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Assicurazione per cani: cosa copre, quanto costa ed è obbligatoria?

Curiosità Redazione -

In questo approfondimento vediamo cosa copre un'assicurazione per cani, e se è obbligatoria oppure no e quanto costa.Molto spesso, quando si parla di assicurazioni, la nostra mente si concentra sulle questioni relative alla nostra persona e alla nostra casa, ma spesso ci dimentichiamo dei nostri amici a quattro zampe. Proprio come noi, anche i nostri cani possono avere problemi di salute o di natura legale, ed è per questo che è importante avere un'assicurazione che li protegga in caso di eventi imprevisti. Assicurazione per cani: cosa copre La prima domanda che ci si deve porre è che cosa copre l'assicurazione per cani. L'assicurazione per il cane copre sostanzialmente tre tipologie principali di eventi:le spese veterinarie; i danni a terzi; la tutela legaleLe spese veterinarie possono essere molto elevate in caso di interventi chirurgici o degenze prolungate, mentre la responsabilità civile è indispensabile per proteggersi da danni causati a terzi dal nostro cane. La tutela legale è importante per evitare di dover sostenere spese molto elevate per la propria difesa in caso di eventi gravi.Ma perché molte persone sono ancora scettiche riguardo all'assicurazione per cani? Molto spesso si tratta di un costo che sembra superfluo o non necessario, ma è importante ricordare che l'assicurazione per il cane è una forma di protezione che può evitare spese molto elevate in caso di problemi di salute o di danni causati dal nostro amico a quattro zampe.Ad esempio, se il nostro cane dovesse avere dei grossi problemi di salute, come ad esempio un intervento chirurgico, le spese per noi sarebbero molto elevate. E se dovesse ad esempio far cadere qualcuno mentre si trova a giocare al parco, provocandogli un danno serio, il risarcimento che dovremmo pagare sarebbe elevatissimo. Ecco perché una polizza assicurativa per il vostro amico a quattro zampe è una forma di protezione utilissima, che garantisce voi e il vostro animale domestico contro i più frequenti eventi negativi che possono capitare.Inoltre, alcune compagnie offrono servizi aggiuntivi come visite veterinarie gratuite o assistenza 24 ore su 24. Tuttavia, è importante verificare se l'assicurazione copre anche eventuali viaggi all'estero con il nostro cane. Quanto costa l'assicurazione per cani Il costo dell'assicurazione per il cane dipende dalla razza, dall'età e dalla presenza di eventuali segnalazioni. Tuttavia, è importante sottolineare che il costo di una polizza è spesso molto inferiore rispetto a quello che si potrebbe dover affrontare in caso di problemi di salute o di danni causati dal nostro cane.Prima di stipulare una polizza, è importante verificare l'ambito di copertura delle spese sanitarie e accertarsi che la polizza copra anche eventuali animali da guida o utilizzati in attività professionali. Inoltre, se abbiamo l'abitudine di affidare il nostro cane alle cure di qualcun altro, è bene accertarsi che la polizza copra anche gli eventi accaduti sotto la sua supervisione. L'assicurazione per cani è obbligatoria? Infine, è importante sottolineare che l'assicurazione per il cane è obbligatoria solo nel caso in cui il nostro animale sia stato segnalato come pericoloso da un veterinario.Tuttavia, nonostante non sia obbligatoria per legge, l'assicurazione per il cane è una forma di protezione che può evitare spese molto elevate in caso di problemi di salute o di danni causati dal nostro amico a quattro zampe.

Il gatto mi segue sempre: motivazioni e spiegazione del comportamento

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Il gatto, pur essendo un animale molto indipendente e sicuro di sé, necessita di cure, affetto e attenzioni. Su questo tema c’è spesso molta confusione e quando il gatto si dimostra troppo “appiccicoso” ci si allarma. Ecco cinque motivi per cui il tuo gatto ti segue sempre Convivere con un gatto, specie durante i primi periodi, potrebbe riservare qualche sorpresa. Parliamo infatti di una specie su cui spesso circolano convinzioni errate e miti da sfatare: uno di questi riguarda la naturale indipendenza e indole solitaria. Bisogna infatti ricordare che gli animali domestici, almeno in parte, tendono a superare i tratti più spigolosi dell’istinto. Per abituarsi al nuovo habitat (in questo caso l’appartamento), potrebbero infatti comportarsi in modo anomalo. A volte potrebbe trattarsi di un comportamento normale, altre volte potremmo aver bisogno di un veterinario, come ci spiega Santévet. Analizziamo, dunque, alcune probabili motivazioni che stanno alla base di alcune azioni del nostro amato gatto. Il gatto vuole semplicemente dimostrare affetto Molte persone ci scherzano, ma è opinione comune che alcuni gatti siano poco affettivi. Niente di più falso! Per un animale domestico il padrone è membro della sua famiglia, e quindi è portato a offrirgli affetto illimitato. Il fatto che il gatto ti segua, specialmente dopo esser stati fuori tutta la giornata, è indice del meraviglioso rapporto che si è instaurato. Il gatto vuole proteggerti Una conseguenza diretta dell’affetto, è l’istinto di protezione. Il gatto, con ogni probabilità, vuole accertarsi che tu non corra alcun pericolo, anche fra le mura domestiche. Sentendosi al sicuro con te, farà il possibile per metterti al riparo dai rischi quotidiani, anche quando non ci sono fattori di preoccupazione. È semplicemente un modo per mostrare riconoscenza e gratitudine. Il gatto è curioso e ha bisogno di sfogare l’istinto da cacciatore I gatti randagi sono animali molto abili a procacciarsi il cibo o a controllare il proprio territorio. Molti stimoli, ovviamente, vengono a mancare nelle quattro mura dell’appartamento. Per questo il padrone, specialmente quando torna dal mondo esterno, è visto come una miniera di informazioni sul mondo esterno. Il tuo gatto non potrà mai perdersele per nulla al mondo!Potrebbe anche capitare, tuttavia, che il gatto vi segua per graffiarvi o per aggrapparsi ai vestiti. Anche in questo: niente panico. Molto probabilmente il problema si risolverà acquistando alcuni tiragraffi o giochi per gatti!  Il gatto ha bisogno di aiuto Su questo punto non tutti i gatti si comportano alla medesima maniera. Alcuni tendono a nascondersi, a non farsi vedere quando stanno male. Altri, invece, non smettono di seguirti. Se l’”inseguimento” anomalo è associato ad altri fattori fuori dal comune, è buona norma rivolgersi a un veterinario specializzato.  Il gatto avverte l’odore di altri animali su di te I gatti sono molto territoriali anche nel rapporto con gli umani. Se, ad esempio, dovesse scorgere l’odore di altri animali (cani o gatti), vorrà saperne assolutamente di più! L’unico suo modo per farlo è ovviamente seguirvi finché non avrà concluso le indagini!

4 lavori senza laurea per chi ama gli animali

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Per chi ama gli animali, svolgere una professione che gli permetta di stare in loro compagnia per molte ore della giornata è davvero il massimo!A questo proposito molti pensano che sia necessario iscriversi all’università e prendere una laurea in veterinaria; in realtà esistono diverse professioni che si possono svolgere senza che sia necessario essere laureati e che permettono di stare a contatto con gli animali per molte ore al giorno. Di seguito descriviamo brevemente 4 di queste possibilità. # 1 - Dog sitter Da alcuni anni la figura del dog sitter è diventata sempre più richiesta nel nostro Paese, anche perché è sempre maggiore il numero di cani che vivono in una famiglia.  Il dog sitter è, in sostanza, una persona che si occupa di cani non di sua proprietà, gestendoli quando il proprietario non può occuparsene (in genere per lavoro, ma anche per altre motivazioni: malattia, impegni di vario tipo ecc.). Il compito di dog sitter è piuttosto impegnativo perché non ci si deve soltanto limitare a far passeggiare il cane, ma si deve anche nutrirlo, giocarci, fargli compagnia, coccolarlo, portarlo dal veterinario, oppure da un toelettatore ecc. Chi svolge questa professione può farlo da lavoratore autonomo, oppure sceglierla come secondo lavoro. Ovviamente è importante avere una certa esperienza nella gestione di animali che potrebbe essere affinata con corsi di animal care. # 2 – Assistente veterinario Un’interessante possibilità di lavoro per chi ama gli animali è quella dell’assistente veterinario; questa figura professionale ha un ruolo molto importante all’interno di uno studio o di una clinica; ha infatti il compito di facilitare e ottimizzare il lavoro del professionista veterinario. Si tratta di un ruolo sempre più richiesto e seguire un corso per assistente veterinario può dare possibilità lavorative davvero interessanti; un corso del genere fornisce infatti competenze indispensabili all’interno di una clinica veterinaria o di uno studio; l’assistente veterinario oltre a saper gestire i clienti dello studio e, ovviamente, i loro animali, avrà anche conoscenze basilari relative a tecniche di indagini diagnostica, esami di laboratorio, tipologie di intervento chirurgico; potrà quindi fornire le principali informazioni relative a pazienti dello studio e avrà anche competenze relative alla gestione delle schede dei vari clienti e delle piattaforme di comunicazione. # 3 - Addestratore cinofilo Gli addestratori cinofili sono professionisti in grado di gestire l’addestramento e l’educazione dei cani; il loro obbiettivo principale è quello di far sì che il cane e il suo proprietario (e ovviamente anche gli altri membri del nucleo familiare) sviluppino la migliore intesa possibile correggendo inoltre, qualora fosse necessario, eventuali comportamenti non appropriati dell’animale e insegnando al proprietario a gestire al meglio le eventuali situazioni critiche che si potrebbero presentare. Per diventare addestratori cinofili è fondamentale seguire un apposito corso. # 4 – Toelettatore per cani Gli addetti alla toelettatura per cani sono figure professionali in grado di curare l’estetica e il benessere dei nostri amici a quattro zampe attraverso varie tipologie di intervento come, per esempio, il taglio, lo shampoo, l’acconciatura, la spazzolatura e l’asciugatura del mantello. A seconda dei casi possono anche occuparsi del taglio delle unghie e di altri trattamenti. Esistono corsi di toelettatura che forniscono tutte le competenze necessarie a svolgere questo delicato compito che non è funzionale soltanto in chiave estetica, ma anche di igiene e di salute. Questi corsi, inoltre, servono inoltre ad apprendere le tecniche necessarie alla preparazione dell’animale per concorsi ed esposizioni canine.

I cani: la fedeltà ha 4 zampe

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"Chi pensa che i cani non abbiano un'anima, non ha mai guardato un cane negli occhi". La citazione è anonima, ma esprime in maniera esaustiva tutto quello che un cane è in grado di rappresentare.Amore allo stato puro, senza limiti e remore e non a caso si vuole affermare che il cane è il migliore amico dell'uomo, perché ti coccola e ti comprende meglio di un essere umano. La vita di chi possiede un amico a 4 zampe è senza dubbio più appagante, perché è arricchita dalla presenza di un cucciolo peloso che gioisce alla sola vista dell'essere umano che se ne prende cura.Il cane diventa uno di famiglia, di cui è difficile fare a meno e come si evince dal sito https://www.subito.news/amore-4-zampe/  adottarli è facilissimo, è sufficiente solo recarsi presso un canile e scegliere tra i tanti esemplari presenti.Quello che bisogna sempre tener presente è che un cane non è un giocattolo, pertanto, va trattato sempre con rispetto, cura e amore, non trascurando mai i suoi bisogni e le sue necessità. L'amore va conquistato ogni giorno e se in un primo momento si potrebbe riscontrare della diffidenza, con il tempo le cose non possono che migliorare. Un legame speciale Come se fosse un figlio, questo è inopinabile, il legame che si stabilisce tra un cane e il suo "padrone" è indissolubile ed è paragonabile a quello di un genitore al proprio figlio. Non ci credi? Prova ad adottare un cane e lo scoprirai, perché solo chi ha la fortuna di averlo può affermarlo a gran voce.Da una vecchia ricerca risulta che sono circa 60 milioni gli animali da compagnia, in particolar modo cani, che vivono nelle case degli italiani, una cifra che è aumentata molto in seguito alla pandemia. I cani sono di diritto membri a tutti gli effetti del nucleo familiare e il tempo trascorso con loro è fatto di tanti scambi ricchi di affetto e di comunicazione.Forse può essere difficile comprendere per chi non ha la fortuna di vivere con un pelosetto, ma lo sguardo di un cane dice più di mille parole. Se lo si guarda negli occhi si comprende quando ha fame, quando ha timore, quando ha la necessità di espletare i suoi bisogni fisiologici o semplicemente quando ha voglia di giocare.Grazie all'amico a 4 zampe è possibile anche rallentare il nostro ritmo frenetico, essere stimolati a fare attività fisica grazie ad una semplice corsa all'aria aperta. Appare chiaro, pertanto, che il cane apporta solo tanti benefici nella vita di un essere umano, dimostrando un'intelligenza ed un calore che non possono che appagare. No all'abbandono Bisogna sottolineare, purtroppo, che ogni anno in prossimità delle vacanze estive, si registra un numero notevole di abbandono di cani. La famiglia si organizza per trascorrere un periodo fuori casa e decide che il proprio fedele amico non può far parte dei suoi piani.Qualcosa di inconcepibile che esula da ogni genere di giustificazione, trascurando il fatto che l'abbandono dei propri amici a 4 zampe è un reato perseguibile legalmente. Come è possibile immaginare di lasciare il proprio amico sul ciglio di una strada e abbandonarlo al suo destino.Quando si decide di adottare un cane, bisogna essere consapevoli che quell'essere vivente farà parte integrante della propria vita e che per nessuna ragione al mondo va lasciato solo. Chi assume un comportamento del genere deve solo provare vergogna e un senso di colpa infinito.Di piccola o grande taglia che sia un cane è sinonimo di amore e pertanto va trattato sempre con la massima cura e quando si decide di andare in vacanza, bisogna scegliere le strutture che li accettano, anche pagando un piccolo supplemento in più, o in alternativa lasciarlo in compagnia di persone fidate.

Vacanza con il cane

Andare in vacanza con il cane: alcuni consigli utili

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Come organizzare la vacanza con il cane? Ecco tutta una serie di punti da tenere a mente Andare in vacanza con il cane si può, anzi si deve! In base alle statistiche il 25-30% degli abbandoni si registra nei mesi estivi, quando gli sconsiderati padroni devono partire per le vacanze e arrivano a pensare che il cane sia un “ingombro” di cui doversi sbarazzare. Va ricordato anzitutto che abbandonare un cane, oltre ad essere un atto dei più deplorevoli, è anche un vero e proprio reato, punito dalla legge italiana con una sanzione che può arrivare fino a 10.000 euro e l’arresto anche fino a 1 anno di detenzione. Certo, la partenza per le vacanze è solo un pretesto per l’abbandono, perché andare in vacanza con il cane è non solo possibile, ma anche divertente! Sono sempre di più le strutture ricettive di vario genere adatte ad accogliere i quattrozampe: alberghi, ristoranti, campeggi e stabilimenti balneari. Basta informarsi per tempo prima della partenza e fare una rapida ricerca in rete per trovare la struttura più adatta alle proprie esigenze, senza nemmeno bisogno di “alzare la cornetta del telefono”.Ovviamente occorre adottare alcuni accorgimenti per il viaggio, come del resto fareste con ogni membro della famiglia.Per prima cosa va considerato il mezzo di trasporto che utilizzerete:L’auto è sicuramente il veicolo più adatto per andare in vacanza con il cane perché permette una maggiore libertà di pianificazione del viaggio: consente infatti di fare soste ogni volta lo si desideri, soprattutto nel caso il cane soffra il mal d’auto; inoltre il quattrozampe può viaggiare comodamente col proprio padrone senza obbligo di museruola né guinzaglio, solo con l’apposita cintura allacciata;In treno è consentito il trasporto di cani di qualsiasi taglia, sempre muniti di museruola e guinzaglio. A seconda della tipologia del treno, cane e padrone potranno viaggiare assieme in carrozza, come sui treni a lunga percorrenza (Intercity, Eurostar, Frecce), oppure dovranno sostare sulla piattaforma in fondo all’ultima carrozza sui Regionali, tranne che nella fascia oraria mattutina di massimo afflusso (dalle 7 alle 9) nei giorni feriali; per portare il cane a dormire in cuccetta con sé invece occorre acquistare l’intero scomparto. In ogni caso bisognerà pagare per il cane un importo pari al 50% del biglietto intero previsto per la tratta da percorrere e per acquistarlo sarà necessario esibire il certificato di iscrizione all’anagrafe canina, da portare con sé anche durante il viaggio, pena l’obbligo di dover scendere alla prima fermata.In nave i cani di piccola taglia possono di solito viaggiare in cabina col padrone; se la cabina è occupata anche da altri passeggeri è buona norma chiedere il loro consenso alla presenza dell’animale. Per i cani di taglia medio-grande può essere necessaria la collocazione in apposite aree, all’interno dei kennel, ma, in alternativa, il padrone può tenere con sé il cane sul ponte, purché sia dotato di guinzaglio e museruola. È bene comunque informarsi presso la compagnia di navigazione prescelta prima della partenza, perché potrebbero esserci dei regolamenti diversi dall’una all’altra.L’aereo è il mezzo meno adatto per andare in vacanza con il cane, da scegliere solo se proprio non se ne può fare a meno, perché il cane nella maggior parte dei casi dovrà viaggiare nella stiva, all’interno di apposite gabbie. Solo per i cani di piccola taglia (fino a 10 kg di peso) alcune compagnie aeree consentono di portare l’animale in cabina assieme al passeggero, sempre nella gabbietta. Il cane che è nella stiva, senza il padrone, in un ambiente completamente sconosciuto, chiuso in uno spazio limitato, è sottoposto ad un forte stress, che può avere anche conseguenze serie.Consigli utili per una serena vacanza con il cane Prima di accingervi a partire in vacanza con il cane ci sono alcuni importanti accorgimenti da adottare per un soggiorno sicuro e senza preoccupazioni:Anzitutto informatevi sul luogo di destinazione, in modo da essere certi di avere tutte le carte in regola: se andate all’estero è obbligatorio che il vostro cane abbia il passaporto di identificazione, rilasciato da un veterinario abilitato. Inoltre è obbligatorio esibire la certificazione dell’avvenuta vaccinazione antirabbica, richiesta anche a chi vuole portare il cane in Sardegna, dove la malattia è maggiormente diffusa.Sottoporre il cane ad un’opportuna profilassi antiparassitaria, applicando almeno i più comuni prodotti spot-on o collarini, appositamente creati per proteggere l’animale da pulci, zecche, pidocchi, ma soprattutto dal pappatacio, una zanzara che può trasmettere la leishmaniosi, diffusa soprattutto nelle zone costiere del Mediterraneo. Se si è diretti verso regioni italiane caldo-umide, come la Pianura Padana, sarà bene somministrare al cane, dietro indicazione del veterinario, l’apposito farmaco per la prevenzione della filariosi, pericolosa patologia che colpisce il sistema cardiopolmonare del cane.Portate sempre con voi, oltre al certificato di iscrizione all’anagrafe canina, anche il libretto sanitario del cane, con tutte le vaccinazioni effettuate.Dotate sempre il cane di medaglietta col vostro numero di telefono: nel malaugurato cosa in cui il cane si smarrisse in vacanza, anche se già dotato di microchip di riconoscimento, può essere un buon metodo per ritrovarlo velocemente.Fate in modo che il cane abbia mangiato molte ore prima del viaggio, per evitare che stia male di stomaco e, se è soggetto a soffrire di “mal d’auto”, chiedete al vostro veterinario se è possibile aiutarlo con qualche farmaco contro la cinetosi.Dotatevi di scorta d’acqua, in modo da far bere il cane di tanto in tanto, perché in viaggio con le alte temperature estive è a maggiore rischio di disidratazione.Se andate in vacanza con il cane in auto, fate frequenti soste (una all’ora), per permettere al vostro quattrozampe di fare i propri bisogni, ma anche di sgranchirsi un po'.Al mare o in montagna che siate, non lasciatelo mai sotto al sole diretto per lungo tempo, tantomeno da solo in macchina, anche se ha il finestrino abbassato, perché l’abitacolo può trasformarsi velocemente in una vera e propria fornace e raggiungere temperature fino ai 60°.

Cani in condominio

Cani in condominio: cosa dice la legge

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CANI IN CONDOMINIO: COSA FARE SE NON PIACE AGLI ALTRI ABITANTI DEL PALAZZO Anche se statisticamente i cani sono presenti in più della metà delle famiglie italiane, c’è sempre chi non li ama e non li accetta: se avete un cane e vivete in condominio vi sarà sicuramente capitato di accorgervi che qualche altro abitante del palazzo è insofferente alla presenza del vostro amato Fido per le motivazioni più disparate (spesso prive di fondamento), come la paura del cane, la convinzione che sporchi e porti malattie e simili. Ma cosa dice la legge sulla presenza di cani in condominio? Un tempo non era inusuale trovare affissi negli androni di alcuni condomini avvisi del tipo “in questo palazzo è vietato l’accesso ai cani”. Oggi non è più possibile perché la legge italiana lo proibisce esplicitamente. Il decreto n° 220 del 2012, che ha modificato l’articolo 1138 del Codice Civile, dice che «le norme del regolamento» condominiale «non possono vietare di possedere o detenere animali domestici». A conferma e ulteriore chiarimento di ciò la Cassazione, nel decreto del 13 marzo 2013, ha riconosciuto che l’animale da compagnia è un “essere senziente” e, in quanto tale, non può più essere equiparato ad un semplice “oggetto” posseduto dal proprietario, ma deve essere riconosciuto come membro della famiglia. Si è inoltre espresso il diritto della persona ad avere un animale da compagnia. Anche se la legge parla chiaro, tuttavia, potrebbe sempre esserci qualche condomino ignorante in materia che manifesti il proprio fastidio nei confronti del vostro cane in sede di assemblea condominiale, magari chiedendo che all’animale venga vietato l’accesso all’ascensore o alle aree comuni. In questo caso è possibile annullare ogni decisione in merito, inviando una lettera in carta semplice al Giudice di Pace della vostra città, entro 30 giorni dalla data della deliberazione, nel caso vi siate dichiarati contrari o astenuti alla votazione, oppure entro 30 giorni dal ricevimento del verbale di assemblea, se eravate assenti. Meglio allegare alla lettera anche eventuale certificato che attesti la buona salute del cane, rilasciato dal vostro veterinario, e una copia del verbale che contiene la disposizione “incriminata”. Se invece la decisione contro il vostro cane non fosse stata inclusa tra gli argomenti all’ordine del giorno, ma semplicemente discussa nelle “varie ed eventuali”, allora è già di per sé nulla. Non dovrete fare altro che inviare una raccomandata all’Amministratore per farlo presente.ATTENZIONE AI CONTRATTI D’AFFITTO PER CHI HA CANI IN CONDOMINIO Se è vero che oggi il condominio non può più vietare la presenza di un cane, diverso è però il discorso nel rapporto che regola la locazione di un appartamento. I proprietari di un immobile infatti possono decidere di non accettare in casa propria inquilini che abbiano un animale, perché in questo caso si tratta di una casistica regolata dal diritto privato tra i cittadini. Fate dunque attenzione prima di firmare un contratto d’affitto che questo non contenga alcuna clausola con il divieto di coabitazione del vostro amato quattrozampe.  GLI OBBLIGHI PER CHI HA CANI IN CONDOMINIO Non bisogna dimenticare che chi ha un cane e vive in condominio deve comunque rispettare alcune norme di comportamento, che sono poi anche regole di buona educazione:Negli spazi condominiali tenete sempre il cane al guinzaglio, anche all’interno dell’ascensore e dell’eventuale cortile comune del palazzo; Se il cane è aggressivo o mordace fategli indossare la museruola; Lasciate sempre pulite le aree condominiali, raccogliendo i bisogni del vostro cane: se avete un cucciolo è probabile che le prime volte che lo portate fuori faccia un po’ di pipì nel portone – è piccolo e deve ancora imparare! Fa niente, l’importante è che provvediate a pulire, in modo che anche i condomini più “antipatici” non possano appigliarsi a nulla di concreto. L’unico caso in cui si può arrivare a vietare la presenza di un cane in condominio è per una comprovata mancanza di igiene e decoro o per il deterioramento e la sporcizia delle parti comuni causate dall’animale; va detto però che quanto sopra deve essere dimostrato dal condominio con prove inequivocabili, comprese con perizie effettuate da tecnici privati e della ASL di competenza.

Anagrafe canina: cos'è e come funziona

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REGISTRAZIONE ALL’ANAGRAFE CANINA Avete intenzione di prendere un cane e qualcuno vi ha parlato di iscrizione all’Anagrafe canina, ma non sapete esattamente cosa sia? Niente di complicato: l’Anagrafe canina è una vera e propria banca dati informatizzata, che raccoglie i dati di tutti i cani presenti sul territorio nazionale. Gli scopi principali per cui è stata istituita sono tre:combattere abbandoni e randagismo; rintracciare velocemente il proprietario in caso di smarrimento o furto del cane; fare un vero e proprio censimento della popolazione canina in Italia, deducendone un insieme di dati statistici.L’iscrizione all’Anagrafe canina è obbligatoria e va effettuata entro 60 giorni dalla nascita del cane da parte del proprietario o del detentore. Nel caso di cani nati in allevamento la effettuerà necessariamente l’allevatore, perché prima dei due mesi di vita il cucciolo non può essere tolto alla mamma; poi il nuovo proprietario che acquisterà il cucciolo dovrà comunicarne entro 10 giorni il passaggio di proprietà. Per effettuare l’iscrizione all’Anagrafe canina occorre per prima cosa che il cane venga dotato di un microchip, un piccolo dispositivo elettronico contenente un codice a 15 cifre, che viene inoculato sottocute al cane, di solito nella parte sinistra del collo, in modo rapido e indolore, da un veterinario abilitato (della ASL o privato che sia). A partire dal 2005 il microchip, quale mezzo di identificazione del cane, ha sostituito il tatuaggio precedentemente in uso, ma per i quattrozampe nati precedentemente e in possesso del tatuaggio non è stato fatto obbligo di introdurre anche il microchip, se il tatuaggio era ancora ben leggibile.Contestualmente all’inserimento del microchip il veterinario rilascia il certificato di iscrizione all’Anagrafe canina, una vera e propria carta d’identità del cane recante la razza dell’animale, la data di nascita, la taglia, il colore del mantello, il sesso, il codice identificativo contenuto nel microchip, oltre al nome, cognome, codice fiscale e indirizzo del proprietario o detentore. L’Anagrafe canina è organizzata a livello regionale, quindi le modalità di iscrizione possono essere leggermente diverse da regione a regione; occorre quindi rivolgersi ai servizi veterinari del Comune o della ASL di residenza per conoscere i dettagli della procedura. Oltre alla prima registrazione del cane è obbligatorio anche comunicare l’eventuale cambio di residenza, il passaggio di proprietà, il furto, lo smarrimento e il decesso dell’animale.I COSTI DELL’ISCRIZIONE ALL’ ANAGRAFE CANINA L’iscrizione all’Anagrafe canina costa a chi la effettua 28,00 euro, pagabili mediante apposito bollettino postale intestato alla ASL regionale, dei quali 20,00 euro sono per il microchip e 8,00 euro per la registrazione; occorre presentarsi muniti di un documento di identità valido e del codice fiscale del proprietario o detentore che effettua l’iscrizione. Ma veniamo alle sanzioni previste dalla legge per chi contravviene all’obbligo di iscrizione all’Anagrafe:per chi non effettua l’iscrizione del cane all’Anagrafe regionale è prevista un’ammenda che va dai 78,00 ai 233,00 euro; per chi non provvede a dotare i cane di microchip entro il terzo mese d’età grava una sanzione dai 104,00 ai 259,00 euro: per chi non denuncia lo smarrimento, il passaggio di proprietà o la morte del cane si prevede una sanzione dai 78,00 ai 233,00 euro.

Cane abbandonato: cosa fare, chi chiamare e consigli su come comportarsi

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Ho trovato un cane abbandonato: cosa devo fare? Abbandonare un cane è un abominio a cui l’uomo non dovrebbe mai abbassarsi e una sofferenza a cui nessun cane dovrebbe mai essere sottoposto. Purtroppo però capita ancora troppo spesso, soprattutto nei mesi delle vacanze estive, che i canili delle varie città italiane registrino un triste aumento nel numero di abbandoni. Ma cosa dobbiamo fare se troviamo un cane abbandonato? Anzitutto dobbiamo aver chiaro che la separazione forzata dal proprio padrone rappresenta per l’animale un trauma che a volte richiede anni per essere superato, quindi il suo comportamento non sarà certo quello del cane che incontriamo tutti i giorni sotto casa a spasso col proprietario e al quale siamo soliti fare le “feste”. Il cane abbandonato sarà sicuramente spaventato, disorientato e confuso e difficilmente vorrà farsi avvicinare da noi che, seppur animati dalle migliori intenzioni, in quel momento siamo per lui soltanto degli estranei e potremmo rappresentare ai suoi occhi una minaccia. È importante quindi non cercare di prenderlo ad ogni costo e non forzarlo in nessuna maniera: se il cane scappa alla vostra vista correndo all’impazzata e non avete modo di raggiungerlo, avvertite subito la Polizia Municipale della zona, che è l’organo competente in materia e ha l’obbligo di intervenire, indicando con precisione il luogo dell’avvistamento, la direzione presa dall’animale in fuga e una sua descrizione il più possibile dettagliata. Nel caso invece il cane non scappi, pur mantenendo le distanze da voi, armatevi di pazienza perché dovrete cercare di conquistare la sua fiducia: anzitutto assumete un atteggiamento pacato, non fate movimenti bruschi (che spaventerebbero l’animale), parlategli con voce bassa e ferma, accucciatevi così da assumere una posizione rassicurante per il cane e, invece di avvicinarvi a lui, aspettate che sia il cane ad avanzare poco alla volta verso di voi; calcolate che possono volerci anche ore! Se avete con voi del cibo, offrirglielo può rivelarsi l’arma vincente per attirarlo più vicino. A questo punto, se vedete che il cane ha un collare e una medaglietta, chiamate subito il numero che vi è impresso: potrebbe soltanto essersi smarrito e magari il padrone lo sta cercando disperatamente.Cane abbandonato: chi chiamare e cosa fare Quando il cane non ha alcun segno di riconoscimento, potete seguire due strade:Se volete evitargli il soggiorno in canile e siete disposti ad ospitarlo, dovete comunque avvisare i Vigili Urbani perché l’animale dovrà essere visitato da un veterinario ASL che verificherà, oltre alle sue condizioni di salute, anche l’eventuale presenza di un microchip o tatuaggio di identificazione; se non lo fate potreste rischiare il reato di appropriazione indebita. Dopodiché, lasciati i vostri recapiti all’autorità competente, potrete ottenere l’affido temporaneo del cane per 60 giorni. Nel caso non abbiate la possibilità di tenerlo con voi, non portatelo direttamente al canile di zona, che non potrà accettare l’animale se non dietro richiesta dell’autorità preposta, quindi chiamate la Polizia Municipale. Dopo qualche giorno contattate il canile per sapere se è stato rintracciato il proprietario; in caso ciò non avvenga entro una settimana, potrete dare il vostro contributo alla ricerca affiggendo volantini con il recapito della persona di riferimento nella zona in cui avete trovato il cane, postando una sua foto, corredata da annuncio di smarrimento, sui principali social e sui siti dedicati al ritrovamento di animali. Comunicate il ritrovamento anche alle Associazioni in difesa degli animali che operano sul territorio e ai veterinari di zona.Abbandonare un cane è un reato È opportuno ricordare che abbandonare un cane è un reato punibile con un anno di reclusione o un’ammenda pari a 10.000 euro, in base al Codice penale, che con la legge 189 del 2004 ha riformato l’articolo 727. Quindi, nel caso vi troviate ad assistere direttamente ad un abbandono, cercate di annotare ogni dettaglio che possa aiutare a identificare e rintracciare chi si macchia di un reato tanto vile, ad esempio annotando il numero di targa dell’auto, e denunciate subito l’accaduto agli organi di Polizia.Oltre ad essere un atto ignobile, l’abbandono di un animale è anche un costo per la collettività, che pare si aggiri intorno ai 200 milioni di euro all’anno. Stando ai dati forniti dalla LAV (Lega Anti Vivisezione), la permanenza di un cane in canile costa circa 1.000 euro all’anno, il che va moltiplicato per i 200 mila cani ospitati nei canili italiani.

Cani e videogiochi: l'alleato perfetto

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Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria new wave canina e non ci riferiamo al sempre maggior numero di persone che scelgono di prendere con sé un cane come compagno di vita, ma al mondo dei videogame.Titoli di grande successo capaci di vendere milioni di copie in tutto il mondo hanno inserito tra i personaggi i nostri migliori amici, quelli che non ti abbandonano mai e che proprio per questo rappresentano i migliori alleati del protagonista. Titoli come Fall out e Metal Gear Solid hanno scelto di seguire questa strada che peraltro non è nuova, ma anzi conta autorevoli riferimenti.Nell’epoca d’oro dei videogame, infatti, quando le sale giochi erano il luogo per eccellenza in cui incontrarsi e sfidarsi davanti agli arcade i cani avevano fatto già la loro comparsa. E il più celebre fra loro è senza dubbio quello che compare in Shadow Dancer pubblicato dalla SEGA nel 1989. Il ninja in casacca bianca è accompagnato da un cane dello stesso colore che tanto assomiglia a un lupo, ma poco importa visto che dalla SEGA fanno sapere che di cane si tratta. E l’alleato del protagonista non se ne sta con le zampe in zampa, ma partecipa attivamente ai combattimenti attaccando i cattivi di turno e proteggendo il suo compagno.Di qualche anno più vecchio uno dei primi videogame prodotti da Core Design per la consolle Sega Mega CD  dal titolo inequivocabile di Wonder Dog. L’eroe e protagonista assoluto di questo innovativo (per l’epoca) videogame è per l'appunto un cane (Wonder Dog) alle prese con un gruppo di alieni capitanati dal terribile Pit Bully che vuole conquistare il pacifico pianeta K-9.E con l’avvento delle innovazioni tecnologiche i nostri amici a quattro zampe si sono evoluti per la gioia di tutti i gamer appassionati di cani. Anzi sono diventati così importanti nello storyboard che non possiamo non provare un affetto sincero per loro. È il caso ad esempio di Dogmeat uno dei migliori personaggi secondari nel mondo post apocalittico di Fallout 4 capace di interagire non solo con l’ambiente circostante afferrando oggetti con la bocca, ma anche con il protagonista umano del gioco. Una bella evoluzione rispetto a un altro celebre cane del mondo dei videogame, vale a dire il Diamond Dog di Metal Gear Solid V. Un altro titolo che ci ricorda quanto i nostri amici pelosi siano importanti nella logica dei videogame è di certo Fable III uscito nel 2010 per Xbox 360. Un alleato le cui abilità nello sconfiggere avversari crescono mano a mano che il gioco va avanti o che molto semplicemente accompagna il gamer durante le missioni, proprio come farebbe un cane reale. Nel 2014 la Ubisoft di Montpellier pubblicherà invece Valiant of The Hearts, videogioco toccante e commovente nel quale i quattro protagonisti sono accompagnati da Walt il cane di un ufficiale medico, loro affettuoso alleato nella trama. E poi ci sono i Nintendodogs, amati e odiati in egual misura, ma che in fondo rappresentano la naturale, si fa per dire, estensione del mondo digitale in quello reale e viceversa. Ci si prende cura dei cani, fatti di bit, ma così teneri e irresistibili che infatti molti hanno lasciato perdere cercando carezze reali da cani reali. Eppure non sempre la tecnologia è così alienante, anzi spesso può essere utilizzata con efficacia per migliorare le abilità dei vostri cani con giochi di intelligenza attraverso un dispositivo prodotto negli Stati Uniti e chiamato CleverDog. Che dire, anche i cani alla fine si stanno digitalizzando.

Mastino tibetano

I cani più grandi del mondo: ecco 20 razze giganti

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I cani più grandi del mondo possono mettere soggezione per la loro mole, ma sono dei veri campioni di coccole: andiamo alla scoperta di queste razze. Tra gli amanti dei cani, ci sono quelli che adorano i piccoli cuccioli da proteggere e coccolare, tanto da ricercare taglie super mignon, come: nano, toy e teacup. Amano portarli con se ovunque, stanno in una borsetta e sono teneri e minuti come appena nati.Altri invece preferiscono i cani grandi e rassicuranti. Non c’è una definizione universale di razza gigante, anche se parte del mondo cinofilo identifica come taglia gigante le razze che superano i 45 kg di peso. I cani XL possono essere robusti e possenti o alti e longilinei. Al contrario di quello che si pensa, questi cagnoni hanno usualmente un temperamento mite e sono eccellenti compagni per tutta la famiglia.Se siete interessati a farvi coccolare sul divano da una montagna di pelo, date un’occhiata alla lista dei 20 cani più grandi del mondo:1) Pastore del Caucaso: molto diffusi in Russia, Armenia, Azerbaijan e Georgia, hanno una possente struttura e una buona muscolatura. Appartengono alla famiglia dei molossoidi. Possono raggiungere i 70 centimetri per le femmine anche 75 per i maschi.2) Mastiff: è sicuramente uno dei cani più grandi del mondo come mole. Questa razza ha origine antichissime e sembra sia stata censita per la prima volta dai Romani durante la conquista dell’Inghilterra. Un esemplare maschio può arrivare a pesare anche 113 kg di peso. Il Mastiff inglese più grande che sia mai stato documentato è Zorba, peso record 154 chilogrammi. Il cane più grande del mondo, nel periodo in cui è vissuto.3) Terranova: originariamente usato come cane da lavoro per i pescatori, è famoso per la sua intelligenza e le sue capacità natatorie. Un cagnone dolce e morbidissimo che può arrivare a pesare anche 70 kg.4) Mastino tibetano: provengono da Tibet, appunto, ma anche Cina, Nepal e India. Possono raggiungere i 65 centimetri di altezza e più di 80 kg di peso.5) Levriero scozzese: allevati originariamente per cacciare i cervi, hanno un carattere mite e dolce. Annoverati giustamente tra i cani più grandi del mondo, sono davvero molto alti, visto che i maschi possono raggiungere gli 80 cm, ma relativamente leggeri tra i 34 e i 50 chilogrammi.6) Mastino napoletano: le proporzioni di questo cane sono davvero impressionanti, possono pesare anche 70 chilogrammi, e sono molto protettivi verso la casa e la loro famiglia. Non di certo un cane al quale si vuol dare fastidio volentieri.7) San Bernardo: originario dell’Italia e delle Alpi Svizzere, veniva impiegato per il soccorso alpino. Può essere considerato uno dei cani più grandi del mondo, i maschi adulti più imponenti misurano fino a 90 centimetri d altezza e 120 chilogrammi di peso.8) Levriero irlandese: viene considerata la razza più alta del mondo, misura tra i 70 e i 90 centimetri.Usato in antichità per la caccia e la guardia, è un cane che ama stare da solo e può essere soggetto a qualche capriccio.9) Alano: rinomati nel mondo proprio per la loro taglia, sono pazienti, gentili e affidabili. L’altezza oscilla tra i 70 e i 90 centimetri e il peso tra i 45 e i 90 chilogrammi. Purtroppo non sono cani molto longevi, in media l’aspettativa di vita è 8/10 anni. Il cane più grande del mondo è stato Zeus, Alano di 120 centimetri.10) Leonberger: detto anche il leone gentile, prende il nome dalla città tedesca  di Leonberga. Possono arrivare ai 75 centimetri di altezza e 68 chilogrammi di peso. Sono contraddistinti da un folto pelo, un carattere gentile e giocoso, che lo rende adatto alla vita in famiglia.11) Boerboel: è una razza grande e robusta proveniente dal Sud Africa. Le sue proporzioni sono formidabili: alto fino a 70 centimetri, può pesare anche 100 chilogrammi. Sono molto fedeli, particolarmente amanti dei bambini, molto protettivi verso la famiglia e il proprio territorio.12) Pastore dell'Anatolia: è un cane antichissimo, allevato in Turchia già 6 mila anni fa. Viene annoverato giustamente tra i cani più grandi del mondo, poiché alto fino a 80 centimetri e pesante fino ai 70 chilogrammi. Sono dei veri e propri giganti. Allevati in origine per prendersi cura del gregge, erano in grado di gestire gli animali senza supervisione umana, anche in vaste aree selvagge. Per questo hanno sviluppato un carattere indipendente e vigoroso, e si consiglia la socializzazione con altri cani, fin da cuccioli per prevenirne l’aggressività.13) Cane da montagna dei Pirenei: questa razza è stata selezionata per proteggere le capre ed essere idonea alla vita montana. Sono molto intelligenti, molto affettuosi ma anche molto grandi: dai 65 agli 82 centimetri di altezza, dai 40 ai 54 chilogrammi di peso.14) Landseer: molto simile al Terranova, si differenzia dal cugino americano per arti più lunghi ed una maggiore attitudine alla guardia. Anche questa razza ama molto l’acqua. Gli esemplari maschi più grandi possono arrivare a 80 centimetri di altezza e circa 80 chilogrammi di peso.15) Mastino pakistano: è il discendente di una razza ormai estinta chiamata Alaunt, a discapito delle sue dimensioni, fino a 90 centimetri di altezza per anche 90 chilogrammi di peso è un cane socievole, docile e facile da addestrare.16) Kangal: un altro cane di origine turca, allevato per la vita in montagna e la protezione del bestiame. Alti fino  a 81 centimetri sono relativamente più leggeri, pur facendo parte della famiglia dei molossoidi, da 54 a 66 chilogrammi; il peso minore li rende agili e veloci. Sono cani calmi, controllati, indipendenti, robusti e protettivi. Se adeguatamente socializzati adatti al contatto con estranei e bambini.17) Akbash: anche questa razza è originaria della Turchia, è stata selezionata per difendere le greggi. Caratterizzati da un folto manto candido possono arrivare a misurare anche 85 centimetri di altezza e circa 64 chilogrammi di peso. Hanno un temperamento calmo e attento, hanno ottima resistenza e perseveranza, e buone capacità di concentrazione.18) Cane corso: è il cugino del Mastino Napoletano. Una razza selezionata in Italia per la caccia e la guardia. Il Corso è un cane molto muscoloso ma meno imponente degli altri mastini, pesa massimo 50 chilogrammi per un altezza che raggiunge un massimo di 70 centimetri.19) Kuvasz: è un cane di origini ungheresi, selezionato dai nomadi per la guardia dei greggi. Si contraddistingue per un folto pelo bianco, un carattere intelligente e furbo, con molto senso dell’umorismo.20) Komondor: anche lui di origini ungheresi sarebbe arrivato dalle steppe asiatiche con le orde degli Unni, impossibile da confondere, per la conformazione del suo pelo definito cordato. Un cane molto ubbidiente, di indole tranquilla, attenta ma diffidente. Misura fino a 70 centimetri di altezza e 60 chilogrammi di peso.I cani più grandi del mondo potranno essere sicuramente impegnativi ma ispirano una fiducia e una protezione proporzionale alla loro mole.

Dieci storie di cani eroi che hanno compiuto imprese memorabili

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Le loro imprese sono famose in tutto il mondo: ecco le storie di questi dieci quattro zampe eroi. Oltre ad essere dei fedeli compagni di viaggio o dei veri e propri componenti della famiglia, i cani spesso si rivelano essere anche qualcosa di più, compiendo gesti che non sono soltanto affettuosi o avventurosi ma addirittura eroici.Ogni cane è speciale a modo suo ed ogni padrone tenderà a considerare il proprio amico a quattro zampe un piccolo-grande eroe di casa. Tuttavia ci sono dei cani che si sono lanciati in imprese davvero incredibili e che si sono guadagnati sul campo il titolo di "eroe".Nel corso di questo articolo andremo ad elencare una serie di esperienze particolarmente memorabili in tal senso: cani che hanno compiuto azioni fuori dall'ordinario, non per forza utilizzando la propria forza fisica bensì anche dimostrando una intelligenza o un attaccamento al padrone che è riuscito a superare ogni confine. Dei cani "speciali" che sono riusciti a ritagliarsi un proprio posto d'onore nel grande libro della Storia cinofila. 1) Laika Iniziamo il nostro viaggio... da Spazio! Partiamo infatti da Laika, piccola cagnolina che ha puntato decisamente e letteralmente in alto: si tratta infatti del primo cane spedito in orbita per un viaggio spaziale. Siamo nel 1957, in piena Guerra Fredda, quando questo cagnolina di razza ibrida (probabilmente metà Husky e metà Samoiedo) venne fatto decollare a bordo della capsula dello Sputnik 2.La cosiddetta "corsa allo Spazio" che vedeva Stati Uniti e Russia fronteggiarsi per la gloria mondiale passa anche per il musetto di Laika. Il suo destino però è fatalmente segnato al momento della partenza dalla Terra: infatti la cagnolina si è sacrificata (o è stata sacrificata, meglio) per la Scienza, morendo non molto tempo dopo il decollo. Laika è uscita di scena da eroina, comunque, entrando contemporaneamente nella Leggenda.2) Nemo Dalle battaglie "intergalattiche" di USA e URSS negli Anni Novanta alla Guerra del Vietnam: raccontiamo adesso la storia di Nemo, forse il più celebre cane/eroe di guerra. Questo nome ricorderà a molti il celebre pesciolino pagliaccio del cartone animato della Pixar intitolato appunto "Alla ricerca di Nemo".Quello di cui parliamo nel corso della nostra carrellata di cani coraggiosi è invece un esemplare di Pastore Tedesco che è stato metaforicamente pluridecorato. Inviato nella giungla di Saigon a seguito delle truppe americane, nel gennaio del '66 Nemo partecipò attivamente al salvataggio del suo battaglione da un assalto dei Vietcong. Perse un occhio ma questo non gli impedì di "assistere" il soldato Airman Robert A. Throneburg in attesa dell'arrivo dei soccorsi veri e proprio. Date una medaglia a quel cane!3) Whizz Possiamo considerare Whizz una specie di Mitch Buchannon del canale d'Oltremanica. Ricordate il celebre bagnino del telefilm Batwatch? Ecco, in un certo senso Whizz gli somiglia. Anche questo magnifico esemplare di Terranova si è reso protagonista di tanti salvataggi in acqua.Certo lo scenario in cui lavora Whizz è un po' diverso dall'assolata California della serie tv americana: la sua storia infatti ha luogo in Inghilterra, nella fattispecie tra Bristol e il fiume Severn. Whizz infatti si occupa ormai da quasi un decennio di pattugliare le acque di quella zona: ha letteralmente salvato la vita di ben 9 persone ed è stato uno dei primi nominati ai Animal Hero Awards del Daily Mirror, un concorso dedicato proprio agli amici a quattro zampe che si cimentano in imprese eroiche. Whizz si merita davvero un tuffo nel mondo delle celebrità!4) Trakr Restiamo sempre nell'ambito dei cani da salvataggio, con un esemplare tanto virtuoso e valoroso da meritarsi addirittura dei... cloni! Prima di fare confusione, procediamo con ordine: Trakr è il più celebre tra i cani-eroi legati alla tragedia dell'attacco terroristico dell'11 settembre. Si tratta di un pastore tedesco, quanto mai sveglio e coraggioso.Infatti, nel caos di fiamme e macerie di quella sciagurata giornata, Trakr e il suo padrone si sono adoperati per portare il salvo tanti feriti da quello che restava del World Trade Center al collasso. Come arriviamo alla clonazione? Ebbene, Trakr è stato in seguito selezionato per partecipare al Best Friends Again Contest indetto dalla società BioArts International, in quanto esemplare particolarmente dotato da ogni punto di vista. Il suo gesto eroico lo ha reso un modello, sia nel senso metaforico della parola che in quello letterale: oggi Trakr vanta ben cinque cloni!5) Hachiko Questa è forse una delle storie più celebri in assoluto nel mondo cinofilo. Buona parte del grande pubblico si ricorda di Hachiko per il film di produzione hollywoodiana omonimo, con protagonista Richard Gere. Per chi se lo fosse perso: Hachiko era un cane di razza Akita. Ogni giorno accompagnava il proprio padrone alla fermata dell'autobus per poi andarlo a aspettare alla medesima fermata al rientro dalla giornata di lavoro.Morto in un incidente in fabbrica, il padrone non tornerà più a casa. Ma Hachiko si recherà lo stesso, tutti i giorni, alla fermata del bus, in attesa del suo amico a due zampe. Un esempio di attaccamento al padrone e affetto che va al di là di ogni razza e specie! Un piccolo-grande gesto eroico che ha consacrato Hachiko nell'Olimpo dei cani in assoluto più speciali della Storia. Se non lo avete fatto vi consigliamo di recuperare il film!6) Shelby Un altro pastore tedesco che copie un atto eroico, aiutato dal suo fiuto. Nel cuore della notte, Shelby sente che c'è qualcosa che non va e sveglia letteralmente tutta la famiglia abbaiando a più non posso.Non si lamenta per un dolore né vuole giocare: ha percepito con un certo anticipo la fuga di monossido di carbonio all'interno della casa: poteva trattarsi di una intossicazione anche mortale, se non fosse stato per la caparbietà di Shelby, che in un colpo solo a salvato la vita a se stesso e alla sua famiglia, guadagnandosi il titolo di Skippy Dog Hero of the Year e ricevendo anche un premio monetario di 500 dollari!7) Lefty Questo Pibull dall'aria sveglia si è rivelato addirittura una egregia guardia del corpo. Infatti Lefty ha salvato il suo padrone da un colpo di proiettile, rimbalzato in circostanze poco chiare all'interno del parco dove i due si trovavano per la consueta passeggiata.Avvertendo qualcosa di sospetto, la coraggiosa Lefty (parliamo di un Pibull femmina) si è letteralmente frapposta tra proiettile e padrone, rimanendo gravemente ferita. Portata d'urgenza in ambulatorio è costretta a vedersi amputare un arto, ma "fortunatamente" le conseguenze non sono ulteriormente nefaste: Lefty si salva e come la più attenta e affezionata delle bodyguard torna al fianco del suo amico a due zampe.8) Leo Non potevamo non citare anche il classico esempio di "Davide contro Golia". A dispetto del nome da Re della Savana, Leo è un piccolo Bassotto che ha salvato la vita alla sua padroncina difendendola dall'attacco di un altro cane. Il fatto è che il "nemico" in questione era un esemplare di grossa taglia: Leo dunque ha perso la vita con grande onore, consentendo alla bambina di salvarsi.Per ricordare a tutti il suo esempio virtuoso e il suo sacrificio, la cittadina nei pressi di Belgrado nella quale è avvenuto l'incidente ha dedicato al cagnolina un statua. Mai giudicare il coraggio di un cane dalla sua stazza!9) Khan Ecco infatti un altro piccoletto dalla grande statura morale. Khan è un Dobermann di piccola taglia che ha evitato una morte certa alla piccola Charlotte, mentre i due si trovavano a giocare in cortile. Siamo in Australia, nel novembre del 2007: nella Terra dei Canguri può capitare che in giardino si presenti nientemeno che un Serpente Bruno Reale, ovvero uno dei più velenosi rettili al mondo.Il piccolo Khan avverte il pericolo e porta letteralmente via la bambina, trascinandola dal pannolone. Purtroppo nel tragitto viene morso ad una zampa! Fortunatamente, grazie ad un intervento tempestivo, il cane si salva. Che l'amore sia stato più forte delle tossine?10) Buddy Leggendo questa classifica capirete come mai il Pastore Tedesco è uno dei cani più apprezzati in ogni parte del mondo. Ecco infatti che ancora una volta ci troviamo a prendere in esame un esemplare di questa razza. Ci troviamo in Alaska, nell'aprile del 2010: Buddy sta lavorando fianco a fianco col suo padrone Ben Heinrich, nell'officina di famiglia.Scoppia in incendio e in circostanze poco chiare Ben si ritrova in trappola, senza la possibilità di chiedere aiuto. Ci pensa Buddy: il cane arriva alla strada più vicina, dove riconosce una volante della polizia. In qualche modo riesce a far capire agli agenti del pericolo imminente, facendosi seguire fino all'officina.L'intraprendenza di Buddy consentirà alle forze dell'ordine di salvare il suo amico a due zampe, l'officina stessa e anche la vicinissima casa dell'uomo. Buddy è stato simbolicamente premiato con scodella placcata d'argento ma soprattutto con l'inserimento nel programma di prevenzione antincendio nel Paese. Che dire, un segugio dotato di incredibile intelligenza e coraggio: e non ha avuto nemmeno bisogno di parlare la nostra lingua!Questi sono sono alcuni degli esempi virtuosi di cani speciali, scovati tra gli archivi dei giornali e del web. Se siete a conoscenza di altri casi di cani-eroi non esitate a segnalarceli sulla pagina Facebook di Razze di cani oppure sul nostro profilo Instagram. Non ci stanchiamo mai di celebrare i nostri amici a quattro zampe!

Microchip nel cane: una guida per sapere tutto

Curiosità Redazione -

Cos'è il microchip nel cane? A cosa serve? E' obbligatorio? Rispondiamo a queste e a molte altre domande. Il microchip nel cane è una questione cruciale nel mondo cinofilo e non deve essere presa sottogamba. In passato è stata fatta un po' di confusione sull'argomento ma oggi la Legge è più chiara che mai in merito: ogni cane che acquistiamo deve essere dotato di microchip.In questo articolo vi daremo tutti i dettagli utili in relazione all'inserimento di questo importante mezzo di riconoscimento per i nostri amici quattro zampe. Da un lato vi daremo i dettagli tecnici su questo "marchingegno" ancora troppo spesso scambiato per qualcosa di potenzialmente pericoloso per il nostro animale (non è così!), dall'altro proveremo a capire come mai si tratta di un espediente molto importante per evitare furti, abbandoni e/o maltrattamenti del cane.Ma andiamo con ordine e proviamo innanzitutto a sviscerare una definizione il più possibile esaustiva del termine e delle sue funzioni di base. Microchip nel cane: che cos'è e a cosa serve? Di cosa parliamo quando utilizziamo il termine "microchip per cani"? A livello tecnico si intende un trasponder, ovvero una piccola capsula di vetro biocompatibile. Questo particolare congegno sottocutaneo (cioè applicato sotto la pelle) utilizza una tecnologia denominata "Radio Frequency Identification".Di cosa si tratta? Questa tecnologia fa sì che il dispositivo riceva un segnale funzionando in pratica come un'antenna-radio. Attraverso un apposito lettore di microchip si ottiene un codice di 15 cifre, grazie al quale si può agevolmente procedere al riconoscimento dell'animale e dunque al suo proprietario legale.In poche parole questo codice racchiude in sé le "generalità" del cane e del padrone: da un lato nome, cognome, codice fiscale, numero di telefono, indirizzo etc; dall'altro razza, sesso, età, colore, taglia e via dicendo. Questa tecnologia è andata a sostituire la vecchia pratica del tatuaggio, in vigore negli Anni Novanta nell'orbita dell'istituzione dell'anagrafe del cane.Microchip cane obbligatorio? Ecco la risposta Sgombriamo il campo da eventuali dubbi: sì, il microchip per cani è obbligatorio. Oltre che a fornire una sorta di imprescindibile "carta di identità" del cane, il microchip è fondamentale anche per procedere con le vaccinazioni sull'animale. Ma anche per furti, smarrimento e/o abbandono.Come abbiamo accennato poc'anzi, il microchip cane non è in vigore da sempre: prima si utilizzava un tatuaggio di riconoscimento. Di conseguenza dobbiamo specificare che il microchip è obbligatorio, sì, ma per tutti gli esemplari nati dopo il 2004: per coloro che attualmente dunque sono "anziani" non è necessario procedere con l'inserimento del chip, per quanto sia un'opzione altrettanto raccomandabile. Tuttavia a livello legale per i cani nati prima del 2004 si terrà fede al tatuaggio di riconoscimento. Microchip cane: a che età si mette C'è un momento consigliato per l'inserimento del microchip nel cane? Certamente sì. C'è di più: esiste proprio un termine ultimo, una sorta di scadenza, superata la quale si rischia di essere sanzionati legalmente. In questo senso, infatti, la Legge è molto chiara: il cane deve essere provvisto di microchip entro i due mesi vita, quindi entro 60 giorni massimo dalla nascita. Microchip cane legge: ecco le norme Non è importante quale sia la sua razza o la sua data di nascita: dovete "microchippare" il cane entro i termini stabiliti dall'articolo 1 dell'Ordinanza 6 agosto 2008 ovvero Ordinanza concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina (in GU n. 194 del 20-8-2008).Vi citiamo l'articolo per intero, così da non lasciare più alcun margine d'errore:1. E' obbligatorio provvedere all'identificazione e alla registrazione dei cani, in conformità alle disposizioni adottate dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano ed alla presente ordinanza. 2. Il proprietario o il detentore di un cane deve provvedere a far identificare e registrare l'animale, nel secondo mese di vita, mediante l'applicazione del microchip. Il proprietario o il detentore di cani di età superiore ai due mesi è tenuto a identificare e registrare il cane ai fini di anagrafe canina, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente ordinanza Questa normativa sarà da tenere a mente anche in relazione ai "cambi di proprietà" dei cuccioli e dei cani di qualsiasi altra età, come vedremo poco più avanti sempre nel corso del nostro articolo.Microchip cane: cos'è l'anagrafe canina Si tratta dell'organo statale sanitario pubblico che gestisce tutta la registrazione e la documentazione dei cani presenti sul territorio nazionale. In questo senso la Legge n°281 del 1991 (ovvero la Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) sancisce che la registrazione dei cani nelle relative banche dati regionali (e poi nazionali) è un atto obbligatorio.Come abbiamo detto per iscriversi all'anagrafe canina occorre aver regolarmente inserito il microchip al nostro cane. A quel punto l'iscrizione avrà un costo complessivo di circa 30 euro: nella fattispecie 28€ di cui 20€ per l'applicazione del microchip da un veterinario certificato e 8€ per l'iscrizione in sé.Riportiamo qui di seguito i dati che verranno catalogati all'anagrafe canina: - codice identificativo del microchip - proprietario/detentore - nome, razza, sesso, segni utili di identificazione, età, dell’animale - eventuale intervento di sterilizzazione, attuale o pregresso - eventuale cambio di proprietà nella stessa regione o in una regione diversa - eventuale cambio di residenza - eventuale segnalazione che il cane risulta smarrito o rubatoAttenzione: non iscriversi all'anagrafe comporta una multa che può arrivare fino a quasi 300 euro! Microchip cane dove si mette: il suo inserimento L'inserimento della capsula di riconoscimento sottopelle è un intervento a tutti gli effetti per il nostro amico a quattro zampe. Di conseguenza il nostro monito è innanzitutto uno: non fate sciocchezze in stile "fai da te" in casa. Dovete assolutamente rivolgervi ad un veterinario, che andrà a sbrigare la pratica in maniera piuttosto agevole.In questo senso, come accennato all'inizio dell'articolo, procediamo a sfatare un po' il mito secondo il quale si tratterebbe di una procedura pericolosa per il nostro amico peloso: no. SI tratta di un normale intervento di routine dal punto di vista strettamente pratico e - se ve lo state chiedendo - sappiate che anche le "onde radio" utilizzate dalla tecnologia "Radio Frequency Identification" non si riveleranno dannose per il cane.Di conseguenza non indugiate e ricordatevi di portare il vostro cucciolo a "fare la carta di identità" il prima possibile e sicuramente entro i primi due mesi d'età. A livello pratico, giusto per entrare un po' nel dettaglio e anticiparvi quello che potrete vedere in loco nello studio del veterinario, sappiate che il microchip viene inserito tendenzialmente nella regione sinistra del collo del cane, molto spesso anche tra le scapole. Sempre ovviamente sottocute. Microchip cane prezzo: quanto costa Non c'è una vera e propria tariffa unica per quanto riguarda l'inserimento del microchip al cane. Si tratta di una vera e propria operazione, di conseguenza il prezzo può dipendere da diversi fattori e soprattutto cambiare da veterinario a veterinario. Provate a consultare il vostro specialista di fiducia per un "preventivo". Microchip cani passaggio di proprietà: come comportarsi In questo caso il microchip è assolutamente indispensabile per procedere ad un cambio di padroni. Al momento dell'inserimento del microchip infatti vi verrà rilanciata tutta la documentazione di identità da presentare in questa evenienza: nome, cognome, indirizzo, codice fiscale saranno prontamente individuabili e solo a quel punto si potrà procedere al passaggio di proprietà, accertandosi di segnalare la data precisa dello "scambio" e apponendo poi sull'apposito documento le firme di entrambe le parti coinvolte.Una volta sancito l'accordo però il nuovo proprietario dovrà anche occuparsi di informare l'ASL: nella fattispecie dovrò comunicare l'avvenuto trasferimento entro 15 giorni dalle firme del contratto (serviranno l'iscrizione originale all’anagrafe canina e un versamento di circa 10 euro per le pratiche).Una cosa che non abbiamo ancora specificato è che questo passaggio può avvenire solo tra persone che abbiano già compiuto i 18 anni di età: se non siete maggiorenni non potete legalmente procedere con le pratiche.Cosa succede se il nuovo padre dovesse cambiare casa e dunque residenza? Anche questo cambiamento è da segnalare all'anagrafe canina, sempre entro 15 giorni massimo dal trasferimento. In tal senso i trasgressori verranno punito con una multa che può variare dai circa 30 euro fino a sfiorare i 250 euro.Attenzione però perché non si possono "vendere" o comunque non si possono effettuare passaggi di proprietà di cani di età inferiore ai 2 mesi di vita, come esplicita l'Ordinanza 6 agosto 2008 - Ordinanza contingibile ed urgente concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina (in GU n. 194 del 20-8-2008) all'articolo 2 nel seguente passaggio: "E' vietata la vendita di cani di età inferiore ai due mesi, nonché di cani non identificati e registrati in conformità alla presente ordinanza". In questo senso, tra l'altro, non c'è distinzione tra distinzione fra vendita, cessione e regalo.Ora che vi siete fatti un'idea generale della questione potete intuire quanto questa pratica vada ad agevolare il corretto monitoraggio della compra-vendita dei nostri amici a quattro zampe, evitando il più possibile i danni del "mercato nero", piaga purtroppo non ancora debellata, soprattutto in alcune zone d'Italia, dove il fenomeno si lega a filo doppio con quello del randagismo.Inoltre, come abbiamo avuto modo di sviscerare nel corso della nostra trattazione, questo pratica assicura sempre al nostro cane delle "garanzie" per quanto riguarda l'identità e le attività dei padroni che dovranno diventare la sua famiglia. Un piccolo microchip dunque può dare al nostro amico la sicurezza di un grande futuro!

Cani da compagnia: quindici razze ideali per vivere in appartamento

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Tutti i quattro zampe possono adattarsi senza problemi alla vita d'appartamento, ma ci sono alcuni cani da compagnia più indicati. Cani da compagnia - Se ami il tuo cagnolino, non c'è se e ma che tenga: (quasi) tutti i quattro zampe possono vivere in appartamento, quello che è fondamentale è la presenza del loro padrone e non per forza un cortile o un prato dove correre tutti i giorni.Infatti i veterinari sostengono che tutti i cani (di qualsiasi taglia) sono adatti a vivere in un ambiente domestico: il fattore determinante è semmai l'educazione che il proprietario riesce ad impartire al suo pet.Certo è che però ci sono alcuni cani da compagnia più portati a vivere in appartamento rispetto ad altri: dai Bichon ai molossoidi mignon, alcune razze (praticamente tutti cani di piccola taglia) sono maggiormente indicate per la vita domestica. Anche perchè questi cagnolini sono più facili da gestire, e hanno minor esigenza di scaricare le loro energie rispetto alle razze più grandi (con ciò non significa che non dovrete portarlo in giro!). Andiamo dunque alla scoperta di questi 15 quattro zampe ideali per vivere insieme a voi nel vostro appartamento: 1) Maltese: è uno dei cani da compagnia più famosi del mondo: affettuoso col padrone, vivace e molto intelligente, mantiene sempre però un certo riserbo. E’ un animale curioso, che prova interesse per quanto lo circonda, e molto docile. A dispetto delle sue dimensioni, può anche essere utile come cane da guardia: infatti il Maltese è estremamente attento ed è in grado di avvertire il minimo rumore.2) Bichon a poil frisè: è un cane intelligente e furbo, un simpaticissimo cane da compagnia dal carattere sempre vivace e allegro. Si affeziona tantissimo alla famiglia, distribuendo a tutti i membri uguale affetto anche se, il suo carattere affettuoso e giocherellone lo porta ad affezionarsi molto di più ai bambini che agli adulti.Proprio per questa sua caratteristica è perfetto come compagno di giochi per i bimbi. È interessante sapere che per via delle proprietà ipoallergenica della sua pelliccia è adatto anche a soggetti solitamente allergici.3) Bichon Avanese: è uno dei cani da compagnia per eccellenza. Vivace, festoso, spensierato e molto intelligente. È simpatico e ama giocare. Instancabile, ama la vita all’aria aperta ed un ottimo cane da compagnia. Adatto anche ai bambini con cui adora giocare.È un cane molto buono e socievole anche con gli estranei, purché si dimostrino gentili, e non tollera la solitudine. Qualche volta volte tende a isolarsi, più che altro per attirare l’attenzione, se ritiene di non ricevere abbastanza considerazione. Tende ad abbaiare felice in presenza di chiunque ma se ripreso dal padrone smette subito.4) Bolognese: è davvero di ottimo carattere, docile, obbediente, allegro e giocoso, cerca sempre il suo padrone per trascorrere tempo con lui ma sa adattarsi anche a famiglie più “tranquille” come quelle di persone anziane. Intelligente e leale, si fa addestrare di buon grado e non è iperattivo o troppo invadente, come altri bichon.Ha soprattutto bisogno di stare molto con il suo padrone, per cui non è certo un cane adatto se lo si vuole tenere in appartamento e da solo per molte ore. In questi casi è meglio prendergli un compagno, anche tenendo conto del fatto che fa amicizia con gli altri cani con grande facilità, anche se non appartengono alla sua razza. È importante farlo uscire con regolarità perché non si tratta affatto di un cane “da borsetta”.5) Coton de Tulear: diciamo che può essere considerato come un bambino affettuoso ma sicuramente anche piuttosto vivace, qualche volta un po’ turbolento. Spieghiamo più nel dettaglio. E’ un cane davvero in grado di mettere di buon umore, molto attivo e gioviale. Si affeziona molto ai padroni e alla famiglia, oltre ad avere un ottimo rapporto coi bambini.Tuttavia ha anche un caratterino non sempre facile da gestire, soprattutto con le persone che non conosce o non è abituato a vedersi ronzare intorno. In questi casi il vostro amichetto bianco tende a diventare un insospettabile bulletto e a “metter sotto” gli altri cani, pur non essendo particolarmente aiutato dalla stazza (per usare un eufemismo!).6) Piccolo cane leone: è generalmente un cane felice e allegro, attivo, giocherellone e molto intelligente, tutte caratteristiche che lo rendono un eccellente animale domestico casalingo. La sua affettuosità non sfocia mai nell’invadenza, anche se è necessario non lasciarlo da solo per troppo tempo.E’ inoltre piuttosto silenzioso, non abbaia molto e quindi si fa ben volere anche dai vicini. Si lascia ben addestrare e ama il gioco. Può essere testardo, se lasciato fare, perché come molti cani della sua taglia pretende di comandare chi gliela dà troppo vinta: per questo, fin da cucciolo, è bene che si abitui a chi è il padrone in modo fermo ma dolce.Il Piccolo cane leone ama le lunghe passeggiata all’aria aperta, e non può essere considerato in toto un cane toy in grado di starsene tranquillo per un tempo indefinito senza pretendere di uscire. Ama molto il gioco e le camminate, ed è difficile che rimanga tranquillo anche in casa se prima non ha fatto il suo giretto di almeno mezz’ora.7) Barbone: è conosciuto come uno dei cani da compagnia più apprezzati del mondo. Apprende velocemente, è vivace e gioioso, attento ed attivo, socievole ed attivo, coccolone e buono. Estremamente fedele ed affettuoso, è forte in lui la predisposizione a compiacere il padrone, caratteristica che sottolinea la sua facilità nell’essere addestrato. Il barbone grande mole ha un carattere tendenzialmente più riflessivo rispetto ai “cugini” delle taglie più piccole.Il barbone gigante è una razza brillante ed allegra, che ben si adatta a qualsiasi famiglia. Che ci siano bambini o anziani, è un cane che sa sempre come comportarsi e come farsi amare per il suo carattere adorabile. Ama la comodità del divano (è difficile pensare ad un barbone gigante costretto a vivere in giardino, giorno e notte), ma anche fare moto e sport: amano infatti camminare, correre, nuotare, fare insomma attività all’aperto.8) Griffone belga: nonostante la sua corporatura minuta, è un cane coraggioso e fiero, oltre che molto leale. Questa razza si affeziona al padrone e alla famiglia, ed è pronta difendere entrambi con determinazione.Ecco allora che questa razza dalla stazza non certo imponente si configura comunque come ottima per quanto riguarda le attività di guardia. Tuttavia il Griffone è anche molto adatto come cane da compagnia, avendo peraltro un buon rapporto sia coi bambini sia con le persone anziane.Attenzione solo a non lasciarlo da solo: pur mostrandosi piuttosto indipendente, questa razza sente particolarmente la mancanza del padrone e punta ad essere al centro dell’attenzione.9) Cavalier King Charles Spaniel: è un cane molto affettuoso, coraggioso, sempre allegro e con una grande capacità di adattamento, non è una razza aggressiva e per questo motivo da secoli è adottato come cane da compagnia. Il suo carattere vivace lo porta a non stare mai fermo, vi dovrete armare di giocattoli per cani se siete intenzionati a prenderne uno.Si adatta con facilità, adora stare in casa ma anche correre e giocare nei prati, va portato fuori spesso perché ha la necessità di fare tanto moto. E’ consigliabile farlo dormire dentro, non è abituato a stare fuori all’aperto e preferisce il calore di casa.10) Boston Terrier: è una razza molto intelligente, dolce e che instaura un ottimo rapporto con i bambini, per questo motivo è uno dei più amati di tutti: abbaia anche raramente e solo se indispensabile (nel caso in cui il padrone sia in pericolo oppure in caso di emergenza). E’ coccoloso, ma non sempre alla ricerca di carezze a tutti i costi: riesce a stare tranquillo nella sua cuccia, non vuole essere sempre al centro dell’attenzione.Tuttavia è un cane estremamente vivace, ma nonostante questo se vede che siamo impegnati e non possiamo stare tutto il tempo con lui, saprà starsene tranquillo per conto suo. E’ molto discreto, e nonostante le sue dimensioni non siano grandi si mostra sempre sicuro si sè: è coraggioso, attento, leale e instancabile. Insomma, è difficile trovare difetti al, anche perchè è veramente l’ideale per i nostri bimbi.11) Carlino: si, è uno dei cani da compagnia per eccellenza: è affettuoso con tutta la famiglia, mentre con gli estranei è dapprima diffidente (a dispetto della sua mole è un ottimo cane da guardia). E’ leale, molto intelligente e con una sua dignità innata.Se da piccolo può sembrare iperattivo, non vi preoccupate: man mano che cresce noterete che ama starsene accovacciato per ore sulla poltrona del salotto davanti alla tv. Cosa che non sempre va bene, perchè unita magari ad un’alimentazione non propriamente sana può aumentare il rischio di obesità. Ama giocare, quindi sta anche a voi tenerlo di tanto in tanto sveglio e in movimento.Ha un carattere giocherellone e molto autoironico: non lasciatevi distrarre dalla sua pigrizia, il Carlino è un cane che ha molta voglia di giocare. Quindi si tratta di un animale impegnativo, non adatto a tutti, che presuppone un padrone comunque presente.12) Bulldog francese: è un cane da compagnia perfetto, e come tale richiede un costante contatto con gli umani: mai lasciarlo da solo per più di qualche ora, perché soffrono di ansia da abbandono, soprattutto da cuccioli, ma anche da adulti. L’esemplare che sta da solo per troppo tempo finisce il più delle volte con lo sviluppare un temperamento distruttivo che lo porta a masticare gli oggetti di casa o i mobili.Questo cane non ha bisogno eccessivo di esercizio, anche se le passeggiate quotidiane sono obbligatorie. Attenzione, come ultima cosa, se si vuole mettere la cuccia del cane vicino al proprio letto: il Bulldog francese russa, e anche parecchio!Rappresenta una scelta ideale come cane da compagnia perché si adatta molto bene alla vita da appartamento e perché ha un carattere che lo spinge a legarsi tantissimo alle persone. In più è un cane che abbaia poco, e non c’è pericolo che disturbi i vicini.13) Shih Tzu: sarà pur difficile da pronunciare, ma lo amerete facilmente. Infatti è un cane adorabile, che si lascerebbe coccolare per tutto il giorno. Ama stare a contatto con l’essere umano, e ovviamente soprattutto con la sua famiglia, per cui farebbe qualsiasi cosa. Inizialmente con gli estranei – cani e umani – è un po’ diffidente e sospettoso, ma poi si lascia andare a mille giochi senza troppi problemi.E’ anche una razza estremamente intelligente, e nonostante la sua statura è molto coraggiosa. Occhio però, anche lui ha un “difetto” se vogliamo chiamarlo così: è un po’ testardo, una caratteristica che deve essere corretta subito con un addestramento mirato. A quel punto risponderà a qualsiasi ordine impartito con gentilezza e senza gridare.14) Chihuahua: è una razza canina allegra, intelligente e molto vispa. Ha una mente molto brillante e ricorda tutto con facilità. Questa, è una delle ragioni per cui è davvero facile addestrarlo. E’ un cane che si adatta a tutte le situazioni e può essere portato ovunque.E’ esclusivamente un cane da compagnia anche se, considerato il suo udito eccellente, può essere un ottimo campanello di allarme dato che abbaia tantissimo ad ogni minimo rumore che non riconosce. Per la difesa invece, nonostante lui abbia la tendenza ad essere estremamente possessivo con il suo padrone, dovrete cavarvela da soli…Si adatta molto bene alla vita domestica e si lega molto ai suoi padroni anche se si affeziona soprattutto ad uno solo. E’ incline al gioco e ama tantissimo stare in braccio al suo padrone. E’ molto coccolone e adora essere viziato. E’ un cane calmo e pacato se non disturbato. Sensibile e abitudinario risente tanto dello stato d’animo degli esseri umani con cui vive.15) Chin: più che un cane è un gatto. In quanto a temperamento, ha caratteristiche che lo rendono davvero più simile a un felino che a un lupo. Come i gatti, è un cane molto attento, intelligente e indipendente, è solito usare le zampe per pulirsi il volto, ama riposare su superfici elevate e ha un ottimo senso dell’equilibrio. In più, proprio come i mici, adorano nascondersi un po’ dappertutto, approfittando delle loro piccole dimensioni. Sono cani coccoloni, che si legano molto al padrone ma senza sentirsi mai subordinato.E’ una razza molto vivace, anche se di solito non abbaia molto; si limita a farlo per avvertire il padrone dell’arrivo di un visitatore o per attirare l’attenzione su qualcosa di fuori dall’ordinario. Esegue di buon grado anche diversi “numeri” dovuti al suo carattere iperattivo, e non è raro vederlo girare su sé stesso in giri velocissimi, danzare sulle zampe posteriori con quelle anteriori giunta in aria, e addirittura “cantare” nei momenti di maggiore contentezza. In altri momenti, è un cane addirittura “zen”.Se l'articolo ti è piaciuto potrebbe interessarti anche:I migliori cani da guardia: le dieci razze più indicate I cani più piccoli del mondo: dieci razze "mignon"

Cane corso Italiano

I migliori cani da guardia: le quindici razze più indicate

Curiosità Redazione -

Andiamo alla scoperta dei migliori cani da guardia che potete trovare sul pianeta. Esistono dei quattro zampe che è meglio non far arrabbiare: i migliori cani da guardia sono quelli che proteggeranno voi e la vostra casa dai malintenzionati, e per certi versi serviranno più loro dei vari metodi tecnologici a disposizione.Sia per istinto che per addestramento ci sono alcuni cani che meglio si prestano a questo compito: sanno dare l'allarme oppure mostrare i denti quando serve. Insomma, il loro aiuto potrebbe essere decisivo, in alcuni casi anche per salvarvi la vita.Si, perchè innanzitutto sono pets che vi vogliono tanto, ma tanto bene: per questo vi proteggeranno anche a scapito della loro stessa vita. Non ci penseranno due volte a scagliarsi contro degli individui che per qualsiasi motivo sono entrati nella vostra proprietà.Nel nostro focus andiamo dunque a scoprire quali sono i migliori cani da guardia: abbiamo selezionato dieci razze particolarmente indicate per questo scopo (ma tenete ben presente che dovranno essere addestrati per svolgere al meglio questo compito). Siete pronti? Partiamo! * 1) Cane Corso: diffidente con gli estranei ma mai violento. Se sente pericolo per sé o per la sua famiglia non passa subito all’attacco, con calma e intelligenza avvisa il malintenzionato di non fare un altro passo, ringhiando e al massimo dandogli un bau! di avvertimento, perché lui, forte e massiccio, non si scompone più di tanto.2) Bullmastiff: è un ottimo cane da compagnia in casa e in tutti i contesti in cui possa manifestare la sua volontà di socializzare con le persone, bambini compresi. Poco da appartamento ma eccellente cane da guardia, è sempre memore del suo passato di cane nato per aiutare contro i bracconieri e quindi è anche un eccellente animale da difesa, anche se guardando la proverbiale timidezza durante il primo anno di vita potrebbe essere strano pensarlo. È comunque indispensabile, qualora lo si scelga come cane da guardia, che possa scorrazzare liberamente e uscire più volte al giorno anche per non perdere i suoi stimoli olfattivi e uditivi, come invece accadrebbe lasciandolo solo per troppo tempo in uno spazio ristretto.3) Pastore tedesco: è impossibile non inserirlo nella top 10 dei migliori cani da guardia. Si tratta di un cane molto versatile, che si presta agli usi più disparati. Uno dei suoi primi compiti, ovviamente, era legato alla pastorizia. Oggi il pastore tedesco è impiegato dalle forze dell’ordine come razza cinofila, per scovare tracce di droga. Il suo fiuto eccezionale gli permette di scovare persone disperse o sepolte in crolli. In ambito domestico il pastore tedesco è un ottimo cane da guardia.4) Dogo argentino: il suo carattere è quello di un cane da guardia e da difesa perfetto. E’ molto intelligente e furbo, ma anche terribilmente territoriale: non abbaia quasi mai, ma se un cane dello stesso sesso invade il suo territorio saprà far valere la sua potenza. Questo perchè la natura dominatrice fa parte della sua indole. E’ nella caccia che tutta la sua astuzia e coraggio vengono fuori. Tuttavia non si può dire che il Dogo argentino non sia un cane estremamente affettuoso e dolce, nonostante un aspetto che non farebbe pensare a queste qualità: ama la sua famiglia e il suo padrone, è molto protettivo. E’ diffidente con le persone che non conosce, ma non aggressivo.5) Rottweiler: sicuramente uno dei migliori cani da guardia al mondo, è una di quelle razze canine considerate pericolose. È vero? Si e no. È vero quando qualcuno minaccia il suo padrone o la sua famiglia, o la sua casa. È vero quando si sente minacciato lui stesso. Se non è in stato di allerta è un cane saggio e tranquillo che non abbaia mai inutilmente. Ovviamente ricordiamoci che è un cane da guardia. È possessivo con la sua famiglia e con il suo padrone soprattutto e se si sente minacciato o se sente il pericolo per la sua famiglia allora state in guardia, perché vi avviserà di stare alla larga mostrando i denti. Non è un cane che attacca immediatamente, ma se arriva a farlo nulla riesce a fermarlo.6) Pastore dei Pirenei: Il suo carattere è quello di un animale sicuro di sé ma molto gentile, in particolare coi bambini, e molto affettuoso. Si tratta di un cane territoriale, che sa proteggere molto bene la sua famiglia o il suo gregge quando è necessario, ma di norma, quando non ci sono pericoli in vista, è paziente e leale. È quindi un cane da guardia di ottimo livello, ma è sempre stato utilizzato per compiti diversi nella storia, arrivando anche a essere un eccellente cane da compagnia per i nobili francesi.7) American Staffordshire Terrier (Amstaff): ha origine da cani da combattimento, da cui ha preso il carattere combattivo e coraggioso. Tuttavia, queste caratteristiche nel tempo sono state temperate fino ad ottenere un cane sì coraggioso, ma non aggressivo. Per questo motivo il suo impiego ideale è come cane da guardia, anche perché l’Amstaff è dotato di una sensibilità molto spiccata che gli permette di capire subito se la persona che si avvicina è dotata di buone o cattive intenzioni. E' perciò uno dei cani da guardia migliori a cui affidare la vostra protezione Inoltre, è un cane che ama socializzare e ciò lo rende ottimo anche come cane da compagnia.8) Pastore del Caucaso: Come razza, è stato riconosciuto negli anni 50 in Russia e negli anni 80 dalla FCI. I primi esemplari di questa razza canina risultano essere stati un valido aiuto alle armate dello Zar, in quanto, grazie al pelo folto e impermeabile, può resistere a rigide condizioni climatiche. E' molto diffidente con gli estranei. E’ nella sua natura esserlo, ricordiamoci che è un cane da guardia e fin dalle origini proteggeva il gregge e il pastore. Sta sempre in allerta e se qualcuno non gli piace si fa capire molto bene con un ringhio profondo, uno stato di irrequietezza e un movimento ondulatorio della coda.9) Pastore maremmano: non è un cane foriero di coccole, ma non bisogna confondersi: è una razza che si lega tantissimo al suo padrone e alla sua famiglia, solo che il suo essere indipendente fa si che non stia ogni minuto ad attendere il suo proprietario sull’uscio di casa. Difatti, pur non essendo aggressivo, lo diventerà per difendere la sua casa e la sua famiglia, da cui però esige rispetto per darlo a sua volta. E’ diffidente nei confronti degli estranei.10) Mastino tibetano: è sicuramente uno dei top tra i migliori cani da guardia. Per via della sua mole è meglio tenerlo in spazi aperti. Non è proprio adatto a vivere in appartamento. È un cane molto attento e vigile tende ad essere quasi distaccato. E’ un cane che non lascia intuire le sue intenzioni. È comunque molto attaccato alla sua famiglia ed è anche parecchio protettivo in quanto si sente responsabile per essa. Nonostante la sua indipendenza ha comunque bisogno di avere un contatto costante. È famoso per il suo coraggio. Pare che non gli faccia paura nulla. Estranei e bambini sono da tenere a distanza, più che altro per il suo carattere imprevedibile.11) Mastino napoletano: ci troviamo di fronte al classico esempio per il quale l’apparenza inganna. Il Mastino Napoletano infatti è un gigante buono. Certamente è molto protettivo con la propria casa e la propria “famiglia acquisita”, e ha una stazza tale da incutere timore a qualunque avversario. Tuttavia raramente si riscontrano episodi di aggressività gratuita e – in linea di massima e salvo eccezioni – questa razza può definirsi molto leale.12) Dogue de Bordeaux: è un cane capace di intimidire, vista la sua mole, il suo peso, le sue ottime qualità come cane da guardia e il passato anche di cane da combattimento. Oggi il carattere del Dogue de Bordeaux è stato però reso sempre meno aggressivo e questa specie è docile ed equilibrata, molto affezionata al padrone e di grande pazienza con i bambini. Come sempre, per essere sicuri del suo carattere la cosa migliore è addestrare il Dogue de Bordeaux fin da cucciolo, per renderlo il guardiano perfetto.13) Dobermann: mentre alcuni hanno paura di questa meravigliosa razza di cani, altri sanno che quando hai avuto un Dobermann a riempire le tue giornate, difficilmente potrai poi farne a meno. E’ forse uno dei cani più dolci e affettuosi che possano esistere tra tutte le razze dei nostri amici pelosi. Sì, avete capito bene.E’ un animale pacifico e molto socievole. Certo è pur sempre un cane da guardia e se il suo padrone viene in qualche modo minacciato allora vi mostrerà il suo sorriso a 42 denti. Ma è un cane anche molto obbediente e, se ben educato, risponderà al suo padrone con effetto immediato. Per questo motivo ha bisogno di un padrone deciso e sicuro che gli sappia trasmettere calma e determinazione.14) Pastore belga: chi ha conosciuto questa razza saprà che tra gli aspetti del suo carattere che spiccano maggiormente c’è sicuramente la sua vitalità. E’ un cane molto elegante e muscoloso, questa caratteristica lo rende una razza sportiva. La sua intelligenza e il suo senso olfattivo sviluppato lo portano ad essere indicato anche per lavori di polizia, come cane antidroga o da soccorso ma anche accompagnatore per ciechi.Il pastore belga è un cane molto affettuoso, richiede coccole e si lega tantissimo al suo padrone, lo difenderebbe a qualsiasi costo, forse per questo gli si deve anche un’ etichetta di cane un pò aggressivo, cattivo.Il suo carattere impulsivo può essere regolato ed educato sin da quando è cucciolo, seguendolo e addestrandolo in modo da regolare il suo temperamento. Questo lo rende un ottimo cane da guardia. Ha uno spiccato spirito di iniziativa e quando si mette a fare la guardia non perdona nessuno, neanche persone che conosce di vista: quando scende la sera il territorio che controlla diventa invalicabile.E’ un cane molto sensibile quindi fate attenzione a non trattarlo con troppa durezza o severità perché è portato a reagire subito agli stimoli e potrebbe diventare ostile.15) Mastino spagnolo: a causa della grande mole, è preferibile disporre di una grande casa, possibilmente con giardino, per permettere al mastino spagnolo di fare esercizio fisico secondo i propri ritmi. La vita cittadina può essere stressante per lui, più propenso alla solitudine ed a relazionarsi unicamente con la propria famiglia. L’ideale sarebbe una soluzione in campagna. Non necessita di molto sfogo fisico, ma certamente vista la mole il momento della passeggiata può essere impegnativo. Il mastino spagnolo è un ottimo cane da compagnia, da guardia e da difesa. Viene ancora utilizzato anche come cane da pastore, ma trova maggior utilizzo come compagno nelle fattorie ed aziende agricole, essendo un temibile cane da guardia al territorio e da difesa per la famiglia.

Clonare il cane

Clonare il cane: ora si può, ma questa scelta vi soddisferà?

Curiosità Redazione -

Clonare il cane: è possibile? Si, e c'è chi lo sta già facendo: tutto quello che c'è da sapere sulla clonazione dei quattro zampe. Quante volte, guardando il vostro amato quattro zampe, avete pensato: “Darei qualunque cosa per averlo con me per sempre!” Bè, oggi sborsando 100 mila dollari potete clonare il cane. Detto così sembra quasi fantascienza, ma pare che la richiesta di clonazione di animali domestici sia in aumento. Tutto è iniziato a fine anni ’90, quando nacque la pecora Dolly, divenuta famosa in tutto il mondo per essere il primo mammifero clonato da cellule adulte e non da embrioni. Su questa falsa riga, da qualche tempo a questa parte un laboratorio coreano, il Sooam Biotech Research Center di Seul, ha iniziato ad applicare la stessa procedura per soddisfare la richiesta di quei padroni (benestanti) che sono disposti a clonare il cane, nella speranza di non doversi separare mai da lui, nemmeno dopo la sua morte. Così nel 2005 è nato il primo cane clonato, di nome Snuppy, un Levriero Afgano, a cui ne sono seguiti molti altri, fino a raggiungere – pare – i 600 esemplari clonati in Corea. Da lì l’idea di trasformare la clonazione in un vero e proprio business, “esportandola” anche in occidente, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Per attirare i clienti, in Texas il servizio è stato offerto, almeno inizialmente, al prezzo scontato di “soli” 50 mila euro, mentre nel Regno Unito si è arrivati addirittura a promuovere una specie di concorso a premi, con in palio per il vincitore la clonazione del proprio cane. Per partecipare era sufficiente raccontare la storia della vita vissuta con il proprio quattro zampe; quella ritenuta più bella e commovente sarebbe stata proclamata vincitrice. Il “fortunato” cane uscito trionfante dalla competizione è stato un Bassotto di 12 anni, che la padrona ha deciso di far clonare, pensando che ormai il suo fedele amico non avesse più molti anni di vita. Simile il percorso che ha portato nel 2009 alla clonazione di un cane “speciale”, il Pastore Tedesco Trakr che, assieme al suo padrone (un agente di polizia), era diventato famoso per aver coraggiosamente salvato molte vite umane nel crollo delle Torri Gemelle, a New York, nel 2001. La società di bio-ingegneria, Bio Arts International, ha deciso di “regalare” la clonazione di Trakr al suo proprietario, visto l’eroismo per cui si era distinto, dando vita così a cinque cloni dell’animale e garantendosi contemporaneamente un’efficace operazione di marketing e un indubbio ritorno d’immagine.Clonazione del cane: come è possibile tecnicamente? Quando e come si può clonare il cane ? Tecnicamente la clonazione può essere condotta sia quando il cane “autentico” è ancora vivo sia entro pochi giorni dal decesso, prelevando del tessuto, dal quale viene estratto il DNA dell’animale, che viene impiantato nell’ovulo di un donatore, svuotato del suo DNA congenito, per poi essere trasferito nell’utero di una madre “surrogata”, che partorirà il clone. In questo modo il nascituro avrà il patrimonio genetico del suo predecessore.Clonare il cane: i contro di questa pratica Gli scienziati che praticano la clonazione assicurano che i cloni saranno identici al “donatore”, ma attenzione a chi vende illusioni. Clonare il cane si può, ma il clone non sarà mai lo stesso cane che avete amato per anni: potrà avere le stesse caratteristiche fisiche (ad esempio la stessa macchia nello stesso punto del mantello), ma la soggettività, quell’insieme di peculiarità che tanto ci hanno fatto amare il nostro cane e che l’hanno reso unico non possono essere replicate. Il temperamento infatti deriva da un insieme di fattori, buona parte dei quali esulano dal DNA, ed è il risultato dell’ambiente in cui il cane cresce, dell’educazione che riceve, delle interazioni con gli umani e con gli altri suoi simili. In sostanza, nessun clone potrà mai restituirci il nostro adorato Fido. Per quanto l’idea di clonare il cane sia frutto dell’immenso amore che il padrone prova per il proprio animale, chi medita di adottare questa soluzione per scongiurare l’allontanamento definitivo dall’adorato quattro zampe, deve considerare che ciò genera inevitabilmente la sofferenza di altri cani, proprio come quello che tanto ama. Basti pensare che possono occorrere anche 1.000 impianti di ovuli in 100 femmine, utilizzate per la riproduzione in serie, per ottenere una gravidanza. Inoltre, il 75% degli embrioni muore nei primi mesi di gestazione e quelli che arrivano alla nascita, nel 25% dei casi, o sono morti o hanno gravi deformità e vengono soppressi. Infine quei pochi che nascono sani hanno un’elevata probabilità di soffrire di molte patologie importanti di tipo cardiaco, renale, articolare, polmonare, intestinale, che condannano questi cani ad avere una vita probabilmente breve. Nemmeno la scienza dunque è in grado di restituirci il nostro migliore amico tale e quale, perciò è bene evitare che l’incommensurabile dolore causato dalla sua perdita possa essere sfruttato per abbagliarci con false speranze, a scopo di lucro. Ma se non si può riprodurre il nostro cane, si può duplicare l’amore che abbiamo provato per lui e allora perché non “adottare” un altro quattro zampe, magari scegliendolo nei canili sempre troppo affollati? Il nostro nuovo amico, non sarà uguale a quel cane che ha fatto parte della nostra vita per tanti anni, ma sicuramente saprà farsi amare allo stesso modo e condividere con noi altrettante gioie, dolori ed esperienze indimenticabili.

Chihuahua

I cani più piccoli del mondo: undici razze "mignon" che vi faranno innamorare

Curiosità Redazione -

Ci sono alcune razze davvero "pocket" e che vi faranno innamorare proprio per le loro dimensioni ridotte: vediamo quali sono i cani più piccoli del mondo. La scelta di un cane di piccola taglia può essere fatta per diversi motivi: molte famiglie decidono di acquistare/adottare razze di dimensioni ridotte magari perché vivono in appartamenti piccoli, mentre si sa che cani di taglia grande prediligono ampi spazi.Tuttavia molti semplicemente amano i cani piccoli proprio per le loro caratteristiche: come molti altri esemplari infatti essi sono molto attivi, giocherelloni e richiedono molta attenzione da parte del loro proprietario.Sono cani che, nonostante siano "piccoletti", hanno molta grinta e non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno: proprio la caparbietà e la grinta sono caratteristiche che vi faranno innamorare di loro, insieme alla trascinante simpatia. Tra i cani più piccoli del mondo ne abbiamo selezionati undici. Siete pronti? Partiamo! 1) Bichon à poil frisé: con un’altezza di 25-30 cm per un peso di 3-5 kg, dal portamento fiero e distinto che ha un’andatura sciolta e baldanzosa, questo piccoletto è un cane intelligente e furbo. Apprende in fretta e comprende i comandi del suo padrone ma qualche volta non ha voglia di ubbidire. Non ama la solitudine e ama stare al centro dell’attenzione. 2) Pechinese: altezza al garrese sui  15 – 25 cm e come peso può variare dai 2,5 ai 5 kg, questo cagnolino dalle origini cinesi ha una storia nata circa 4000 anni fa. Ha un aspetto assai particolare: è un vero e proprio leoncino in miniatura, dal carattere estremamente fiero. Ama moltissimo il suo padrone e sarà sempre un po' diffidente verso gli estranei.3) Yorkshire Terrier: anche qui dimensioni davvero ridotte, visto che questa razza può pesare al massimo 3 kg. Si tratta di un cane da compagnia e da appartamento tra i più apprezzati, soprattutto tra gli over 65 e dalle famiglie. Vuole continuamente coccole, gli piace stare in compagnia del suo padrone, magari accoccolati su un divano.4) Maltese: la sua si aggira intorno ai 22 centimetri, mentre il peso può variare dai 3 ai 5 kg. Stiamo parlando di uno dei cani più indicati per la vita d’appartamento (anche perchè il suo pelo non è soggetto a muta), uno dei cani da compagnia più famosi del mondo: affettuoso col padrone, vivace e molto intelligente, mantiene – come detto sopra – un certo riserbo.5) Volpino italiano: un quattro zampe tricolore non può mancare tra i cani più piccoli del mondo, e lui arriva al massimo a pesare 5 kg. Il carattere del volpino italiano è docile ma determinato, con un grande attaccamento ai suoi padroni. Si tratta di una razza molto vigile e attenta, dalla spiccata intelligenza e piuttosto territoriale. Proprio per la tendenza a segnalare con l’abbaio la presenza di estranei è stato sovente utilizzato come cane da guardia, a dispetto delle piccole dimensioni.6) Volpino di Pomerania: è un cane da compagnia ideale. È vispo e dotato di una sana curiosità e di una intelligenza acuta. Tuttavia si comporta in maniera così entusiasta quasi solo con il padrone: con gli estranei è spesso diffidente e scontroso, tende ad innervosirsi facilmente e ad abbaiare anche in maniera ossessiva. L’altezza la garrese raramente supera i 25 cm, mentre il peso oscilla dai 3 ai 5 Kg. È un cane piccolo ma ben proporzionato e a suo modo anche tonico e muscoloso.7) Chin: anche lui entra di diritto tra i cani più piccoli del mondo, dal momento che Di norma è lungo circa 25 cm di lunghezza al massimo e pesa sui 3 chili (le femmine anche un po' meno). Più che a un cane assomiglia ad un gatto: il Chin, in quanto a temperamento, ha caratteristiche che lo rendono davvero più simile a un felino che a un lupo. Come i gatti, è un cane molto attento, intelligente e indipendente, è solito usare le zampe per pulirsi il volto, ama riposare su superfici elevate e ha un ottimo senso dell’equilibrio. In più, proprio come i mici, adorano nascondersi un po’ dappertutto, approfittando delle loro piccole dimensioni. Sono cani coccoloni, che si legano molto al padrone ma senza sentirsi mai subordinato.8) Shih Tzu:  26 cm di altezza, per un peso che stenta a superare i 5 kg, questa razza è davvero adorabile, si lascerebbe coccolare per tutto il giorno. Ama stare a contatto con l’essere umano, e ovviamente soprattutto con la sua famiglia, per cui farebbe qualsiasi cosa. Inizialmente con gli estranei – cani e umani – è un po’ diffidente e sospettoso, ma poi si lascia andare a mille giochi senza troppi problemi. E’ anche estremamente intelligente, e nonostante la sua statura è molto coraggiosa. Occhio però, anche lui ha un “difetto” se vogliamo chiamarlo così: è un po’ testardo, una caratteristica che deve essere corretta subito con un addestramento mirato. A quel punto risponderà a qualsiasi ordine impartito con gentilezza e senza gridare.9) Bolognese: altro esemplare di origini italiane, con un'altezza che non supera i 25 centimetri per circa 4-5 chilogrammi di peso. È una razza di origine molto antica, considerando che discende da quei cani “melitensi”, come li chiamava Aristotele, che viaggiavano sulle navi greche e fenicie con l’obiettivo di catturare i topi. Con il suo carattere gioioso e simpatico, questo bichon è un compagno intelligente e affettuoso, che sviluppa un fortissimo legame con le persone con cui trascorre più tempo.10) Piccolo cane leone: arriva all’altezza alla spalla di circa 35 centimetri per un massimo di 8 chilogrammi di peso, e la sua taglia lo colloca secondo alcuni tra le razze toy più grandi. In questa selezione dei cani più piccoli del mondo è già perciò un "peso massimo". E' generalmente un cane felice e allegro, attivo, giocherellone e molto intelligente, tutte caratteristiche che lo rendono un eccellente animale domestico casalingo. La sua affettuosità non sfocia mai nell'invadenza, anche se è necessario non lasciarlo da solo per troppo tempo.11) Chihuahua: con un peso compreso tra 1,5 e 3 Kg, è lui il re dei cani più piccoli del mondo. Il suo fisico però è robusto e compatto.

Età del cane

Età del cane rispetto all'uomo: quanti anni avrebbe se fosse umano

Curiosità Redazione -

Età del cane rispetto all'uomo: come convertirla in anni umani. Quanti anni ha Fido? L'età del cane è una domanda vi sarà stata rivolta molte volte da conoscenti, amici o anche semplici sconosciuti incontrati per strada, che si sono fermati a fare due coccole al vostro quattro zampe. E ogni volta che rispondete ecco che l’interlocutore cerca subito di fare un rapido calcolo a mente per capire quale sia l’età del cane rispetto all'uomo, mentre il pet vi guarda con occhi dubbiosi, per sua fortuna ignaro di tutto questo. Certo, perché se chiedere gli anni ad un umano, soprattutto ad una signora, non è proprio una galanteria – specialmente quando a farlo è uno sconosciuto – sembra che la domanda sull’età del cane sia proprio irrinunciabile… Ma come si fa a conteggiare il valore dell’età del cane con l’equivalente umano? Diciamo che un metodo univoco e scientificamente dimostrato ancora non esiste, anche se ci sono diverse tabelle di correlazione che si discostano l’una dall'altra, pur rendendo a grandi linee l’idea di quanto sia vecchio Fido.Età del cane rispetto all'uomo: i metodi di calcolo Anzitutto la tradizionale credenza popolare per cui 1 anno del cane sarebbe uguale a 7 anni nell’uomo non è corretta: già il primo anno di vita dei nostri amici pelosi va escluso da questo calcolo e considerato a sé. È evidente a chiunque infatti che un cane di 1 anno, che è già sessualmente maturo, è ben diverso da un bambino di 7 anni ancora in piena infanzia, ma è più simile forse ad un adolescente intorno ai 15 anni. Inoltre l’età del cane varia anche in base alla razza: è risaputo che i cani di taglia piccola tendono a vivere più a lungo rispetto a quelli di taglia grande, quindi per i primi gli anni procedono in un certo senso più a rilento che per gli altri. Al di là delle varie metodologie di conteggio dunque, per non incappare in grossolani errori, ci si può limitare a suddividere l'età del cane nelle varie fasi della sua vita, senza scendere nel dettaglio di calcoli approssimativi o, a volte, troppo dettagliati. In questo modo:la fascia d’età che va dalla nascita del cane ai 2 anni circa corrisponde all’infanzia; dai 2 anni fino agli 8/9 anni si ha la maturità (più o meno corrispondente al periodo che va dai 30 ai 50 anni umani); dai i 9 anni in poi inizia la Terza età, che prosegue fino quasi ai 12 anni (fino approssimativamente ai 75-80 anni per l’uomo); dai 13 anni in avanti si è in piena vecchiaia (dai nostri 80 anni in su).A proposito di età del cane, vi siete mai domandati quanto è vissuto il cane più anziano del mondo? Con l’avanzare della scienza veterinaria e la maggiore attenzione per la salute dei nostri amici a quattro zampe, la vita media dei cani si è allungata. Ci sono diversi cani che si contenderebbero il primato del più anziano al mondo: il padrone australiano della meticcia Maggie sostiene che la cagnolina avrebbe quasi 30 anni, ma purtroppo non possiede alcuna “prova” dell’anno di nascita del cane. Alla stessa età sarebbe arrivato anche l’italianissimo Briciola, un incrocio simil-Chihuahua, adottato in Veneto dalla sua padroncina, allora quattordicenne, che lo avrebbe accudito per trent’anni. Anche in questo caso non ci sono carte che dimostrino il traguardo raggiunto, ma l’importante per i loro proprietari è averli avuti così a lungo al proprio fianco. Se ti è piaciuto questo articolo, potrebbe interessarti anche questo:Quanto vive un cane? Vita media di un quattro zampe

I cani ci allungano la vita? ecco la risposta di recenti studi universitari

Curiosità Redazione -

È vero che la presenza di un amico a quattro zampe accanto a noi può allungarci la vita? Alcuni recenti studi suggeriscono di sì. Nel commentare questa notizia dobbiamo tenere conto di alcuni aspetti strettamente "fisici" ed altri prettamente emotivi. Ma andiamo con ordine. Chi ha effettuato lo studio in questione? Si tratta di una ricerca scandinava. Nella fattispecie svedese. L’Università di Uppsala, infatti, a portato a termine uno studio legato alla presenza di un amico peloso nelle cose di milioni di concittadini svedesi.I ricercatori universitari sono arrivati ad analizzare oltre 3 milioni di casi. A livello pratico, lo studio è stato favorito dal fatto che in Svezia il possesso di un cane deve essere scrupolosamente monitorato dallo Stato: il padrone deve segnalare e registrare l'animale, oltre che effettuare ciclicamente una serie di controlli e aggiornamenti sullo stato di salute di quest'ultimo.Di conseguenza gli studiosi non hanno fatto fatica ad individuare con esattezza il target di riferimento delle statistiche e a circoscrivere correttamente la ricerca tra le persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni.Che cosa è venuto fuori? Il cane allunga effettivamente la vita. Da un lato perché porta le persone a condurre uno stile di vita meno sedentario, dovendo portare fuori il proprio amico peloso. Si attenuano così i dolori cardiovascolari (dell'11%) e altresì diminuiscono i casi di morti premature (del 33%).Certo, si tratta di una statistica che non può essere presa alla lettera o interpretata pedissequamente, tuttavia si tratta di indizi importanti. Fondamentale prendere in considerazione anche la componente emotiva, ovvero il fatto che l'affetto di un amico a quattro zampe giova sicuramente all'umore dei padroni, suscitando una reazione a catena sul loro fisico.Oltre a salvarci la vita compiendo molto spesso atti eroici, dunque, i cani sono anche in grado di migliorare il nostro tenore di vita? Voi cosa ne dite?Potrebbe interessarti anche "Avere un animale in casa fa bene: tutti i benefici".

cani e bambini

Cani adatti ai bambini: esistono razze che vanno meglio?

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Esistono cani adatti ai bambini maggiormente rispetto ad altri? Ogni genitore si trova prima o poi dinnanzi alla scelta se prendere o meno un cane che cresca insieme al proprio figlio. A nostro avviso ogni bambino dovrebbe crescere avendo un cane, conoscendo l’affetto che questi animali sanno dare e imparando valori come il rispetto e la lealtà. Valori che di sicuro i nostri amici a quattro zampe sanno dispensare ampiamente. Ma ogni genitore che decide di prendere un cane si pone la fatidica domanda: quali sono i cani più adatti ai bambini? E’ vero che ci vuole, a prescindere dalla razza del cane, buonsenso quando iniziamo a far interagire cani e bambini ma è altrettanto vero che alcune razze sono più calme di altre e hanno un istinto materno più sviluppato capace di farli rapportare meglio con i nostri bambini, ed è altresì vero che anche i bambini vanno educati ad avere a che fare con i cani. Se riusciamo in questo assisteremo alla nascita di un rapporto davvero speciale. Cani e bambini hanno la capacità di voler bene senza maschere e senza pregiudizio alcuno ed è questo che rende quel rapporto così meraviglioso.Cani adatti ai bambini: ci sono razze che vanno meglio rispetto ad altre? Quando si vuole accogliere un cane da far crescere con il proprio figlio è bene considerare le peculiarità tipiche delle varie razze così da confrontarle anche con le nostre abitudini familiari. Prendendo coscienza del fatto che in presenza di bambini molto piccoli la socializzazione con il cane deve avvenire sempre in presenza di un genitore, possiamo affermare che ci sono razze canine che possono risultare più adatte ad avere ad avere a che fare con loro. Se il bambino ha un’età inferiore ai cinque anni sarebbe meglio scegliere cani di taglia ridotta come ad esempio il Maltese, il Chihuahua, il Carlino, il Bassotto, il Pinscher. Se al contrario, i bambini hanno più di sei anni si può optare per cani di taglia un po’ più grande ma dal carattere davvero molto mansueto come Labrador, Shar pei o Golden Retriever per passare poi al Border Collie o al Terranova se si desiderano cani di taglia ancora più grande. Se non avete nessuna idea su quale razza far ricadere la vostra scelta allora potete rivolgervi ad un esperto che saprà consigliarvi al meglio. Detto questo mi sento di esprimere un altro pensiero. Cani e bambini avranno un rapporto speciale se gli permettiamo di far crescere quel rapporto con serenità e naturalezza. Abbiamo detto che in questo rapporto è fondamentale scegliere un amico peloso che sia il più sicuro possibile per il nostro bimbo ma non dobbiamo dimenticarci del cane. E’ anche a loro che dobbiamo pensare. Un ambiente sereno renderà il cane più tranquillo e fiducioso permettendo che le caratteristiche di socievolezza del cane vengano ampiamente in superficie. Alcune persone scelgono anche dei cani appartenenti alle cosiddette razze pericolose e molto più spesso di quanto si pensa, il rapporto tra questi cani e i bambini non presenta problemi a testimonianza del fatto che non sono i cani ad essere cattivi ma i padroni che non sanno garantire loro il giusto ambiente familiare in cui crescere.

Cani da salvataggio: angeli custodi a quattro zampe

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Lavorano ogni giorni a fianco dell'uomo: stiamo parlando dei cani da salvataggio, affidabili e fedelissimi soccorritori. Le luci dei riflettori si accendono per loro solo nei casi di grande tragedie o per recuperi spettacolari, ma i cani da salvataggio, lavorano ogni giorno a fianco dell’uomo. In montagna, al mare e nei casi di grandi calamità naturali, loro sono affidabili collaboratori e soccorritori impareggiabili.Le unità cinofile appartengono a razze particolarmente adatte a queste mansioni da un punto di vista fisico e caratteriale. Questi cani vengono formati ed addestrati per affinare le loro capacità naturali e per rimanere concentrati sull’obiettivo da portare a termine senza farsi distrarre dalla confusione o dalla paura, che usualmente domina le situazioni difficili nelle quali si trovano ad operare.Sono un tutt’uno con l’operatore che lavora con loro, e per chi si ritrova ad essere soggetto salvato, diventano veri e propri angeli custodi. Cani da salvataggio: razze canine Alcune razze canine hanno delle caratteristiche attitudinali e fisiche che li predispongono a diventare cani da salvataggio.Ma con il tempo, si è parzialmente superato il concetto di razza dedicata a favore di un approccio nel quale si privilegia una complessità di elementi: caratteristiche peculiari del soggetto, carattere dei genitori, educazione, propensione all’addestramento, razza e intesa con il padrone.La razza canina diventa solo una delle variabili, di un mix complesso, che porta all’individuazione di un buon cane da salvataggio.Il cane da salvataggio deve dimostrare durante la formazione: un carattere equilibrato, essere dotato di resistenza per far fronte alla fatiche delle operazioni nelle quali verrà impiegato, la socievolezza necessaria al rapporto continuo con l’uomo ed un affiatamento simbiotico con il suo operatore.I cani da salvataggio vengono impiegati su larga scala, dal mare alle montagne fino alle zone colpite da calamità naturali (alluvioni, terremoti) ma appartengono tutti al gruppo volontari della Protezione Civile. Cani da salvataggio acqua I cani da salvataggio in acqua nascono ufficialmente nel 1988, con la prima coppia cane-padrone che ha fatto la storia di questi volontari in Italia. Il binomio era costituito dall’operatore Ferruccio Pilenga e dal cane Mas.Oggi proprio Ferruccio ha fondato La Scuola Italiana Cani Salvataggio SICS,  la più grande organizzazione nazionale dedicata alla preparazione dei cani e dei loro conduttori.L’obiettivo principale è l’addestramento al salvataggio nautico dei cani di tutte le razze, purché abbiano spiccate doti di acquaticità e un peso superiore ai trenta chili.Le possibilità delle Unità Cinofile in acqua in acqua sono sbalorditive:possono effettuare la rianimazione in acqua, impossibile senza l’aiuto del cane. I cani da salvataggio raggiungono performances notevolissime di potenza e resistenza: un cane da salvataggio è capace di trainare un battello con a bordo fino 30 persone, e di effettuare prove di resistenza di nuoto su distanze comprese tra i 300 mt. e i 4 Km in cui cane e conduttore nuotano insieme fianco a fianco per creare una perfetta sinergia. Imparano a viaggiare sulle moto vedette della capitaneria di porto. Sono in grado di lanciarsi dall’elicottero.La scuola organizza corsi per istruttori e cani rilasciando, dopo un apposito esame, il Brevetto di salvataggio SICS.I cani da salvataggio in acqua devono avere spiccate doti natatorie, le razze più idonee sono quindi: Terranova, Landeseer e le tre tipologie di Retriever (Flat Coated, Golden e Labrador). Cani da salvataggio in montagna I cani da salvataggio in montagna sono anche detti cani da valanga ed hanno una lunga storia. Venivano impiegati anche prima del XX secolo, ma il precursore e capostipite dei cani da salvataggio in montagna è Barry: esemplare di San Bernardo, vissuto sulle Alpi Svizzere  ad inizio ‘900, divenne leggendario.Addestrato dai monaci del Passo del Gran Paradiso, si rese protagonista di centinaia di salvataggi e morì in servizio. Tale fu l’ammirazione per questo cane che la popolazione decise di imbalsamarlo ed esporlo al Museo di Storia Naturale di Berna dove tuttora lo troviamo.Le razze classicamente impiegate nel soccorso alpino sono: San Bernardo, Pastore Tedesco e Pastore belga Malinois, ma anche Retriever e Collie.L’addestramento del cane da salvataggio inizia verso i 7 mesi d’età, ed è una formazione lunga e complessa. Il training del cane da salvataggio su neve è volto ad affinare le capacità olfattive: deve riuscire a fiutare la presenza di superstiti sotto la neve, ed a sviluppare un rapporto perfetto con il conduttore.La coppia si troverà ad operare in luoghi impervi e pericolosi, anche di notte, per questo la loro intesa deve essere collaudata.In Italia i corsi vengono svolti dalla Scuola Unità Cinofile Ricerche in Valanga che fa parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Cani da salvataggio: unità cinofile di soccorso La Protezione Civile impiega le unità cinofile anche in caso di catastrofi. Questi cani svolgono una ventina di interventi l’anno per la ricerca di persone disperse in superficie e il loro contributo è indispensabile per sperare di trovare i soggetti ancora in vita.L’anno scorso si sono resi protagonisti dei soccorsi nella triste occasione del terremoto in Abruzzo.Come per tutti i cani di cui abbiamo parlato in precedenza, non esiste una razza maggiormente predisposta, anche i meticci possono essere ottimi cani da soccorso.Dal punto di vista strutturale, il cane deve avere una stazza media per potersi muovere con facilità in tutte le condizioni: superficie e macerie. Dal punto di vista caratteriale invece devono essere: socievoli, curiosi, reattivi agli stimoli ed avere un ottimo rapporto con il conduttore.L’ Acdc Addestramento Cani da Catastrofe si occupa della formazione teorica e pratica delle Unità Cinofile, e dei futuri volontari che devono essere in grado di: leggere carte topografiche, avere pratica dell’uso delle radio e dei sistemi Gps, affrontare la gestione di una ricerca in una zona ben delimitata, avere delle nozioni base di primo soccorso e approccio con la persona in difficoltà, avere nozioni di primo soccorso veterinario.Il percorso prevede quindi una formazione specifica per uomo e cane che non termina con l’abilitazione. Le unità cinofile di soccorso continuano costantemente l’addestramento, simulando ogni week end interventi operativi, partecipano a tutte le simulazioni della Protezione Civile e per mantenere l’operatività sono soggetti ad esami ogni 6 mesi.I cani da salvataggio sono veri e propri eroi del quotidiano, che mettono a disposizione le attitudini migliori del cane, per salvare vite umane.

La storia di bobby: ha vegliato per 14 anni la tomba del suo padrone

Curiosità Redazione -

Bobby è lo Skye Terrier di Edimburgo che ha conquistato gli abitanti della città con un' incredibile e commovente storia di fedeltà e affetto per il suo compagno inseparabile. La storia di Bobby arriva dalla Scozia e risale alla metà del 1800, esattamente quando nel 1856 il padrone John Gray e la sua famiglia si trasferiscono a Edimburgo. John lascia un impiego da giardiniere e inizia a lavorare per la polizia, come guardiano notturno delle strade di Edimburgo.La notte è lunga ma in compagnia di un buon amico diventa più facile affrontarla, il tempo scorre più velocemente. Il nostro guardiano incontra così un amico davvero speciale, il piccolo skye terrier: lo acquista nel 1856, John venne catturato immediatamente dal simpatico cagnolino e non se ne separerà mai più.John usciva ogni sera in compagnia di Bobby che diventa il suo compagno di lavoro, tutti gli abitanti della città li conoscevano. Hanno sorvegliato per ben due anni le strade di Edimburgo facendo tutte le sere coppia fissa, camminavano nel cuore della notte e spesso anche al freddo.In quei tempi fare il guardiano significava girare a piedi ed essere esposto al clima rigido soprattutto in inverno. Purtroppo le condizioni di lavoro, il clima delle fredde notti trascorse per strada, fecero ammalare John, che contrasse la tubercolosi e morì nel 1858.Venne sepolto nel cimitero francescano di Greyfriars Kirkyard, dove non rimase mai solo perché il suo amico fedele ha continuato ad accompagnarlo anche al di là della vita. Bobby ha proseguito a fare il guardiano ma questa volta vegliando sulla tomba del padrone per ben 14 anni.Il custode del cimitero ha provato inutilmente ad allontanare il cane, che non ne ha mai voluto sapere di abbandonare il suo affezionato padrone. Il sindaco, stupito dall’affetto del cagnolino verso il suo padrone, decise di regalare al piccolo Bobby un collare con un’iscrizione che dava diritto al cane di entrare nel cimitero a far visita al padrone.Bobby conquistò il cuore di tutti i cittadini Bobby si allontanava dal cimitero solo per recarsi a mangiare presso una locanda dove era solito ad andare con John. I gestori, vedendo tornare il cane, hanno continuato a dargli da mangiare e hanno provveduto a riempire la sua scodella come se non fosse cambiato nulla.Gli inverni più freddi li trascorreva nelle case dei vicini che erano ben contenti di accudire Bobby e dargli un giaciglio più caldo nell’attesa delle primavera. Il piccolo Bobby trascorsa la notte, tornava tutte le mattine puntuale sulla tomba del suo. Nel 1867 una legge imponeva di abbattere tutti i cani randagi in circolazione e Bobby, che non aveva più padrone, era destinato alla soppressione.Il direttore della società scozzese per la prevenzione della crudeltà sugli animali, Sir William Chambers, si assunse la responsabilità del piccolo cagnolino e pagò per rinnovare la proprietà del cane: si dichiarò suo padrone davanti al consiglio cittadino per evitare che venisse abbattuto.Bobby ha commosso tutti i cittadini di Edimburgo, che davanti a questa grande storia di affetto e fedeltà, hanno deciso di costruirgli una cuccia vicino al suo padrone. Non lo ha mai lasciato: ha continuato a vegliare su di lui allontanandosi solo per l’ora di cena. Gli animali ci insegnano che i legami vanno oltre qualsiasi barriera Bobby raggiunge il suo padrone il 14 gennaio del 1872, muore a 16 anni e viene sepolto vicino al cimitero perché in terra consacrata è vietato ospitare tombe di animali. Bobby si trova tutt’ora vicino al cimitero di Greyfriars Kirkyard all’angolo occidentale di George IV Bridge.La sua storia vive per le strade di Edimburgo come grande esempio di affetto e fedeltà. Ad un anno di distanza dalla sua morte gli fu dedicata una statua di dimensioni reali e una fontana asciutta, volute dalla filantropa Angela-Burdett-Coutts. Nella sua lapide troviamo le seguenti parole “Che la sua lealtà e la sua devozione siano un esempio per tutti noi”.Il piccolo sky terrier è l’ennesimo esempio di quanto gli animali senza parlare riescano a comunicare il senso di affetto per il loro padrone, ad insegnarci la purezza dei legami, l’amicizia sincera e profonda. La storia di Bobby è di una bellezza tale che ha ispirato la scrittura di libri e attirato l’attenzione di case cinematografiche.Walt Disney trasformò la storia di questo piccolo Grey terrier in un film sui cani “Greyfiars Bobby”. Ogni anno i tanti visitatori che passano dalla città di Edimburgo non possono non far visita alla statua di Bobby per contribuire a mantenere vivo il ricordo di questa storia e perché no a tenerla anche come esempio di vita.Lo skye terrier è una delle razze di cani più antiche provenienti dalla Scozia: è caratterizzato da un miscuglio di razze. Sembra che l’origine di questo cane sia nell’arcipelago delle Ebridi, dove c’è un’isola che probabilmente gli ha dato il nome.E’ difficile risalire alle origini di questo simpatico cane: alcuni storici narrano la leggenda di un naufragio di una nave spagnola al quale sopravvissero pochi esemplari di Bichon, una razza spagnola che incrociandosi con il terrier del posto avrebbe originato il Greys terrier.Gli storici sarebbero quasi sicuri di questa teoria, a parte qualche piccola incongruenza e una storia simile che narra sempre del naufragio di una nave spagnola, questa volta in Irlanda, dal quale si sostiene sia nato il terrier irlandese. Il greys terrier è una razza di piccola taglia, con una forma allungata: il cane è caratterizzato da orecchi eretti ed ha il pelo molto lungo.La sua caratteristica è il carattere, molto simpatico, tanto da aver fatto innamorare tante persone che lo hanno adottato come cane da compagnia. Bobby con la sua storia ha fatto anche conoscere la sua razza. Il piccolo Grey terrier è stato un cane speciale da meritarsi una statua che testimoni e ricordi tutti i giorni a coloro che la osservano che l’amicizia, i legami e gli affetti vanno oltre qualsiasi barriera: i cani continuano a insegnarci valori che a volte noi uomini dimentichiamo.

passeggiata con il cane

Passeggiata con il cane: regole e consigli per trascorrerla al meglio

Curiosità Redazione -

La passeggiata con il cane dovrebbe essere per il padrone e per il pet uno dei momenti più piacevoli della giornata. di Lavdie Sijani - La passeggiata è sempre il modo migliore per fare in modo che il nostro cane compia esercizio fisico. Possiamo aggiungere disciplina, un po' di affetto e stabilire delle regole. Una volta imparato a padroneggiare tutto questo avremo scoperto il modo più gratificante e produttivo per migliorare il nostro rapporto con il nostro cane. Allora l'esercizio, la disciplina e l'affetto devono essere forniti in questo ordine per avere un buon rapporto con il nostro cane. Il modo migliore in assoluto per far sì che il nostro cane compia esercizio e impari la disciplina è comunicargli questo attraverso la passeggiata.Per poter rendere quindi la passeggiata produttiva e creare un legame con il nostro cane, ricordiamo sempre che siamo noi il leader. Questo vuol dire che saremo noi il capobranco, e cammineremo sempre davanti al nostro cane. Di grande aiuto, per fare in modo che ciò avvenga, è il guinzaglio corto con il colletto nella parte superiore del collo del cane. Da qui possiamo avere il massimo controllo. Bisogna tenere il braccio che tiene il guinzaglio verso il basso e rilassato. Il guinzaglio deve essere allentato. Non bisogna afferrarlo saldamente perché questo trasmetterebbe energia tesa, facendo sì che il cane tiri il guinzaglio verso il basso. Una cosa da evitare per la passeggiata sono i cablaggi, in quanto tendono ad incoraggiare i cani a tirare. Mentre sono da preferire guinzagli di qualsiasi tipo di piombo con una lunghezza variabile, in quanto ci fanno controllare meglio l'andamento del nostro cane.Passeggiata con il cane: concentriamoci sul nostro quattro zampe Lo strumento più importante della passeggiata rimane però sempre la nostra calma e la nostra energia assertiva che trasmettiamo al nostro cane. Deve essere un atteggiamento di trasformazione che incoraggia in realtà il nostro cane a seguirci. Questo significa anche che dobbiamo essere pienamente presenti per il nostro cucciolo. La passeggiata non deve essere il momento in cui mandiamo SMS o chattiamo con il telefonino. Anche il cane deve essere presente per noi. Poter andare in giro ad annusare e fare pipì devono essere premi che il nostro cane si deve guadagnare. Così nella prima parte della passeggiata bisogna tenerlo in costante movimento e noi dobbiamo imitare il movimento in avanti del capobranco in cerca di cibo. Dopo aver stabilito quali sono i ruoli ed aver istituito un buon equilibrio di guida (noi) e calma ed aver fatto capire al cane che invece è sottomesso, ci si può rilassare un po' lasciando che il nostro cane annusi tranquillamente il territorio o segni, a modo suo, il paesaggio. Un 'altra abilità per poter padroneggiare la passeggiata al meglio, è quella di prestare attenzione agli altri camminatori con il cane che si trovano ad una certa distanza. Se vediamo che il loro cane cammina davanti al padrone tirando e l'energia della persona sembra ansiosa più che assertiva e notiamo anche un linguaggio del corpo debole ed incerto, è possibile che il loro cane esibisca un comportamento indesiderato nel caso in cui lo dovessimo incontrare. In quel caso sarà meglio per noi ed il nostro cane evitare tale incontro. Affinché la passeggiata con il cane sia davvero divertente e rilassante però ci sono alcune regole di buona educazione, di buon senso, ma anche prescritte dalla legge, che occorre osservare: anzitutto i quattro zampe devono essere tenuti al guinzaglio per strada e in tutti i luoghi pubblici e la lunghezza massima del guinzaglio deve essere di un metro e mezzo. Quello allungabile non è consigliabile, a volte neanche per cagnolini di piccole dimensioni, perché non consente di avere alcun controllo sul cane, il che può essere dannoso sia in caso incontri un altro suo simile con il quale “non corre buon sangue” sia in caso cammini in una strada carrabile, perché c’è il rischio che possa essere investito da un’auto senza che il padrone riesca ad indirizzare significativamente la direzione del proprio pet. La legge consente di lasciare i cani liberi di correre e saltare soltanto nelle aree e nei parchi dedicati a loro o nei luoghi non aperti al pubblico. Anche se siete convinti che il vostro cane sia assolutamente buono, non è una valida ragione per lasciarlo libero indiscriminatamente intanto perché il vostro non è l’unico quattro zampe in circolazione e non sapete mai chi può incontrare e anche perché tutti i cani, per quanto tranquilli e bonaccioni, possono sempre trovarsi in una situazione che, magari per paura, può indurli ad assumere un atteggiamento di aggressione. La museruola deve essere portata con sé, ma non necessariamente indossata: non è vero, come sostengono alcuni padroni di micro-cani o persone con la fobia per i quattro zampe, che i cani di grossa taglia debbano portare la museruola perché potenzialmente pericolosi; la legge dice chiaramente che vige l’obbligo di indossare la museruola solo nel caso di rischio per l’incolumità di persone o animali o su richiesta delle Autorità competenti. Una regola da osservare sempre, non solo perché ce lo chiede la legge, ma anche perché è la buona educazione ad imporlo, è quella di uscire sempre forniti di sacchetti igienici per raccogliere le deiezioni del vostro pet; se non lo fate potreste trovarvi a dover pagare una multa anche di 300 euro.Passeggiata con il cane: come trascorrerla senza tensioni Durante la passeggiata con il cane è bene tenere in considerazione alcuni aspetti del comportamento canino che dovete conoscere per evitare che gli incontri con gli altri quattro zampe possano trasformarsi in un evento poco piacevole. Non bisogna pensare né pretendere che tutti i cani vadano d’accordo tra loro: è normale che soprattutto i maschi adulti possano non provare simpatia gli uni per gli altri. Quando siete a spasso col vostro cane dunque rispettate le sue preferenze: se il vostro quattro zampe proprio non ne vuol sapere di fare conoscenza con qualche suo simile, non forzatelo tirando il guinzaglio per farlo avvicinare all’altro; potreste scatenare delle zuffe che rovinerebbero la vostra passeggiata. Allo stesso modo guardatevi da quei padroni che vogliono far socializzare il proprio cane a tutti i costi, perché molti cani possono considerare come un’invasione di territorio che un proprio simile si avvicini troppo, quindi evitate l’incontro e proseguite diritti per la vostra strada.

La storia del cane balto è reale e folle

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Balto è l'eroe a quattrozampe che salvò l'Alaska: la sua storiadi Lavdie Sijani - Il film d'animazione “Balto” è stato ed è uno dei cartoni animati preferiti dai bambini, sino da quando è uscito nel 1995. La sua storia tiene i bambini affascinati davanti allo schermo per 2 ore di fila con le avventure di tutti quei cani e la neve bianca. Ma in realtà la storia di “Balto” (un Siberian husky) è basata su una vicenda realmente accaduta. Nel film, Balto è un affascinante ma socialmente emarginato cane lupo che vive in una remota città dell'Alaska chiamata Nome. I suoi unici amici sono un'oca di nome Boris e un paio di orsi polari goffi chiamati Muk e Luk. Una notte, tutti i bambini di Nome si ammalano di difterite e l'unico medico della città ha finito l'antitossina. Il medico così ordina un carico di medicinali da Juneau. Ma una tempesta invernale di neve rende impossibile il trasporto sia per via aerea che per mare. La città allora decide di inviare una squadra di cani da slitta via terra per recuperare la medicina. I cani devono percorrere 600 miglia e per stabilire quali sono i cani più adatti per compiere la missione viene organizzata una gara. Balto purtroppo viene squalificato perché è un bastardo. Il gruppo di cani raggiunge la città e recupera la medicina con successo. Ma sulla via del ritorno, l'uomo in sella alla slitta perde il controllo del mezzo di trasporto e sviene. Quando Balto si accorge dell'accaduto, ordina alla sua squadra, composta dai suoi tre amici Boris, Muk e Luk, di trovare la slitta. Nonostante il maltempo, gli orsi ed essere caduto in un burrone, alla fine Balto riesce a recuperare la medicina e portare in salvo la slitta nella città di Nome. La medicina salva tutti i bambini e Balto viene acclamato come eroe.Ecco cosa è realmente accaduto nel lontano gennaio 1925 a Nome in Alaska Si era diffusa una epidemia di difterite e per avere l'antitossina sufficiente, l'unico medico della città Curtis Welch, sapeva che avrebbe dovuto recuperarla dalla città di Anchorage, distante da Nome più di 1000 miglia. Gli aerei non potevano volare durante gli inverni in Alaska e allora il medico ordinò di mettere il siero su un treno da Anchorage a Nenana, la città più vicina a Nome raggiungibile in treno. Tra Nenana e Nome ci sono all'incirca 674 miglia di distanza. La città di Nome aveva inviato un gruppo di 150 cani da slitta e 20 uomini per poter prendere il farmaco anti-difterite a Nenana. Ottenere la medicina era la parte più facile. Quello che preoccupava tutti era poterla riportare a casa. I medici stimarono che il siero avrebbe potuto sopportare la brutale temperatura invernale dell'Alaska ( che era scesa a – 60° F) per non più di 6 giorni. Durante il viaggio in slitta , infatti più di uno degli uomini è venuto a mancare per il congelamento e molti dei cani da slitta devoti, sono morti lungo la strada. Alla fine il team rimasto è riuscito a raggiungere Nome in cinque giorni e mezzo. Anche se alcuni degli abitanti perirono per la difterite, l'arrivo della medicina ha fatto esattamente quello che doveva: impedire che si propagasse un focolaio. A quel tempo il mezzo più popolare per dare le notizie, era la radio. E gli uomini con i loro cani arrivati a destinazione erano diventati rapidamente dei personaggi conosciuti da tutti tramite le onde radio. La grande quantità di pubblicità che circondò l'evento fece sì che si rinnovasse l'interesse per la ricerca di un vaccino antidifterico, che è ancora oggi quello utilizzato per prevenire la malattia.  Oggi la controversa statua di Balto si trova nel Central Park di New York. Molte persone credono che un altro cane da slitta, Togo, avrebbe dovuto essere accreditato come eroe. Togo infatti ha attraversato la parte più lunga e più difficile del viaggio, ben 350 miglia. Mentre Balto ne ha percorsi soltanto 53, ed essendo stato il tratto finale, è diventato lui il protagonista, ottenendo, così tutta la successiva fama.

Maltrattamento sui cani

Maltrattamenti sui cani e altri animali: un fenomeno da conoscere e combattere

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Una riflessione sul problema dei maltrattamenti sui cani e altri animali, anche per capire quali sono le pene previste per chi compie simili atrocità. Quante volte abbiamo sentito di storie di maltrattamenti sui cani. E non solo cani badate bene. Sono storie che, a mio avviso, lasciano sconcertati a volte per la loro crudeltà. Parliamo di combattimenti, parliamo di incuria, parliamo di abbandono, di violenza vera e propria. Provo a pensare, a immaginare, cosa spinga un essere umano a perpetrare violenza, fisica e psicologica, su un animale senza che ve ne sia motivo alcuno. Ma non riesco proprio a trovare una motivazione diversa dall’idiozia e dalla cattiveria. Sono da evitare i luoghi comuni, a mio parere del tutto errati, che sostengono che i maltrattamenti sui cani a volte siano necessari per alcuni cani che risultano essere cattivi e che, quindi, meritano questi comportamenti di violenza, “così si danno una raddrizzata”.  Sono una fervente sostenitrice dell’idea che non esiste un cane cattivo, ma solo un cattivo padrone e sono assolutamente convinta che la violenza non si combatta con altra violenza. Forse non ci fermiamo abbastanza a pensare a cosa i maltrattamenti sui cani scatenino sui nostri amici pelosi. Eppure non ci vuole tanto a immaginarlo, se proviamo a metterci nei loro panni. Alcuni animali diventano violenti, perché in qualche modo anche loro devono provare a difendersi, esattamente come faremo noi, altri li rendiamo paurosi, togliendogli quella vitalità e forza d’animo che è tipica di qualsiasi razza canina. Alcuni li lasciamo morire di fame e dolore. Non so a voi, a me capita sempre di non voler leggere articoli che descrivono in modo crudo i maltrattamenti sui cani, perché da amante degli animali quale sono, mi si stringe il cuore ogni volta. Invece è bene leggerli, è bene informare e informarci perché quando decidiamo di prendere un cane, o comunque un animale, siamo coscienti di cosa succede al nostro amico se poi decidiamo che il “ giocattolo non ci diverte più” e diventa un impiccio. Siamo coscienti di quanta cattiveria può esserci nell’animo umano e, se ci rendiamo conto di non essere più che pronti ad amarlo e a prenderci cura di lui fino alla fine della sua vita, allora è meglio che lasciamo perdere e ci limitiamo a qualche carezza ai cani che incontriamo al parco quando andiamo a fare una passeggiata. Un cane è un essere vivente e come tale merita il nostro rispetto e il nostro amore. I maltrattamenti sui cani non sono un gioco, sono una cosa seria e molto grave e quando ci avviciniamo a questo argomento è bene farlo con coscienza.Maltrattamenti sui cani e altri animali: cosa dice la legge Il maltrattamento sui cani e su altri animali in genere, in diritto penale, è affrontato dall’articolo. 544-ter del codice penale ai sensi del quale:Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell'animale.La giurisprudenza ha chiarito che per parlare di reato non è necessario arrivare a lesioni fisiche, ma è sufficiente la sofferenza degli animali, poiché la norma mira a tutelarli in quanto esseri viventi in grado di percepire dolore, anche nel caso di lesioni di tipo ambientale e comportamentale (mancanza di cure, inedia, ecc). Siamo tutti tenuti a denunciare reati di maltrattamenti sui cani e sui altri animali in genere, rivolgendoci alle autorità competenti: carabinieri, polizia, corpo forestale, che si avvarranno di associazioni animaliste o di entri appositamente preposti per la tutela dell’animale. Se il maltrattamento è in corso è possibile chiedere telefonicamente un intervento urgente di modo che le autorità possano procedere al sequestro dell’animale ai sensi dell’articolo 321 del Codice di procedura penale e il già citato articolo 544 del Codice Penale. Non chiudiamo gli occhi se siamo testimoni di un maltrattamento sui cani o altri animali, perché così facendo contribuiremo solo a farli soffrire ulteriormente.Maltrattamenti sui cani e altri animali: le sentenze della giurisprudenza. In passato la Corte di Cassazione si è espressa diverse volte a proposito di maltrattamenti sui cani o altri animali, vediamo insieme alcuni casi:Cane legato a catena/corda troppo corta? E' maltrattamento: art. 544-ter C.Penale (Cassazione n. 26368/2011) Maltrattamento legare il cane al sole (Cassazione n. 20468/2007) Reato lasciare cane chiuso in auto al sole (Cassazione n. 175/2008) Se per allontanare un animale, lo si colpisce con un corpo contundente (pietre, bottiglie etc.) causandogli danno, si ha una responsabilità per colpa rilevante esclusivamente in sede civile (Cass. 3° Sez., sentenza del 1 marzo 1953). Il deterioramento dell'animale può essere permanente o transitorio, per cui anche una lesione guaribile in breve tempo è riconducibile a reato (Cass., sentenza del 27 giugno 1958) Per lo stesso motivo (transitorietà) sussite reato anche nel caso di applicazione dolosa dell'animale (nel caso della sentenza, era un cavallo da corsa) di farmaci ipnotico-sedativi usati per deteriorare utilizzabilità e rendimento dell'animale stesso (Pretura di Roma - 29 maggio 1973) Perché non sussista il reato stabilito dall'art. 638 C.P. , è necessario che ci sia un danno o pericolo in atto imminente e non sia possibile evitarli senza uccidere o dannegggiare l'animale altrui (Cassazione, sentenza del 26 gennaio 1977).

Beagle

La provenienza e la nascita delle razze di cani: come nascono tutte queste diversità?

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La provenienza e la nascita delle razze di cani: un dilemma difficile da risolvere. di Sijani Lavdie - Capire l'esatta provenienza della nascita della razza di un cane risulta complicato tanto quanto quella dell'origine del cane. Il nostro fedele amico, che sia piccolo o grande, affonda le proprie radici in antiche e molteplici razze mischiatosi poi tra loro. Il più delle razze che oggi conosciamo come “pure”, altro non sono che il risultato di miscele di parentela, degli incroci tra cani avvenuti nel corso degli anni. Evidenziamo quindi il fatto che la maggior parte delle razze riconosciute a livello mondiale nel corso degli ultimi cento anni o più, sono state create. Non sono nate. In pratica una nuova razza non può essere “scoperta”e ancor meno trovarsi in natura allo stato selvatico. Facciamo spesso l'errore di credere che “pedigree” sia sinonimo di razza pura, ovvero senza legami di nessun tipo con altri tipi di cane. E ahimè, purtroppo non é così! Anche le razze di cane con un pedigree riconosciuto hanno alle loro spalle incroci con miscugli di altre specie più anziane e dalle più diverse.Come sappiamo se il nostro cane è di razza oppure no? Diciamo che la parola “pedigree” potrebbe indurci in inganno, facendoci pensare che sia una sicurezza riguardo alla purezza della razza del nostro cane. In realtà il pedigree è semplicemente un certificato d'iscrizione ai Libri Genealogici. In questo documento vengono riportati i dati anagrafici di un cane come la razza, la genealogia, data di nascita, genitori, nonni, bisnonni e trisnonni. Inoltre vengono riportati i dati anagrafici dell'allevatore e del proprietario. Mentre sappiamo chi sia stato ad allevare la mamma, al momento della nascita del cucciolo, non viene fatto nessun tipo di controllo su chi sia realmente il padre. In Italia ci affidiamo alla parola e all'onestà dell'allevatore in questione. In pratica, il pedigree altro non è se non la decisione di un ente riconosciuto a livello nazionale ad approvare la nascita di una nuova razza ritenuta pura, secondo gli standard stabiliti da ogni paese. Infatti in Italia chi si occupa di rilasciare il certificato d'iscrizione del nostro cane, è il famoso ente ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana). Mentre in alcuni paesi esteri (ad esempio Inghilterra, Honduras, Costa Rica, ecc), un analogo compito spetta al Kennel Club. Si tratta di un' organizzazione che si trova in numerose parti del mondo, alla quale fanno parte diverse autorità con il compito di riconoscere ed approvare lo status di pedigree ad ogni tipo di cane. Ogni ente impiega standard di valutazione della razza in modo diverso. Non è detto, difatti, che lo stesso cane riconosciuto in un paese possa necessariamente essere riconosciuto come cane di razza in un altro paese. In altre parole, ciò che rende il nostro cane un esemplare di razza è la possibilità di rintracciare la sua discendenza tornando indietro di diverse generazioni sia dalla parte della mamma che dalla parte del padre. Ed essere quindi in possesso di un documento ufficiale per poterlo dimostrare, ovvero il suo pedigree.Vediamo insieme le origini del nome di alcune razze di cane Finora ci siamo soffermati a distinguere se un cane fosse o meno di razza, mentre risulta molto interessante scoprire il perché un determinato tipo di razza ha poi preso quel particolare nome. Qui riportiamo solo alcuni brevi esempi. Akita: questa razza giapponese prende il nome dalla prefettura del nord – ovest di Honshu, dove si pensa abbia avuto origine. Chiamato anche Akita inu (letteralmente “cane Akita”). Beagle: la storia sull'origine esatta della parola “beagle” è assai curiosa. Si pensa che il loro nome risalga al 16° secolo quando a questi cani si associò la parola francese “becguele” (persona rumorosa) dato il frastuono dei loro ululati durante le battute di caccia. Dobermann: questo cane deve il suo nome al suo primo allevatore che si chiamava Ludwig Dobermann (1834 – 1894). Era un esattore tedesco del 19°secolo. Jack Russel: il loro nome, invece, deriva da Jack Russell; un parroco inglese, soprannominato anche “The Sporting Parson” visto che, nella prima metà del 19° secolo, ha iniziato ad allevare terrier per sport.

Storia e origini dei cani: la loro evoluzione nel corso dei secoli

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Le origini dei cani sono da ricercare nei loro antenati lupi, ma il rapporto d'amore che ci lega a loro è il frutto di secoli di evoluzione.di Sijani Lavdie - Chissà quanti di noi, guardando i nostri amici a quattro zampe, si sono chiesti da dove abbiano avuto origine questi splendidi “partner” da compagnia. Ebbene, pur non sembrando, dato il loro comportamento affettuoso e docile, questi meravigliosi alleati discendono dai più anziani lupi. Ancora prima che gli uomini mungessero le mucche, allevassero maiali, inventassero l'agricoltura, la parola scritta e avessero case fisse, e sicuramente prima di avere i gatti, hanno avuto i cani. Il risultato di tale ricerca è stato affermato da uno studio della University of Oxford con la collaborazione di scienziati di tutto il mondo. Di fatto pensare di poter addomesticare un lupo, non è un'impresa così elementare. I lupi di certo non sono animali semplici da domare, perfino da cuccioli. L'idea è che questo processo si sia sviluppato, lentamente, giorno dopo giorno, con il passare degli anni. Ad esempio, se immaginiamo di essere una tribù che vive in mezzo alla natura, di notte avremmo paura in quanto sentiremmo, in lontananza, l'ululare di un branco di lupi affamati. Allora la soluzione più consona a tale problema, vista l'impossibilità di affrontarli, potrebbe essere procurare loro del cibo. Ed è qui che nasce quel tacito patto “uomo – lupo”. L'uomo da parte sua si impegnava per far trovare al branco gli avanzi di cibo; mentre il lupo si lasciava piano piano addomesticare. Così in questo implicito accordo tra i due, l'uomo ci guadagnava anche protezione. Nessun altro animale si sarebbe avvicinato alla tribù, essendo essa circondata da un branco di lupi. Quindi la teoria più plausibile è che, in questa tolleranza reciproca, i “cani” abbiano inventato loro stessi dando origine alle più disparate razze sparse in tutto il mondo.Quanti anni hanno i nostri cani? E da dove provengono?Dopo alcune ricerche, gli scienziati hanno scoperto che i cani sono stati addomesticati circa 15.000 anni fa. Infatti all'incirca 14.000 anni fa, la gente seppelliva i cani, a volte insieme agli esseri umani. Poi però a smentire questa notizia sono stati alcuni biologi, secondo i quali l'addomesticamento del cane è avvenuta ben più di 30.000 anni fa. Essi basano le loro teorie in relazione alle prove del DNA e alla forma degli antichi teschi. Poi, sempre secondo i ricercatori, i primi cani sembra abbiano avuto origine in Asia orientale, in Mongolia, in Siberia, in Europa ed in Africa. Mentre intuire quando tutto ciò possa aver avuto inizio e dare quindi al cane una collocazione temporale è stato all'incirca dimostrato, la cosa più complicata è stata riuscire a capire il luogo, ovvero l'esatta provenienza del primo cane e la nascita delle razze di cane. Secondo gli studi svolti da Earth Sky, esaminando il DNA di 549 cani provenienti da 38 paesi diversi, è emerso che i primi uomini, ad aver accolto dei lupi grigi per poi trasformarli in cani, si trovavano in Asia centrale. In pratica osservando i dati raccolti sui cani viventi ai giorni nostri, gli studiosi si sono accorti di come i nostri fedelissimi amici a quattro zampe abbiano diversi elementi in comune con i cani dell'Asia centrale. Ciò fa pensare a che ne abbiano appunto una diretta discendenza.Differenze fra cane e lupo: come riconoscerli? Jeffrey Cohn, nel suo libro “How Wild Wolves Became Domestic Dogs” ( come i selvaggi lupi sono diventati cani domestici) sostiene che gli uomini, finché non hanno iniziato a dare vita agli insediamenti agricoli e stabilirsi permanentemente in un determinato luogo, non hanno avuto bisogno di allevare i cani per scopi specifici. La difficoltà degli scienziati nel poter dare al cane una provenienza storica certa, sta nel fatto che non ci sono resti antichi di cani e le ossa in loro possesso sono molto simili ai resti del lupo. Questo perché i primi cani avevano una forte analogia con i lupi. Tutto ciò rende ancora più difficile la loro distinzione dal punto di vista archeologico. Sappiamo inoltre che il DNA del lupo è compatibile con quello del cane al 98 – 99 % . L'unica differenza che distingue il nostro cane domestico dal lupo selvaggio è che quest'ultimo ha un cervello molto più grande rispetto al nostro migliore amico.

Per dieci anni ha aspettato il suo padrone su una panchina: la storia di hachiko

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La storia di questo Akita giapponese ha commosso interi popoli e ispirato libri e film in tutto il mondo Certe storie si narrano da decenni e hanno quasi raggiunto il rango di leggende pur non essendole: quella che vi raccontiamo qui è quella di Hachiko, un cane di razza Akita, e del suo padrone e migliore amico, Eisaburo Ueno, un docente che insegnava presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Tokyo. I due erano veramente inseparabili: ogni mattina Hachiko accompagnava alla stazione di Shibuya il professore (si, era proprio il cagnolino ad accompagnarlo e non il contrario, visto che era Eisaburo a dover prendere il treno) e tutti i pomeriggi seguenti, alle 15 in punto, si sedeva sulla panchina ad aspettare il treno in arrivo con il suo padrone. Purtroppo in un giorno primaverile, precisamente nel maggio 1925, il professore non tornò più a casa: un attacco cardiaco lo stroncò a lavoro e purtroppo non ce la fece. Il quattrozampe non sapeva ovviamente cos'era successo al suo padrone e, come ogni pomeriggio, si recò in stazione, si sedette sulla stessa panchina di sempre e iniziò ad aspettare. Nonostante non lo vide tornare, non si arrese e qui avvenne il fatto incredibile che ha fatto passare alla storia questo cane insieme al suo padrone: Hachiko è tornato in stazione ad attendere l'arrivo di Eisaburo per dieci lunghi anni, tutti i pomeriggi alle 15 in punto. La sua presenza col passare dei mesi divenne così conosciuta a tutti che gli venne perfino costruita una cuccia. Negli anni la vicenda divenne nota in tutto il Giappone, tanto che nell'aprile del 1934 venne realizzata una statua in bronzo con le sembianze del cagnone. L'8 marzo del 1935 Hachiko morì di filariosi: aveva compiuto da poco undici anni. La notizia della morte di questo eroe a quattrozampe commosse tutto il Giappone, e addirittura tutte le pagine dei giornali riportarono l'accaduto e venne dichiarato lutto nazionale. Su questa commovente storia è stato tratto un film, intitolato "Hachiko Monogatari", tradotto in italiano "La storia di Hachiko" e che ebbe un gran successo. Anche in libreria potete trovare alcuni racconti per bambini improntati sulle vicende di Hachiko e Eisaburo: Hachikō: The True Story of a Loyal Dog, scritto da Pamela S. Turner e illustrato da Yan Nascimbene, Hachiko Waits di Lesléa Newman e infine Taka-chan and I: A Dog's Journey to Japan.

Come aprire una pensione per cani: i nostri consigli

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Cosa serve per aprire una pensione per cani? Chi ha un cane si sarà trovato qualche volta nella condizione di dover lasciare per tempi brevi in una apposita pensione per cani perché impossibilitato a portare il cane con sé o a lasciarlo a qualche parente o amico volenteroso che se ne prenda cura in vostra assenza. Si cerca sempre di scegliere una pensione per cani che ci rassicuri sul fatto che il nostro amato pet venga trattato bene e non risenta di questa situazione. Oggi abbiamo una vasta scelta in fatto di pensione per cani e questo ci porta a desumere che, poiché sono oramai moltissime le famiglie che decidono di prendere un cane, aprirne una è di fatto un business in costante crescita. Ma cosa serve per poter aprire una pensione per cani? Prima di tutto occorre avere una buona conoscenza delle caratteristiche delle principali razze canine. Ma la conoscenza non basta. Requisito fondamentale è amare questi animali con cui si dovrà passare una buona parte della giornata. Sì perché, sia ben chiaro, non basta dar loro da mangiare. Fatto salvo che ci vuole la giusta dose di esperienza con questi stupendi animali, occorre pensare a dove aprire una pensione per cani. È necessario un terreno ampio dove costruire i box per i cani che devono essere almeno di 4 mq e che devono prevedere anche un’area coperta. L’area in questione deve essere illuminata e ben pulita. Occorre poi preventivare che ogni cane può avere delle esigenze particolari a cui si deve essere pronti a far fronte. Fondamentale è anche un servizio veterinario garantito 24 ore su 24. Oggi si ha la tendenza a ricercare non solo una semplice pensione per cani ma un luogo dove il nostro cane possa essere intrattenuto con varie attività. L’offrire di questi servizi spesso fa la differenza nella scelta della pensione. Chi ha un cane e lo ama cercherà il meglio per quei giorni in cui sarà costretto a stargli lontano cercando comunque un giusto equilibrio tra costi e servizi.Aprire una pensione per cani: la burocrazia La normativa attuale, stabilisce non solo la dimensione minima di ogni box ma specifica anche la distanza minima dal centro abitato in cui la pensione per cani deve essere obbligatoriamente ubicata di modo che l’abbaiare dei cani non arrechi disturbo ai residenti. Questa distanza è stabilita nel piano regolatore del singolo comune. Sempre il piano regolatore stabilisce che ogni box debba essere dotato di un sistema di abbeveraggio e decreta che la pensione sia costruita in un’area ventilata e ombreggiata. È inoltre necessario che i box vengano puliti almeno una volta al giorno e che l’acqua utilizzata per tale operazione confluisca direttamente nelle fognature così da non inquinare il terreno. Occorrono, infine, il parere positivo dei Servizi Veterinari e quello di Igiene e Sanità dell'Asl. È altresì necessario che il conduttore della pensione per cani tenga un registro aggiornato di tutti gli ospiti della pensione identificati con il numero del tatuaggio o del microchip e delle generalità dei proprietari dei cani.Meta description:Key Principale: pensione per caniKey secondarie: normativa, piano regolatore, box, distanza minima, 4mq, registro aggiornato, servizio veterinario, razze canineTag: le pensioni per cani, come aprire una pensione per cani, cosa serve per aprire una pensione per cani,

Portare i cani all'estero: cosa è importante sapere

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Portare i cani all'estero: prepararsi per il viaggio Partire per un viaggio all'estero con il nostro cane è sicuramente un’esperienza piacevole e divertente ma non è un viaggio che si può fare senza esserci organizzati prima ed esserci accertati di aver preso tutte le dovute precauzioni. Questo perché paese che vai regole che trovi. Ogni paese ha le sue regole che se non rispettate potrebbero ostacolare il transito o la permanenza per noi e il nostro cane. Molti stati esteri ad esempio richiedono l’obbligo del microchip unitamente ad un passaporto per cani valido ad esempio. È bene quindi preparare il nostro con la dovuta attenzione non solo all'itinerario (ricordiamo che i cani non possono sempre entrare ovunque) ma anche alle regole che quel determinato paese richiede che vengano rispettate per l’ingresso dei cani. Abbiamo detto che le prime cose che dobbiamo fare sono il passaporto per cani e il microchip (comunque obbligatorio anche in Italia dal momento che tutti i cani devono essere iscritti all'anagrafe canina). Il passaporto per cani si può ottenere recandosi presso gli uffici del Servizio veterinari dell'Asl e costa circa 15 euro. Il passaporto verrà rilasciato solo dopo che il nostro cane è stato sottoposto a vaccinazione antirabbica e verrà rilasciato non prima di 21 giorni dopo la stessa.Durante il nostro viaggio dovremmo sempre portare con noi:il certificato di iscrizione all'anagrafe canina, il passaporto, il libretto delle vaccinazioni, e possibilmente un certificato di buona salute del cane rilasciato dal veterinario.Ci sono poi paesi che oltre alle già citate adempienze richiedono documentazione aggiuntiva.Ad esempio per poter entrare nello stato australiano il nostro cane dovrà aver fatto le vaccinazioni contro il cimurro, l’epatite, la parvovirosi, le leptospirosi e la tosse canina. È bene fare molta attenzione alle scadenze di queste vaccinazioni per in Australia è previsto anche un periodo di quarantena. Paesi come l’Indonesia e le zone del Sud Est Asiatico invece richiedono oltre al certificato di vaccinazione antirabbica possono invece richiedere un permesso di importazione rilasciato dalla Direzione per la salute degli animali della Direzione di Zootecnia e una lettera di raccomandazione rilasciata dal Servizio Veterinario Provinciale del luogo di destinazione. Ricordiamo inoltre che per portare cani all'estero non dobbiamo preoccuparci solo della profilassi sanitaria ma anche del trasporto. Ogni compagnia aerea infatti ha le sue regole e noi siamo tenuti a conoscerle nel dettaglio se vogliamo un viaggio senza problemi dell’ultimo minuto.Cani all'estero: tutte le razze possono andarci? La risposta a questa domanda purtroppo è NO. Non tutti le razze di cane potranno farsi con noi un viaggio all'estero. E questa è un’altra cosa di cui dovete tenere conto prima di organizzare il viaggio. Ci sono infatti paesi che precludono l’ingresso ad alcune razze di cane, come stabilito dal regolamento 576/2013 del Parlamento e del Consiglio europeo, in vigore dal dicembre 2014. Ad esempio il Germania è vietato introdurre cani provenienti dall’estero delle razze di Pitbull, American Staffordshire, Bullterrier e tutti i loro incroci. In Gran Bretagna non vengono accettati Pittbull-terrier, Dogo Argentino e Japanese Tosa. In Danimarca sono numerose le razze considerate pericolose. Tra queste ritroviamo il Dogo Argentino, American Staffordshire, Il Pittbull Terrier, il Fila Brasileiro.

La musica sui cani ha un effetto benefico: è la scienza a stabilirlo

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I cani sono sensibili alla musica: lo dice anche la scienza! È scientificamente dimostrato che i cani sono sensibili ai suoni e alla musica. Molti di voi sapranno che oggi la musica è utilizzata anche a scopi terapeutici (parliamo della cosiddetta musicoterapia). La musica ha la capacità di influenzare lo stato d’animo umano, tant'è che abbiamo la tendenza ad ascoltarne diversa in base a come ci sentiamo in un determinato momento. Non ci deve sorprendere se anche per i nostri amici a quattro zampe è lo stesso. I cani hanno un udito molto sviluppato, sono inoltre empatici in modo quasi sorprendente. Inoltre anche per loro esiste il benessere e il malessere mentale, questo vuol dire che anche loro possono essere agitati, felici, stressati, sereni. Alcuni studi sull'effetto della musica sui cani hanno dimostrato che diversi tipi di musica influenzano il loro comportamento. Quella classica, ad esempio, li calma e in alcuni casi si è visto che i cani si stendevano per dormire, quella pop li lascia indifferenti e non provoca alcuna reazione in loro, quella heavy metal li innervosisce e li fa abbaiare. Gli studi hanno dimostrato inoltre che i cani tendono a preferire alcuni strumenti musicali piuttosto che altri. Ad esempio non amano gli strumenti a percussione. Negli Stati Uniti, la musica viene utilizzata dai veterinari per calmare i cani durante una visita e anche dagli educatori durante le fasi educative per aiutare i cani a rasserenarsi in situazioni di stress riconoscendola di fatto come un valido aiuto. mu Anche i cani hanno i loro gusti musicali Abbiamo detto che proprio la scienza ci dimostra che la musica sui cani ha un effetto evidente. Abbiamo anche detto che loro prediligono la musica classica mentre quella rock li agita. È corretto quindi affermare che anche i cani hanno i loro gusti musicali proprio come gli esseri umani. E proprio come un essere umano il cane può lasciarsi andare alla melodia e a modo suo partecipare. Noi esseri umani quando ci piace una determinata canzone ci cantiamo sopra, ebbene qualche volta il cane fa esattamente la stessa cosa, ululando insieme alla melodia. È la musica prodotta dagli strumenti a fiato che maggiormente stimola il cane a partecipare attivamente. Si ipotizza che alcune note vengano interpretate dal cane proprio come degli ululati e che questo li spinga ad unirsi al coro. Non dobbiamo scordare che per i cani selvatici l’ululato ha una importante funzione sociale che rafforza il gruppo e l’identità del branco. Non è un caso infatti che quando un cane inizia ad ululare questo venga immediatamente seguito da altri cani. Volendo possiamo fare una prova anche noi per testare la reazione del nostro cane alla musica. Potrebbe essere un valido aiuto per tutte quelle persone che sono costrette a lasciare il proprio cane per molte ore da soli in casa. Una volta compreso il genere di musica gradita al nostro cane possiamo lasciarla accesa mentre noi non ci siamo facendo così sentire il cane meno solo e mentendolo calmo. Meta description:È scientificamente dimostrato che i cani sono sensibili ai suoni e alla musica. Gli studi in proposito hanno dimostrato che prediligono quella classica.Key principale: musicaKey secondarie: cani, reazione, strumenti a fiato, classica, gusti musicali, ululatiTag: i cani e la musica, le reazioni del cane alla musica, musicoterapia nel cane

Eutanasia del cane: una scelta difficile, quando sopprimere un pet malato?

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Quando è giusto fare l’eutanasia del cane? Partiamo da una premessa importante, l’eutanasia del cane dovrebbe essere fatta sempre e solo quando, consultando un veterinario, si ha la certezza che per il nostro pet non ci sia più la possibilità di stare bene e vivere una vita dignitosa e felice. Perdere il proprio animale domestico, quello che magari ha vissuto con noi per tanti anni, quello che ci ha accompagnato in mille avventure, quello che quando rientriamo stanchi da lavoro ci regala mille coccole, quella palla di pelo che fa al 100% parte della nostra famiglia è sempre un momento devastante. Vedere il nostro cane stare male e sapere di non poter fare nulla per farlo stare di nuovo bene ci fa sentire fragili e impotenti e ci costringe a guardare in faccia una realtà che non vorremmo vedere, ci costringere a prendere una decisione a cui non vorremmo mai dover neppure pensare. Ci chiediamo allora, quando è davvero giusto sottoporre il nostro cane ad eutanasia? La verità è che non c’è davvero una risposta giusta a questa domanda. Tutto dipende dalla qualità di vita del cane e da quando sta soffrendo.  Parliamoci chiaro, se è davvero crudele che ci siano alcune persone che chiedono l’eutanasia del cane perché questo è diventato un peso è forse comunque crudele lasciarlo preda di sofferenze a cui non si può porre rimedio in altro modo se non aspettando che la natura faccia il suo corso. Lasciamo perdere discorsi sulla moralità in questa sede e proviamo a capire quali fattori dovremmo prendere in considerazione per valutare davvero l’eutanasia del cane. Prima di tutto la sofferenza. Per sua natura il cane tende a mascherare il dolore quindi nessuno di noi può sapere davvero quanto realmente stia soffrendo. Il cane ha una soglia del dolore molto alta ma possiamo affermare che quando arriva a mostralo allora significa che quel dolore è per lui insopportabile. Dobbiamo poi considerare la dignità del cane. Ogni essere vivente ha diritto a vivere una vita dignitosa. Tenere in vita un cane che non riesce neppure più ad alzarsi per via delle sofferenze che prova non è sicuramente farlo vivere in modo dignitoso. Prendiamo anche in considerazione l’aspettativa di vita. In questo caso è necessario consultarsi con il veterinario perché solo lui può fare una valutazione in tal senso.Come funziona l’eutanasia del cane? Cerchiamo di capire infine come si svolge l’eutanasia del cane. Prima di tutto è fondamentale che venga preceduta dall'anestesia. Attenzione non un semplice sedativo ma un’anestesia profonda, come se dovesse essere operato. Questo perché durante l’eutanasia il cane non deve soffrire assolutamente. Quando il cane è profondamente addormentato viene iniettato il Tanax che è l’unico farmaco legalmente riconosciuto per questo scopo. Questo medicinale ha un effetto immediato e garantisce il passaggio dal sonno alla morte in modo dolce e indolore. La scelta spetta solo a noi. A noi che abbiamo valutato la vita del nostro cane sulla base dei parametri sopra citati, a noi che conosciamo il nostro cane perché ci abbiamo vissuto insieme per tanti anni, a noi che lo amiamo perché è un membro della nostra famiglia. La scelta dell’eutanasia del cane non è mai una scelta facile e dobbiamo sempre prenderla con la giusta consapevolezza.

intelligenza dei cani

Le razze di cani più intelligenti: la classifica di stanley coren

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INTELLIGENZA DEI CANI: LE RAZZE PIÙ INTELLIGENTI SECONDO STANLEY COREN Quali sono le razze più intelligenti? Stanley Coren ha stilato una classifica sull' intelligenza dei cani, ma non tutti sono d’accordo. Che i cani siano intelligenti è ormai da tempo assodato, ma c’è chi non si è fermato a questa constatazione di fatto, ma è andato oltre cercando di elaborare una graduatoria delle varie razze di cani sulla base della maggiore o minore intelligenza. Lo ha fatto Stanley Coren, professore e ricercatore dell’Università British Columbia di Vancouver ed appassionato cinofilo, che ne ha studiato a lungo le capacità mentali. È diventato famoso a livello mondiale con la pubblicazione del suo libro “ L’ intelligenza dei cani ”, tradotto in 26 lingue diverse e che gli ha portato vari riconoscimenti. Come si capisce dal titolo, Coren ha stilato una vera e propria classifica delle razze di cani più intelligenti, basandosi sulla capacità di apprendere in fretta nuovi comandi e eseguirli continuativamente nel tempo.Il gradino più alto del podio spetterebbe al Border Collie, un cane di origine inglese, tradizionalmente utilizzato per la conduzione delle greggi: proprio il dover gestire centinaia di pecore, spesso in autonomia, a distanza dal conduttore, avrebbe acuito in questa razza una maggiore capacità di problem solving. Inoltre, svolgendo un lavoro che prevede un preciso coordinamento con il pastore e spesso con altri cani, il Border Collie ha sviluppato particolarmente l’intuito e l’abilità a comprendere immediatamente, anche solo attraverso piccoli cenni, i comandi dell’uomo o i segnali provenienti dagli altri animali. Al secondo posto in classifica compare il Barboncino: è un cane molto attento a ciò che lo circonda e un fine osservatore; inoltre è in grado di adeguarsi con grande facilità alle abitudini dell’umano con cui condivide la propria esistenza. Tra le caratteristiche tipiche di questa razza anche la fedeltà verso il padrone, la docilità e il senso di accudimento nei confronti dei bambini. Ai primi posti della classifica non poteva mancare il Pastore Tedesco: da sempre una delle razze di cani più diffuse al mondo, nella sua storia è stato impiegato in molteplici attività di difesa, di ricerca, di salvataggio. Questo perché è un cane molto versatile, capace quindi di adattarsi a svolgere compiti diversi e impegnativi, che impara velocemente e facilmente. Se a questo aggiungiamo lo spiccato senso del dovere e l’obbedienza verso il padrone, la potenza fisica, la grande velocità e la protezione verso la famiglia, è facile capire perché sia una delle razze di cani più amate. Appena fuori dal podio troviamo il Golden Retriever, un cane molto docile di indole, obbediente, sempre alla ricerca dell’approvazione dell’essere umano, il che lo rende ancor più incline ad apprendere i comandi del padrone, allo scopo di compiacerlo, soddisfacendo le sue richieste. Proprio per queste sue caratteristiche è adatto a svolgere attività con persone affette da varie forme di disabilità, fisica o mentale; da qui il suo largo utilizzo nella Pet therapy. Al quinto posto troviamo Il Dobermann Pinscher: altro che cane destinato ad impazzire come si credeva un tempo! Il Dobermann è un cane intelligente, con un’ottima memoria; non è portatore di aggressività innata, come spesso si pensa, ma è piuttosto molto legato (a volte quasi morbosamente) al proprio padrone e istintivamente portato difendere la proprietà e la famiglia ad ogni costo. Proprio la sua tenacia, forza e coraggio nello svolgere il compito di guardiano e protettore hanno determinato la cattiva fama che ha accompagnato questa razza di cani in passato. LE ALTRE RAZZE DI CANI SARANNO DAVVERO MENO INTELLIGENTI? Dopo questi primi “magnifici cinque” la classifica sull'intelligenza dei cani di Coren prosegue fino al 79° posto, occupato dal Levriero; per completezza la riportiamo di seguito per intero, nel caso qualche padrone fosse curioso di vedere in che posizione si è classificato il suo amato quattrozampe, ma va detto che questa graduatoria ha suscitato molti pareri contrastati, come descritto nell’articolo “L’ intelligenza dei cani (2° parte): ma di quale intelligenza stiamo parlando?”.Ecco per intero la classifica delle razze di cani più intelligenti di Coren (dal 6° al 79° posto): 6 Pastore Shetland 7 Labrador 8 Pappilon 9 Rottweiler 10 Australian Cattle Dog 11 Welsh Corgi Pembroke 12 Zwergschnauzer 13 English Springer Spaniel 14 Tervuren 15 Schpperke - Pastore Belga 16 Collie - Keeshond 17 Kurzhaar 18 Flat coated retriever - Cocker Spaniel- Schnauzer 19 English Spaniel 20 Cocker Americano 21 Weimaraner 22 Malinois - Bernese 23 Volpino di Pomerania 24 Irish Water Spaniel 25 Vizla 26 Welsh Corgi 27 Chesapeake Bay retriever - Puli - Yorkshire 28 Rieseschnauzer - Cao de Agua Portoghese 29 Airedale Terrier - Bovaro delle Fiandre 30 Border terrier - Briard 31 Welsh Springer Spaniel 32 Manchester terrier 33 Samoiedo 34 Field Spaniel - Terranova - Australian Terrier - American Staffordshire terrier - Setter Gordon - Bearded Collie 35 Cairn terrier - Kerry Blue terrier - Setter Irlandese 36 Norwegian Elkhound 37 Affenpincher - Silky terrier - Zwergpinscher - Setter Inglese - Pharaon Hound - Clumber Spaniel 38 Norwich terrier 39 Dalmata 40 Soft Coated Wheaten terrier - Bedlington terrier - Fox terrier 41 Curly Coated retriever - Irish Wolfhound 42 Kuvasz - Australian Shepherd 43 Saluki - Spitz finnico - Pointer 44 Cavalier King Charles Spaniel - Drahtaar - Black and Tan Coonhound - American Water Spaniel 45 Siberian Husky - Bichon Frisé - English Spaniel 46 Tibetan Spaniel - English Foxhound - Otteehound - American Foxhound - Greyhound - Griffone 47 West Highland White terrier - Scottish Deerhound 48 Boxer - Alano 49 Bassotto - Staffordshire Bull terrier 50 Alaskan Malamute 51 Whippet - Shar pei - Fox terrier 52 Rhodesian Ridgeback 53 Ibizan hound - Welsh terrier - Irish terrier 54 Boston terrier - Akita Inu 55 Skye terrier 56 Norfolk terrier - Sealyham terrier 57 Carlino 58 Bouledogue francese 59 Griffone di Bruxelles - Maltese 60 Piccolo Levriero Italiano 61 Chinese crested dog 62 Dandie Dinmont terrier - Vendeen - Tibetan terrier - Japanese Chin - Lakeland terrier 63 Bobtail 64 Pastore dei Pirenei 65 Scottish terrier- San Bernardo 66 Bullterrier 67 Chihuahua 68 Lhasa apso 69 Bullmastiff 70 Shih tzu 71 Basset hound 72 Mastiff - Beagle 73 Pechinese 74 Bloodhound 75 Borzoi 76 Chow Chow 77 Bulldog 78 Basenji 79 Levriero Afgano

animale in casa

Avere un animale in casa fa bene: tutti i benefici

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Gli animali fanno bene alla salute Un animale in casa è un toccasana per la salute di adulti e bambini. Quali sono i benefici più evidenti? La presenza di un animale riduce:stress ansia malattie cardiache aiuta nelle relazioni con gli altriChi ha un animale in casa conosce sicuramente alcuni dei benefici che vivere con un cane comporta e, negli ultimi anni, anche diverse ricerche scientifiche hanno confermato questa “sensazione”. Avere un animale domestico infatti implicherebbe molteplici vantaggi per la salute umana, sia a livello fisico che mentale; vediamo quali sono:Ridurre ansia e stress: non c’è niente di più rilassante e piacevole che accarezzare il proprio pet e dedicare un po’ di tempo ai “grattini” di rito, che il vostro cane accoglie sempre con gioia e riconoscenza.Dopo una giornata faticosa e impegnativa è estremamente distensivo sedersi sul divano di casa con accanto il proprio cane e trascorrere una mezz’oretta a coccolarlo. Dare e ricevere attenzioni produce endorfine nel nostro cervello, come in quello del nostro animale domestico; si tratta di sostanze chimiche generate da una ghiandola cranica chiamata ipofisi, che stimolano in noi una sensazione di benessere, capace di diffondersi a tutto l’organismo.Garantire una migliore forma fisica: chi ha cane è incentivato a fare più movimento, vuoi per necessità, perché il quattro zampe deve uscire a fare i propri bisogni, vuoi per piacere. Una passeggiate quotidiana con il proprio pet, magari al parco o in un bosco, è per entrambi un passatempo divertente e salutare al tempo stesso.Tanto il padrone quanto il cane possono in questo modo svolgere un esercizio fisico quotidiano, continuativo e costante nel tempo, ma non troppo faticoso e adatto a persone di tutte le età. Le attività che si possono praticare col proprio cane comunque non si limitano a questo: i più sportivi possono fare jogging, andare in bicicletta o addirittura nuotare assieme all’adorato quattro zampe.Ridurre il rischio di malattie cardiovascolari: proprio per i motivi di cui sopra, avere un animale domestico protegge da infarto e ipertensione. Lo avrebbe dimostrato una ricerca dell’American Heart Association, secondo cui chi possiede un cane, essendo meno stressato e facendo più moto, sarebbe meno esposto ad alcuni importanti fattori di rischio quali il sovrappeso, il diabete, la pressione alta e godrebbe dunque di una forma fisica migliore. Diminuire l’insorgenza di depressione: chi ha un animale in casa non è mai solo. La presenza costante, affettuosa e anche impegnativa dei nostri amici a quattro zampe può essere determinante nel combattere la solitudine.Avere un cane accanto significa anche sentirsi amati e importanti, anzi indispensabili, per qualcuno e quindi avere una motivazione in più per affrontare positivamente la giornata: aumenta l’autostima ed incentiva anche la socializzazione, visto che induce ad uscire di casa, a incontrare padroni di altri cani e a fare nuove conoscenze.Avere un cane fa bene ai bambini Recenti studi hanno dimostrato che anche per i bambini crescere con un animale in casa comporterebbe evidenti vantaggi, come:Ridurre l’insorgenza di allergie: vivere a contatto con un cane o un gatto rafforzerebbe il sistema immunitario, perché esporrebbe a virus e batteri veicolati dall’animale, ma non trasmissibili all’uomo, che renderebbero l’organismo del bambino più forte e reattivo.Secondo l’Università di San Francisco inoltre comporterebbe anche una minore probabilità per i bambini di contrarre virus stagionali che causano malattie dell’apparato respiratorio, come tosse e raffreddore, ma anche asma.Crescere più indipendenti ed equilibrati: oltre ai benefici fisici che la vita con una animale domestico produce sui nostri figli, ci sono anche effetti positivi altrettanto importanti sullo sviluppo della loro personalità.I bambini imparerebbero fin da piccoli il senso di responsabilità nel prendersi cura di un cane o di un gatto, ma anche il rispetto nei confronti del pet; in questo è fondamentale che siano i genitori ad indirizzarli correttamente, facendo capire al bambino da subito che un animale in casa non è un giocattolo, ma un essere intelligente e senziente con le sue esigenze e i suoi spazi da rispettare. In tal modo i bimbi svilupperebbero anche un maggiore autocontrollo, che li aiuterebbe a relazionarsi col mondo esterno e li renderebbe più capaci ad interagire con gli altri.

adottare un cane dal canile

Adottare un cane dal canile: come funziona, tutti i consigli e i passi da compiere

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Adottare un cane dal canile: come funziona La decisione di prendere un cane è sempre un momento di gioia e assieme un atto di responsabilità nei confronti dell’animale la cui vita da quel momento dipenderà per sempre dalla vostra; se poi la scelta è di adottare un cane dal canile allora si tratta anche di un gesto di lodevole generosità. Cosa occorre fare per adottare un cane dal canile? Anzitutto occorre compilare una domanda di adozione che vi verrà fornita dagli addetti della struttura nella quale, oltre ai vostri dati, vi verranno chieste anche informazioni sulle vostre abitudini di vita, per capire se siano veramente compatibili con le esigenze di un cane. Nella maggior parte dei casi seguirà anche un colloquio con il personale del canile che potrà chiedervi molte notizie anche sulla vostra vita privata, apparentemente non direttamente collegate all'adozione del cane, ma non spazientitevi! Lo scopo di queste domande è quello di conoscervi, di capire che persona siete, se avete il tempo e la voglia necessarie per prendervi cura adeguatamente dell'animale, insomma se siete realmente intenzionati a fare del nuovo quattro zampe un compagno di vita. Troppo spesso infatti accade che chi decide di adottare un cane dal canile riporti indietro il pet dopo pochi giorni per i più svariati motivi, molti dei quali non sono da ascrivere a colpa del cane, ma dell’umano che non ha ponderato a sufficienza la propria decisione. Non si può “rispedire il cane al mittente” come se niente fosse: solo in casi di comprovati e insormontabili problemi il canile può riaccoglierlo: per l’animale sarebbe un altro grave trauma sperimentare la nuova vita in famiglia per poi essere nuovamente ripiombato nella routine del canile, il che potrebbe minare il suo equilibrio, rendendolo ancora più difficile da adottare. Bisogna ricordare che il cane deve avere il tempo e il modo di adattarsi a voi e ai vostri ritmi di vita: si trova all'improvviso in un ambiente completamente sconosciuto e con persone viste poche volte prima dell’adozione, delle quali magari non sa ancora se può fidarsi oppure no. Bisogna mettersi nei panni del cane e pensare a come vi sentireste se veniste allontanati dalle vostre consuetudini quotidiane (per quanto si tratti di quelle poco allettanti di un canile) e vi trovaste a dovervi adeguare in men che non si dica ad uno stile di vita opposto. La vostra intenzione sarà pure quella di amare il cane e regalargli una nuova migliore vita, ma voi lo sapete, il cane ancora no; dovete dargli il tempo di capirlo.Adottare un cane dal canile: i consigli su come affrontare la scelta Una volta inoltrata la domanda di adozione al canile, se non avete già trovato il cane che vi ha fatto “innamorare”, il personale del canile vi farà vedere alcuni cani, in base alle informazioni che voi avete dato e alle preferenze eventualmente indicate, ad esempio relativamente alla taglia piccola, media o grande da voi favorita. Una volta individuato il cane si procederà alla conoscenza reciproca tra voi e il quattro zampe: vi verrà chiesto di fare alcune visite al canile per trascorrere un po’ di tempo con lui, giocare assieme e magari potrete portarlo con voi per un intero pomeriggio a fare una passeggiata o a correre su un prato per vedere come interagite l’uno con l’altro. Cercate di fare domande agli addetti della struttura per avere informazioni sul cane, sul suo carattere, sul suo passato, sulle eventuali precedenti adozioni dal canile e sui motivi per cui sono fallite, perché queste notizie possono rivelarsi molto importanti ai fini della scelta del cane più adatto a voi e scongiurare il rischio di ripensamenti postumi. Prima che l’adozione diventi effettiva è probabile che qualche incaricato del canile venga a casa vostra a vedere l’ambiente in cui andrà a vivere il cane: non perché l’animale abbia necessariamente bisogno di ampi spazi – spesso al cane bastano anche due vani pur di essere assieme al proprio umano – ma dipende dall'animale; anche la visita a domicilio poi è un modo per vedere quanto siete affidabili. Quando finalmente arriverà il giorno di portare via definitivamente dal canile con voi il cane dovrete firmare gli ultimi incartamenti che ufficializzano che voi siete il nuovo proprietario del pet e vi verrà consegnato il suo libretto sanitario contenente le informazioni sulla sua salute e sulle vaccinazioni svolte. Molti canili poi, anche dopo l’adozione, inviano dei loro incaricati a fare una o più visite a sorpresa alla nuova famiglia del cane per accertarsi che sia tenuto nella maniera adeguata.Adottare un cane dal canile: l'atteggiamento giusto nei confronti del personale Nella maggior parte dei casi il personale del canile dovrebbe essere esperto e qualificato, ma non si può negare che esistano canili di “serie A” e canili di “serie B”. È una triste realtà che alcuni canili, soprattutto del centro-sud Italia, non siano sempre completamente orientati al benessere degli animali ospitati o non abbiano i mezzi idonei a farlo. Anche nel caso aveste l’impressione che gli addetti della struttura non seguano del tutto una procedura chiara e non vi sembrino del completamente capaci ad orientarvi nella scelta, se vi interessa davvero il cane, mantenete sempre comunque un atteggiamento il più possibile disponibile. Adottare un cane dal canile è un vero e proprio percorso da compiere e la vostra buona disposizione non potrà che facilitare e accelerare questo cammino.

affidamento del cane

Affidamento del cane dopo il divorzio: normativa

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COSA DICE LA LEGGE SULL’ AFFIDAMENTO DEL CANE DOPO IL DIVORZIO Come fare per stabilire a chi va l' affidamento del cane quando due coniugi divorziano? È una questione da non sottovalutare, se si considera che in Italia quasi una famiglia su due ha un animale d’affezione e che il numero dei divorzi è in costante crescita. Da una ricerca recentemente effettuata dall’Aidaa (Associazione Nazionale Difesa Animali e Ambiente) è emerso che l’affido del pet dopo la separazione è uno dei motivi per cui gli ex coniugi si rivolgono ad un legale. In conseguenza di quanto sopra, dopo anni di vuoto legislativo, nel 2012 è stato emanato il titolo XIV-bis del Codice Civile che, all’articolo 455 recita: “Per gli animali familiari, in caso di separazione di coniugi, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o comunione dei beni e da quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi e la prole, e acquisito, se necessario, il parere degli esperti di comportamento animale, ne attribuisce l’affido esclusivo o condiviso alla parte in grado di garantire loro la sistemazione migliore inerente il profilo della protezione degli animali.” Finalmente la legge parla chiaro: se due coniugi divorziano, nel determinare l' affidamento del cane , deve essere messo al primo posto il bene dell’animale. Quindi non conta chi ha la proprietà formale del quattrozampe, ossia a nome di chi dei due è stata fatta l’iscrizione all’anagrafe canina, o se la coppia abbia o meno i beni in comune, perché per la prima volta il cane non è più considerato come facente parte del patrimonio dei coniugi, ma come un membro del nucleo familiare. Questo ha un significato rivoluzionario, in quanto riconosce al cane gli stessi diritti dei figli minori. Eh sì, perché è vero che il cane non è un bambino e non va umanizzato, ma è altrettanto vero che prova sentimenti come un bambino, soffre dello scioglimento della sua famiglia, del venir meno delle figure di riferimento, dei mutamenti improvvisi nell’ambiente e nelle abitudini di vita e, come un bambino, è completamente dipendente dal suo “umano”, che ne è responsabile nel garantirgli sostentamento e benessere. Ecco dunque che il giudice, prima di decidere a chi vada l’ affidamento del cane in caso di divorzio, deve acquisire tutte le informazioni necessarie sui legami che il cane ha stretto all’interno della famiglia, sentendo i pareri dei coniugi, ma anche dei figli quando presenti, allo scopo di pervenire ad una sistemazione che possa garantire il massimo benessere all’animale. E non conta solo quale dei due coniugi potrà dare al cane più spazio a disposizione o maggiori possibilità economiche, ma conta in gran parte la relazione affettiva e psicologica che si è creata con lui. In caso di divorzio si possono dunque avere degli affidi condivisi, in cui il cane trascorrerà metà del tempo con un coniuge e metà con l’altro mentre le spese verranno divise equamente, oppure l’affido ad un coniuge con la possibilità per l’altro di vedere regolarmente il cane e trascorrere del tempo assieme a lui.A CHI VIENE AFFIDATO IL CANE SE LA COPPIA NON È SPOSATA? Nel caso la coppia che si separa non fosse sposata la questione dell’affido del cane è meno chiara: per ora la legge non dice nulla a riguardo. Tecnicamente in questo caso il cane dovrebbe rimanere con quello dei due che risulta il legittimo proprietario, ma l’altro coniuge, se gli ex conviventi non trovano un accordo comune, potrebbe comunque chiedere al Giudice l’affido congiunto dimostrando, anche attraverso perizie di personale competente, che il cane ha sviluppato un’importante relazione affettiva anche con lui e quindi la separazione potrebbe essere per l’adorato quattrozampe causa di sofferenza.

zone fredde e calde nel cane

Zone fredde e calde nel cane: quali sono

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Cosa sono le zone fredde e calde nel cane Quando si parla di zone fredde e calde nel cane si intendono quelle parti del corpo che si possono toccare o e quelle che è meglio evitare. Non capita frequentemente di sentir parlare di zone fredde e calde nel cane, almeno tra i “semplici” proprietari di quattrozampe; chi ne parla di solito appartiene alla categoria degli “addetti ai lavori”, ossia addestratori, esperti cinofili, allevatori. Ma cosa sono queste zone fredde e calde nel cane? In realtà niente di così “tecnico”: si tratta di quelle parti del corpo che i quattrozampe non amano vengano loro toccate (zone calde) e quelle che invece si possono toccare senza che il pet abbia di solito reazioni negative (zone fredde). Conoscerle è importante per chiunque voglia approcciarsi ad un cane, non soltanto per chi ne possiede uno, ma anche – anzi, a volte soprattutto - per chi semplicemente vuole fare una carezza ad un quattrozampe che non conosce, o conosce poco, incontrato per strada. Spesso la maggior parte degli esseri umani ignora l’esistenza di zone calde e finisce per ripetere il solito (grave) errore di comunicazione con il cane, dandogli la classica “manata” sulla testa quando gli si avvicina, magari con la buona intenzione di fargli una carezza. La testa è per il cane una zona “off limits”: toccarla per lui è segno di dominanza e quindi è un gesto per niente gradito; per fortuna la maggior parte dei quattrozampe è socializzata e molto paziente nei nostri confronti e ci “perdona” molti sbagli, forse limitandosi a pensare che gli esseri umani sono proprio degli incapaci quanto a buone maniere… Non bisogna però dare per scontato che tutti i cani debbano sempre accettare benevolmente di essere manipolati da noi: quando non rispettiamo le regole di comunicazione canina, se il quattrozampe ha una qualche reazione, dobbiamo capire che la colpa è nostra. Perciò è importante conoscere la distinzione tra zone fredde e zone calde del cane; vediamo dunque nel dettaglio quali sono:Le zone calde sono le zampe, i piedi, la coda e, come detto precedentemente, la testa. Occorre però precisare che la parte intoccabile è la sommità del capo, mentre altre zone del muso, come le guance, il mento e in genere la regione delle labbra possono essere considerate fredde, perché di solito il quattrozampe accetta abbastanza di buon grado che vengano toccate. Ciò del resto è deducibile anche osservando come si comportano i cani tra loro: quando incontrano un loro simile, soprattutto se è non lo conoscono, per prima cosa avvicinano i musi l’uno all’altro lateralmente e si annusano, toccandosi proprio nella zona delle labbra e/o del collo. Quelle infatti sono regioni del corpo ricche di feromoni, gli ormoni attraverso cui i pet raccolgono moltissime informazioni su chi hanno di fronte, tra cui anche la disposizione d’animo dell’altro, se pacifica o rissosa; toccarli in quelle zone dunque viene da loro interpretato come un tentativo di conoscenza e di conseguenza tollerato. Le zone fredde sono il collo e il tronco, la groppa e il ventre. Si tratta di quelle parti del corpo che possiamo toccare per prime quando ci approcciamo ad un cane, perché non creano particolare disagio all’animale.Zone fredde e calde nel cane: ogni quattrozampe è diverso Se la distinzione tra zone fredde e calde nel cane è importante, va comunque sempre considerato il fattore soggettivo dell’animale, il contesto e il rapporto che si ha con lui. Ogni quattrozampe è diverso da tutti gli altri perché ha un suo carattere e un suo temperamento: se, ad esempio, commettiamo l’errore di toccarlo sul capo, ci sarà quello che si limiterà a fare un passo indietro, ritraendosi, quello che ringhierà e quello che invece morderà; proprio per questo dobbiamo cercare in ogni caso di evitare tutti i comportamenti sbagliati, che possono indurre una reazione nel cane. Va da sé invece che se interagiamo con il nostro cane, che conosciamo e ci conosce perfettamente e con cui condividiamo le nostre giornate, potremo tranquillamente toccarlo anche sul capo (salvo particolari problemi comportamentali), senza temere reazioni, perché si sarà creato un tale rapporto di fiducia reciproca che il nostro pet sarà disposto ad accettare da noi anche comportamenti non proprio ortodossi nel linguaggio canino.

dobermann impazzisce

Dobermann impazzisce: una credenza da sfatare

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Il Dobermann impazzisce perchè il cervello cresce sempre: una leggenda da sfatare Alzi la mano chi è convinto che prendere un Dobermann sia pericoloso per via della pazzia che contraddistingue questa razza quando invecchia! A tutti voi che avete sollevato la mano, forse sorprenderà sapere che siete vittime di una convinzione del tutto errata. Da tantissimo tempo attorno alla razza gira la convinzione che il suo cervello continui incessantemente a crescere negli anni mentre la sua scatola cranica rimane uguale come dimensioni, causando quindi una compressione cerebrale in conseguenza della quale il Dobermann impazzisce . Questa pazzia lo porterebbe a mordere tutto e tutti. Proviamo a capire cosa succede davvero e quanta verità c’è attorno a questa leggenda. Con l’avanzare dell’età, le dimensioni del cervello non aumentano, ma si riducono (e questo sia nei cani che negli esseri umani), a causa di un’atrofia conseguente alla morte delle cellule cerebrali. La scatola cerebrale invece rimane invariata nelle sue dimensioni. La compressione cerebrale quindi, non c’è modo che si verifichi.Dobermann impazzisce: da dove arriva questa credenza? Il Dobermann è una razza giovane, creata con incroci non sempre azzeccati rendendo così i primi esemplari non sempre equilibrati nel carattere e che presentavano reazioni impulsive e violente. Da considerare è anche che il Dobermann non è un cane facile da addomesticare perché presenta a tratti un’indole ribelle e solitaria. A questo si deve aggiungere che spesso è finito nelle mani di padroni inesperti e non adatti a questo tipo di cane, che se addestrato correttamente, è invece di una dolcezza infinita. Oggi per fortuna la razza è pura e questi difetti caratteriali non sono più presenti. Rimane il fatto che il Dobermann è un cane che richiede un padrone dai nervi saldi e coerente nell’addestrarlo, che sappia far venire in superficie tutte le eccellenti qualità di questa razza. Il Dobermann è oggi un cane equilibrato che vive tranquillamente in famiglia e che va d’accordissimo con i bambini. Si distingue per la sua indole coraggiosa e per il profondo e viscerale attaccamento che dimostra nei confronti del suo padrone. E’ un cane pacifico, che si lega tantissimo alla famiglia a cui appartiene e che sa essere giocherellone e affettuoso.Dobermann impazziscono: un'altra spiegazione Un’altra motivazione che potrebbe essere stata alla base della nascita e del perdurare di questa leggenda sui Dobermann si potrebbe ricercare nell’aggressività idiopatica e nella distimia, che sono patologie che portano il cane a manifestare comportamenti aggressivi apparentemente immotivati. Mentre la prima è di origine sconosciuta e pare essere totalmente assente negli esemplari selvatici, la seconda è di origine genetica e oggi è perfettamente controllabile grazie ad una terapia comportamentale (nei casi lievi) e farmacologica (in quelli più seri). Sebbene ci siano stati in passato casi di Dobermann (ma non solo di questa razza sia ben chiaro) è bene sapere che:Sia l’aggressività idiopatica che la distimia sono patologie che si presentano davvero molto raramente. Che l’aggressività idiopatica si manifesta entro il secondo anno di vita.Aggiungiamo inoltre che la teoria secondo la quale il Dobermann impazzisce risale agli anni 70. Anni in cui la cultura cinofila non era particolarmente ricca di informazioni. Per concludere ribadisco nuovamente che il Dobermann è un cane davvero meraviglioso, curioso e dolcissimo e se gliene darete la possibilità, ne sono certa, non potrà che conquistarvi.

oroscopo dei cani

Oroscopo dei cani: anche loro hanno segni zodiacali

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Oroscopo dei cani: esiste uno zodiaco anche per loro? Gran parte della popolazione mondiale crede negli astri. Lo sapevate che esiste anche un oroscopo dei cani? Appartenete a quella categoria di persone che al mattino appena sveglie leggono il proprio oroscopo prima di iniziare la giornata? Oppure non date molta importanza all’influsso dello zodiaco sulla vostra vita? In ogni caso può essere curioso sapere che, per chi crede all’influenza degli astri, anche il carattere dei nostri cani sarebbe condizionato dal segno zodiacale. Gli astrologi dicono che occorre sapere sia la data che l’ora di nascita per determinare con precisione il proprio segno, ma anche l’esatta posizione dei pianeti e l’ascendente; certo però nel caso dei nostri pelosi a volte è già tanto se conosciamo il giorno in cui sono nati. Per i trovatelli è quasi impossibile saperlo, ma leggendo tutti i segni dello zodiaco canino potrete ugualmente trovare quello che più si avvicina all’indole del vostro quattrozampe... Vediamo allora quale dovrebbe essere il temperamento dei pelosi in base alla data di nascita; potete divertirvi a osservare se davvero esistono delle corrispondenze con il carattere del vostro pet!Oroscopo dei cani: segni d'ariaIl cane dei Gemelli è molto socievole sia con gli esseri umani che con gli altri cani. Ha bisogno di stimoli continui e diversi, quindi non è il tipo di cane da lasciare tutto il giorno a poltrire sul divano. Ama giocare e andare a zonzo; è curioso e a volte un po’… petulante, sempre che si possa dire di un cane! Il cane della Bilancia è tra quelli più “pretenziosi” dello zodiaco perché ama essere al centro dell’attenzione e a volte pressa il padrone con richieste di cibo, di gioco o magari perché vuole dormire sul letto accanto a lui (ma del resto qual cane non lo vorrebbe?). È molto simpatico e divertente e con le sue espressioni buffe e i suoi comportamenti bizzarri farà ridere di gusto il proprio padrone. Il cane Acquario trova la sua caratteristica principale nella socievolezza: è il “compagnone” dello zodiaco. Ama stare assieme agli altri cani quasi più che con gli umani, che accoglie sempre volentieri in casa propria; certo, non è il miglior guardiano possibile, ma quanto a capacità comunicativa è imbattibile! Oroscopo dei cani: segni d'acquaIl cane del Cancro è profondamente legato alla propria famiglia: dovrebbe essere il classico cane che segue il padrone passo passo e non lo lascia un minuto. È buono con i bambini, sempre a patto che i piccoli a due zampe lo rispettino però! Come rovescio della medaglia, non accetta di buon grado di stare da solo e cerca sempre la vicinanza e le coccole del padrone. Il cane dello Scorpione non è proprio adatto a tutti, non perché sia aggressivo o più problematico di altri, ma perché è in qualche modo lui a scegliersi il padrone: ci sono persone che amerà alla follia, ma altre che invece detesterà senza rimedio. È un cane che non ha vie di mezzo e se non gli piacete, difficilmente riuscirete a fargli cambiare idea: se invece entrate da subito in sintonia con lui, vi adorerà per tutta la vita! È molto territoriale e difenderà casa e proprietario senza paura. Il cane dei Pesci è molto sensibile: ha dunque bisogno di essere approcciato con delicatezza e pazienza. Non bisogna traumatizzarlo con rimproveri troppo bruschi perché potrebbe facilmente intimorirsi e avere paura di voi. Nello stesso tempo però è capace di stringere un legame di totale sintonia con il padrone, al punto da comprenderne ogni sentimento e stato d’animo.Oroscopo dei cani: segni di terraIl cane del Toro è tendenzialmente tranquillo, pacifico e amorevole, ma se provocato può sfoderare un carattere da lottatore inaspettato: meglio che nessuno invada i suoi spazi o cerchi di impossessarsi dei suoi averi (giocattoli e cibo) perché il gentile Dottor Jekyll potrebbe trasformarsi in Mister Hyde! Il cane della Vergine è uno dei meno problematici dell'oroscopo dei cani . È super affidabile: la fedeltà e la lealtà sono tra le sue caratteristiche principali; è anche un cane molto intelligente, che impara in fretta e ama apprendere ed osservare. È molto legato alla sua quotidianità. Quindi non ama particolarmente i cambiamenti, tanto più se sono improvvisi e radicali. Un compagno ideale per la vita, insomma! Il cane del Capricorno è nel panorama zodiacale canino quello più indipendente: per questo può allontanarsi dall’idea tradizionale del cane che ha occhi solo per il suo padrone. Il peloso del Sagittario infatti può sembrare un po’ freddo e distaccato anche nei confronti del proprietario: ha un modo tutto suo di amare il proprio umano, ma difficilmente sarà il tipo di cane affettuoso e coccolone che alcuni desiderano. È però anche coraggioso e ricco di entusiasmo, a volte difficile da contenere, tanto da risultare maldestro…Oroscopo dei cani: segni di fuocoIl cane dell’Ariete ha un bel caratterino! Tende ad essere dominante, quindi è bene che fin da cucciolo gli venga insegnato qual è il proprio ruolo all’interno del branco-famiglia. È esuberante e intraprendente, a volte anche un po’ troppo, perciò rischia di cacciarsi nei guai, ma è allo stesso tempo divertente e sempre pronto a difendere il proprio padrone. Il cane del Leone non passa certo inosservato! È fiero e dall’atteggiamento superbo, dal carattere forte, ma amorevole. Per convivere nel modo migliore con lui bisogna definire da subito i rispettivi ruoli, quindi anche il padrone dovrà essere altrettanto fermo e deciso. È un buon cane da guardia e adatto alla difesa. Il cane del Sagittario è un po’ il “mattacchione” dell'oroscopo dei cani . Non sta fermo un momento, ha sempre voglia di giocare; una ne pensa e cento ne fa! È molto divertente, ma anche irruente ed esuberante; sa però farsi perdonare con la sua impetuosa affettuosità. Ogni volta che farete rientro a casa sarà sempre contento di saltarvi addosso e riempirvi di leccate.

Viaggiare in aereo con il cane

Cani in aereo: si può? le normative da seguire

Curiosità Redazione -

Si può viaggiare in aereo con il cane? Ecco cosa dicono le normative europee. Tra i mezzi di trasporto possibili per compiere viaggi di media e lunga percorrenza assieme al nostro quattrozampe l’aereo è sicuramente quello più problematico. Anzitutto perché non esiste un regolamento unico e condiviso che disciplini il viaggio ad alta quota dei nostri cani, ma le modalità cambiano da una compagnia aerea all’altra. Ad esempio viaggiare in aereo con il cane su Ryanair o easyJet non è possibile, a meno che non si tratti di cani-guida o d'assistenza. Vi sono quelle che non accettano animali sui propri velivoli, a nessuna condizione, altre che li accettano in numero limitato (ad esempio non più di due per aeromobile), mentre la maggior parte delle compagnie consente il trasporto di cani, ma soltanto nella stiva dell’aereo. Ciò costituisce spesso un problema non da poco per il padrone, ma soprattutto per il cane. Esistono determinate regole da rispettare relativamente agli spazi adibiti al trasporto dei pets, come le dimensioni delle gabbie, abbastanza grandi da permettere all’animale di muoversi e girarsi e ambienti sufficientemente aerati, ma per il cane il viaggio in aereo rimane sempre una notevole fonte di stress. Trovandosi in un luogo sconosciuto, solo senza il proprio padrone e chiuso in un kennel, il quattrozampe può riportare conseguenze sia psicologiche che fisiche. Ogni anno infatti un numero tutt’altro che irrilevante di cani addirittura muore durante il trasporto aereo o viene perso, quando la tratta prevede uno o più scali con il conseguente cambio di velivolo. Ciò è assolutamente inaccettabile, così alcune compagnie hanno deciso di aprire le porte della cabine anche ai quattrozampe, che potranno viaggiare assieme al proprio padrone, ovviamente all’interno di apposita gabbia; ma non è tutto oro quel che luccica! Anche le compagnie più “illuminate” come ITA Airways o la statunitense Delta infatti per ora consentono di viaggiare in aereo con il cane in cabina solo per gli esemplari di piccola taglia (per Alitalia, ad esempio, non devono superare i 10 kg di peso), mentre per tutti gli altri “big” rimane il confino all’interno della stiva pressurizzata.Se dunque qualche passo avanti si sta facendo in merito al rispetto dei diritti degli animali anche ad alta quota, c’è ancora molta strada da percorrere nell’ottica di voli pet-friendly. È importante dunque che il padrone valuti molto attentamente l’opportunità di far viaggiare il proprio cane in aereo, anche chiedendo preventivamente consiglio al proprio veterinario che, in base alle condizioni di salute dell’animale, potrà dare delle preziose indicazioni.Viaggiare in aereo con il cane: cosa serve Prima di viaggiare in aereo col proprio cane bisogna informarsi bene non solo sulle condizioni di viaggio imposte da ogni compagnia, ma anche sulla documentazione necessaria. Il cane deve essere dotato di:libretto sanitario che attesti che è in regola con le vaccinazioni; microchip o il tatuaggio leggibile, con relativa certificazione di avvenuta iscrizione all’anagrafe canina; per il vaccino antirabbico, nel nostro paese non è più obbligatorio, ma il Ministero della Salute lo consiglia per le regioni più orientali e nelle Isole; può essere richiesta una dichiarazione sulla buona salute dell’animale, rilasciata dal veterinario prima della partenza.Per i voli internazionali è necessario anche un passaporto sanitario del cane da richiedere al veterinario che riporta, oltre ai dati anagrafici dell’animale e alla sua fotografia, anche l’attestazione delle avvenute vaccinazioni, compresa l’antirabbica, che per l’estero è obbligatoria. È importante inoltre assicurarsi che il paese di destinazione non preveda un periodo di quarantena per il cane una volta sbarcato. Soprattutto va ribadito che è importante informarsi bene sulle regole stabilite dalla singola compagnia aerea con cui decidete di volare: ve ne sono alcune che, oltre ai regolamenti più o meno comuni, pongono delle ulteriori restrizioni, come ad esempio non accettare cuccioli di età inferiore ai tre mesi, femmine gravide o in calore, e cani brachicefali, come il Boxer, il Bulldog, il Carlino o il Pechinese, che per la conformazione schiacciata del muso possono presentare maggiori problemi respiratori.

Donne preferiscono il cane al marito

Donne preferiscono il cane al marito?

Curiosità Redazione -

LE DONNE PREFERISCONO IL CANE AL MARITO ? Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo pronunciato noi stessi la proverbiale frase: “gli animali sono meglio degli essere umani”! Molti pensano che si tratti soltanto di un luogo comune, ma a quanto pare non è proprio così e dietro quest’affermazione c’è spesso una convinzione radicata. Lo dimostrano non solo la cura e la dedizione che molti padroni dedicano ai propri pet, ma anche alcuni recenti sondaggi, dai quali sono emersi risultati per qualcuno sorprendenti, per altri amanti degli animali invece del tutto scontati. In particolare, un’intervista condotta da un’associazione animal-friendly britannica (Brooke) avrebbe rivelato che molte donne preferiscono il cane al marito , fidanzato o compagno che sia. Se un terzo delle duemila “ladies” interpellate ha affermato di amare il proprio pet tanto quanto il partner, una su dieci ha addirittura sostenuto che, se dovesse scegliere tra i due, non avrebbe dubbi: la preferenza andrebbe al proprio cane! Gli animali domestici sono considerati ormai dalla maggior parte dei proprietari come membri della famiglia a tutti gli effetti, anzi, spesso sono tra i componenti più importanti del nucleo familiare, perché sono accentratori di affetto, portatori di gioia e divertimento e contribuiscono molte volte all’equilibrio domestico. E quando invece gli animali, tanto amati da uno dei partner, non sono altrettanto benvoluti dall’altro? Anche in questo caso le donne intervistate hanno dato una risposta inequivocabile: più della metà ha detto che sarebbe pronta a rompere con il coniuge se non accettasse il proprio quattrozampe e che non inizierebbe una relazione con un uomo che fosse infastidito dalla presenza del pet. In caso di separazione invece, il 38% delle mogli sarebbe pronta ad una lotta serrata, anche per vie legali, pur di ottenere l’affidamento del pet. Altro che “tra moglie e marito non mettere il dito”! Spesso è il cane a mettersi (fisicamente) nel mezzo: un terzo delle donne intervistate infatti è ben contenta di lasciare che il proprio quattrozampe dorma sul letto con lei e il 16% lo tiene amorevolmente abbracciato sotto alle coperte.CI SARÀ PURE UNA RAGIONE SE LE DONNE PREFERISCONO IL CANE AL MARITO Ma per quale motivo le donne preferiscono il cane al marito ? Le ragioni sono molteplici: anzitutto perché il consorte non può competere con il cane quanto a fedeltà, ma non solo. I quattrozampe sviluppano un’empatia nei confronti del padrone (in questo caso bisognerebbe dire della padrona…) che i mariti raramente dimostrano, tanto che più della metà delle intervistate confessa di cercare conforto tra le “zampe” del proprio cane quando litiga con il marito. A questo punto molti potranno pensare che queste donne preferiscano il rapporto con il proprio pet perché è più semplice di quello con il coniuge: il cane in fondo non le contraddice mai ed obbedisce senza controbattere, mentre col marito è un confronto continuo; ma non è proprio così. Anzitutto l’idea del cane che venera il padrone, guardandolo ininterrottamente con occhi adoranti, è un po’ una leggenda, perché i quattrozampe, come ben sa chi ne possiede uno, non sono sempre accondiscendenti, hanno i loro bei caratteri e vanno educati; e poi, da quanto emerso dal sondaggio, le donne ricercherebbero nel proprio cane principalmente quella comprensione che troppo spesso non troverebbero nei mariti. Sarebbe dunque quella forma particolare d’amore che lega il padrone al proprio pet, così viscerale e intuitiva, che non necessita di parole per essere spiegata, a spingere le donne a preferire la compagnia del fedele cane a quella del non sempre affidabile marito.

Black mouth cur: il cane tuttofare

Curiosità Redazione -

Black Mouth Cur, un cane multiattività Parliamo del Black Mouth Cur, una razza canina di origini sconosciute, che forse non è particolarmente nota fuori dagli ambienti rurali. E consentimelo, è un vero peccato. E' cresciuto e utilizzato da sempre come cane da fattoria, è un cane che, se addestrato, può fare davvero tantissime attività. Da quella prediletta, la caccia, ad attività di pastorizia, di ricerca e soccorso, di traino.  Non per nulla questa razza canina è definita “multiattività”. Il Black Mouth Cur è un cane forte, robusto che è generalmente sempre in buona salute. È un cane pieno di energie ed è felice se ha sempre qualcosa da fare.  Deve essere addestrato e fatto socializzare fin da cucciolo, in modo dolce ma deciso, così che la sua socievolezza si sviluppi al meglio. È un cane intelligente e deciso essendo un cane da lavoro, ma è adattassimo alla vita in famiglia. Ha un temperamento tranquillo, socievole e molto affettuoso con tutta la famiglia, compresi i bambini. È diffidente con gli estranei ma senza essere aggressivo. Può, al contrario, esserlo con altri animali che non appartengono alla sua cerchia familiare.Back Mouth Cur, una razza dalle origini sconosciute Le origini del Black Mouth Cur sono sconosciute ma si presume che questa razza canina sia stata messa a punto a partire da vari antichi cani europei e asiatici di tipo Cur. Quello di cui si è a conoscenza è che questa razza è stata sviluppata del sud degli Stati Uniti come cane da fattoria per gli usi più svariati e che la razza a partire dal 19° secolo si è abbastanza diffusa. Anche se alcuni sostengono che la razza Cur individui una razza mista, il Black Mouth Cur è una razza pura. Grazie agli sforzi di molti allevatori, che continuano a tutt’oggi, questa razza canina è stata riconosciuta dall’United Kennel Club. Il primo esemplare venne registrato nel mese di aprile del 1964. Non è invece riconosciuta dalla FCI. I Black Mouth Cur, Hanno la fama di essere cacciatori indomiti, che non desistono mai e che sono pronti a lottare con l'animale selvatico su ogni terreno ed in ogni situazione. Sono considerati buoni compagni per la famiglia, e sono molto diffusi nelle zone rurali del Texas, della Georgia e dell'Alabama.Caratteristiche fisiche del Black Mouth Cur Il Black Mouth Cur è un muscoloso e robusto cane adatto alle attività di pastorizia e di caccia. Il muso è di forma quadrata e generalmente ha una maschera nera.  Il nome Black Mouth si riferisce alla pigmentazione scura che si trova intorno alle labbra e che si estende anche verso l’interno della bocca, sulle gengive e le guance, ad eccezione della lingua. Le orecchie sono attaccate basse, di medie dimensioni e cadenti. Gli occhi sono di colore marrone. Il mantello del Black Mouth Cur è disponibile in vari colori e sfumature. In genere è rosso, giallo, fulvo o pelle di daino. Il colore bianco è raro e non è ammesso. Secondo lo standard del Kennel Club il mantello po’ essere bianco solo fino ad un massimo del 10 per cento. Il pelo è corto e può essere sia grossolano che fine. La coda è lunga e può essere portata ancorata sul dorso.  Il peso varia tra i 20 e i 35 kg mentre l’altezza si aggira intorno ai 40-45 cm. I maschi sono generalmente più grandi delle femmine.  La vita media è di 12-16 anni.  È considerato una razza generalmente molto sana. Essendo utilizzato come da lavoro, eventuali difetti genetici vengono eliminati nella selezione, in quanto potrebbero compromettere le sue capacità lavorative.  Ci sono comunque patologie a cui il Black Mouth Cur può essere soggetto come, ad esempio, le infezioni all’orecchio, problemi agli occhi ed epilessia.Esercizio, educazione ed utilizzo Il Black Mouth Cur è considerata una razza energica e richiede una camminata quotidiana e molto spazio per correre e giocare. Decisamente non è un cane da appartamento e da divano. È un cane che, come abbiamo già detto, viene addestrato per la caccia o la pastorizia ma può fare qualsiasi attività che lo tenga impegnato e attivo. La mancanza di esercizio può portare questa razza allo sviluppo di problemi comportamentali. La formazione e la socializzazione sono molto importanti per i cuccioli di questa razza canina e dovrebbero essere avviate prima possibile.  L’educazione non deve avvenire in modo aggressivo quanto, invece, in modo coerente e gentile rimanendo comunque ferma e decisa. Un comportamento aggressivo non sarà affatto efficace con questo cane che, se educato correttamente, farà di tutto per compiacere il suo padrone. Abbiamo detto che il Back Mouth Cur, tra le sue attitudini ha quella della caccia. Quando è in caccia tende ad uccidere le prede di piccole e medie dimensioni mentre tiene perfettamente a bada quelle più grandi in attesa del cacciatore che avvisa con uno o due abbai profondi. Questo è un cane considerato “multiattività”. Oltre alla caccia e alla pastorizia che abbiamo già citato, può essere addestrato come cane da traino, cane da ricerca e salvataggio e può correre in manifestazioni agonistiche.Carattere del Black Mouth Cur Il Black Mouth Cur è un animale che si adatta benissimo alla vita domestica, anche se non è un cane da appartamento. Questa razza canina ha un forte istinto protettivo e forma un legame molto stretto con la propria famiglia. È affettuoso e fedele e ama che la sua famiglia sia affettuosa con lui.  Ha la tendenza ad essere più affettuoso con le donne della famiglia rispetto agli uomini ed è invece diffidente con gli estranei. Se abituato fin da cucciolo è molto buono con i bambini di tutte le età. Parliamo di una razza canina molto sensibile che non dovrebbe mai essere sgridata con rabbia. Questo cane si lega tantissimo al padrone con cui ha bisogno di interagire. È inoltre un cane attivo che è ben felice se ha sempre qualcosa da fare. Nonostante la sua forza e la sua determinazione nella caccia, il Black Mouth Cur è un cane dolce e dal temperamento tranquillo.  È un cane stabile e anche se è molto protettivo non attaccherà gli estranei senza un motivo valido.  Discorso differente è da farsi per gli altri animali domestici che non appartengono alla sua cerchia familiare e con cui può diventare aggressivo.

Cani guida per non vedenti

Cani guida per non vedenti: compagni di vita

Curiosità Redazione -

QUALI SONO I CANI GUIDA PER NON VEDENTI I cani guida più conosciuti sono quelli per non vedenti: si tratta di quattrozampe appositamente addestrati fin da cuccioli ad accompagnare le persone prive della vista o ipovedenti in tutte le attività della vita quotidiana, non solo tra le mura domestiche, ma soprattutto all’esterno. È proprio in strada infatti che il cane guida svolge al meglio il suo compito, che è principalmente quello di condurre il proprio umano nei suoi spostamenti garantendogli la totale sicurezza mentre attraversa la strada, sale su un mezzo di trasporto o semplicemente passeggia per la via e deve evitare altre persone e ostacoli di vario genere. In pratica il cane guida per non vedenti si sostituisce agli occhi del suo umano: sceglie il percorso migliore, elude tutto ciò che può rappresentare un impedimento fisico e un pericolo per l’incolumità dell’uomo, impara a valutare il traffico e a capire quando è il momento giusto per attraversare una strada. Perché il cane sia in grado di fare tutto ciò è necessario un lungo e costoso addestramento: occorre un periodo che va dagli otto mesi ad un anno di paziente e costante lavoro da parte di addestratori specializzati affinché un cane sia pronto per essere affidato al non vedente. Bisogna poi aggiungere anche il periodo di “adattamento” reciproco tra il quattrozampe e il suo futuro padrone: è necessario che i due si conoscano al punto da raggiungere un affiatamento completo, perché solo così potranno arrivare a capirsi all’istante e diventeranno una cosa sola. E non soltanto l’animale deve imparare le abitudini del suo umano, ma anche viceversa: in molti centri di addestramento cani guida per non vedenti si organizza un periodo di permanenza presso il centro stesso della persona a cui il quattrozampe verrà affidato, nel quale viene anche insegnato a gestire il cane e a conoscere le sue esigenze (pasti, uscite per i bisogni fisiologici, sonno, ecc.).Non tutte le razze sono adatte a diventare cani guida per non vedenti: le più idonee sono il Pastore Tedesco, il Labrador e il Golden Retriever (qualche volta vengono utilizzati anche il Pastore Scozzese e il Pastore Australiano) per alcune precise ragioni. Anzitutto, dal punto di vista fisico conta la dimensione del cane, che deve avere l’altezza giusta rispetto al suo padrone non vedente, in modo che quest’ultimo possa impugnare la maniglia dell’apposita imbracatura bianca e rossa di cui il quattrozampe viene dotato; quindi non sono idonee né le razze di piccola taglia né quelle troppo grandi. Va da sé che il cane deve essere sano e a questo scopo vengono effettuati tutti gli esami medici del caso prima di iniziare l’addestramento. Dal punto di vista caratteriale invece le razze selezionate posseggono specifiche peculiarità indispensabili per un cane guida per non vedenti: hanno un elevato livello di attenzione, sono molto ricettive all’addestramento, sono di indole mansueta e paziente, ma allo stesso tempo dotati di coraggio e iniziativa, amano lavorare e hanno uno spiccato senso dell’orientamento. Le femmine inoltre vengono spesso preferite ai maschi perché più docili e meno soggette alle regole della dominanza intraspecifica rispetto ai maschi.L’ADDESTRAMENTO CANI GUIDA PER NON VEDENTI IN ITALIA La pratica di addestrare cani guida per non vedenti ha origini lontane: la prima traccia della presenza di un cane per non vedenti risale già al XVI secolo, mentre la prima scuola di addestramento sorse in Germania negli anni del primo conflitto mondiale, allo scopo di fornire un sostegno ai soldati che avevano perso la vista in guerra. Oggi in Italia possiamo vantare alcuni centri di eccellenza in materia, tra cui vengono annoverati la Scuola Nazionale di cani guida per ciechi, fondata per volere dell’Unione Italiana Ciechi, con sede a Firenze, e quella di Limbiate sostenuta dai Lions, una Onlus che assegna gratuitamente ogni anno circa 50 cani guida addestrati a persone non vedenti.

Gorgi: da cane randagio a poliziotto

Curiosità Redazione -

 Gorgi e la sua famiglia di poliziotti Ormai lo sapete, mi piacciono le belle storie tra animali a quattro e a due zampe. La storia di oggi è quella di Gorgi.  Lui un padrone non ce l’aveva e così ha deciso di andare a cercarne uno in una stazione di polizia a Bayamón, in Portorico. Quando è arrivato gli agenti hanno visto subito che non era proprio in buone condizioni. Nonostante fosse malnutrito e con evidenti segni di abuso ha dimostrato però un carattere sereno e amichevole anche se, inizialmente, si è avvicinato un po’ spaventato in cerca di affetto e protezione.  Gli agenti gli hanno dato cibo e acqua e Gorgi è rimasto per un po’ in loro compagnia prima di andarsene. Il giorno dopo Gorgi è tornato, sempre con la sua voglia di affetto e soprattutto senza nessuna voglia di andarsene via. I poliziotti ne sono rimasti conquistati e così hanno deciso di salvarlo dalla strada. Hanno raccolto i soldi e lo hanno portato dal veterinario per un controllo medico.  Il suo stato di salute è risultato nel complesso buono e gli agenti hanno deciso di assumerlo dandogli anche distintivo e giubbotto. Non essendo addestrato Gorgi non può davvero essere un cane poliziotto che agisce sul campo ma il suo ruolo è altrettanto importante. Gorgi contribuisce a migliorare l’ambiente di lavoro riducendo così lo stress degli agenti. Anche lui ovviamente ne trae beneficio, in quanto tutti gli vogliono bene e si prendono cura di lui dandogli tutto ciò di cui ha bisogno.Chi aiuta un amico a quattro zampe trova un tesoro Mi è piaciuta molto questa storia. Gorgi ha sicuramente sofferto nella sua vita, maltrattato e abbandonato da persone che non gli hanno voluto bene e, nonostante questo, lui non ha perso la speranza di trovare un amico a due zampe che si preoccupasse di lui e a cui poter dare tutto il suo affetto. Alla fine Gorgi non ha trovato solo un padrone, ha trovato un intera famiglia all’interno della stazione di polizia. Persone che insieme hanno dato una casa a questo piccolo amico a quatto zampe ma non solo. Gli hanno dato affetto e hanno scoperto che la loro buona azione, il loro buon cuore è servito non solo a Gorgi ma anche a loro che grazie a lui trovano ogni giorno un po’ di serenità e allegria durante il lavoro. Chi di voi ha un cane non si stupirà più di tanto credo. Sa molto bene quanto l’amore di un cane possa aiutare una persona ad accrescere la propria serenità. Sembrerà strano per molti ma chi ha un cane, sa che questi amici possono sentire tutte le nostre emozioni e spesso e volentieri agiscono di conseguenza, standoci più vicini quando siamo un po’ giù di morale o giocando con noi quando siamo invece più allegri. Questi poliziotti hanno salvato la vita di questo cane che per strada avrebbe continuato ad avere solo solitudine e malnutrizione e in cambio hanno trovato qualcuno che rende le loro giornate in qualche modo migliori. Forse il detto chi trova un amico trova un tesoro è proprio vero. Gorgi e i suoi amici poliziotti si sono trovati reciprocamente ed è stato un incontro che ha portato per tutti loro il tesoro più grande di tutti: l’amicizia sincera.

Cibo per cani

Cibo per cani: sarà buono per l'uomo?

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UOMO E CANE DEVONO MANGIARE CIBI DIVERSI I cani sono irresistibilmente attratti dalle prelibatezze che i loro padroni assaporano, tanto da fissarli con occhi imploranti ogni volta che li vedono mangiare, nella speranza di ottenere un assaggio.Ma noi umani possiamo mangiare il cibo per cani? La risposta è NO: il nutrimento per cani non è adatto all'uomo e la maggior parte del cibo industriale sono scarti di macellazione trasformati in ORO!.Al di là dell’aspetto e dell’odore, per noi uomini non proprio invitanti, gli alimenti per cani sono pensati appositamente per soddisfare le necessità nutritive dei nostri animali domestici, che sono molto diverse dal fabbisogno umano.Basti pensare che un cane necessita nella propria dieta di un apporto di proteine pari circa al 35% (variabile in base alla taglia, al peso e all’età dell’animale), mentre all’uomo ne basta un 15%; non a caso il cane è per natura un CARBIVORO OPPORTUNISTA e solo da quando l’uomo lo ha addomesticato è diventato a poco a poco onnivoro, ammalandosi sempre più frequentemente.Anche il tipo di carne adatto ai cani è diverso da quello preferibile per l’essere umano: se noi bipedi prediligiamo carni magre, meno dannose per la nostra salute, ai nostri amici a quatto zampe sono più indicate le carni di seconda scelta, che contengono una percentuale di grasso.Mentre carboidrati, verdure e frutta costituiscono una parte importante della nostra alimentazione, il cane può mangiarli, ma in quantità controllate e solo in alcune varietà.L’alimentazione umana è tanto più sana quanto più è diversificata: al contrario di quanto viene fatto credere dall'industria del petfood vale la stessa cosa per cani e gatti.Certo, se proprio non resistiamo alla tentazione di scoprire che gusto abbia quel biscotto a forma d’osso che fa tanto impazzire il nostro cane, e decidiamo di assaggiarlo, non rischiamo la lavanda gastrica, perché il cibo per cani non è comunque tossico per l’uomo.Va da sé però che, se mangiassimo abitualmente o per un periodo prolungato alimenti per cani, potremmo andare incontro a serie conseguenze per la nostra salute: squilibri nell’apporto dei principali nutrienti, problemi digestivi, intestinali, allergici e anche cardiovascolari... e sui cani no ?COME PERFEZIONARE L’ETICHETTATURA DEI CIBI PER CANI Una volta appurato che il cibo per cani non è indicato per l’uomo, viene spontaneo domandarsi per quale motivo ciò non sia specificato sulle confezioni di croccantini, snack e scatolette per animali.Da un lato può sembrare logico che, se un cibo è creato appositamente per cani, avrà delle proprietà nutritive specifiche che lo rendono adatto a quella specie animale e non ad altre, motivo per cui, ad esempio, gli alimenti per cani sono controindicati per i gatti e viceversa.All’interno della Comunità Europea l’attenzione per le informazioni riportate sulle etichette dei prodotti, soprattutto alimentari, è molto alta, perciò può sorprendere che, a scanso di equivoci e in nome della massima trasparenza in campo igienico-sanitario, le confezioni di cibo per cani non riportino sull’etichetta la scritta: “non adatto all’alimentazione umana”. In realtà, se ne discute da anni, ma per il momento non è ancora stata emessa alcuna direttiva a riguardo. QUANDO LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA Ecco l’eccezione che conferma la regola… Negli Stati Uniti, la titolare di un negozio di prodotti per animali, ha pensato di pubblicizzare la propria attività in un modo del tutto singolare: ha dichiarato che avrebbe mangiato per un mese il cibo per cani in vendita sugli scaffali.La signora Dorothy Hunter – è questo il nome della fantasiosa commerciante – ha affermato di voler sostenere questa “prova di coraggio” per dimostrare quanto siano genuini gli alimenti che offre ai propri clienti.La negoziante si è detta convinta che questa sua bizzarra iniziativa non avrebbe comportato nessuna conseguenza dannosa sul suo benessere fisico: ad oggi però non è dato sapere in quali condizioni di salute fosse la signora Dorothy al termine del mese di “dieta canina”, ma è certo che, grazie a questa trovata, il suo negozio ha avuto un ritorno d’immagine senza precedenti!

Marcie

Marcie: una storia di abbandono col lieto fine

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Marcie e il grande cuore di Baker Ci sono cani che con uno sguardo hanno la capacità di raccontare tutta la loro sofferenza e di aprire il cuore di un uomo. Uno di quegli uomini che, certo ama gli animali già di suo, ma che davanti a certe storie, riesce ad amare ancora con più forza, con più determinazione, con più cuore. Ci sono cani che, seppure quasi alla fine del loro cammino, seppure stiano soffrendo soli e abbandonati, se amati hanno la forza di amare a loro volta anche quando la vita è stata crudele, anche quando, per anni, sono stati circondati dall’indifferenza umana. Oggi vi parlo di Marcie e del suo padrone Baker. Macie è una cagnolina randagia che ad un certo punto si è ritrovata a vagare nei pressi dello Shelter Kenton Country Animal a Fort Mitchell, nel Kentucky, dove Baker, 71 anni, è stato volontario per tre anni. Marcie non se la passa per niente bene, è molto malata e destinata all’eutanasia. Poi un giorno, quando di speranze per Marcie non ce ne sono quasi più, quando, dopo una vita di solitudine, avrebbe conosciuto la morte perché nessuno l’avrebbe adottata ridotta com’era, Baker viene a sapere di lei e decide che anche Marcie avrebbe avuto una famiglia tutta per lei che le volesse bene e le desse tutto l’amore e le cure di cui avrebbe avuto bisogno, pur sapendo che non sarebbe vissuta molto a lungo. Quando Baker porta Marcie dal suo veterinario di fiducia lei è cieca e ha tutto il manto divorato dalle pulci. Il medico informa Baker che la cagnolina è piena di tumori cancerogeni su tutto il corpo. Ma a Baker non importa, perché Marcie fa già parte della sua famiglia. Baker vive con sua moglie e con gli altri cani che ha adottato, e dal gennaio di quest’anno Marcie si ritrova ad avere una famiglia. Baker afferma che nonostante tutta la sofferenza Marcie ha mantenuto un carattere solare e anche se lei non può vederlo, quando lui le dice “Papà è qui, Marcie” lui può vederla sorridere.Uomini speciali per cani speciali… Parliamo sempre di quanto siano meravigliosi i cani, di quanto amore siano capaci di darci anche quando, non hanno certo avuto una vita facile. Il segreto? Credo che questa grande medicina dell’anima, sia solo l’amore. Un amore che i cani, come Marcie, sanno fare proprio molto di più di quanto non siano capaci gli uomini. Ma oggi voglio rendere merito anche a quelle persone speciali che hanno un cuore grande capace dello stesso tipo di amore. Quello incondizionato, quello che supera le sofferenze, la paura, il pregiudizio. In pochi avrebbero adottato Marcie, seppur amanti degli animali. Perché adottarla vuol dire spendere dei soldi per le sue cure, che non sono di sicuro economiche, adottarla nelle sue condizioni vuol dire perderla entro poco tempo. Spesso, quando prendiamo un cane lo facciamo perché vogliamo qualcuno a cui affezionarci, con cui poter essere totalmente noi stessi, qualcuno che si adatti a noi, alle nostre abitudini, alla nostra vita senza chiedere in cambio null’altro se non tanto affetto. Alcuni umani però, adottano un cane anche quando sono esclusivamente loro a doversi adattare al cane e alle sue necessità. Lo fanno con il cuore, lo fanno senza aspettarsi in cambio un grazie, lo fanno senza pensarci troppo perché in alcuni casi di tempo da perdere non ce n’è. Lo fanno perché sanno che il loro gesto può aiutare un cane a vivere felice. E per questi umani, è l’unica cosa che conta!

Ristoranti per animali

Ristoranti per cani e gatti: i quattro zampe si leccano i baffi

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RISTORANTI PER ANIMALI : QUANDO CANI E GATTI SIEDONO AL TAVOLO Altro che riso soffiato per cani, crocchette per gatti e scatolette varie! Presto saranno solo un ricordo… Oggi  la nuova frontiera del gusto per i nostri amici a quattro zampe è rappresentata da succulenti pranzetti serviti ai tavoli di un ristorante. Arriva dall’Inghilterra la moda di inaugurare ristoranti per animali amanti della buona cucina: in ambienti a misura di animale, i nostri pets possono deliziarsi con piatti raffinati e bilanciati, studiati appositamente per le loro esigenze. Sono diverse le soluzioni trovate dai vari gestori, ma tutte accomunate dalla stessa attenzione per i loro speciali clienti. I menù sono realizzati utilizzando alimenti selezionati: non solo carne e pesce provenienti da allevamenti scelti, ma anche frutta, verdura e cereali rigorosamente biologici, per cani e gatti “vegetariani”. In alcuni casi, gli amati quattrozampe possono concludere in bellezza il pasto, degustando un gelato privo di zuccheri e grassi, creato ad hoc per il loro metabolismo, oppure sorseggiando bevande depurative adatte alla loro salute. Per non parlare delle location offerte da questi ristoranti per animali : ambienti eleganti con veri e propri tavolini su misura, dove cani e gatti possono gustare i loro prelibati pranzetti in ciotole dalle linee moderne e funzionali, talvolta realizzare da designer di successo, mentre i padroni attendono che i propri cani abbiano saziato il loro appetito in un locale attiguo, dotato di ogni comforts. In altri casi invece proprietario e cane possono mangiare “gomito a gomito”, ciascuno scegliendo i piatti preferiti dall’apposita lista, in una raffinata sala da pranzo dove, ai piedi del tavolo per gli “umani”, è stato realizzato uno spazio dedicato all’adorato cane. La spesa per questi pasti da gourmet riservati ai propri cani si aggira in media dai tre ai nove euro nel caso di un menù completo, formato da tre portate, ma se siamo di fretta o il nostro pet ha bisogno di una “merenda” veloce, possiamo scegliere anche di offrirgli solo uno spuntino o un goloso biscotto, al costo di 0,20 centesimi l’uno.ANCHE I LOUNGE BAR APRONO LE PORTE AGLI AMICI QUATTROZAMPE Oltre al vero e proprio ristorante, per coloro che non vogliono separarsi mai dal loro animale nel tempo libero, stanno nascendo anche i primi dog e cat bar, locali in cui i padroni possono trascorrere delle piacevoli serate con gli amici, sorseggiando fantasiosi aperitivi, senza dover lasciare a casa da solo il proprio cane o gatto. Anzi, anche per il nostro amico a quattro zampe sono a disposizione leccornìe e una ciotola di acqua fresca. In Gran Bretagna addirittura ha preso il via il pub pet-friendly, che ha tra i “pezzi forti” del menù la birra per cani, fatta sempre con malto, ma priva di luppolo e anidride carbonica, quindi completamente atossica.L’ITALIA AL PASSO COI TEMPI L’Italia, culla della cucina d’autore e del buon cibo, dove il numero di cani e gatti da compagnia è in continua crescita, non poteva che cogliere al volo l’idea dei ristoranti per animali . Il primo locale  di questo genere, il RistoBau & RistoMiao, ha aperto nel 2014 a Gussago, in provincia di Brescia. L’idea è venuta al Dott. Lemme, specializzato in biochimica alimentare, che ha voluto porre l’attenzione sulla necessità di una dieta più sana per i nostri amici a quattro zampe, avendo constatato che sono in aumento anche tra cani e gatti domestici alcune malattie quali diabete, sovrappeso, intolleranze, inequivocabilmente legate ad una cattiva alimentazione. Ma le iniziative nel Bel Paese sono varie e diversificate: a Lecco, al ristorante Cinque Cerchi, il cane può non solo mangiare accanto al proprio padrone, ma è addirittura servito da un vero e proprio cameriere e può assaporare un pranzo completamente gratuito. A Torino invece c’è un bar dedicato ai gatti, il Neko Caffè, dove i clienti possono bere e gustare cappuccino e brioches accarezzando i mici che nel locale sono stati accolti amorevolmente, tanto da vivere lì in pianta stabile.NON SOLO CIBO… In alcuni ristoranti dove la sintonia tra padrone e animale regna sovrana, oltre ad un pasto sano ed invitante, i nostri cani e gatti avranno a disposizione anche particolari servizi accessori: prima del pranzo è possibile sottoporsi ad una seduta di toeletta, giocare in un bel giardino con altri amici a quattro zampe e, per non farsi mancare proprio nulla, in qualche ristorante specializzato, durante il pasto i cani riceveranno addirittura massaggi e coccole…  Altro che vita da cane!

Togliere il cucciolo alla madre

Togliere il cucciolo alla madre: quando è meglio farlo?

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Mai togliere il cucciolo alla madre troppo presto: si spezzerebbe un legame irrinunciabile. Noi umani siamo irresistibilmente attratti dai cuccioli, sia di uomo che di cane o di qualunque altra specie, perché risvegliano in noi un naturale senso di protezione nei loro confronti, così teneri ed indifesi. Ecco uno dei motivi per cui, quando decidiamo di adottare un cane all’interno della nostra famiglia, pensiamo subito ad un piccolo “fagotto peloso” da accudire e coccolare. In realtà, nonostante le nostre amorevoli intenzioni, dobbiamo sapere che togliere il cucciolo alla madre troppo presto per metterlo tra le nostre braccia può solo danneggiarlo. Per  il cane infatti, come per molte specie animali, il rapporto con la madre e con i propri fratelli è fondamentale, non solo per far fronte alle sue primarie necessità fisiche (l’allattamento), ma anche per il suo corretto sviluppo psicologico. Molti pensano che il momento giusto per togliere il cucciolo alla madre sia lo svezzamento, quando cioè inizia a nutrirsi di cibi solidi e non più solo del latte materno.Sbagliato! Anzitutto lo svezzamento non avviene da un giorno all’altro, ma è un processo graduale, che inizia intorno al 30° giorno di vita, per cui ci sarà un periodo in cui il cucciolo mangerà già alimenti solidi, ma continuerà anche a poppare latte, in quantità sempre minori, finché la mamma glielo impedirà definitivamente allontanandolo. Ma anche quando il cucciolo sarà completamente svezzato non sarà ancora pronto per il distacco dalla madre. A partire dal 35° giorno d’età infatti il cucciolo inizia a scoprire il mondo ed i suoi simili: è una fase importantissima e delicata della crescita, in cui il cane deve imparare a conoscere tutto ciò che lo circonda e non può farlo completamente e correttamente senza l’imprinting materno. Solo la mamma infatti può insegnargli con il giusto linguaggio – quello canino – le regole basilari di comportamento con i propri simili, come interagire con loro, rispettando chi è adulto, chi è anziano, chi ricopre un grado più elevato nella gerarchia del branco. Così i cuccioli impareranno, ad esempio, ad avere un corretto senso della proprietà e a misurare la loro esuberanza, che se eccessiva, sarà rimproverata con un sonoro ringhio dalla madre. Anche noi uomini dobbiamo fare la nostra parte in questo periodo, perché è fondamentale che il cucciolo entri in contatto costante con l’uomo, imparando a riconoscerlo come qualcuno di cui si può fidare. Se questo non avviene il cane crescerà con un senso di paura e di diffidenza verso l’essere umano, che ne condizionerebbe negativamente il suo rapporto con l’uomo per tutta la vita. Questa importantissima fase di crescita non si conclude prima del 60° giorno d’età, motivo per cui la legge italiana ha stabilito che sia vietato togliere il cucciolo alla madre prima dei due mesi.Togliere il cucciolo alla madre troppo presto: i rischi Togliere il cucciolo alla madre troppo presto può comportare una serie di problemi nel processo di crescita del cane perché:Il cucciolo non avrà completato il necessario percorso di sviluppo psicologico, quindi da adulto molto probabilmente manifesterà problemi comportamentali di diversa natura; Il cane non saprà interagire correttamente con gli altri cani: ad esempio, non avrà imparato a “dosare” la forza dei propri denti nel gioco con i fratellini. In natura, se il cucciolo esagera e morde troppo forte, la mamma lo “sgrida” immediatamente; se da piccolo non riceve questa “lezione”, da adulto potrebbe avere una maggiore tendenza a morsicare sia gli altri cani che, ahimè, anche qualche umano, con tutte le conseguenze del caso; Il cane non imparerà a rispettare la proprietà altrui e a mantenere la “distanza di sicurezza” da essa, perché la mamma non avrà avuto il tempo sufficiente per insegnargli che non deve avvicinarsi troppo a ciò che appartiene ad altri, ringhiandogli in modo deciso quando il cucciolo prova a sottrarle il legnetto, la pietra o il giocattolo che tiene tra le zampe. Il cane adulto perciò potrebbe rivelarsi troppo possessivo e attaccabrighe.Anche se i fatidici 60 giorni rappresentano il termine per poter togliere il cucciolo alla madre, va detto che la fase di “socializzazione” del cane, in cui completa l’apprendimento su come rapportarsi correttamente con i propri simili e con l’uomo, prosegue fino ai 4 mesi d’età. È per questo motivo che alcuni comportamentisti ritengono che l’“optimum” sarebbe lasciare il cucciolo con la madre fino a 90 giorni di vita. Su questo punto però molti non sono d’accordo, perché sostengono che il quattro zampe, rimanendo con la propria famiglia “canina” d’origine per un altro mese, non avrebbe la possibilità di venire in contatto con ambienti e situazioni che faranno parte della sua vita col padrone e a cui potrebbe perciò avere difficoltà ad abituarsi successivamente.

Beagle-Harrier

Beagle-harrier: due razze per un cane armonioso

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Conosciamo insieme il Beagle-Harrier Il Beagle-Harrier nasce dall’incrocio tra il famosissimo Beagle inglese, da cui ha ereditato la vivacità e la passione per la caccia, e l’Harrier, da cui ha invece ereditato l’intelligenza, l’olfatto eccezionale e la resistenza. Lo scopo di questo incrocio voleva essere quello di dare vita ad un cane da caccia che avesse maggiori attitudini venatorie del Beagle Inglese. Inizialmente il risultato fu piuttosto lontano dalle aspettative. Fu Gerard Grandin che riuscì a creare quella che oggi è, a tutti gli effetti, la razza canina riconosciuta come Beagle-Harrier. Il riconoscimento della FCI è recente e risale al 1974. Cane instancabile, intelligente, ubbidiente, questo animale dà il meglio di sé nella caccia alla lepre e al cinghiale. È utilizzato prevalentemente in Francia ma anche in Italia, soprattutto nella zona della Pianura Padana, possiamo trovarne degli esemplari utilizzati specificatamente per la caccia al cinghiale. Questa è una razza canina leggera, nonostante le sue dimensioni più grandi è più leggero del Beagle, ed elegante e dal caratteristico manto tricolore. È un cane resistente e rustico che si adatta bene a tutte le tipologie di terreno e anche alle diverse condizioni climatiche.  Quando è in caccia rende meglio se lavora in muta. Questo ci fa capire che i rapporti con gli altri cani per lui non sono assolutamente un problema. Così come non lo sono con i bambini. Il Beagle-Harrier è un cane affettuoso ed è un grande giocherellone. Non è infrequente che sia lui stesso a cercare le coccole. Instaura un rapporto molto forte con il suo padrone a cui obbedisce sempre senza problemi. La sua intelligenza, la lealtà e la sua predisposizione ad obbedire agli ordini lo rendono addestrabile con facilità. Il Beagle-Harrier, nonostante sia per sua natura un cane da caccia, può essere anche uno splendido cane da compagnia, vista la sua natura mite, giocosa e dolcissima. Attenzione però, questo cane è un gran camminatore e ha bisogno di fare tantissimo movimento. Non è propriamente un cane da tenere in appartamento. L’ideale sarebbe avere un giardino o in alternativa essere dei padroni dinamici e amanti del movimento così da garantirgli tantissimo esercizio ogni giorno.  La nascita del Beagle-Harrier Il Beagle-Harrier nasce quando, nel 18° secolo, degli appassionati di caccia, poco soddisfatti delle capacità venatorie del Beagle inglese, hanno azzardato l’incrocio tra la razza del Beagle inglese e l’Harrier. Lo scopo era quello di ottenere un cane da caccia di taglia più grande e con un’attitudine maggiore alla caccia del Beagle.  Sembra però che le prime cucciolate frutto di questi incroci non diedero dei risultati moto soddisfacenti e gli obiettivi raggiunti furono molto lontani da quelli che ci era prefissati. Il club francese del Beagle-Harrier venne istituito nel 1921 e fu in questa sede che si elaborò il primo standard ufficiale di questa razza canina. L’intento era quello di affermare come carattere dominante quello dei Beagle. Il risultato però, come abbiamo detto, fu scadente e originò cani che sembravano Beagle brutti, goffi e apatici. Fu solo con il tempo che si riuscì a perfezionare e a fissare i caratteri di questa nuova razza. Il primo allevatore e il primo che si servì di una intera muta di Beagle- Harrier fu Gerard Grandin de l’Eprevier.  Il risultato del suo lavoro è, oggi, un cane eccellente nella seguita sia sulla lepre che sul cinghiale. La razza del Beagle-Harrier è stata riconosciuta e classificata dalla FCI di recente, per l’esattezza nel 1974, quando fu assegnata la gruppo dei segugi per pista di sangue. Al giorno d’oggi il Beagle-Harrier gode di grande considerazione in Francia da parte dei segugisti, primeggiando anche nella caccia agli ungulati e spesso dando bella mostra di sé nelle competizioni più importanti. In Italia è molto meno utilizzato ma un certo numero di estimatori lo utilizzano con successo nella caccia alla lepre e al cinghiale.Armonia ed equilibrio lo contraddistinguono Il Beagle-Harrier è un cane di taglia media, armonioso ed equilibrato. Ha un portamento leggero (più del Beagle inglese) ed elegante. Morfologicamente è classificato come braccoide.  La prima cosa che attira l’attenzione in merito al suo aspetto è il suo manto tricolore (bianco, nero e marrone scuro o chiaro) con focature più o meno pallide o carbonate. Lo standard ammette anche i tricolori grigi o i bianco-grigi (colori che gli derivano dall’incrocio con l’Harrier). Il suo pelo è spesso, piatto e non troppo corto. Fisicamente il Beagle-Harrier si presenta con una muscolatura forte e ben sviluppata con spalle lunghe ed oblique. Il cranio è di grandezza media e abbastanza largo. Il muso, di lunghezza pari a quella del cranio, non è mai quadrato e ha una canna nasale dritta.  Il collo è sciolto ed appena arcuato. Gli arti sono solidi e robusti e si adattano ad ogni tipologia di terreno. Il tartufo è nero e ben evidente.  Le orecchie sono piatte, lunghe e larghe, pendenti lungo la testa e leggermente arrotondate nella parte inferiore.  Ha una coda di lunghezza media portata alta. Gli occhi sono di colore scuro e gli conferiscono un’espressione intelligente, vivace e fiera. Ha un andatura sciolta e vivace con una spiccata agilità. Il Beagle-Harrier ha un’altezza che varia tra i 45 e i 50 cm e un peso che si aggira tra i 20 e i 25 kg. Ha un vita media che va dai 10 ai 12 anni. Questa razza canina gode di buona salute e non è, allo stato attuale, conosciuta alcuna patologia tipica della razza stessa. Cane resistente e rustico si adatta bene ad ogni condizione atmosferica e temperatura.Cane da caccia ma anche da compagnia Il Beagle-Harrier è una razza canina leale, affettuosa e molto vivace. E’ intelligente, coraggioso e anche se è per indole una cane da caccia è adatto anche alla vita domestica e può essere impiegato come cane da compagnia. E un cane affettuoso e giocherellone ed è adatto anche in presenza di bambini. Ama essere coccolato e può capitare che sia lui stesso a richiedere le coccole, soprattutto al suo padrone, anche con insistenza. Non ci sono problemi nemmeno con altri cani con cui è generalmente molto buono. Si lega molto al padrone, che segue con devozione e ascolta sempre con attenzione senza mai stancarsi. La persona che lo accudisce non necessita di avere grandi doti da educatore, data la facilità con cui questa razza comprende ciò che gli viene richiesto. Deve però essere disponibile a portarlo fuori spesso. Non è un cane da salotto ma un cane dall’inesauribile energia ed è un grande camminatore, per questo necessita di spazi aperti e di tantissimo movimento. Vista la sua tonicità è adatto ad ogni tipo di terreno. Il Beagle-Harrier ha ereditato dal beagle la passione per la caccia, la gioia, la vivacità e la voce armoniosa, mentre dall’Harrier l’eccezionale olfatto, l’intelligenza e la grandissima resistenza.Tutti a caccia con il Beagle-Harrier Per quanto riguarda la caccia, il Beagle-Harrier rende meglio se utilizzato in muta. Eccelle in particolar modo nella caccia alla lepre e al cinghiale. E’ un segugio veloce e perspicace, resistente e capace di spingere con vigore la preda. Quando è a caccia la sua andatura deve essere sempre al galoppo spigliato e sostenuto nella seguita. Quando è in cerca la testa il muso è quasi incollato al terreno mentre quando è in seguita è portata leggermente più alta. La coda è a mezz’aria con movimenti in direzione orizzontali o in senso rotatorio.  La voce è un ululato con timbro chiaro e vibrante che si fa sentire anche da lontano. Il Beagle-Harrier è stato selezionato in Francia appositamente per la caccia alla lepre. Per questo tipo di caccia, viene usato in piccole mute ma è impiegato in equipaggi più numerosi per la caccia a forzare. Oltre alla lepre, come abbiamo detto, questi cani sono ottimi anche per la caccia al cinghiale. In Italia è utilizzato soprattutto nella Pianura Padana proprio per quest’ultima tipologia.

Abbandono dei cani

Abbandono dei cani: un reato penale

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Abbandono dei cani: un fenomeno sempre presente Ogni anno il bollettino che riporta i numeri (elevati, parliamo di oltre 100.000 casi all’anno) delle vittime del fenomeno dell’abbandono dei cani, ma non solo loro, conferma una volta di troppo una realtà che, nonostante gli interventi del legislatore e delle campagne pubblicitarie di sensibilizzazione, non cessa di esistere. Ma cosa intendiamo con abbandono dei cani e, in genere, di tutti gli animali? Con quale definizione viene identificato questo crudele fenomeno? L'abbandono degli animali è l'intenzionale allontanamento di un animale domestico o d'affezione del quale si sia responsabili. L'animale viene in genere liberato in luoghi dai quali si prevede non possa riavvicinarsi all'abitazione in cui era tenuto. In Italia l'abbandono dei cani, e di tutti gli animali in genere,  è vietato ai sensi dell'art. 727 del codice penale, che al primo comma recita: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini dell’attività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro". La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale sancisce all'art. 6 che «L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante». Conseguenza diretta dell’abbandono dei cani è il randagismo degli stessi. Inoltre questa pratica riprovevole è spesso causa anche di gravi incidenti stradali. A tale proposito è intervenuto anche il Ministero della Salute italiano sentenziando che chi abbandona un cane non solo commette un illecito penale (Legge 20 luglio 2004, n. 189), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo, quando gli animali abbandonati provocassero incidenti stradali mortali Ogni anno contro l'abbandono dei cani vengono realizzate campagne informative e di sensibilizzazione volte a combattere il fenomeno che vede il fiorire di nuovi casi di abbandono soprattutto nel periodo estivo.Quali sono i motivi che spingono all'abbandono dei cani? Uno dei motivi principali che spiega l’abbandono dei cani è che i nostri amici a quattro zampe che, fino a poco prima dell’abbandono, abbiamo considerato come parte della nostra famiglia diventano, qualche volta, semplicemente “scomodi”. Organizzare le vacanze dovendo pensare ad una sistemazione per loro diventa davvero troppo faticoso per alcuni di noi umani. Perché non tutti possiamo permetterci di lasciare i nostri animali in strutture specializzate o lasciarli da amici o parenti o, e questo sarebbe l’ideale, possiamo portarli in vacanza con noi. Quindi l’abbandono dei cani che ci dividono dalle nostre tanto agognate vacanze sembra la soluzione ideale! E senza porci il minimo scrupolo lo facciamo. Ma le vacanze estive sono solo una delle ragioni. Qualche volta, l’abbandono dei cani capita perché non ci sentiamo proprio in grado di curarli se si ammalano, che ci stanchiamo di portarli fuori almeno due volte al giorno, che ci stufiamo di pensare che loro hanno bisogno delle nostre attenzioni quando magari noi vorremo solo uscire la sera a divertirci. Qualche volta capita che il nostro intelletto, che è ciò che dovrebbe renderci “esseri superiori” si inceppa e anziché farci ragionare, ci fa fare delle scelte crudeli che ci rendono tutto fuorché intelligenti. Perché impegnarci a cercare delle soluzioni che permettano di andare incontro alle nostre esigente e a quelle dei nostri amici animali a volte è chiederci davvero troppo. Andrò forse contro corrente ma sono dell’idea che dal momento in cui decidi che un cane farà parte della tua vita, della tua famiglia allora metti in conto di adeguare la tua vita alla sua e la sua alla tua. Si chiamano compromessi miei cari umani intelligenti. Si chiama essere responsabili delle proprie scelte, si chiama rispetto per colui che non ti farà mai mancare il suo affetto e che si adatterà sempre a te e alle tue esigenze purché si senta amato, certo del fatto che tu, che sei il suo più caro amico, non lo abbandonerai mai.

Combattimenti tra cani

Combattimenti tra cani: un business illegale ma ancora praticato

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I combattimenti tra cani sono ancora oggi un'attività crudele organizzata in tutta la Penisola: vediamo quali sono le origini di queste pratiche illegali. I combattimenti tra cani sono un'attività cruenta organizzata a fini di intrattenimento che mette a confronto due cani allevati al solo scopo di combattere. Seppur sia una pratica illegale in tutti i paesi, è ancora popolare ed appassiona molto gli scommettitori, che investono il proprio denaro su uno dei due animali. Gli scontri terminano spesso con la morte di uno dei due, ucciso dal vincitore o per sfinimento a causa delle ferite riportate. Le testimonianze archeologiche ci portano a credere che l’attività di combattimenti tra cani si sia sviluppata di pari passo con l’addomesticamento degli stessi. Le razze, che nel corso del tempo sono state impiegate in questa macabra attività si sono estinte, sono state incrociate con altri esemplari per cercare di creare animali sempre più feroci (che oggi per fortuna sono da considerarsi da guardia, da compagnia ecc): Dobermann, Rottweiler, Dogo, Akita, Cane Corso e altri ancora oggi, se in mano a padroni coscienziosi che li amano, sono animali assolutamente pacifici. In Italia, in base alla Legge 20 luglio 2004, n. 189 chiunque organizza combattimenti tra cani (o altri animali) è punito con la reclusione da 1 anno a 3 anni e con la multa da 50 000 euro a 160 000 euro.Combattimenti tra cani : un addestramento crudele Per gli “appassionati” di combattimenti tra cani, l’addestramento è ciò che fa comprendere se il cane sarà un campione o meno. Parliamo di collari elettrici, così da punire il cane con una scossa elettrica quando non si comporta come dovrebbe. Parliamo di violenza, di bastonate con delle spranghe, di calci così da renderlo più aggressivo. Parliamo di cani drogati con anabolizzanti. Parliamo di lasciarli per giorni a digiuno per poi nutrirli con animali morti e sanguinanti. Sono questi i momenti in cui persone senza cuore pensano a quanti soldi il loro “cane assassino” potrà fargli guadagnare. È l’unica cosa che conta. E il giro di denaro è davvero elevato, parliamo di puntate che vanno molto oltre i 10 mila euro. E mentre l’uomo guadagna e si diverte, il cane soffre e muore.Cani combattenti e pericolosi, ma il vero pericolo è l’uomo! Non smettiamo mai di sentire notizie che riguardano i combattimenti tra cani. Nonostante la legge si sia schierata dichiarandoli illegali ci sono persone che comunque trovano divertente rendere i cani talmente soggiogati alla violenza, ai maltrattamenti, alle brutalità fisiche e psicologiche da costringerli a combattere per sopravvivere. Ma il divertimento dov’è? Non c'è risposta: la LAV, che si batte da sempre per contrastare il combattimenti tra cani, nella voce del responsabile dell’Osservatorio della Zoomafia LAV, ha dichiarato che sono moltissimi i cani sequestrati a seguito di indagini sui combattimenti. Sono animali abusati e profondamente traumatizzati. E poi abbiamo il coraggio di etichettarli come “cani cattivi e pericolosi”. La verità è che ad essere pericoloso è proprio l’uomo, la cui cattiveria in alcuni esemplari sembra essere innata. Per fortuna, i nostri amici pelosi possono ancora contare su persone che sanno amarli e che sanno quanto è meraviglioso averli accanto come amici e non come combattenti obbligati a difendersi dalla stupidità dell’uomo.

Curiosità sui cani: sei cose che non tutti conoscono

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Curiosità sui cani: alcune cose da sapere Le informazioni sui quattrozampe e sul loro mondo sono ormai disponibili ovunque: in rete o in libreria è possibile conoscere le principali nozioni sul comportamento dei nostri amici a quattro zampe, sul loro modo di comunicare, sulla loro storia genetica e molto altro. Ma ci sono alcune curiosità sui cani interessanti o simpatiche che non tutti sanno… 1: Secondo una ricerca compiuta dall’American Psycological Association sarebbe possibile stilare una vera e propria classifica delle razze canine in base alla loro intelligenza. Dai test condotti su esemplari di varie razze è emerso che la palma d’oro del cane più intelligente spetterebbe al Border Collie, seguito dal Barboncino e dal Pastore Tedesco. Fuori dal podio, ma in buona posizione sono il Golden Retriever, il Dobermann, il Pastore delle Shetland, il Labrador, il Papillon, il Rottweiler e il Pastore Australiano. 2: L’intelligenza del cane può essere paragonata a quella di un bambino di circa due anni e mezzo di età; come lui infatti il nostro quattrozampe è in grado di comprendere molte parole (dalle 200 alle 250 circa), di contare almeno fino a 4 o 5, di ingannarci se vuole e, soprattutto, è dotato di un’intuitività incredibile, al punto da riuscire a cogliere e interpretare ogni nostro minimo gesto, ogni inflessione della nostra voce, ogni nostro sguardo ed espressione. 3: Il tartufo di ogni cane è unico: non ne esiste un altro uguale. Praticamente, come si può riconoscere ciascun essere umano dalle sue impronte digitali, lo stesso si potrebbe fare per il cane prendendo l’impronta del suo naso…4: Una delle curiosità sui cani da sottolineare è anche che ci sono i “destrorsi” e i “sinistrorsi”. Per capirlo basta vedere con quale zampa il cane inizia a camminare da fermo oppure quale zampa vi dà quando gliela chiedete (sempre in cambio di un bocconcino succulento ovviamente…). 5: Il cuore dei nostri cani batte diversamente da quello umano. Mentre per noi uomini quando il cuore non segue un ritmo regolare è bene rivolgersi ad un medico, perché potrebbe essere segno di qualche patologia cardiaca, per il cane è normale. Il cuore dei nostri fedeli amici infatti di tanto in tanto “salta un battito” e sembra fermarsi per un attimo; questo è dovuto all’aritmia respiratoria, per cui il cuore del cane batte più lentamente (e a volte perde un colpo) quando l’animale espira. 6: Tra le curiosità sui cani, questa è una delle più significative: anche i cani sognano, eccome! Lo hanno rivelato appositi studi in base ai quali si è visto che, facendo un esame elettroencefalografico ai cani, l’attività del loro cervello durante il sonno è molto simile alla nostra e raggiunge il picco durante la fase REM, quella appunto in cui noi – e loro – sogniamo. Del resto basta osservare il nostro Fido mentre schiaccia un pisolino per vedere che muove le zampe, gli occhi, le orecchie, piange, abbaia e ringhia. Probabilmente sta sognando alcuni episodi tipici della sua vita quotidiana.Curiosità sui cani: lo sapevate che... Contrariamente a quanto si è creduto per decenni, il cane riesce a distinguere i colori, ma non tutti. Come una persona affetta da daltonismo, i nostri quattrozampe non distinguono il verde e il rosso, ma vedono benissimo altri colori come il giallo e il blu. Quindi il loro non è un mondo in bianco e nero!