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Piroplasmosi (babesiosi) nel cane: cos’è, sintomi e cura

Cos’è la piroplasmosi? Si tratta di una patologia trasmessa al cane dalle zecche: ecco i sintomi e come curarla.

Nel nostro spazio dedicato alle patologie che colpiscono i nostri cani, oggi andiamo ad analizzare la piroplasmosi (detta anche babesiosi). Stiamo parlando di una malattia causata da un agente patogeno presente all’interno delle zecche, e che causa anemia ed emoglobinuria.

Questo parassita si insinua nelle zecche appunto, che fungono poi da vettore per la malattia. Esse, succhiando il sangue, se sono infette vanno a contagiare anche il cane. Quella zecca a sua volta infetterà anche il soggetto sano, con una trasmissione che può anche avvenire in maniera transovarica.

La piroplasmosi o babesiosi nel cane è di facile diffusione perchè un terreno infetto dal protozoo può restare tale anche per nove-dodici anni. Un consiglio che possiamo darvi è quello di non fare la passeggiata insieme al vostro pet in zone infette: così lo proteggerete dalla malattia.

Ma quando avviene effettivamente il passaggio infettivo? Secondo alcuni studi dopo circa 48 ore il nostro cagnolino sarà infetto, perchè la zecca si è ancorata alla sua cute e ha iniziato a nutrirsi. Perciò se il vostro quattro zampe è attaccato dalle zecche, bisogna toglierle il prima possibile.

Piroplasmosi (babesiosi) nel cane: sintomi

L’anemia emolitica è il primo sintomo che il nostro cane ha se contrae la piroplasmosi. A questo se ne associano molti altri, che si svilupperanno a seconda del grado della malattia:

  1. Piroplasmosi iperacuta: se il cane contrae questa forma grave allora andrà incontro a letargia, anoressia, ipossia, ematuria e nei casi gravissimi coma e addirittura morte.
  2. Piroplasmosi acuta: febbre, letargia, anoressia, trombocitopenia, anemia emolitica, vomito, ittero, linfonodi, urine scure.
  3. Piroplasmosi cronica: febbre, mancanza di appetito e dimagrimento.

Il quadro clinico e l’età del cane vanno ad incidere ancora di più sui sintomi della piroplasmosi. Potrebbe anche capitare di imbattersi in forme atipiche, con sintomi come diarrea, stipsi, dispnea, stomatite, edema polmonare, CID, dolori alla schiena, tremori, convulsioni, atassia, debolezza e articolazioni gonfie.

Per quanto riguarda la diagnosi, si segue un iter specifico per distinguere la piroplasmosi (babesiosi) nel cane dall’anemia emolitica immune immediata, dalla setticemia, clostridi e dall’intossicazione da zinco e cipolla. Campanello d’allarme definitivo? La presenza di una striscia di sangue dei piroplasmi oppure tramite sierologia.

Piroplasmosi nel cane (babesiosi): cura

Per curare questa patologia si inietta Imidocarb e poi si segue un ciclo di antibiotici (Doxicilina) per tre settimane. Se in questo periodo il cane dovesse avere problemi di alimentazione o disidratazione bisogna supportarlo con terapie di sostegno.

In commercio esiste un vaccino, che tuttavia non ha una funzione preventiva, ma semplicemente va a rallentare l’evoluzione della malattia. In ogni caso rivolgetevi al vostro veterinario per capire come affrontare al meglio la patologia.

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