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Filariosi nel cane: cause, sintomi e terapia

filariosi nel cane

Filariosi nel cane: cos’è

Arriva la primavera e con essa i primi caldi e un numero crescente di insetti e parassiti, nemici della salute dei nostri cani. È il caso della filaria, un verme tondo che può causare un’importante malattia nel cane, che prende il nome di filariosi. Si tratta di una patologia trasmessa principalmente dalla zanzara tigre, che fa da vettore per il parassita inoculandolo sotto forma di larva nel quattrozampe che viene punto.

Esistono due tipi di parassiti: la Dirofilaria Immitis e la Dirofilaria Repens, ma la prima è ampiamente più diffusa ed è causa della forma più grave della malattia, quella cardio-polmonare, mentre la seconda provoca  una forma cutanea molto meno grave e meno comune.

La filariosi nel cane cardio-polmonare è diffusa soprattutto nelle regioni dal clima caldo umido in primavera-estate, in particolare nelle zone della Pianura Padana, come l’Emilia Romagna e il Piemonte, ma la sua presenza sta crescendo anche in altre regioni, quali Toscana, Campania, Sicilia e Sardegna. Complici anche i costanti cambiamenti climatici, nessuna zona può più considerarsi completamente esclusa dal rischio di contagio della malattia, data anche la massiccia presenza della zanzara tigre che ha trovato un habitat favorevole in tutto il territorio nazionale.

Il periodo in cui i nostri cani sono maggiormente esposti a contrarre la filariosi è da marzo-aprile fino a ottobre-novembre, con alcune differenze da una regione all’altra, in base al clima locale, poiché le zanzare sopravvivono finché la temperatura esterna si aggira attorno ai 14°.

Filariosi nel cane: sintomi

Se una piccola quantità di filarie può essere tollerata dal cane, quando invece l’infestazione è importante genera sintomi spesso gravi: i parassiti infatti, una volta entrati nel sistema circolatorio, vanno ad insediarsi in prossimità di cuore e polmoni, provocando serie lesioni ad entrambi. A livello cardiaco le filarie, raggiungendo dimensioni anche di 20-30 cm di lunghezza, causano dilatazione cardiaca e possono arrivare ad ostacolare il normale flusso sanguigno. A livello respiratorio i parassiti provocano un’infiammazione ai polmoni e, insediandosi nell’arteria polmonare, anche un’ipertensione arteriosa con progressiva insufficienza cardiaca destra. Si possono avere danni anche a livello dei reni del cane quando vi si depositano le forme giovanili delle filarie.

Filariosi nel cane

Filariosi nel cane: prevenzione

Vista la gravità della malattia, per evitare la filariosi nel cane è fondamentale la prevenzione; anzitutto, quando un quattrozampe entra nella nostra famiglia è bene:

  • effettuare dopo i primi sei mesi l’apposito test, per cui è sufficiente un prelievo di sangue, per escludere che il cane abbia già contratto la malattia; dopodiché bisogna ripetere il test per la filariosi una volta all’anno;
  • seguire la corretta profilassi, somministrando al cane l’apposito farmaco specifico, sotto forma di tavolette appetibili una volta al mese nel periodo a rischio, dalla primavera all’autunno, oppure in un’unica soluzione somministrata dal veterinario. Prima di iniziare la profilassi però è importante che venga eseguito il test di controllo, perché il farmaco può essere pericoloso se il cane è già stato infestato dalla filaria;
  • utilizzare gli antiparassitari disponibili in diverse formulazioni: in pipette spot-on da applicare mensilmente tra il pelo del quattrozampe, in spray o come collarini specifici. Hanno tutti un effetto repellente che dovrebbe contribuire a tenere lontane le zanzare nel periodo di massima diffusione;
  • Non far dormire il cane all’aperto perché durante la notte le zanzare sono più attive.

Filariosi nel cane: terapia e cura

La diagnosi di filariosi nel cane viene fatta, oltre che con l’apposito test e l’analisi dei sintomi, anche attraverso radiografie ed ecografie a polmoni e cuore per verificare lo stato di compromissione dei due organi. La terapia contro la filariosi non è priva di rischi, quindi sarà il veterinario a decidere come impostare la cura in base anche alle condizioni generali del cane, alla sua età e allo stadio della patologia. Prima la malattia viene diagnosticata e più alte sono le probabilità di sopravvivenza del quattrozampe; quando l’infestazione del parassita è già massiva la mortalità è piuttosto alta, soprattutto se il soggetto non è più giovane.

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