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La storia di miro, il cane sequestrato perchè abbaia "troppo"

News Redazione -

La storia del cane Miro sta facendo il giro del mondo. 240mila firme: in tanti hanno supportato la causa di Miro, un pastore maremmano che vive in una casa con giardino a Roverè della Luna, un paesino vicino a Trento. Peccato che negli ultimi giorni questo quattro zampe sia stato sequestrato dalle Forze dell'Ordine.Il motivo? Il vicino della proprietaria l'ha denunciata perchè secondo lui il cane "abbaia troppo". In realtà, stando alle dichiarazioni di chi vive a sua volta vicino alla casa, Miro non disturba per niente (come si può vedere anche nel video). E' lui l'unica persona a lamentarsi, e i proprietari degli altri animali della zona sono pronti a portare in tribunale le loro dichiarazioni di solidarietà (anche perchè temono che la stessa sorte possa capitare ai loro cagnolini).Ecco il testo della petizione: "Più volte le Forze dell’Ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando  Nonostante questo la vicenda è andata avanti con due querele, trasformate poi in due decreti penali di condanna, per l’abbaiare del cane che non permetterebbe loro di dormire. Un’accusa infondata, dal momento che il cane di notte viene fatto entrare in casa, proprio per evitare ogni possibile disturbo".Miro è stato portato via dai Carabinieri lo scorso 22 marzo: è stato sequestrato e portato in un canile a Rovereto. I proprietari della struttura lo descrivono così: "E' fra i più tranquilli cani del canile. Abbaia quando vede qualcuno che non conosce, ma è normale".La sua proprietaria ha dichiarato anche al sito IlDolomiti.it: "Non sono una di quelle persone che mette gli animali al di sopra degli uomini in fatto di diritti, ma ci si deve rendere conto che sequestrare un cane o un gatto non ha lo stesso peso che sequestrare un cellulare o un motorino".

Le storie dei cani di rigopiano, ad un anno di distanza dalla valanga

News Redazione -

Sono sopravvissuti per miracolo al disastro del Rigopiano: vediamo come stanno questi tre cuccioli ad un anno dalla valanga del 18 gennaio di un anno fa. Le immagini del loro ritrovamento hanno fatto il giro del mondo: stiamo parlando dei tre cuccioli di pastore abruzzese salvati dal crollo dell'Hotel Rigopiano. Ma come stanno ad un anno di distanza dalla tragedia? Fortunatamente bene: uno di loro è stato addirittura adottato dalla famiglia di Jessica Tinari.Si tratta della ragazza morta a 24 anni insieme al fidanzato Marco Tanda. Il padre della giovane, Mario, adottandolo ha mantenuto una promessa fatta in passato alla figlia. Degli altri due esemplari si prendono cura alcune famiglie di Farindola.La storia di questi tre cuccioli, nati un mese prima del disastro, è divenuta ben presto uno dei simboli positivi della tragedia. Si sono anche riuniti ai loro genitori, Lupo e Nuvola, dopo che questi ultimi erano riusciti a salvarsi e a scendere in valle, dove sono stati rifocillati. Dei loro cuccioli però non c'era traccia.A questo punto subentrano nella storia due uomini straordinari, ovvero Giampiero Parete e Fabio Salzetta, i due superstiti che hanno lanciato l'allarme per primi, fornendo indicazione sulla posizione dei cagnolini: si trovavano tra le macerie di un locale attiguo alle caldaie. Così i Vigili del Fuoco hanno praticato un buco nel muro, riuscendo a salvarli. Sono così stati trasportati a Penne, vicino a Pescara, rifocillati e fatti visitare da un veterinario.Ora tutta questa famiglia di pastori abruzzesi sta bene. Incredibile la storia di uno in particolare dei tre cuccioli: Mario Tinari lo ha adottato, rispettando le volontà della figlia Jessica. Il cane si chiama Golia, come il pastore abruzzese nonno di proprio di quel cucciolo, chiamato con lo stesso nome. Jessica infatti era una grande amante degli animali e dei cani in particolare.