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Tg cinofilo, brasile: il vicino lo filma mentre abusa sessualmente del cane

News Redazione - 06 Mar 2017

Abusa ripetutamente del suo cane, ed è ancora libero e in circolazione. Un uomo è stato denunciato per il reato di maltrattamento di animali, incredibilmente per aver ripetutamente stuprato la sua cagnolina. Il triste fatto arriva dal Brasile: la povera cagnolina vittima delle violenze è stata soccorsa grazie alla prontezza di un vicino di casa che ha ripreso con un filmato l’uomo, mentre abusava di questa e ha poi consegnato il filmato nelle mani delle autorità. Dopo aver visionato il materiale è stata successivamente la polizia locale ad intervenire, insieme alla protezione animali: si sono presentati a casa dell’aguzzino a sequestrargli il cane. I veterinari che hanno visitato il povero animale hanno constatato gravi ferite, dovute non soltanto agli stupri sessuali ripetuti nel tempo ma anche alle pessime condizioni in cui viveva. La cagnolina portava in mostra infatti una lacerazione profonda al collo che era già stata aggredita da numerose larve di mosca. Ciò che è più sconcertante in merito a tutto questo caso, al di là della bestiale violenza e della perversione che l’ha guidata, è che l’uomo responsabile delle sevizie alla cagnolina è libero e tranquillo a casa propria. E non solo: non si tratta certo di un cittadino modello, ma di un individuo che è già stato segnalato in passato alle forze dell’ordine proprio per maltrattamento di altri cani randagi e purtroppo questo delinquente ancora possiede altri cani oltre a quello abusato e sequestrato. Nessuna misura cautelare dalle forze dell'ordine né provvedimento sono stati presi, in un Brasile ora nell’occhio del ciclone per la totale assenza di una adeguata legislazione a difesa degli animali. Di seguito, mostriamo un servizio della TV brasiliana in merito al fatto, in cui chi ha denunciato racconta cosa ha visto. Inoltre si vede come aiuta la protezione animali a catturare il cane e infine piange per il sollievo quando lo vede in salvo.

Maltrattamento sui cani

Maltrattamenti sui cani e altri animali: un fenomeno da conoscere e combattere

Curiosità Redazione - 24 Feb 2017

Una riflessione sul problema dei maltrattamenti sui cani e altri animali, anche per capire quali sono le pene previste per chi compie simili atrocità. Quante volte abbiamo sentito di storie di maltrattamenti sui cani. E non solo cani badate bene. Sono storie che, a mio avviso, lasciano sconcertati a volte per la loro crudeltà. Parliamo di combattimenti, parliamo di incuria, parliamo di abbandono, di violenza vera e propria. Provo a pensare, a immaginare, cosa spinga un essere umano a perpetrare violenza, fisica e psicologica, su un animale senza che ve ne sia motivo alcuno. Ma non riesco proprio a trovare una motivazione diversa dall’idiozia e dalla cattiveria. Sono da evitare i luoghi comuni, a mio parere del tutto errati, che sostengono che i maltrattamenti sui cani a volte siano necessari per alcuni cani che risultano essere cattivi e che, quindi, meritano questi comportamenti di violenza, “così si danno una raddrizzata”.  Sono una fervente sostenitrice dell’idea che non esiste un cane cattivo, ma solo un cattivo padrone e sono assolutamente convinta che la violenza non si combatta con altra violenza. Forse non ci fermiamo abbastanza a pensare a cosa i maltrattamenti sui cani scatenino sui nostri amici pelosi. Eppure non ci vuole tanto a immaginarlo, se proviamo a metterci nei loro panni. Alcuni animali diventano violenti, perché in qualche modo anche loro devono provare a difendersi, esattamente come faremo noi, altri li rendiamo paurosi, togliendogli quella vitalità e forza d’animo che è tipica di qualsiasi razza canina. Alcuni li lasciamo morire di fame e dolore. Non so a voi, a me capita sempre di non voler leggere articoli che descrivono in modo crudo i maltrattamenti sui cani, perché da amante degli animali quale sono, mi si stringe il cuore ogni volta. Invece è bene leggerli, è bene informare e informarci perché quando decidiamo di prendere un cane, o comunque un animale, siamo coscienti di cosa succede al nostro amico se poi decidiamo che il “ giocattolo non ci diverte più” e diventa un impiccio. Siamo coscienti di quanta cattiveria può esserci nell’animo umano e, se ci rendiamo conto di non essere più che pronti ad amarlo e a prenderci cura di lui fino alla fine della sua vita, allora è meglio che lasciamo perdere e ci limitiamo a qualche carezza ai cani che incontriamo al parco quando andiamo a fare una passeggiata. Un cane è un essere vivente e come tale merita il nostro rispetto e il nostro amore. I maltrattamenti sui cani non sono un gioco, sono una cosa seria e molto grave e quando ci avviciniamo a questo argomento è bene farlo con coscienza.Maltrattamenti sui cani e altri animali: cosa dice la legge Il maltrattamento sui cani e su altri animali in genere, in diritto penale, è affrontato dall’articolo. 544-ter del codice penale ai sensi del quale:Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell'animale.La giurisprudenza ha chiarito che per parlare di reato non è necessario arrivare a lesioni fisiche, ma è sufficiente la sofferenza degli animali, poiché la norma mira a tutelarli in quanto esseri viventi in grado di percepire dolore, anche nel caso di lesioni di tipo ambientale e comportamentale (mancanza di cure, inedia, ecc). Siamo tutti tenuti a denunciare reati di maltrattamenti sui cani e sui altri animali in genere, rivolgendoci alle autorità competenti: carabinieri, polizia, corpo forestale, che si avvarranno di associazioni animaliste o di entri appositamente preposti per la tutela dell’animale. Se il maltrattamento è in corso è possibile chiedere telefonicamente un intervento urgente di modo che le autorità possano procedere al sequestro dell’animale ai sensi dell’articolo 321 del Codice di procedura penale e il già citato articolo 544 del Codice Penale. Non chiudiamo gli occhi se siamo testimoni di un maltrattamento sui cani o altri animali, perché così facendo contribuiremo solo a farli soffrire ulteriormente.Maltrattamenti sui cani e altri animali: le sentenze della giurisprudenza. In passato la Corte di Cassazione si è espressa diverse volte a proposito di maltrattamenti sui cani o altri animali, vediamo insieme alcuni casi:Cane legato a catena/corda troppo corta? E' maltrattamento: art. 544-ter C.Penale (Cassazione n. 26368/2011) Maltrattamento legare il cane al sole (Cassazione n. 20468/2007) Reato lasciare cane chiuso in auto al sole (Cassazione n. 175/2008) Se per allontanare un animale, lo si colpisce con un corpo contundente (pietre, bottiglie etc.) causandogli danno, si ha una responsabilità per colpa rilevante esclusivamente in sede civile (Cass. 3° Sez., sentenza del 1 marzo 1953). Il deterioramento dell'animale può essere permanente o transitorio, per cui anche una lesione guaribile in breve tempo è riconducibile a reato (Cass., sentenza del 27 giugno 1958) Per lo stesso motivo (transitorietà) sussite reato anche nel caso di applicazione dolosa dell'animale (nel caso della sentenza, era un cavallo da corsa) di farmaci ipnotico-sedativi usati per deteriorare utilizzabilità e rendimento dell'animale stesso (Pretura di Roma - 29 maggio 1973) Perché non sussista il reato stabilito dall'art. 638 C.P. , è necessario che ci sia un danno o pericolo in atto imminente e non sia possibile evitarli senza uccidere o dannegggiare l'animale altrui (Cassazione, sentenza del 26 gennaio 1977).

Tg cinofilo, catania: altra strage di cani, li uccidono per evitare cuccioli

News Redazione - 25 Gen 2017

A Pedara, in provincia di Catania, due cani sono stati avvelenati: non si conoscono i responsabili, ma qui ormai è la normalità. La volontaria che li accudiva è triste e sconsolata: "Qui purtroppo è sempre così in questo periodo". Si riferisce ai cagnolini che nella giornata di ieri sono stati rinvenuti morti in mezzo alla strada a Pedara, comune che dista pochi km da Catania. Sono due i corpi rinvenuti esanimi: uno investito da una macchina, mentre barcollava per via dell'avvelenamento, l'altro ritrovato su un marciapiede con la bava alla bocca. Ecco il racconto della residente che si occupava di assisterli: "Sono cinque anni che sono qua e ogni anno, in questo periodo, è sempre la stessa storia: tra febbraio e marzo i cani vengono avvelenati. Stavolta hanno cominciato un po' prima. Mi hanno chiamata alle 13.45 e mi hanno detto che i cani erano stati avvelenati Io ho pensato che fosse impossibile, quando li avevo lasciati erano sani. Sono uscita di corsa e sono tornata sul posto". Uno di questi cani era di proprietà di una cittadina, ma era senza microchip e non sterilizzata: "Era arrivata la polizia municipale che aveva appena messo un segnale di pericolo accanto al cadavere. La proprietaria non ha mai voluto metterle il microchip, la lasciava libera, ma era sterilizzata". Ed è questo il movente dell'uccisione: qualcuno non vuole che questi cani procreino. Così spiega la donna: "In via Tarderia le macchine vanno molto veloci, diverse volte i cani vengono investiti. Alcuni li ho curati a spese mie, altri li ho catturati per farli sterilizzare: a dare fastidio ai cittadini sono i cuccioli, perché significano un proliferare di randagi. E proprio per evitare la riproduzione degli animali la soluzione, per alcuni è ammazzarli come se nulla fosse. Una barbarie inaccettabile. Fino a marzo sarà così: i cani spariranno dall'oggi al domani, uccisi da gente che pensa di risolvere da sola il problema del randagismo.  Io sono una libera cittadina e a me fanno pena, ma evidentemente sono una mosca bianca. I volontari vengono perfino aggrediti".

Tg cinofilo, deteneva cinque molossoidi sul terrazzo: denunciato per maltrattamenti

News Redazione - 20 Gen 2017

Un ventenne napoletano è stato denunciato dalla Polizia di Stato per il reato di maltrattamento di animali: ecco i tutti i dettagli. Gli agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale, hanno denunciato in stato di libertà un 20enne di Via Pecchia. Il giovane, già noto per i suoi precedenti di polizia, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per furto di energia elettrica, per maltrattamento di animali in generale e più nello specifico per aver violato la normativa che vieta il taglio di coda ed orecchie agli animali domestici. Nel corso di una parallela attività investigativa, era emerso che il 20enne aveva installato nell’edificio dove abitava, un sofisticato sistema di videosorveglianza dotato di 4 telecamere in totale inosservanza della normativa sulla privacy. Le telecamere potevano infatti riprendere entrambi gli ingressi allo stabile senza che la cosa fosse riportata su appositi cartelli di avviso così come previsto dalla legge. Al fine di scoprire la ragione di una tale sorveglianza e considerato che il giovane era stato considerato socialmente pericoloso e quindi destinatario della misura di prevenzione dell’avviso orale, i poliziotti, insospettiti, hanno deciso di sottoporre a perquisizione domiciliare la sua abitazione. Nel corso dell’attività è stato quindi rinvenuto e sequestrato il sistema di videosorveglianza. Successivamente è stata anche scoperta una manomissione al contatore dell’energia elettrica. L’intervento dei tecnici della società di distribuzione ha quindi consentito di accertare che era stato praticato un allaccio abusivo a monte sulla rete in modo da poter rubare l’elettricità. Sul terrazzo condominiale sono stati inoltre rinvenuti 5 cani di razza molossoide in completa libertà che ne rendevano impossibile l’accesso. I poliziotti hanno quindi fatto intervenire sia il servizio veterinario dell’Asl che personale dell’ENPA. Questi ultimi, dopo aver riscontrato i maltrattamenti subiti dai cani, 4 di razza dogo argentino ed un amstaff, hanno provveduto a trasportare i tre sprovvisti di microchiop presso gli uffici veterinari dell’Asl. Gli altri due sono stati invece sottoposti a sequestro penale e provvisoriamente affidati allo stesso 20enne. Fonte: napolivillage.com

La storia del cane senza faccia: il video del salvataggio

News Redazione - 01 Set 2016

Una delle storie più belle che abbiamo scovato perdendoci nel mare di internet è quella del cane senza faccia. Dopo averlo trovato completamente sfigurato, i volontari dell'Animal United Aid - un'associazione con sede in India che quotidianamente si occupa di casi di randagismo e recupero dei cani abbandonati - pensavano di doverlo sopprimere per dargli una morte dignitosa. Invece questo incredibile cagnolino (vale davvero la pena di utilizzare questo aggettivo) aveva una tale voglia di vivere che ha convinto il personale dell'associazione a dargli una seconda chance. Andiamo con ordine: siamo in India, alcune persone contattano Animal Aid perchè hanno notato un cane all'interno di una fossa. I volontari dell'associazione si presentano sul posto e notano con sorpresa che si trovano di fronte ad una vera e propria tomba: il cagnolino era stato buttato lì apposta, anche perchè la buca è piuttosto profonda. Iniziano le manovre di recupero: dopo molta fatica (e prudenza, perchè il cane era ridotto veramente male, con numerose ferite) riescono a portarlo alla luce del sole. Quello che vedono li lascia letteralmente basiti: il cane non ha più la faccia! E' stata distrutta da un'infezione e poi dai vermi. Gli operatori non avevano mai visto una ferita del genere, il primo pensiero è stato quello dell'eutanasia. Ma qualcosa in quel cane ha convinto loro a dargli una seconda possibilità. Iniziano così le prime cure: innanzitutto bisogna disinfettare la ferita ed eliminare tutti i vermi che risiedono lì. Il povero cagnolino potrebbe non resistere, ma risponde bene. Dopo tre giorni inizia a mangiare i primi bocconi. Il quinto giorno compare l'occhio sinistro, che era chiuso da moltissimo tempo. Continuano le cure, i disinfettanti si sprecano e anche le garze avvolte attorno alla ferita vengono cambiate ogni giorno. Il cane sta sempre meglio. Dopo tre mesi di cure mediche e un intervento chirurgico, ora Kalù (lo hanno rinominato così) corre di nuovo, vispo e felice! Un vero miracolo! Non potete immaginare l'emozione che ci ha pervaso dopo aver visto per la prima volta il video.  

denali

La storia di denali: tutti pensavano avesse un tumore, e invece...

News Redazione - 29 Ago 2016

Una verità crudele per Denali Per certi cani la vita non è affatto semplice, lo sappiamo. Denali non fa differenza purtroppo. Abbandono e malnutrizione sono solo alcuni dei problemi a cui vanno incontro. Poi ci sono i casi di maltrattamenti e violenza gratuita. Questi sono argomenti non nuovi per chi, in qualche modo, si interessa dei nostri amici a quattro zampe. Qualche volta poi capita che sia facile stabilire il confine tra malattia e violenza. E’ il caso di Denali, che prima di venire soccorsa da un volontario era solo l’ennesimo cane randagio malato destinato a morire. Quando la guardavi potevi vedere uno sguardo triste e una enorme massa al di sotto del muso. Il primo pensiero era che il cane avesse un tumore che la stava pian piano portando alla morte. Ma quando Viktor Larkhill l’ha trovata, ha deciso che Denali doveva vivere. Così l’ha portata in un centro specializzato e grazie ad una ecografia, la terribile scoperta. Denali non aveva alcun tumore. Gli avevano sparato con un fucile da caccia e uno dei proiettili ha colpito la ghiandola salivare bloccando il rilascio della saliva che si è man mano andato accumulandosi sul collo.Una famiglia per Denali Denali è stata colpita con proiettili non grandi a sufficienza ad ucciderla, colpita solo per il gusto di farle del male e vederla soffrire. Ma grazie al volontario che l’ha trovata, ha avuto una possibilità di poter rinascere e essere di nuovo un cane sano e felice. Oggi è guarita e ha perfino trovato una famiglia che la ama. La sua storia ha fatto il giro dei social commuovendo tantissime persone. Per fortuna ha incrociato nel suo cammino persone che non si sono arrese, che in qualche modo hanno sentito il dovere di fare qualcosa, di tentare di salvarla anche se in apparenza sembrava essere destinata a morte certa senza possibilità di poter sentire l’amore di una famiglia. Denali è stata fortunata alla fine, finalmente può iniziare a vivere una vita serena, a ricevere affetto anziché violenza ma purtroppo sono ancora molti, troppi, i cani che vengono lasciati a morire per strada senza che nessuno si avvicini a loro anche solo per portarli in un luogo sicuro dove almeno possono essere in qualche modo nutriti e protetti.Dove la coscienza umana non c’è… Le abbiamo sentite spesso notizie di cani che vengono torturati per divertimento, solo per il gusto di vederli soffrire. Continuo a chiedermi dove sia la coscienza umana in questi casi, in queste persone. Sono arrivata alla triste conclusione che non c’è. Non ve n’è traccia. Perché causare dolore volontariamente per divertimento non è qualcosa che dovrebbe essere considerato umano. Eppure, nonostante le storie vengano diffuse dai social e dai media per smuovere queste coscienze, per far vedere quanto prezioso sia avere un amico a quattro zampe, questi scempi proseguono quasi indisturbati e rimane solo l’azione di volontari, di associazioni animaliste, di persone di cuore che non si arrendono mai per dare a cani come Denali una possibilità.

cani anti bomba uccisi

Tg cinofilo, kuwait: azienda perde appalto, 24 cani-anti bomba uccisi

News Redazione - 15 Lug 2016

Orrore in Kuwait: 24 cani-anti bomba uccisi Le notizie che arrivano dall'emirato stanno facendo scalpore in tutto il mondo Ventiquattro cani anti-bomba, addestrati per fiutare la presenza di ordigni esplosivi, sono stati uccisi da un'azienda di sicurezza americana dopo che questa ha perso un contratto d'appalto per la sorveglianza dei siti di un'azienda petrolifera. Perciò, perso il lavoro, i cani sono stati eliminati. La notizia di questo orrore ha fatto preso il giro del mondo, perciò l'azienda si è trovata costretta a dare spiegazioni: "Sono stati uccisi con umanità" è stata la giustificazione - assurda - dei suoi dirigenti, perchè i cani erano ormai malati. Alcune foto scattate dalla stessa azienda sembrano però dire il contrario: per rispetto nei confronti dei poveri cagnolini ne pubblichiamo due oscurate, ma si possono intravedere i corpi ammassati e un operatore che tiene il suo piede sopra di loro quasi in segno di vittoria.E stata la Kuwait Animal Rescue Unit a denunciare i fatti: secondo l’associazione animalista i 24 cani sarebbero stati uccisi dopo che l'azienda ha perso il rinnovo del contratto con la Kuwait National Petroleum Company,che prevedeva il pagamento di 9.900 dollari al mese per ogni cane.I PERCHE' DI QUESTO ORRIBILE ECCIDIO Stando a quanto dichiarato dall'azienda, i cani uccisi erano anziani, malati (alcuni avevano tumori incurabili) e aggressivi. Tuttavia c'è un'altra versione dei fatti: un animalista kuwaitiano ha dichiaratio all’Arab Times che questa decisione sarebbe in realtà "nata come forma di vendetta da parte di alcuni lavoratori locali della società statunitense che non si erano più visti pagare gli stipendi dall’aprile scorso". Ora si teme la vita degli altri 90 cani di proprietà dell'azienda.

Boris

Boris: dopo nove anni di maltrattamenti, trova una famiglia

News Redazione - 22 Giu 2016

La storia di Boris: nove anni di maltrattamenti La storia che voglio raccontarvi oggi è quella di un San Bernardo di nome Boris. Per 9 lunghi anni, Boris ha subito maltrattamenti dagli altri cani con cui viveva nonché, incuria e totale disinteresse da quelli che erano i suoi padroni. Nessuno lo accarezzava, nessuno si prendeva cura del suo aspetto, nessuno si prendeva cura della sua salute. Boris aveva le unghie lunghissime e faticava a spostarsi, inoltre aveva una brutta infezione alle orecchie. Ma ai suoi padroni sembrava non importare nulla. Poi un giorno l’associazione New Hope Animal Rescue si accorge di lui e si mobilita per salvarlo mettendo così fine a quell’incubo durato troppo a lungo. Ma per Boris le sorprese non sono finite con quel salvataggio. La sua storia ha fatto il giro dei social ed è arrivata a Eileen Mellis e Kerri Eilertsen-Feeney dell’associazione Cinque Ports Rescue di Meryl Gardens, nel regno Unito.  Queste persone stupende, commosse dalla sua triste storia, hanno deciso di prendersi cura di lui e dargli tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. Su Facebook Eileen e Kerry scrivono che, nonostante il suo passato burrascoso Boris non ha paura degli esseri umani. Al contrario, è un cane dolcissimo. Era necessario trovare un a famiglia che accogliesse Boris, che lo amasse come meritava di essere amato ma, prima di poter essere dato in adozione, a causa della grave infezione alle orecchie, era necessario sottoporlo ad un delicato intervento di amputazione delle stesse. L’intervento per fortuna è andato molto bene e Boris ha finalmente potuto ristabilirsi. Oggi vive a Culcheth, a Warrington, con Louise Herrick e la sua famiglia. La donna spiega che i suoi figli volevano un cane simile a Beethoven. Dopo aver visitato alcuni rifugi, su Facebook ha letto la storia di Boris ed è stato subito amore. Un amore che ha portato Louise ad adottarlo. Adesso Boris vive felicemente la sua seconda vita. Con la sua nuova famiglia, viaggia molto seguendola ovunque e quando è a casa, il divano e l’assoluto relax non glieli toglie nessuno.Il potere dei social Sono moltissime oggi le storie di cani che girano sui social. La storia di Boris è solo una delle tante. Una di quelle che finisce bene per fortuna. In una società dove siamo sempre tutti di corsa e dove, spesso, i social si sostituiscono all’interazione faccia a faccia, questi potenti mezzi di comunicazione sono anche capaci di far uscire il nostro lato umano e la nostra sensibilità.  Storie come queste, raccontate sui blog, sui social fanno sì che moltissimi animali vengano salvati dalle più disparate situazioni e fanno sì che noi animali a due zampe apriamo la nostra mente e il nostro cuore riflettendo e imparando ad amare e rispettare i nostri amici pelosi come meritano di essere amati e rispettati. La storia di Boris ha fatto il giro del web ed è arrivata a persone che si sono mobilitate per aiutarlo e mi piace, oggi, fare questa riflessione.  Mi dà la certezza che accanto a persone crudeli, per cui la vita di un cane non conta nulla, ce ne sono molte altre che sanno invece dargli una vita serena e ricca di affetto.

Simon e Sammie

La storia di simon e sammie, vittime della crudeltà umana

News Redazione - 11 Mag 2016

Simon e Sammie: la storia di un’amicizia nata nel dolore La storia che sto per raccontarvi è quella di Simon e Sammie. Simon e Sammie sono rispettivamente un Border-Collie di un anno e un piccolo boxer di quattro mesi. La storia che sto per raccontarvi è quella di uomini che sono stati capaci di fare del male a queste due creature in modo indicibile. Uomini senza cuore, senza anima, perché solo così possono essere definiti. La storia che sto per raccontarvi, però, è anche una storia di amicizia, di conforto, di aiuto. Di quell’amore di cui solo gli animali sono davvero capaci. Simon e Sammie sono ricoverati al Rescue Dogs Rock NYC a The Dodo che li ha presi in custodia da due rifugi diversi e ha cercato di dare loro, fin da subito, cure e sostegno, perché questi due cuccioli erano ridotti davvero in condizioni pessime. Simon è stato maltrattato in modo atroce dal suo precedente padrone. In gran parte del corpo non aveva nemmeno più il pelo. Sammie, è più piccolo ma il dolore che ha subito basta per una vita intera. Gli hanno colorato il pelo di blu con una bomboletta spray, gli hanno sparato ad una zampa e lo hanno trascinato con una macchina. Simon e Sammie, il dolore e la cattiveria umana li conoscono molto bene. Ma quando sono arrivati al Rescue Dogs hanno conosciuto anche l’amore di persone che si stanno occupando di loro con pazienza e dedizione. Simon e Sammie hanno scoperto che nessuno ti capisce e ti aiuta come chi sa cosa stai passando. Così Simon pian piano si è avvicinato a Sammie e gli ha offerto conforto e sostegno. Si avvicina a lui ogni volta che può così che il piccolo Sammie non si senta solo. Non lo abbandona mai. Perché queste meravigliose creature, nonostante abbiano ricevuto in dono solo la cattiveria degli uomini, fino a quando non sono stati tratti in salvo e portati al Rescue Dogs, non hanno smesso di essere anime buone, capaci di amare oltre le sofferenze e la crudeltà umana. Simon sta recuperando in fretta e presto potrà essere adottato da persone che, mi auguro, sappiano quando è speciale e quanto saranno fortunati ad accoglierlo nella loro famiglia. Per il piccolo Sammie invece il cammino è ancora tutto in salita. Potrebbe perdere la zampa e ha bisogno ancora di moltissime cure, probabilmente non solo fisiche. Ma per ora Simon e Sammie sono insieme. Simon si prende cura di lui e non lo lascia mai.Simon e Sammie, un insegnamento per tutti Quando ho letto questa storia, felice di sapere che entrambi i nostri piccoli amici pelosi se la sarebbero cavata, ho pensato che sarebbe davvero bellissimo se Simon e Sammie potessero essere adottati insieme, da una famiglia capace di dimostrare a questi due piccolini che non ci sono solo uomini cattivi al mondo. Ce ne sono altri, come i volontari che ogni giorno aiutano gli animali che vengono abbandonati o maltrattati, come chi quando gli chiedi quanti sono in famiglia, contano sempre anche il cane o il gatto, o il canarino. Sarebbe bello se Simon e Sammie potessero dimenticare la violenza e la cattiveria ed essere, d’ora in poi, sempre circondati d’amore. Perché se lo meritano, perché la cattiveria non può e non deve vincere sull’amore. E, questo Simon ce lo ha insegnato con la delicatezza di una carezza, zampa su zampa, al suo piccolo amico che non si è ritratto da quell’atto di dolcezza e amicizia ma, con coraggio e speranza, l’ha accettata.  Abbiamo molto da imparare dai nostri amici animali. Iniziamo ricordandoci che sono esseri viventi, sentono la gioia, sentono il dolore, sentono l’amore e la cattiveria. Iniziamo ricordandoci che, prima di tutto, dobbiamo loro rispetto. Se lo desideri puoi seguirci in inglese su mydog.petAlcuni esempi:Pug Pekingese Siberian Husky Why Do Dogs Sniff Each Other’s Tails? The Biggest Dogs in the World The Most Expensive Dogs in the World Bull Terrier German Shepherd Dog Bernese Mountain Dog Great Dane Saint Bernard The Cutest Dogs in the World Cane Corso (Italian Mastiff)