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Clonare il cane: ora si può, ma questa scelta vi soddisferà?

Clonare il cane

Clonare il cane: è possibile? Si, e c’è chi lo sta già facendo: tutto quello che c’è da sapere sulla clonazione dei quattro zampe.

Quante volte, guardando il vostro amato quattro zampe, avete pensato: “Darei qualunque cosa per averlo con me per sempre!” Bè, oggi sborsando 100 mila dollari potete clonare il cane.

Detto così sembra quasi fantascienza, ma pare che la richiesta di clonazione di animali domestici sia in aumento. Tutto è iniziato a fine anni ’90, quando nacque la pecora Dolly, divenuta famosa in tutto il mondo per essere il primo mammifero clonato da cellule adulte e non da embrioni.

Su questa falsa riga, da qualche tempo a questa parte un laboratorio coreano, il Sooam Biotech Research Center di Seul, ha iniziato ad applicare la stessa procedura per soddisfare la richiesta di quei padroni (benestanti) che sono disposti a clonare il cane, nella speranza di non doversi separare mai da lui, nemmeno dopo la sua morte.

Così nel 2005 è nato il primo cane clonato, di nome Snuppy, un Levriero Afgano, a cui ne sono seguiti molti altri, fino a raggiungere – pare – i 600 esemplari clonati in Corea. Da lì l’idea di trasformare la clonazione in un vero e proprio business, “esportandola” anche in occidente, in Inghilterra e negli Stati Uniti.

Per attirare i clienti, in Texas il servizio è stato offerto, almeno inizialmente, al prezzo scontato di “soli” 50 mila euro, mentre nel Regno Unito si è arrivati addirittura a promuovere una specie di concorso a premi, con in palio per il vincitore la clonazione del proprio cane.

Per partecipare era sufficiente raccontare la storia della vita vissuta con il proprio quattro zampe; quella ritenuta più bella e commovente sarebbe stata proclamata vincitrice. Il “fortunato” cane uscito trionfante dalla competizione è stato un Bassotto di 12 anni, che la padrona ha deciso di far clonare, pensando che ormai il suo fedele amico non avesse più molti anni di vita.

Simile il percorso che ha portato nel 2009 alla clonazione di un cane “speciale”, il Pastore Tedesco Trakr che, assieme al suo padrone (un agente di polizia), era diventato famoso per aver coraggiosamente salvato molte vite umane nel crollo delle Torri Gemelle, a New York, nel 2001.

La società di bio-ingegneria, Bio Arts International, ha deciso di “regalare” la clonazione di Trakr al suo proprietario, visto l’eroismo per cui si era distinto, dando vita così a cinque cloni dell’animale e garantendosi contemporaneamente un’efficace operazione di marketing e un indubbio ritorno d’immagine.

Clonazione del cane: come è possibile tecnicamente?

Quando e come si può clonare il cane ? Tecnicamente la clonazione può essere condotta sia quando il cane “autentico” è ancora vivo sia entro pochi giorni dal decesso, prelevando del tessuto, dal quale viene estratto il DNA dell’animale, che viene impiantato nell’ovulo di un donatore, svuotato del suo DNA congenito, per poi essere trasferito nell’utero di una madre “surrogata”, che partorirà il clone. In questo modo il nascituro avrà il patrimonio genetico del suo predecessore.

Clonare il cane

Clonare il cane: i contro di questa pratica

Gli scienziati che praticano la clonazione assicurano che i cloni saranno identici al “donatore”, ma attenzione a chi vende illusioni. Clonare il cane si può, ma il clone non sarà mai lo stesso cane che avete amato per anni: potrà avere le stesse caratteristiche fisiche (ad esempio la stessa macchia nello stesso punto del mantello), ma la soggettività, quell’insieme di peculiarità che tanto ci hanno fatto amare il nostro cane e che l’hanno reso unico non possono essere replicate.

Il temperamento infatti deriva da un insieme di fattori, buona parte dei quali esulano dal DNA, ed è il risultato dell’ambiente in cui il cane cresce, dell’educazione che riceve, delle interazioni con gli umani e con gli altri suoi simili. In sostanza, nessun clone potrà mai restituirci il nostro adorato Fido.

Per quanto l’idea di clonare il cane sia frutto dell’immenso amore che il padrone prova per il proprio animale, chi medita di adottare questa soluzione per scongiurare l’allontanamento definitivo dall’adorato quattro zampe, deve considerare che ciò genera inevitabilmente la sofferenza di altri cani, proprio come quello che tanto ama.

Basti pensare che possono occorrere anche 1.000 impianti di ovuli in 100 femmine, utilizzate per la riproduzione in serie, per ottenere una gravidanza. Inoltre, il 75% degli embrioni muore nei primi mesi di gestazione e quelli che arrivano alla nascita, nel 25% dei casi, o sono morti o hanno gravi deformità e vengono soppressi.

Infine quei pochi che nascono sani hanno un’elevata probabilità di soffrire di molte patologie importanti di tipo cardiaco, renale, articolare, polmonare, intestinale, che condannano questi cani ad avere una vita probabilmente breve.

Nemmeno la scienza dunque è in grado di restituirci il nostro migliore amico tale e quale, perciò è bene evitare che l’incommensurabile dolore causato dalla sua perdita possa essere sfruttato per abbagliarci con false speranze, a scopo di lucro.

Ma se non si può riprodurre il nostro cane, si può duplicare l’amore che abbiamo provato per lui e allora perché non “adottare” un altro quattro zampe, magari scegliendolo nei canili sempre troppo affollati? Il nostro nuovo amico, non sarà uguale a quel cane che ha fatto parte della nostra vita per tanti anni, ma sicuramente saprà farsi amare allo stesso modo e condividere con noi altrettante gioie, dolori ed esperienze indimenticabili.

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