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Boris: dopo nove anni di maltrattamenti, trova una famiglia

Boris

La storia di Boris: nove anni di maltrattamenti

La storia che voglio raccontarvi oggi è quella di un San Bernardo di nome Boris.

Per 9 lunghi anni, Boris ha subito maltrattamenti dagli altri cani con cui viveva nonché, incuria e totale disinteresse da quelli che erano i suoi padroni. Nessuno lo accarezzava, nessuno si prendeva cura del suo aspetto, nessuno si prendeva cura della sua salute. Boris aveva le unghie lunghissime e faticava a spostarsi, inoltre aveva una brutta infezione alle orecchie. Ma ai suoi padroni sembrava non importare nulla.

Poi un giorno l’associazione New Hope Animal Rescue si accorge di lui e si mobilita per salvarlo mettendo così fine a quell’incubo durato troppo a lungo. Ma per Boris le sorprese non sono finite con quel salvataggio. La sua storia ha fatto il giro dei social ed è arrivata a Eileen Mellis e Kerri Eilertsen-Feeney dell’associazione Cinque Ports Rescue di Meryl Gardens, nel regno Unito.  Queste persone stupende, commosse dalla sua triste storia, hanno deciso di prendersi cura di lui e dargli tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. Su Facebook Eileen e Kerry scrivono che, nonostante il suo passato burrascoso Boris non ha paura degli esseri umani. Al contrario, è un cane dolcissimo.

Era necessario trovare un a famiglia che accogliesse Boris, che lo amasse come meritava di essere amato ma, prima di poter essere dato in adozione, a causa della grave infezione alle orecchie, era necessario sottoporlo ad un delicato intervento di amputazione delle stesse. L’intervento per fortuna è andato molto bene e Boris ha finalmente potuto ristabilirsi.

Oggi vive a Culcheth, a Warrington, con Louise Herrick e la sua famiglia. La donna spiega che i suoi figli volevano un cane simile a Beethoven. Dopo aver visitato alcuni rifugi, su Facebook ha letto la storia di Boris ed è stato subito amore. Un amore che ha portato Louise ad adottarlo.

Adesso Boris vive felicemente la sua seconda vita. Con la sua nuova famiglia, viaggia molto seguendola ovunque e quando è a casa, il divano e l’assoluto relax non glieli toglie nessuno.

Il potere dei social

Sono moltissime oggi le storie di cani che girano sui social. La storia di Boris è solo una delle tante. Una di quelle che finisce bene per fortuna. In una società dove siamo sempre tutti di corsa e dove, spesso, i social si sostituiscono all’interazione faccia a faccia, questi potenti mezzi di comunicazione sono anche capaci di far uscire il nostro lato umano e la nostra sensibilità.

 Storie come queste, raccontate sui blog, sui social fanno sì che moltissimi animali vengano salvati dalle più disparate situazioni e fanno sì che noi animali a due zampe apriamo la nostra mente e il nostro cuore riflettendo e imparando ad amare e rispettare i nostri amici pelosi come meritano di essere amati e rispettati.

La storia di Boris ha fatto il giro del web ed è arrivata a persone che si sono mobilitate per aiutarlo e mi piace, oggi, fare questa riflessione.  Mi dà la certezza che accanto a persone crudeli, per cui la vita di un cane non conta nulla, ce ne sono molte altre che sanno invece dargli una vita serena e ricca di affetto.

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