirofilaria Repens, ma la prima è ampiamente più diffusa ed è causa della forma più grave della malattia, quella cardio-polmonare, mentre la seconda provoca  una forma cutanea molto meno grave e meno comune. La filariosi nel cane cardio-polmonare è diffusa soprattutto nelle regioni dal clima caldo umido in primavera-estate, in particolare nelle zone della Pianura Padana, come l’Emilia Romagna e il Piemonte, ma la sua presenza sta crescendo anche in altre regioni, quali Toscana, Campania, Sicilia e Sardegna. Complici anche i costanti cambiamenti climatici, nessuna zona può più considerarsi completamente esclusa dal rischio di contagio della malattia, data anche la massiccia presenza della zanzara tigre che ha trovato un habitat favorevole in tutto il territorio nazionale. Il periodo in cui i nostri cani sono maggiormente esposti a contrarre la filariosi è da marzo-aprile fino a ottobre-novembre, con alcune differenze da una regione all’altra, in base al clima locale, poiché le zanzare sopravvivono finché la temperatura esterna si aggira attorno ai 14°.Filariosi nel cane: sintomi Se una piccola quantità di filarie può essere tollerata dal cane, quando invece l’infestazione è importante genera sintomi spesso gravi: i parassiti infatti, una volta entrati nel sistema circolatorio, vanno ad insediarsi in prossimità di cuore e polmoni, provocando serie lesioni ad entrambi. A livello cardiaco le filarie, raggiungendo dimensioni anche di 20-30 cm di lunghezza, causano dilatazione cardiaca e possono arrivare ad ostacolare il normale flusso sanguigno. A livello respiratorio i parassiti provocano un’infiammazione ai polmoni e, insediandosi nell’arteria polmonare, anche un’ipertensione arteriosa con progressiva insufficienza cardiaca destra. Si possono avere danni anche a livello dei reni del cane quando vi si depositano le forme giovanili delle filarie.Filariosi nel cane: prevenzione Vista la gravità della malattia, per evitare la filariosi nel cane è fondamentale la prevenzione; anzitutto, quando un quattrozampe entra nella nostra famiglia è bene:effettuare dopo i primi sei mesi l’apposito test, per cui è sufficiente un prelievo di sangue, per escludere che il cane abbia già contratto la malattia; dopodiché bisogna ripetere il test per la filariosi una volta all’anno; seguire la corretta profilassi, somministrando al cane l’apposito farmaco specifico, sotto forma di tavolette appetibili una volta al mese nel periodo a rischio, dalla primavera all’autunno, oppure in un’unica soluzione somministrata dal veterinario. Prima di iniziare la profilassi però è importante che venga eseguito il test di controllo, perché il farmaco può essere pericoloso se il cane è già stato infestato dalla filaria; utilizzare gli antiparassitari disponibili in diverse formulazioni: in pipette spot-on da applicare mensilmente tra il pelo del quattrozampe, in spray o come collarini specifici. Hanno tutti un effetto repellente che dovrebbe contribuire a tenere lontane le zanzare nel periodo di massima diffusione; Non far dormire il cane all’aperto perché durante la notte le zanzare sono più attive.Filariosi nel cane: terapia e cura La diagnosi di filariosi nel cane viene fatta, oltre che con l’apposito test e l’analisi dei sintomi, anche attraverso radiografie ed ecografie a polmoni e cuore per verificare lo stato di compromissione dei due organi. La terapia contro la filariosi non è priva di rischi, quindi sarà il veterinario a decidere come impostare la cura in base anche alle condizioni generali del cane, alla sua età e allo stadio della patologia. Prima la malattia viene diagnosticata e più alte sono le probabilità di sopravvivenza del quattrozampe; quando l’infestazione del parassita è già massiva la mortalità è piuttosto alta, soprattutto se il soggetto non è più giovane.

Lussazione della rotula nel cane: cos'è e come si cura

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La lussazione della rotula causa al nostro cane una perdita importante della propria capacità motoria: entriamo nel dettaglio. La rotula è un piccolo osso del ginocchio: se fuoriesce dalla sua posizione corretta, causa dolore e provoca problemi importanti all'articolazione di quella zona. La lussazione della rotula nel cane è esattamente questa cosa: causa nel nostro amico a quattrozampe una perdita importante della capacità motoria. Questo tipo di problema può essere congenito oppure può verificarsi a seguito di un trauma: in quest'ultimo caso, solitamente la dislocazione (mediale o laterale) è associata a una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio.La lussazione può essere di quattro gradi:Primo grado: il cane in questo stato zoppica. Durante la visita dal veterinario, si potrà notare che fido alza la zampa dopo pochi passi, piegando il ginocchio, che non riesce perciò a sostenerlo a pieno. Secondo grado: è quello più frequente. La rotula è fuoriuscita, ma il cane può vivere per molti anni senza manifestare alcun tipo di artrite. Terzo e quarto grado: rotula dislocata, visibile rotazione esterna della zampa e zoppia. In caso di lussazione bilaterale, il cagnolino porterà tutto il peso del proprio corpo sulle zampe anteriori. Nei casi più gravi, si confonde con problemi all'anca. In questo stadio della lussazione della rotula nel cane, c'è sofferenza e dolore: fido non riesce a fare più attività fisica.Lussazione della rotula nel cane: cosa fare e cura Come trattare il problema? Ciò dipende dal grado della lussazione e da quanto il cane zoppichi. In alcuni casi è necessario operare il quattrozampe, attraverso un intervento chirurgico che ricostruisca l'osso. Fondamentale è avere un parere da parte del veterinario per capire come agire. Infatti esistono innumerevoli tecniche con cui curare il cagnolino: la embricatura del retinacolo mediale o laterale, sovrapposizione della fascia lata, sutura antirotazionale a tirante tra tibia e rotula, rilassamento quadricipiti, trocleoplastica, trasposizione della tuberosità tibiale, patellectomia e osteotomia. Prima o dopo l'operazione, oppure se quest'ultima non fosse possibile, è bene utilizzare dei tutori ortopedici che immobilizzino la zona interessata. In questo modo si ridurrà anche il dolore.

Bulldog

Il caldo: acerrimo nemico del bulldog

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Premessa: il Bulldog non sopporta il caldo Chi decide di adottare un Bulldog deve essere fin da subito consapevole che questa razza canina ha un acerrimo nemico, ossia il caldo. Come tutti i brachicefali è particolarmente sensibile al colpo di calore perché l’estensione della mucosa nasale è ridotta rispetto alle altre razze e di conseguenza ha una eliminazione più lenta del calore. E’ bene che il padrone di questo stupendo e dolcissimo amico a quattro zampe si informi, per sapere come comportarsi per affrontare al meglio la stagione calda con il suo amico peloso. Purtroppo le morti di questa razza per i colpi di calore non sono rare quindi occorre prendere coscienza del problema a cui possono andare incontro i Bulldog.La prima regola da seguire è sicuramente quella di non mettere incoscientemente in pericolo il cane. Sarà quindi bene:Evitare le situazioni di caldo. Evitare che il cane si agiti troppo quando il respiro diventa pensante o quando il colore della lingua si discosta dal colore. Evitare le passeggiate nelle ore più calde del giorno. Evitare di lasciare il nostro amico Bulldog in un luogo aperto dove può crogiolarsi senza controllo al sole (cosa che peraltro lui adora fare). Nella stagione estiva, bagnare comunque il cane prima di portarlo a fare la passeggiata quotidiana. Tenere sempre un termometro digitale a portata di mano per misurargli la temperatura. Lasciare sempre a disposizione del vostro Bulldog molta acqua fresca.Come soccorrere il Bulldog in caso di colpo di calore Prima di tutto occorre che si sappiano riconoscere, nel nostro Bulldog, i sintomi in caso di colpo di calore. Il cane sarà agitato senza riuscire a stendersi, il colore della lingua diventerà scuro e subirà un aumento della temperatura corpora (si parla di temperatura superiore ai 39,5 gradi centigradi) e della salivazione. In caso in cui i sintomi saranno presenti nel vostro Bulldog occorre prima di tutto non farsi prendere dal panico. Il tempo di agire c’è ma occorre comunque essere tempestivi. E’ bene immergere immediatamente il cane in acqua fresca. Questo contribuirà a riportare il respiro del cane alla normalità in pochissimi minuti. E’ bene sapere che non è sufficiente bagnare appena il cane sul tronco o avvolgerlo con teli bagnati, occorre proprio immergere il cane nell’acqua (ovviamente escludendo la testa) di modo che tutto il corpo si raffreddi. Sono soprattutto i polpastrelli a dover essere raffreddati. Essendo il Bulldog un cane assai sensibile, quando inizia a stare male subentrerà un grande stato di agitazione.  Questo però contribuisce solo a farlo stare ancora più male. Quindi sarà necessario cercare di calmarlo portandolo in un luogo fresco con abbondante acqua pulita a disposizione. Il cane andrà bagnato e tenuto sotto controllo fino a quando non si sarà del tutto calmato. Per le situazioni più drastiche si dovrà ricorrere all’uso di un tranquillante, ma questa soluzione è da attuare solo a seguito di consulto con il veterinario. Non tutti sanno inoltre che il Bulldog è in grado di autoindursi il colpo di calore. Quando si agitano molto possono avere gli stessi sintomi di un colpo di calore. In questi casi il comportamento da attuare è il medesimo. Potrebbe interessarti anche questo articolo: Colpo di calore nel cane: sintomi e cosa fare

Naso del cane

Il naso del cane (o tartufo) e la sua salute

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IL NASO DEL CANE CI DICE SE GODE DI BUONA SALUTE? Occorre sfatare la  falsa credenza per cui il tartufo – così si chiama tecnicamente il naso del cane – rivela lo stato di salute dell’animale. Per molto tempo si è creduto che un tartufo umido e freddo fosse segno di una condizione di benessere e, al contrario, un naso secco e caldo indicasse uno stato patologico. Non è vero, anche se questa diceria è dura a morire e persiste tra le “leggende metropolitane” legate ai nostri amici a quattro zampe. In realtà il cane può essere in perfetta forma e avere il tartufo asciutto e screpolato per varie ragioni: ciò accade ad esempio quando l’animale si trova in un ambiente molto secco, quando è vicino a fonti di calore o è stato esposto al sole - cosa da evitare nella maggior parte dei casi, pena l’alto rischio di disidratazione! Ma ci sono alcune razze di cani che hanno tendenzialmente il naso secco per natura, come il Bulldog o il Carlino, che a causa della conformazione del muso, con il tartufo schiacciato all’insù, non riescono a leccarselo e quindi non possono inumidirlo.Uno dei motivi per cui i cani hanno di solito il naso bagnato è che se lo leccano spesso per due precise ragioni:per sentire meglio gli odori: l’umidità infatti aiuta a veicolare le tracce olfattive e quindi mette il nostro cane nella condizione di percepire in maniera più nitida le particelle odorifere attraverso i più di 200 milioni di cellule di cui il suo tartufo dispone. Per essere sempre pronto a distinguere ogni sentore presente nell’aria dunque il cane si passa la lingua sul naso, in modo da tenerlo sempre umido. per termoregolarsi: i cani hanno un sistema di sudorazione molto diverso da quello umano e riescono a regolare la propria temperatura corporea proprio attraverso il naso, che rilascia calore sotto forma di goccioline d’acqua, soprattutto quando fa caldo e il cane ha bisogno di abbassare la propria temperatura. Ecco perché in estate il naso del cane trasuda ed è sempre molto bagnato.Dunque non è vero che si può capire se un cane ha la febbre semplicemente tastandogli il naso! Fido può avere il naso caldo e secco, ma essere in perfetta forma fisica: solo utilizzando un termometro pediatrico è realmente possibile sapere se la sua temperatura corporea è troppo alta. Di contro, il fatto che il naso del cane sia umido e fresco non è garanzia di salute dell’animale: il cane può star male ma avere ugualmente il tartufo bagnato soltanto perché c’è umidità nell’ambiente in cui si trova. In definitiva, la condizione del naso del proprio cane non è di per sé un fattore determinante per stabilire lo stato di salute dell’animale e i padroni non devono allarmarsi troppo se il tartufo del loro quattrozampe è caldo o asciutto, ma il cane non mostra nessun altro segno di malessere o comportamento anomalo.QUANDO IL NASO DEL CANE SUGGERISCE UN LIVELLO DI ATTENZIONE PER LA SUA SALUTE Quanto sopra non significa che il naso del cane non vada mai controllato: ci sono alcuni elementi che non vanno trascurati. Ad esempio è bene prestare maggiore cura ai cani con il tartufo più chiaro, in quanto più delicato e quindi da proteggere soprattutto dall’esposizione ai raggi solari, anche con l’applicazione di apposite creme, pena il rischio di scottature. Nel caso in cui dal naso del cane fuoriesca uno scolo di colore giallo-verde è opportuno rivolgersi al proprio veterinario; se il liquido filtra da una sola narice potrebbe essere indice della presenza all’interno di un corpo estraneo che deve essere rimosso al più presto. Quando il naso del cane appare screpolato il problema può essere legato ad un’alimentazione non equilibrata oppure, se sembra quasi “sfaldarsi”, può dipendere da un fattore dermatologico; allora potrebbe essere utile applicare una pomata emolliente o anche del semplice burro da cucina per ammorbidire la pelle. Leggi anche https://www.razzedicani.net/naso-asciutto-nel-cane/

Sterilizzare il cane

Sterilizzare il cane È giusto o sbagliato?

Salute del cane Redazione -

COSA SIGNIFICA STERILIZZARE IL CANE Uno degli argomenti più dibattuti sulla salute dei nostri quattrozampe riguarda la necessità o meno di sterilizzare il cane . Sull’argomento ci sono parecchi luoghi comuni che è bene sfatare perché la pratica clinica e le evidenze scientifiche hanno dimostrato essere privi di fondamento. Molti proprietari pensano ancora che sterilizzare il proprio cane sia “moralmente”deplorevole, perché non rispetterebbe la natura dell’animale e costituirebbe una violenza nei suoi confronti. Questo ragionamento, per quanto possa essere animato dai migliori sentimenti di amore verso il mondo animale, è scorretto, perché è tipicamente umano e per nulla canino. Come spesso accade siamo soliti attribuire ai nostri quattrozampe una logica e un modo di sentire che non appartengono loro e non certo perché i cani non ragionino o non provino sentimenti; tutt’altro! Sono intelligenti e sensibilissimi, ma i loro pensieri e le loro emozioni non sono identici ai nostri. Se sterilizzato il cane non soffre psicologicamente perché non potrà mai diventare genitore e sarà privato della “gioia” di allevare la prole… questo è un modo di sentire umano. Nel cane l’accoppiamento è un istinto dettato dalla necessità di conservazione della specie, quindi una volta sterilizzato non avrà più tale istinto e semplicemente non ci penserà più. Un’altra leggenda metropolitana che spesso si sente quando si chiedono informazioni a persone non competenti sulla necessità di sterilizzare il cane è che, se si opta per la sterilizzazione, sarebbe bene far fare alla femmina almeno una cucciolata. Non è vero, e qui entrano in gioco gli studi e i dati scientifici a favore della sterilizzazione, che sono sia di carattere sanitario che psicologico-comportamentale:è stato rilevato che sterilizzare il cane femmina prima che abbia il primo calore ridurrebbe il rischio di insorgenza del tumore mammario dell’8% rispetto alle femmine che hanno già avuto il primo calore e addirittura del 26% a paragone delle femmine che sono state operate dopo il secondo calore; la sterilizzazione delle femmine comporterebbe anche una diminuzione o il completo azzeramento della possibilità di sviluppare tutte quelle malattie che sono legate al fattore ormonale, come tumori alle ovaie e all’utero, piometra, cisti ovariche, patologie importanti che spesso mettono a rischio la vita stessa dell’animale. Ma si ridurrebbe anche la predisposizione nei confronti di malattie metaboliche, come il diabete; in sostanza una femmina sterilizzata ha un’aspettativa di vita più lunga del 5 – 10% rispetto ad una femmina intera; sterilizzare un cane femmina migliorerebbe non solo la quantità, ma anche la qualità di vita, perché il cane non sarebbe più soggetto a possibili gravidanze isteriche, mastiti e periodi di abbattimento “psicologico”, che spesso capitano quando la femmina è in calore e si manifestano con mancanza di appetito, svogliatezza, modifiche nell’umore e nel comportamento; nel maschio castrato invece i dati circa la riduzione nell’incidenza di tumori alla prostata sono meno evidenti, seppur esistenti, mentre riguardo al tumore ai testicoli è ovvio che con la castrazione se ne elimina ogni possibile comparsa; dal punto di vista comportamentale il cane maschio sterilizzato può essere più tranquillo e meno rissoso, se la sua aggressività verso gli altri maschi era dovuta alla produzione di testosterone, mentre non cambia nulla, se era legata ad un fattore di dominanza o territorialità. STERILIZZARE IL CANE : GLI SVANTAGGI Dopo aver approfondito le motivazioni favorevoli, vediamo i “contro” della sterilizzazione, che inevitabilmente esistono:sterilizzare il proprio cane significa sottoporlo pur sempre ad un’operazione che, per quanto ormai di routine, comporta qualche inevitabile rischio. Sarà in ogni caso il vostro veterinario di fiducia che valuterà le condizioni di salute del cane e vi consiglierà cosa è più opportuno; dopo l’operazione ci sarà un periodo di convalescenza: fortunatamente i cani hanno una ripresa molto più veloce degli umani, quindi per le femmine, che subiscono un’operazione più invasiva, si tratterà di circa due giorni in cui il cane sarà più abbattuto e meno vivace. Va detto comunque che la più recente tendenza della chirurgia veterinaria in questo campo è di non asportare anche l’utero, come in passato, ma solo le ovaie, perché si è visto che, cessata la produzione di ormoni, l’utero tende poi ad atrofizzarsi spontaneamente. Ciò comporta una minore complessità dell’intervento. Ne i maschi invece spesso tutto si risolve una volta smaltiti gli effetti dell’anestesia; nella femmina sterilizzata, talvolta, si manifesta una forma di incontinenza urinaria, la cui incidenza è molto variabile in base alla razza del cane (va dall’1,3% al 20%); sono più soggette a sviluppare il problema le femmine di razze di taglia grande, come Rottweiler, Dobermann, Pastore Tedesco, Boxer. Questo fenomeno in ogni caso può essere controllato mediante l’utilizzo di appositi farmaci.

Tosare il pelo del cane

Tosare il pelo del cane in estate: è corretto?

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Tosare il pelo del cane in estate è giusto o sbagliato? Le nostre risposte. Tosare il pelo del cane in estate: sì o no? Capita di domandarsi perché alcuni cani, soprattutto di piccola taglia, appaiano sempre come appena usciti da “un centro di bellezza”, con il pelo tagliato di fresco, profumato e ben pettinato, mentre altri siano lasciati nature, senza mettere mai zampa dal toelettatore. Spesso dipende da quanto il padrone ritenga necessario tosare il cane e la domanda si ripropone soprattutto quando si avvicina l’estate perché molti proprietari pensano che con una bella tosatura il cane starà più fresco. Sbagliato! Non è affatto vero che se il pelo del cane è più corto l’animale non soffrirà il caldo. Per capirlo bisogna sapere come funziona il sistema di termoregolazione nel cane: mentre noi umani sudiamo attraverso l’epidermide e così espelliamo calore, mantenendo la temperatura del nostro corpo costante, indipendentemente dai gradi all’esterno, il cane ha pochissime ghiandole sudoripare, collocate solo sotto ai polpastrelli delle zampe e sulla lingua. I nostri amici a quattro zampe abbassano la loro temperatura corporea attraverso l’aria che inspirano dal naso ed espellono dalla bocca: ecco perché quando fa caldo ansimano, facendo respiri corti e veloci. Per questo motivo tosare il pelo del cane non serve affatto a difenderlo dal caldo, anzi! Il pelo costituisce in tutte le razze canine un’importante protezione sia dal freddo che dal sole perché è una specie di isolante termico. Quindi tosare il pelo al cane può addirittura essere dannoso, visto che la pelle rimane più esposta alle intemperie e alle temperature rigide in inverno e ai raggi solari in estate; perciò in questa stagione la cute del cane, molto più delicata della nostra, rischia con la tosatura scottature, dermatiti, eritemi e conseguente prurito.Tosare il pelo del cane: quando va fatto? Vi sono alcuni casi in cui tosare il pelo del cane è necessario, vuoi per appartenenza ad una razza specifica, vuoi per ragioni igienico-sanitarie. Occorre anzitutto distinguere tra cani che hanno pelo e sottopelo (come le razze da pastore) e quelli che hanno solo il pelo di rivestimento superiore, come i Barboncini. Nei primi il sottopelo, folto e lanuginoso, serve per proteggerli dal freddo in inverno, mentre il pelo soprastante funge da schermatura nei confronti degli agenti esterni. Questi cani perdono il sottopelo in primavera e lo rimettono in autunno, per prepararsi alle temperature invernali, quindi non vanno mai tosati, pena il danneggiamento della pelliccia che, una volta ricresciuta, apparirà infeltrita e rovinata e non tornerà più come prima. Per i Barboncini e gli incroci con mantello riccio e senza sottopelo invece la tosatura del cane è consigliata perché si tratta di un pelo a crescita continua, che va spuntato periodicamente, altrimenti potrebbero formarsi nodi e grovigli, impossibili da districare. Al contrario, nel caso di razze come Yorkshire, Maltese e Shih-Tzu tosare il pelo del cane non è una necessità, ma soltanto un fattore estetico, un vezzo del padrone; altre volte serve per rimediare alla “pigrizia” del proprietario che non spazzola a dovere e con la dovuta periodicità il pelo del cane, causando la formazione di matasse che non riescono più ad essere dipanate se non con un taglio netto. Infine può essere obbligatoria la tosatura del cane nei casi estremi in cui l’animale sia gravemente infestato da parassiti.Tosare il cane: consigli Quando tosare il pelo del cane è una cosa necessaria, rivolgetevi a personale qualificato. I centri che offrono servizi di toelettatura e rasatura sono molti, ma qualcuno potrebbe non essere professionale, bensì improvvisato. Chiedete perciò a chi è già stato cliente e non fidatevi di chi offre prezzi troppo scontati: potrebbero derivarne danni anche seri non solo al pelo, ma anche alla cute del cane. Visto che le tariffe per la toelettatura del cane non sono in media economiche (si va dai 40 agli 80 euro circa), qualche padrone potrebbe essere spinto a cedere alla tentazione del fai-da-te.È vivamente sconsigliato, ma se proprio non potete farne a meno, occorre seguire alcune importanti regole:lavare il pelo con appositi shampoo non aggressivi prima della rasatura del cane; asciugare il pelo col phon a calore moderato e a bassa velocità; iniziare la tosatura del cane solo quando il pelo è completamente asciutto; eseguire la tosatura del cane seguendo sempre il senso naturale del pelo; fare molta attenzione a non urtare la pelle del cane con rasoio o forbici; non fare male al cane

Piometra nel cane

Piometra nel cane: sintomi, terapia e operazione

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Piometra nel cane: cos'è La piometra nel cane è una grave infezione batterica che si verifica a carico dell’utero della femmina non sterilizzata. Questa patologia si sviluppa sempre al termine del calore (dopo 4 – 8 settimane), momento in cui la cagna è più fertile, perché l’elevata produzione di progesterone (ormone femminile) determina la formazione all’interno dell’utero stesso di un ambiente particolarmente adatto alla proliferazione di batteri. Il germe infettivo più comunemente responsabile della piometra nel cane è l’Escherichia Coli, che causa la produzione anomala di pus nella cavità uterina, determinando un’infezione che può estendersi al sangue e portare a shock e coma nel cane, con conseguenze talvolta mortali.Piometra nel cane: sintomi I sintomi della piometra nel cane variano a seconda che si tratti di piometra a cervice aperta o chiusa. Nel primo caso infatti il pus all’interno dell’utero fuoriesce, dando origine ad una continua perdita dalla vagina del cane di secrezioni, a volte miste a sangue, di cui lo stesso proprietario può facilmente accorgersi. Nella piometra a cervice chiusa invece il pus non riesce a fuoriuscire all’esterno e si accumula nell’utero, determinando spesso un notevole aumento di volume dello stesso. Questa tipologia di piometra è la più pericolosa, sia perché le tossine prodotte, rimanendo all’interno della cavità uterina, vengono assorbite in quantità maggiore dai tessuti e si diffondono nell’organismo, sia perché non dà sintomi evidenti, quindi è più difficile da individuare anche per il veterinario. Altri segni clinici più generici, comuni ad entrambe le tipologie di piometra, sono: stato di apatia e abbattimento del cane, inappetenza, febbre, disidratazione, urinazione frequente, vomito.Piometra nel cane: diagnosi Per diagnosticare la piometra nel cane il veterinario procederà sottoponendo l’animale ad una serie di esami, a partire dal prelievo del sangue. Un elevato dosaggio di globuli bianchi infatti è spesso indicativo della presenza di un’infezione in atto nell’organismo, ma di per sé non è sufficiente ad effettuare una diagnosi precisa, perché un valore globulinico nella norma non basta ad escludere la presenza di piometra.  Sarà opportuno dunque proseguire con uno striscio vaginale: le secrezioni verranno raccolte e osservate al microscopio per scoprire l’eventuale presenza dei batteri responsabili dell’infezione. L’esame cardine, che congiuntamente ai risultati emersi dai due accertamenti precedenti, può condurre il veterinario ad una diagnosi definitiva è l’ecografia. Grazie a quest’esame infatti è possibile osservare lo stato dell’utero del cane che, soprattutto nel caso della piometra a cervice chiusa, apparirà con le pareti ispessite e di dimensioni aumentate, e rilevare anche la presenza di liquido e pus all’interno dell’utero.Piometra nel cane: operazione e terapia antibiotica La piometra è una patologia che non si risolve mai spontaneamente, ma richiede sempre l’intervento del veterinario, che anzi deve essere tempestivo, onde evitare gravi conseguenze. La cura della piometra nel cane è l’operazione chirurgica d’urgenza per asportare utero e ovaie: se il cane arriva troppo debilitato, con uno stadio della malattia avanzato, può essere necessario prima sottoporlo alla reintegrazione dei fluidi per via endovenosa e alla somministrazione di antibiotici, in modo che possa affrontare l’intervento in condizioni di maggiore stabilità. Se il cane è giovane e in buono stato di salute generale si riprenderà completamente dopo pochi giorni dall’operazione. Nei casi più gravi e nei cani anziani, già affetti da altre patologie, oltre ad aumentare il rischio connesso all’intervento, che comunque è sempre presente, sarà indispensabile proseguire con una terapia antibiotica e idratante dopo la piena ripresa del cane. Solo per le femmine giovani utilizzate per riproduzione, e solo se l’infezione è allo stadio iniziale, a volte si può optare per una terapia soltanto farmacologica, nel tentativo di conservare utero e ovaie, che consiste nella somministrazione prolungata di antibiotici e di un ormone che provoca contrazioni uterine, allo scopo di far fuoriuscire il pus. Questa scelta può però essere pericolosa per l’incolumità del cane.

Pancreatite nel cane

Pancreatite nel cane: sintomi, conseguenze e cure

Salute del cane Redazione -

Come insorge la pancreatite nel cane? Vediamo tutte le info su questa patologia. La pancreatite nel cane è una grave patologia a carico del pancreas, una ghiandola dell’addome, posta tra fegato e intestino, che svolge importanti funzioni per l’organismo, quali la produzione di insulina (l’ormone che regola la quantità di zuccheri presenti nel sangue) e la produzione di enzimi fondamentali per la digestione. La pancreatite può essere cronica o acuta, ma molti sintomi sono comuni ad entrambe: insorge nel momento in cui gli enzimi digestivi, che normalmente non sono attivi finché si trovano nel pancreas, vengono attivati anzitempo, quando ancora presenti all’interno della ghiandola pancreatica che li produce, dando origine ad un processo di vera e propria digestione dell’organo in questione. Ciò provoca un processo infiammatorio che, se non riconosciuto e trattato tempestivamente, può estendersi fino a coinvolgere anche alcuni degli organi vicini, in particolare intestino e stomaco.Pancreatite nel cane: sintomi Come accorgersi che il vostro cane potrebbe essere affetto da pancreatite? Tra i sintomi tipici di questa patologia compare anzitutto il dolore addominale, che spinge il cane ad assumere una posizione innaturale, con il ventre a terra, le zampe anteriori stese in avanti e la testa ricurva all’interno verso l’addome, nel tentativo di trovare sollievo dal dolore intenso. Seguono mancanza d’appetito, eccessiva salivazione, spossatezza, vomito e/o diarrea con feci scure, simili a fondi di caffè, talvolta accompagnati da febbre. Nella fase più acuta possono comparire altri sintomi più gravi, come dispnea (difficoltà respiratorie), ematemesi (vomito con sangue), CID (sindrome emorragica), aritmia cardiaca, insufficienza renale, tutte complicanze che possono causare la morte del cane.Pancreatite nel cane: cause La pancreatite è considerata una patologia idiopatica, di cui cioè le cause precise sono ancora sconosciute. Tuttavia è accertato che vi sono dei fattori che predispongono all’insorgere della malattia. La pancreatite nel cane ha un’incidenza maggiore sugli esemplari di piccola taglia e vi sono alcune razze geneticamente più soggette, come il Cocker Spaniel, lo Schnauzer Nano e il Barbone Nano. Un altro elemento determinante nell’eziologia della pancreatite nel cane è l’alimentazione: una dieta ricca di cibi grassi è strettamente correlata alla comparsa di questa patologia e, a volte, è sufficiente anche un solo pasto abbondante ed eccessivamente grasso per scatenare un episodio acuto. Anche l’obesità, sempre comunque legata ad un’alimentazione scorretta, è uno dei fattori predisponenti.Pancreatite nel cane: diagnosi La pancreatite nel cane deve essere diagnosticata il prima possibile, quindi se si notano alcuni dei sintomi precedentemente descritti occorre rivolgersi al più presto al veterinario, che sottoporrà il cane ad una serie di accertamenti per escludere altre eventuali patologie con sintomi analoghi ed arrivare ad una diagnosi certa. Anzitutto il veterinario eseguirà degli esami ematochimici, per verificare la presenza di elevati livelli di tripsinogeno nel sangue (uno degli enzimi prodotti dal pancreas) e successivamente procederà con analisi delle urine, ecografia e radiografia.Pancreatite nel cane: cura Una volta accertata la presenza di pancreatite, il cane verrà sottoposto a somministrazione di fluidi sottocute o per endovena e sarà tenuto rigorosamente a digiuno per un minimo di 48 ore, prolungabili in base alla gravità della situazione e alla prognosi fatta dal veterinario. A seconda del caso possono essere prescritti anche antibiotici e farmaci per contrastare vomito, diarrea e dolore addominale. Alimentazione: una volta superata la fase acuta della malattia, quando il veterinario valuterà che il cane può ricominciare gradualmente ad alimentarsi, il padrone dovrà obbligatoriamente modificare la dieta dell’animale rispetto al passato. Dovranno essere assolutamente banditi i cibi grassi, quindi divieto assoluto di “allungare” qualunque avanzo della tavola al cane, che per tutta la vita dovrà seguire un regime nutritivo ferreo e controllato, pena il riacutizzarsi della pancreatite nel cane. Sono raccomandati inoltre pasti piccoli e frequenti; mai dunque un solo pasto al giorno e mai un pasto abbondante.

Salute del cane

Salute del cane: alcuni consigli per mantenerla

Salute del cane Redazione -

Salute del cane: come mantenerla nel tempo? Nell’ultimo trentennio la vita media dei nostri cani si è decisamente allungata perché si è diffusa sempre più la cultura dell’animale domestico quale membro della famiglia che, in quanto tale, va curato e rispettato e, di conseguenza, è cresciuta l’attenzione per la salute del cane. Ci sono alcuni importanti accorgimenti che, se osservati, possono contribuire a garantire una buona salute del cane, preservandolo il più a lungo possibile e quindi aumentando la sua aspettativa di vita. VISITA PERIODICA DAL VETERINARIO: è bene che il cane, anche quando giovane e apparentemente sano, sia sottoposto ad un controllo veterinario almeno una volta all’anno, magari facendolo coincidere con il richiamo della vaccinazione. Il medico infatti, attraverso un’accurata visita generale, potrebbe cogliere alcuni possibili segnali o sintomi di malattia che al padrone possono sfuggire e, visto che anche per i cani come per noi esseri umani, la prevenzione è un importante strumento di cura, un check-up periodico può contribuire, a volte in maniera determinante, a garantire la salute del nostro cane. VACCINAZIONI E PROFILASSI: sono molte le malattie che il cane può contrarre, trasmissibili per via aerea, con la saliva o per inoculazione, da cui oggi è possibile proteggerlo con l’adeguata vaccinazione o profilassi. Per questo ogni anno viene ripetuto al cane il richiamo del vaccino contro alcune gravi malattie, quali la leptospirosi (trasmessa dai topi), il cimurro (virale), la parvovirosi (detta anche gastroenterite trasmissibile) e l’epatite infettiva (anch’essa virale, non collegabile all’epatite umana). Oltre a ciò occorre però anche effettuare la profilassi contro alcune patologie che il cane può contrarre attraverso il morso di insetti, come la leishmaniosi, trasmessa dalla puntura dei flebotomi o pappataci, simili alle zanzare, che provoca una sintomatologia dermatologica e colpisce vari organi interni. Per prevenirla è importante preservare la salute del cane con gli appositi antiparassitari (spot-on, collarini, ecc) e dal 2012 anche con uno specifico vaccino. Un'altra importante malattia trasmessa dagli insetti, in particolare dalla zanzara tigre, è la filariosi, che porta a gravi conseguenze cardiopolmonari. Anche in questo caso è fondamentale eseguire la profilassi antiparassitaria, anche mediante la somministrazione dell’apposito farmaco in compresse appetibili da assumere mensilmente, previo test specifico eseguito dal veterinario verso marzo-aprile con prelievo di sangue, per accertare che il cane non sia venuto a contatto con la malattia.Salute del cane: lo stile di vita conta Oltre ai necessari controlli e cure veterinari, per garantire una buona salute del cane è altrettanto importante fare in modo che segua uno stile di vita corretto e sano; a questo scopo occorre prestare attenzione ad: ALIMENTAZIONE: che si scelga una dieta naturale o industriale è sempre bene prima chiedere consiglio al veterinario sulla tipologia, ma anche sulle quantità e sui tempi di somministrazione. È fondamentale infatti che il cane segua un’alimentazione equilibrata in base alla sua età, alla sua razza e al tipo di vita che svolge. Assolutamente da prevenire ed evitare il sovrappeso, in aumento anche tra la popolazione canina, spesso causa di patologie gravi quali il diabete. ATTIVITÀ FISICA: fare moto è un consiglio che spesso viene dato a noi umani per mantenerci in forma, ma che è altrettanto valido anche per preservare la salute del cane. Con le dovute differenze di razza e di taglia è bene garantire al vostro quattrozampe un’adeguata attività, necessaria ad un buon equilibrio fisico e mentale.

Il cane ha le pulci

Il cane ha le pulci: cosa fare e rimedi

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Ogni giorno vedete il vostro quattrozampe grattarsi con sempre più foga? Potrebbe significare che il cane ha le pulci! La domanda che sorge spontanea è: cosa fare? E' un problema che va affrontato, soprattutto perché da quello potrebbero nascere patologie molto più gravi. Perciò ora tracciamo un quadro dei cari rimedi possibili di questa patologia molto diffusa.Il cane ha le pulci: cosa fare In primo luogo, le pulci devono essere eliminate: ma come? Potrebbe bastare l'applicazione di un semplice shampoo, specifico per il trattamento anti-pulci, oppure lo spruzzo di uno spray indicato. Esistono anche altri rimedi possibili: pensiamo alle polveri antipulci, che hanno lo stesso principio degli spray. In entrambi i casi però è sempre meglio sentire il parere di un veterinario, anche se la sua prescrizione non è obbligatoria. In alternativa è possibile eliminarle anche attraverso un buon bagno in una toelettatura. Se il cane ha le pulci , dovete rassegnarvi a un periodo in cui dovrete dedicare parte del vostro tempo per eliminare il problema: tuttavia esistono anche delle misure preventive per evitare che questi esserini diano fastidio al vostro fido.Il cane ha le pulci: rimedi E qui rivestono una certa importanza i collari antipulci: meglio se sono inodore e in materiale catarifrangente. Oltre a questi e ai vari trattamenti anti-pulci chimici, da applicare mensilmente al vostro cane, esistono tutta una serie di rimedi naturali: contribuiscono ad eliminare il problema il limone, l’aceto di mele, il lievito di birra o l’olio essenziale di neem oppure di  lavanda. Importante se non fondamentale è in ogni caso un'accurata igiene quotidiana del cane (attraverso un buon pettine si possono togliere direttamente dal pelo del cane): anche la cuccia deve essere pulita periodicamente per non farla diventare un luogo possibile dove far attecchire l'azione delle pulci. In conclusione, bisogna stare sempre attenti a capire i disagi del nostro amico peloso, rivolgersi ad un veterinario ed eventualmente affrontare il problema senza indugi.

Gli occhi del cane lacrimano

Gli occhi del cane lacrimano: cause, rimedi e cura

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Perché gli occhi del cane lacrimano? A tutti i padroni di cani è capitato almeno una volta di veder scendere da uno o da entrambi gli occhi del proprio quattrozampe qualche “lacrima”; visto che è chiaro che non si tratta di pianto legato ad uno stato emotivo, è bene indagare per capire quale sia la causa del problema. Anzitutto occorre valutare la frequenza della lacrimazione: se gli occhi del cane lacrimano una volta ogni tanto potrebbe non essere nulla di cui preoccuparsi; magari il giorno precedente avete portato il vostro quattrozampe in auto, con i finestrini aperti, e si tratta di un semplice “colpo d’aria” che ha infiammato l’occhio. Va osservata anche la tipologia della lacrimazione: può essere acquosa, giallognola e più densa, secca o addirittura purulenta. In ogni caso, se il fenomeno è frequente o abbondante è bene rivolgersi al proprio veterinario di fiducia perché potrebbe trattarsi di un problema localizzato, che va curato al più presto in maniera adeguata per evitare che degeneri.Ma quali sono i motivi per cui gli occhi del cane lacrimano eccessivamente? Possono essere molti e di varia natura.Vediamo i principali, partendo dai più semplici e meno gravi:Congiuntivite: ne esistono varie tipologie che comportano comunque sempre l’infiammazione della congiuntiva, una membrana posta tra la palpebra e il bulbo oculare. L’occhio del cane generalmente appare arrossato e con una lacrimazione che può interessare entrambi gli occhi, soprattutto quando è di tipo allergico. In questo caso il cane può avvertire anche prurito, quindi tenderà a sfregare il muso; Infezioni: possono essere di varia natura (batterica, fungina o parassitaria) e possono interessare le palpebre o le ghiandole interne all’occhio; Piccoli traumi o graffi: il cane può aver urtato l’occhio accidentalmente, magari durante un gioco un po’ troppo irruento, oppure essersi procurato un sottile graffio, ad esempio contro il ramo di un cespuglio, se lo abbiamo portato a camminare nel bosco; Difetti delle ciglia: talvolta le ciglia possono crescere rivolte all’interno e andare così a sfregare contro il bulbo oculare, oppure crescere sulla superficie interna della palpebra invece che sulla rima; Presenza di un corpo estraneo: quando all’interno dell’occhio s’infiltra un corpo estraneo quest’ultimo deve essere rimosso al più presto per non causare infezioni: Anomalie nella conformazione delle palpebre: si verificano quando la palpebra è rovesciata all’interno o all’esterno; Traumi delle regioni che circondano l’occhio: si tratta di contusioni al muso, al naso o al palato.ALTRE CAUSE DI LACRIMAZIONE AGLI OCCHI DEL CANE Esistono delle cause più complesse e più gravi per cui gli occhi del cane lacrimano, che devono essere indagate a fondo e trattate in maniera tempestiva e adeguata, rivolgendosi al proprio veterinario il quale, se lo riterrà opportuno, vi indirizzerà da uno specialista in oftalmologia canina.Occhio a ciliegia: si ha quando si verifica il prolasso della ghiandola lacrimale, in conseguenza del quale il dotto lacrimale non può più contenere tutte le secrezioni dell’occhio che dunque fuoriescono; Glaucoma: consiste nell’aumento anormale della pressione interna all’occhio, causato da un insufficiente deflusso dei liquidi oculari che, accumulandosi, provocano un innalzamento della pressione intraoculare. Oltre alla lacrimazione eccessiva si verificherà una spinta della pupilla verso l’esterno e la conseguente impossibilità del cane di chiudere agevolmente la palpebra. È una patologia che deve essere trattata quanto prima perché può portare il cane a cecità; Uveite: è un’infiammazione dell’uvea, una membrana che si trova nella parte anteriore dell’occhio. L’uveite non è di per sé una malattia, ma è causata a sua volta da altre patologie sottostanti che vanno dalla leishmaniosi ad altre malattie infettive, da traumi e ferite a neoplasie. Occorre quindi individuare al più presto qual sia la patologia primaria per poter curare di conseguenza anche l’uveite. Neoplasie dell’occhio: generalmente sono localizzate sulla palpebra o dietro al bulbo oculare.

Parassiti intestinali nel cane

Parassiti intestinali nel cane: sintomi, cura e rimedi naturali

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Parassiti intestinali nel cane: i sintomi Sono molte le tipologie di parassiti intestinali che possono “infestare” il cane, e non bisogna pensare che soltanto i quattrozampe che vivono in campagna o quelli non vaccinati o senza profilassi siano soggetti a parassiti! Anche i nostri cani “cittadini”, con tutte le vaccinazioni a posto, possono contrarre la parassitosi. Sicuramente i più esposti sono i cuccioli, i cui sistemi di difesa sono per ovvie ragioni più deboli, ma anche negli adulti si verifica abbastanza di frequente questo fenomeno; per le stesse ragioni i cuccioli possono andare incontro a conseguenze più gravi che, nel caso il problema non venga affrontato, ma lasciato progredire per un lungo periodo, possono anche rischiare la vita. Negli adulti invece le infestazioni di parassiti non causano gravi rischi per la salute, ma portano comunque a malesseri e fastidi che vanno curati quanto prima. I sintomi delle parassitosi sono molto simili e consistono prevalentemente in diarrea, vomito, debolezza, mancanza di appetito, dimagrimento e a volte prurito della zona anale.Come avviene il contagio dei parassiti intestinali nel cane? Va detto che il contagio avviene per via orale, di solito quando il cane lecca le feci di altri animali infestati o i luoghi (erba, terriccio, asfalto) dove sono state depositate. Va da sé quindi che non è così difficile contrarli per i nostri quattrozampe che hanno costantemente il muso a terra ad annusare gli escrementi dei loro simili… Ma quali sono i parassiti intestinali nel cane? Anzitutto si tratta di veri e propri vermi che si distinguono per la forma e le caratteristiche intrinseche. La diagnosi può essere fatta a volte osservando semplicemente le feci a occhio nudo oppure attraverso una copro cultura. I principali e più diffusi parassiti intestinali nel cane sono sicuramente la Tenia e gli Ascaridi:La Tenia appartiene alla famiglia dei cosiddetti vermi piatti (cestodi): sono vermi costituiti da una testa, dotata di uncino che si aggancia alle pareti dell’intestino del cane, più vari segmenti (detti proglottidi) che ne formano il corpo, che aumentano continuamente di numero perché solo quelli terminali, contenenti le uova, vengono espulsi assieme alle feci andando ad infestare l’ambiente ed altri cani. Quindi negli escrementi noi vedremo solo piccoli pezzi di tenia, come puntini bianchi che si muovono appena fuoriusciti. Il parassita può raggiungere anche i 60 cm nei cani adulti, nel caso della Tenia Dypilidium Caninun, trasmessa generalmente dalle pulci, ingerite dal cane nel pulirsi il pelo, mentre la Tenia Echinococcus granulosus è lunga “solo” 6 – 9 mm ed è trasmessa prevalentemente dagli ovini. Esiste anche una Tenia Echinococcus multiloculari che però è rara in Italia. Gli Ascaridi sono i cosiddetti vermi tondi (nematodi): sono i più comuni parassiti intestinali di cani e gatti e sono facilmente riconoscibili perché nelle feci del cane troverete dei lunghi filamenti bianchi, simili a spaghetti. Le uova inoltre possono essere trasmesse dal cane femmina in gravidanza ai piccoli, che quindi possono nascere già con il parassita o succhiarlo subito dopo col latte materno.Parassiti intestinali nel cane: Giardia, Coccidi e molti altri! Esistono altri parassiti intestinali, meno diffusi, ma talvolta più pericolosi e che vanno ugualmente riconosciuti e debellati:Gli Ancilostomi sono vermi tondi che colpiscono prevalentemente i cani fino all’anno di età, mentre sono abbastanza rari negli adulti. Possono però rivelarsi più pericolosi di altri per il cucciolo perché, nutrendosi di sangue, possono causare anche forti anemie, uno dei sintomi di questo tipo di infestazione, oltre ai soliti diarrea, vomito, dimagrimento, può essere la presenza di sangue nelle feci. Hanno la particolarità di potersi diffondere non solo per via orale, ma anche insinuandosi attraverso i cuscinetti delle zampe del cane per poi raggiungere, per via ematica, l’intestino. La Giardia è un organismo unicellulare (protozoo) che spesso risulta asintomatico nel cane; soprattutto nei quattrozampe di giovane età, accanto ai sintomi consueti, causa diarrea con feci molto chiare e oleose. La Giardia che può infestare anche l’uomo, quindi occorre disinfettare anche l’ambiente in cui il cane vive. I Coccidi sono parassiti intestinali molto contagiosi, che nei cuccioli possono provocare anche diarrea emorragica con conseguente rischio per la salute dell’animale. Sono però specifici dei canidi e non possono quindi essere trasmessi all’uomo. Gli Strongili sono pericolosi per il cucciolo perché possono causare anche polmonite parassitaria, che può mettere a rischio la sopravvivenza del cane.Parassiti intestinali nel cane: cura e rimedi naturali Le infestazioni da parassiti intestinali nel cane vengono trattate con appositi farmaci vermifughi, di facile somministrazione casalinga. Di prassi i cuccioli vengono sverminati già a partire dalle 2 o 3 settimane di età fino di norma alle 8 settimane, ma talvolta la terapia può proseguire anche fino all’anno. Nel caso di infestazioni da parassiti particolarmente difficili da debellare il trattamento può essere ripetuto anche più volte a intervalli regolari, ma sarà sempre il vostro veterinario di fiducia a indicarvi la giusta terapia da seguire, verificando eventualmente, attraverso l’esame delle feci, il persistere del parassita. Come dicevamo, esistono rimedi naturali” anche per i cani. Uno di questi, particolarmente indicato in caso di parassiti intestinali, è l'aglio. Se mescolato con il cibo - in modo tale che il vostro cagnolino lo ingerisca senza troppi sforzi - aiuta a distruggere i vermi che risiedono all'interno del suo intestino. Somministrateglielo crudo e senza esagerare (mezzo spicchio in un pasto abbondante va più che bene).