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Iniziato il Festival della carne di cane in Cina, Davide Acito è sul posto a salvare quattro zampe

Al via oggi il Festival della carne di cane di Yulin, in Cina. Davide Acito è già lì a portare in salvo più quattro zampe che può.

Davide Acito è l’attivista italiano che ha fatto conoscere a tutto il mondo questa macabra tradizione locale. In questi giorni sta risiedendo a mille km da Yulin, dove da oggi e fino a prossimo 30 giugno, si terrà la decima edizione del “Festival della carne di cane e di gatto“.

Davide racconta di come le cose, piano piano, stanno iniziando a cambiare: «Mille chilometri sembrano tanti, ma per un paese così vasto anche questo è rappresentativo invece di come è cambiato l’approccio verso i cani in Cina. Non bisogna generalizzare, è una nazione enorme e sempre di più i cani sono visti come soggetti che hanno tutto il diritto di vivere. Noi siamo pronti per la missione di quest’anno ma c’è una Cina di cui poco si parla quando poi si racconta dell’orrore di Yulin».

Davide ha 32 anni, è originario di Matera ma vice sul lago di Garda. Viene a Yulin ogni anno e tutto il dolore e la sofferenza che ha visto l’ha trasformato in energia e forza per dare vita ad un movimento di persone sul luogo e dall’estero per combattere e vincere la mattanza. Ecco le sue parole: «I gruppi di attivisti sono sempre più numerosi e questo vuol dire maggior coinvolgimento dei giovani e non solo. Sempre più persone scelgono di adottare e non di comprare. Anche le cliniche veterinarie stanno aumentando e tutto questo, alla fine, sta accadendo in pochissimo tempo».

La tradizione purtroppo è ancora molto radicata, ma secondo Davide tutto sta cambiando in meglio: «Sensibilizzare e trasmettere ai giovanissimi non solo la cultura cinofila ma l’amore per tutti gli animali è importantissimo. Non a caso quest’anno in Cina si è celebrato il World show dog, il più grande evento cinofilo su scala mondiale».

L’anno zero è stato il 2016: «Da allora ho iniziato a percepire che iniziava a diffondersi una cultura diversa. Ci sono voluti anni ma parlando del consumo di carne di cane ora possiamo dire che è molto diminuito: dai 10000 che venivano macellati nella settimana del festival all’epoca oggi siamo a quasi la metà. I gruppi di attivisti sono sempre più numerosi e questo vuol dire maggior coinvolgimento da parte dei giovani e non solo. C’è una sensibilità diversa, rispetto all’idea di cani come cibo ma proprio in generale: nella città di Pechino oggi più di 2 milioni di cani sono regolarmente registrati. Se si continua a lavorare così in pochi anni vedremo scomparire questo fenomeno».

Dopo dieci anni di attivismo per riuscire a liberare i cani destinati a morte atroce per arrivare sui banchetti del mercato di Yulin, così Acito spiega la missione di quest’anno: «La nostra squadra di attivisti cinesi è già partita da qualche giorno. Facciamo attività di investigazione sotto copertura per individuare le “slaughterhouse” (i macelli n.d.r.) in cui intervenire. L’operazione 2019 sarà fatta insieme alla fondazione Elisabetta Franchi: il 14 giugno grazie proprio al supporto che ci danno da Roma sono partiti anche due veterinari e un infermiere per dare sostegno alla squadra sul campo e ci raggiungerà anche un gruppo del nostro partner tedesco “Animal Hope” che ci ha aiutato a far adottare 50 cani salvati l’anno scorso che sono andati in tutta Europa. Con la collaborazione poi degli attivisti che sono in Cina ora riusciamo a salvare molte vite intervenendo direttamente sui macelli e senza alimentare alcun mercato».

Con l’aiuto della fondazione, inoltre, da un anno è stato fondato il rifugio ISLAND DOG VILLAGE E F: «Noi nel nostro piccolo cerchiamo di essere di esempio tutto l’anno agli abitanti del villaggio. Parliamo con ogni singola famiglia che ha un cane legato a catena e in accordo con le persone che li detenevano così siamo riusciti a liberarne molti. Sono piccole cose che ti fanno vincere, come partecipare regolarmente alla giornata delle adozioni che si tiene in centro città una volta al mese».

Ed è la missione annuale, contemporanea con il festival ovviamente, la parte più delicata del progetto: «Anno dopo anno abbiamo migliorato i nostri interventi. Adesso le operazioni durano anche 15 giorni. A seguito di accurate osservazioni sul campo, interveniamo direttamente nei macelli. Quest’anno anche dopo i salvataggi rimarremo in zona per darle supporto ai colleghi nel caso di camion che vengono bloccati durante i giorni in cui si svolge l’evento».

Provare a far capire il valore della vita dei cani con chi gestisce i macelli è dura. Acito e i suoi ci hanno provato e continuano a farlo ogni volta: «Per loro il cane è cibo, ovvero lavoro e sopravvivenza. Mangiare la carne di cane, tra l’altro, è radicalizzato in una cultura che risale fin dalla notte dei tempi. È molto difficile trovare un macellaio che cambi idea sulle sue origini. La cosa importante, però, è che i macellai stanno scomparendo e non ce ne sono di nuovi, perché i ragazzi sempre di più vanno all’estero per studiare e molti si vergognano ora che il fenomeno è conosciuto a livello mondiale. Il vero cambiamento è questo perché sta avvenendo dall’interno. Il governo in tutto questo non fa nulla. Nessuna campagna informativa, nessuna legge, niente. Anzi, ultimamente stanno proibendo una serie di razze definendole pericolose, e sequestrandole ai proprietari. Ma nonostante questo cattivo esempio, la gente sta cambiando comunque».

Sulla pagina Facebook di Action Project Animal è possibile seguire le dirette di Davide Acito e gli aggiornamenti sulla missione.

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