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Marcie: una storia di abbandono col lieto fine

Marcie

Marcie e il grande cuore di Baker

Ci sono cani che con uno sguardo hanno la capacità di raccontare tutta la loro sofferenza e di aprire il cuore di un uomo. Uno di quegli uomini che, certo ama gli animali già di suo, ma che davanti a certe storie, riesce ad amare ancora con più forza, con più determinazione, con più cuore. Ci sono cani che, seppure quasi alla fine del loro cammino, seppure stiano soffrendo soli e abbandonati, se amati hanno la forza di amare a loro volta anche quando la vita è stata crudele, anche quando, per anni, sono stati circondati dall’indifferenza umana. Oggi vi parlo di Marcie e del suo padrone Baker.

Macie è una cagnolina randagia che ad un certo punto si è ritrovata a vagare nei pressi dello Shelter Kenton Country Animal a Fort Mitchell, nel Kentucky, dove Baker, 71 anni, è stato volontario per tre anni. Marcie non se la passa per niente bene, è molto malata e destinata all’eutanasia. Poi un giorno, quando di speranze per Marcie non ce ne sono quasi più, quando, dopo una vita di solitudine, avrebbe conosciuto la morte perché nessuno l’avrebbe adottata ridotta com’era, Baker viene a sapere di lei e decide che anche Marcie avrebbe avuto una famiglia tutta per lei che le volesse bene e le desse tutto l’amore e le cure di cui avrebbe avuto bisogno, pur sapendo che non sarebbe vissuta molto a lungo.

Quando Baker porta Marcie dal suo veterinario di fiducia lei è cieca e ha tutto il manto divorato dalle pulci. Il medico informa Baker che la cagnolina è piena di tumori cancerogeni su tutto il corpo. Ma a Baker non importa, perché Marcie fa già parte della sua famiglia. Baker vive con sua moglie e con gli altri cani che ha adottato, e dal gennaio di quest’anno Marcie si ritrova ad avere una famiglia.

Baker afferma che nonostante tutta la sofferenza Marcie ha mantenuto un carattere solare e anche se lei non può vederlo, quando lui le dice “Papà è qui, Marcie” lui può vederla sorridere.

Marcie

Uomini speciali per cani speciali…

Parliamo sempre di quanto siano meravigliosi i cani, di quanto amore siano capaci di darci anche quando, non hanno certo avuto una vita facile. Il segreto? Credo che questa grande medicina dell’anima, sia solo l’amore. Un amore che i cani, come Marcie, sanno fare proprio molto di più di quanto non siano capaci gli uomini.

Ma oggi voglio rendere merito anche a quelle persone speciali che hanno un cuore grande capace dello stesso tipo di amore. Quello incondizionato, quello che supera le sofferenze, la paura, il pregiudizio. In pochi avrebbero adottato Marcie, seppur amanti degli animali. Perché adottarla vuol dire spendere dei soldi per le sue cure, che non sono di sicuro economiche, adottarla nelle sue condizioni vuol dire perderla entro poco tempo. Spesso, quando prendiamo un cane lo facciamo perché vogliamo qualcuno a cui affezionarci, con cui poter essere totalmente noi stessi, qualcuno che si adatti a noi, alle nostre abitudini, alla nostra vita senza chiedere in cambio null’altro se non tanto affetto.

Alcuni umani però, adottano un cane anche quando sono esclusivamente loro a doversi adattare al cane e alle sue necessità. Lo fanno con il cuore, lo fanno senza aspettarsi in cambio un grazie, lo fanno senza pensarci troppo perché in alcuni casi di tempo da perdere non ce n’è. Lo fanno perché sanno che il loro gesto può aiutare un cane a vivere felice. E per questi umani, è l’unica cosa che conta!

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