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La storia di Fido, l’Hachiko italiano che ha aspettato il suo padrone per 14 anni

La storia di Fido assomiglia incredibilmente a quella di Hachiko.

Fido è sicuramente uno dei nomi più diffusi tra i nostri amici a quattro zampe, ripreso dall’aggettivo “fidato” e dunque sinonimo di fedeltà nei confronti del padrone. La storia che andremo a rievocare oggi, tuttavia, ci racconta di un “Fido” davvero fuori dal comune, un cane molto speciale che si è reso protagonista di un fatto di cronaca che riempie il cuore di gioia e compassione.

Si tratta di una vicende che ricorda per molti aspetti quella di “Hachiko” e presto scopriremo perché. La storia del nostro Fido però si svolge in un frangente tragico della storia, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo in Toscana, nella frazione Luco del Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. L’operaio Carlo Soriani trova un cagnolino dallo sguardo dolce: non certo un segugio ma un simpatico compagno di vita.

Decide di chiamarlo Fido. Tutte le mattine, Soriani prende la corriera al mattino presto per andare al lavoro: anche Fido si sveglia di buona lena e accompagna il padrone alla fermata, in piazza, per poi attenderlo nello stesso posto a fine turno, intorno alle 19. I due vanno avanti così per ben 2 anni, tutti i giorni. Poi la sera del 30 dicembre la guerra stravolge le loro vite: la fabbrica di Carlo viene bombardata e l’operaio perde la vita sotto i colpi nemici.

Stessa identica reazione di Hachiko, da allora Fido ha continuato a recarsi alla fermata della corriera ad ora di cena, sotto gli occhi inteneriti ed increduli di tutto il paese, per ben 14 anni. Di giorno invece Fido se ne stava sull’uscio di casa, con gli occhi e il musetto rivolti verso la piazza della corriera, tesi verso il possibile ritorno del suo padrone.

Le istituzioni del Paese non hanno potuto rimanere insensibili a questa vicenda così toccante: qualche anno dopo la morte del padrone infatti il cane viene premiato con una medaglia d’oro e al momento della sua morte la notizia fu riportata sul maggiore quotidiano locale a quattro colonne.

Il suo corpicino a quattro zampe è stato poi sepolto in via eccezionale proprio accanto alle spoglie di Carlo Soriani. Poco dopo la vicenda è stata omaggiata e commemorata anche da un’opera d’arte firmata dallo scultore Salvatore Cipolla. La storia di Fido è dunque ancora più significativa di quella del piccolo “Hachiko”, finita sul grande schermo: diventa così un barlume di bontà nella narrazione tragica della nostra Storia bellica.

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