Skip to main content
i cani odiano fare il bagno

Se i cani odiano fare il bagno: ecco cosa fare

Comportamento Redazione -

PERCHÉ I CANI ODIANO FARE IL BAGNO Non tutti i cani odiano fare il bagno , ma la maggior parte si. Vediamo perché. Quando portate il vostro cane al mare o in riva ad un lago o ad un fiume, il quattrozampe di sicuro inizia a scalpitare appena intuisce la presenza dell’acqua, a tirare il guinzaglio e a saltare, desideroso di arrivare il prima possibile a tuffarsi in quella distesa azzurra, che è per lui come una piscina sconfinata dove giocare all’impazzata. Ma allora come mai quando arriva il momento di fare il bagno nella vasca di casa lo scenario cambia e il cane le tenta tutte per sottrarsi a questa “tortura”? Eh sì, perché ci sono cani che s’ingegnano in ogni modo per evitare il tanto detestato bagnetto: c’è quello che, appena sente che tira una brutta aria, si nasconde sotto al letto e si fa piccolo piccolo per non farsi trovare, quello che, preso in braccio con la forza dal padrone esasperato, si aggrappa letteralmente con le unghie agli stipiti delle porte, quello che si butta a terra a peso morto e deve essere trascinato mentre si finge semi incosciente, per non parlare di quelli che ringhiano e mostrano tanto di canini al padrone, con fare tutt’altro che amichevole… I motivi per cui i cani odiano fare il bagno sono molteplici: perché dentro alla vasca si sentono un po’ come in “trappola”, chiusi in uno spazio stretto e inusuale, perché le loro unghie li fanno scivolare sul pavimento della vasca bagnata rendendoli traballanti e insicuri, perché il rumore del getto d’acqua che esce dalla doccia li infastidisce, perché l’odore di shampoo e saponi è a loro sgradito.Quali dunque i possibili rimedi per rendere il bagno meno odiato dal vostro cane Fido?Abituate il cane al bagnetto fin da cucciolo e in maniera graduale. Le prime volte mettetelo nella vasca vuota, senza far scorrere l’acqua, magari attirandolo con qualche bocconcino gustoso, e quando è lì giocate un po’ con lui, in modo che impari ad associare quel luogo della casa con un’esperienza positiva e per lui piacevole. La volta successiva, sempre usando gli stessi stratagemmi, fatelo entrare nella vasca precedentemente riempita con poca acqua, tanto da bagnargli appena le zampe, così che prenda confidenza con l’elemento; Mettete sul fondo della vasca dei tappetini di gomma per evitare che il cane scivoli e si spaventi, quando tenta di muoversi all’interno; Anche quando sarà il momento di lavarlo non mettete mai troppa acqua, ma fate in modo che arrivi alla pancia del vostro quattrozampe; Non fate scorrere l’acqua quando il cane è dentro la vasca, ma riempitela prima e utilizzate una bacinella o una brocca per bagnare e sciacquare il cane invece del getto diretto che esce dalla doccetta, per evitare che sia infastidito dal rumore dell’acqua che scorre; Usate saponi specifici e non quelli ad uso umano, perché i cani hanno la pelle delicata, con un ph diverso dal nostro, altrimenti potreste causare dermatiti e irritazioni; Scegliete saponi neutri, possibilmente inodori, perché i vostri quattrozampe detestano quelli che voi considerate profumi e che per loro invece sono soltanto odori sgradevoli; Assicuratevi che la temperatura dell’acqua sia quella giusta, cioè tiepida, perché, anche se pelosi, i vostri cani potrebbero essere sensibili nel caso fosse troppo calda o troppo fredda; Non fate durare il bagno troppo a lungo perché, anche se paziente, I’adorato Fido prima o poi inizierà ad essere inquieto per quella situazione per lui comunque inusuale; Coccolate e accarezzate il cane di tanto in tanto o dategli una ricompensa, se sta bravo, per fargli capire che apprezzate e premiate quel tipo di comportamento.NON TUTTI I CANI ODIANO FARE IL BAGNO Ogni regola ha sempre le sue eccezioni e anche questo caso non si sottrae a tale principio… Non è vero che tutti i cani odiano fare il bagno: ve ne sono alcuni per i quali rappresenta un momento di puro relax! Vedrete allora questi quattrozampe “acquatici” che, appena intuito che è arrivato il momento del bagnetto, si avvicinano al bordo vasca e vi entrano spontaneamente senza nessuna forzatura, ma anzi con slancio ed entusiasmo e, una volta all’interno, “sguazzano” felici o si lasciano galleggiare con la pancia all’aria e un’espressione di  estrema rilassatezza dipinta sul muso, abbandonandosi ai vari “trattamenti di bellezza”, come fossero in una beauty farm… Alcune razze sono in un certo senso predisposte ad apprezzare il bagno, come i Labrador o i Terranova, perché hanno nel loro DNA un forte istinto che li spinge ad amare l’acqua, ma se il vostro quattrozampe appartiene ad un’altra razza, non disperate! Con un po’ di tempo e pazienza riuscirete anche voi a non far odiare al vostro cane il tanto temuto momento del bagno…

cani e gatti si odiano

Cani e gatti insieme: come farli convivere

Comportamento Redazione -

Cani e gatti insieme: è utopia? Ma è vero che si odiano? Proviamo a fare un quadro di questo rapporto La rivalità tra cane e gatto è ormai proverbiale, tanto che vi sono diverse espressioni linguistiche che noi utilizziamo abitualmente che richiamano questa eterna contesa tra le due specie e che ormai sono divenute dei veri e propri modi di dire, come: “quei due si odiano come cane e gatto!” Ma è proprio vero che cani e gatti si detestano? E per quale motivo? Le possibili spiegazioni dell’antagonismo tra i due sono molteplici e nel corso degli anni gli studiosi hanno cercato di dare anche un fondamento scientifico o evoluzionistico alle varie motivazioni. La prima e più semplice giustificazione dell’odio atavico tra cane e gatto è la competitività tra le due specie: entrambi sono per natura animali carnivori e predatori, quindi è “normale” che così come il gatto caccia il topo, il cane dia la caccia al gatto. Nella catena alimentare il più grande mangia il più piccolo, pertanto è inevitabile che molto spesso l’istinto del cane sia quello di rincorrere il gatto così come anche tutti gli altri animali che per lui rappresentano una preda. È vero che questo istinto predatorio varia di intensità a seconda della razza del cane: sicuramente i cani da caccia e i Terrier, selezionati e addestrati nei secoli per catturare volpi, lepri, roditori e simili, saranno naturalmente più inclini cercare di catturare animali di piccole e medie dimensioni, gatti compresi. L’istinto di inseguire ciò che fugge e corre veloce davanti ai propri occhi del resto è tipico di tutti i cani, tanto che capita spesso di vedere qualche quattrozampe che cerca di inseguire biciclette, auto o moto che sfrecciano per strada. Una spiegazione evoluzionistica al fatto che cani e gatti si odiano (apparentemente) è stata data recentemente dallo Smithsonian, un importante istituto di ricerca statunitense: secondo questi studiosi in un’epoca molto remota del pianeta, collocabile all’incirca tra i 50 e i 30 milioni di anni fa, sarebbero esistite quasi trenta diverse specie canine, assieme a gatti di dimensioni molto più grandi rispetto a quelli odierni e quindi in costante competizione tra loro per il cibo. Intorno a 20 milioni di anni fa, in base ai reperti fossili ritrovati, le specie canine sarebbero diminuite significativamente, mentre al contrario i progenitori dei nostri gatti avrebbero continuato a prosperare, forse perché rivelatisi più abili cacciatori rispetto ai loro “cugini” a quattrozampe. Questa potrebbe essere anche una delle motivazioni per cui i cani si avvicinarono all’uomo, divenendo domestici, molto prima dei gatti (circa 27 milioni di anni fa contro 9,5 milioni), allo scopo appunto di garantirsi il cibo necessario alla sopravvivenza della specie.Cani e gatti insieme: una soluzione possibile, ma bisogna avere alcuni accorgimenti È proprio vero che la storica rivalità tra le due specie non possa trovare una soluzione di continuità e che cane e gatto siano destinati ad odiarsi per sempre? La risposta è no, se guardiamo i molti esempi di amicizia “fraterna” tra i molti cani e gatti che convivono pacificamente all'interno delle nostre case: cani e gatti insieme è una soluzione possibile e per nulla pericolosa. Certo, per far sì che tra loro “sbocci l’amore” occorre a volte adottare qualche accorgimento: l’ideale sarebbe che i due nemici/amici crescessero assieme: per entrambi da cuccioli è più facile imparare a convivere con un animale di specie differente, perché adattandosi fin da subito alla presenza dell’altro, non lo vedranno più come un rivale, ma come un membro della famiglia. Se invece i due quattrozampe sono già adulti, sarebbe meglio introdurre nella nostra abitazione prima il gatto, in modo da dargli tempo di conoscere l’ambiente e individuare i possibili nascondigli nel caso si sentisse minacciato dal cane. Il gatto e il cane a volte sembrano odiarsi perché hanno linguaggi corporei molto differenti: mentre ad esempio quando il gatto tiene la coda alzata è ben disposto a fare conoscenza, il cane, al contrario, adotta questo atteggiamento quando è sul piede di guerra con qualche suo simile. Perciò alcuni segnali possono essere inevitabilmente interpretati da entrambi in maniera errata e dare adito a pericolosi fraintendimenti.Cani e gatti insieme: alcune regole per una buona convivenza Per i primi incontri, se il cane è di dimensioni medio-grandi, è bene tenerlo al guinzaglio, non perché sia necessariamente il “cattivo” dei due, ma per la differenza di taglia. Non dobbiamo pensare però che il cane sia sempre il “carnefice” e il gatto sempre la vittima: ci sono gatti che tormentano letteralmente il Fido di casa spaventandolo con soffi minacciosi, unghiate e veri e propri agguati, anche quando il bonario cagnolone di turno si avvicina con le migliori intenzioni! Molte volte però cane e gatto, per fortuna, sembrano proprio non conoscere il significato della parola “odio”: si amano alla follia, al punto da dormire assieme, mangiare l’uno accanto all'altro e cercarsi continuamente, come se proprio non potessero stare un attimo l’uno senza l’altro. Chissà, forse prima o poi nascerà un nuovo proverbio del tipo: “quei due si amano proprio come cane e gatto!”.

vacanze con i cani

Tg cinofilo, vacanze con i cani: trenitalia lancia i biglietti a 5 euro

News Redazione -

Ottima iniziativa di Trenitalia: nel mese di agosto si potrà viaggiare in treno con i propri cani al costo di 5 euro.  Grazie all’iniziativa Trenitalia, portare il cane in vacanza, quest’estate e’ più’ facile e più economico, l’offerta speciale prevede che per il mese di agosto un biglietto di 5 euro per gli amici a quattrozampe invece che il 50% della tariffa. Sui treni è possibile viaggiare con il proprio animale. In particolare, i cani di piccola taglia, i gatti ed altri piccoli animali domestici da compagnia (custoditi nell’apposito contenitore di dimensioni non superiori a 70x30x50) sono ammessi gratuitamente nella prima e nella seconda classe di tutte le categorie di treni e nei livelli di servizio Executive, Business, Premium e Standard. E’ ammesso un solo contenitore per ciascun viaggiatore.E’ inoltre consentito, per singolo viaggiatore, il trasporto di un cane di qualsiasi taglia, tenuto al guinzaglio e munito di museruola:sui treni IC ed ICN sia in prima che in seconda classe; sui treni Frecciabianca,  Frecciarossa e Frecciargento, in prima e seconda classe e nei livelli di servizio Business e Standard. Sono esclusi il livello di servizio Executive, Premium, l’Area del silenzio e i salottini; sui treni Regionali nel vestibolo o piattaforma dell’ultima carrozza, con esclusione dell’orario dalle 7 alle 9 del mattino dei giorni feriali dal lunedì al venerdì;  nelle carrozze letto, nelle carrozze cuccette e nelle vetture Excelsior, per compartimenti acquistati per intero.In tali casi per il trasporto del cane è necessario acquistare, contestualmente al biglietto dell’accompagnatore (di qualsiasi tipologia), un biglietto di seconda classe o livello standard al prezzo previsto per il treno utilizzato ridotto del 50% presso qualsiasi biglietteria o agenzia di viaggio abilitata (escluse le agenzie web), anche per i viaggi in prima classe e nel livello di servizio Business. In via promozionale, durante il mese di agosto, i nostri amici a 4 zampe viaggiano a soli 5 euro.In nessun caso gli animali ammessi nelle carrozze possono occupare posti destinati ai viaggiatori e qualora rechino disturbo agli altri viaggiatori l’accompagnatore dell’animale, unitamente all’animale stesso, su indicazione del personale del treno, è tenuto ad occupare altro posto eventualmente disponibile o a scendere dal treno.Nelle carrozza ristorante/bar non è consentito l’accesso agli animali (fatta eccezione solo per il cane guida dei non vedenti)”Il cane guida per i non vedenti può viaggiare su tutti i treni gratuitamente senza alcun obbligo.IMPORTANTE: Per il trasporto dei cani (escluso il cane guida dei non vedenti)  è necessario avere il certificato di iscrizione all’anagrafe canina  e il libretto sanitario (o, per i cani dei cittadini stranieri, il “passaporto del cane” in sostituzione di entrambi i documenti) da esibire al momento dell’acquisto del biglietto per l’animale, ove previsto, ed in corso di viaggio. Se trovati sprovvisti a bordo treno, si è soggetti a penalità e si deve scendere alla prima fermata.

zone fredde e calde nel cane

Zone fredde e calde nel cane: quali sono

Curiosità Redazione -

Cosa sono le zone fredde e calde nel cane Quando si parla di zone fredde e calde nel cane si intendono quelle parti del corpo che si possono toccare o e quelle che è meglio evitare. Non capita frequentemente di sentir parlare di zone fredde e calde nel cane, almeno tra i “semplici” proprietari di quattrozampe; chi ne parla di solito appartiene alla categoria degli “addetti ai lavori”, ossia addestratori, esperti cinofili, allevatori. Ma cosa sono queste zone fredde e calde nel cane? In realtà niente di così “tecnico”: si tratta di quelle parti del corpo che i quattrozampe non amano vengano loro toccate (zone calde) e quelle che invece si possono toccare senza che il pet abbia di solito reazioni negative (zone fredde). Conoscerle è importante per chiunque voglia approcciarsi ad un cane, non soltanto per chi ne possiede uno, ma anche – anzi, a volte soprattutto - per chi semplicemente vuole fare una carezza ad un quattrozampe che non conosce, o conosce poco, incontrato per strada. Spesso la maggior parte degli esseri umani ignora l’esistenza di zone calde e finisce per ripetere il solito (grave) errore di comunicazione con il cane, dandogli la classica “manata” sulla testa quando gli si avvicina, magari con la buona intenzione di fargli una carezza. La testa è per il cane una zona “off limits”: toccarla per lui è segno di dominanza e quindi è un gesto per niente gradito; per fortuna la maggior parte dei quattrozampe è socializzata e molto paziente nei nostri confronti e ci “perdona” molti sbagli, forse limitandosi a pensare che gli esseri umani sono proprio degli incapaci quanto a buone maniere… Non bisogna però dare per scontato che tutti i cani debbano sempre accettare benevolmente di essere manipolati da noi: quando non rispettiamo le regole di comunicazione canina, se il quattrozampe ha una qualche reazione, dobbiamo capire che la colpa è nostra. Perciò è importante conoscere la distinzione tra zone fredde e zone calde del cane; vediamo dunque nel dettaglio quali sono:Le zone calde sono le zampe, i piedi, la coda e, come detto precedentemente, la testa. Occorre però precisare che la parte intoccabile è la sommità del capo, mentre altre zone del muso, come le guance, il mento e in genere la regione delle labbra possono essere considerate fredde, perché di solito il quattrozampe accetta abbastanza di buon grado che vengano toccate. Ciò del resto è deducibile anche osservando come si comportano i cani tra loro: quando incontrano un loro simile, soprattutto se è non lo conoscono, per prima cosa avvicinano i musi l’uno all’altro lateralmente e si annusano, toccandosi proprio nella zona delle labbra e/o del collo. Quelle infatti sono regioni del corpo ricche di feromoni, gli ormoni attraverso cui i pet raccolgono moltissime informazioni su chi hanno di fronte, tra cui anche la disposizione d’animo dell’altro, se pacifica o rissosa; toccarli in quelle zone dunque viene da loro interpretato come un tentativo di conoscenza e di conseguenza tollerato. Le zone fredde sono il collo e il tronco, la groppa e il ventre. Si tratta di quelle parti del corpo che possiamo toccare per prime quando ci approcciamo ad un cane, perché non creano particolare disagio all’animale.Zone fredde e calde nel cane: ogni quattrozampe è diverso Se la distinzione tra zone fredde e calde nel cane è importante, va comunque sempre considerato il fattore soggettivo dell’animale, il contesto e il rapporto che si ha con lui. Ogni quattrozampe è diverso da tutti gli altri perché ha un suo carattere e un suo temperamento: se, ad esempio, commettiamo l’errore di toccarlo sul capo, ci sarà quello che si limiterà a fare un passo indietro, ritraendosi, quello che ringhierà e quello che invece morderà; proprio per questo dobbiamo cercare in ogni caso di evitare tutti i comportamenti sbagliati, che possono indurre una reazione nel cane. Va da sé invece che se interagiamo con il nostro cane, che conosciamo e ci conosce perfettamente e con cui condividiamo le nostre giornate, potremo tranquillamente toccarlo anche sul capo (salvo particolari problemi comportamentali), senza temere reazioni, perché si sarà creato un tale rapporto di fiducia reciproca che il nostro pet sarà disposto ad accettare da noi anche comportamenti non proprio ortodossi nel linguaggio canino.

ittiosi nel golden retriever

Ittiosi nel golden retriever: una patologia comune

Salute del cane Redazione -

Ittiosi: cos’è? Più del 50% dei Golden Retriever sono portatori della mutazione genetica che è responsabile dell’Ittiosi. Ma proviamo a capire meglio casa si intente per Ittiosi, terapie e cure di questa patologia. Essa fa parte delle cosiddette genodermatosi, ossia le malattie della pelle che hanno una base genetica, ereditaria, caratterizzata dalla presenza sulla pelle di scaglie in eccesso. A differenze delle varie forme di Ittiosi presenti nell’uomo, tutte più o meno ampiamente conosciute, quella presente nel cane non è molto conosciuta. La forma di Ittiosi più nota e frequente è proprio quella che va a colpire i Golden Retriever. Un Golden Retriever utilizzato per la riproduzione e affetto da questa mutazione non sviluppa la malattia ma tende a trasmetterla ad almeno il 50% dei suoi cuccioli. L’ittiosi nel Golden Retriever è dovuta ad un difetto nello strato corneo della pelle, ossia quello più superficiale. Durante il rinnovamento della pelle, che avviene in modo normale e continuo, si staccano dei frammenti di strato corneo piccolissimi (visivamente si può pensare alla forfora). Nei Golden Retriever affetti da Ittiosi questi piccoli frammenti rimangono aderenti uno all’altro formando così grandi scaglie, di solito di colore bruno, che risultano facilmente visibili. Se questa malattia è presente, spesso lo si può verificare già quando il cane è cucciolo oppure può apparire in età adulta. È semplice individuarla per la presenza appunto di scaglie secche, spesso aderenti alla pelle. Esse sono più evidenti sull’addome dove è presente meno pelo e la pelle tende a scurirsi.  Si può riscontrare anche un’infiammazione delle orecchie con aumento della formazione di cerume. Questa malattia è cronica ma non è ritenuta grave per la salute del nostro amico a quattro zampe. Per individuare con certezza la presenza di ittiosi nel Golden Retriever esiste un test del DNA, chiamato ICT-A che permette di individuare la malattia con un’affidabilità superiore al 99%.Esiste una terapia per contrastare l’ ittiosi nel Golden Retriever ? Occorre dire che gli animali che risultano affetti da Ittiosi di solito non sentono alcun fastidio. Molto spesso il problema viene identificato dal proprietario durante la spazzolatura del cane o in seguito all’eccessivo rilascio di scaglie nell’ambiente. Al momento non esiste una terapia specifica e risolutiva per l’ ittiosi nel Golden Retriever , ma attraverso delle terapie di supporto si riesce a gestire il quadro clinico e in alcuni casi, a seconda della gravità, anche a risolvere il problema. Le terapie in questione si basano esclusivamente sull’utilizzo di appositi shampoo, contenenti zinco e acido salicilico, che presentano proprietà cheratomodulatrici e cheratolitiche e di prodotti idratanti uniti ad integratori di acidi grassi.  Spesso grazie a queste terapie il problema si risolve anche se in modo temporaneo. Tende infatti a ripresentarsi non appena tali terapie vengono sospese.Uno studio sull’ittiosi In seguito all’aumento dei casi, il Royal Veterinary College, in Inghilterra, ha effettuato uno studio proprio sull’ ittiosi nel Golden Retriever che mira a raccogliere casi e a cercare di individuare il problema genetico che sta alla base della malattia. Capita che molti casi non vengano nemmeno mai identificati in quanto la desquamazione è molto leggera ed è spesso ritenuta fisiologica. È bene quindi che i proprietari di un Golden Retriever facciano particolarmente attenzione e si informino su questa patologia di modo da aiutare il nostro amico peloso a contrastarla per quanto possibile e soprattutto di modo da evitare di far riprodurre il cane, qualora la patologia fosse presente, così da non trasmetterla ulteriormente ad altri esemplari.

dobermann impazzisce

Dobermann impazzisce: una credenza da sfatare

Curiosità Redazione -

Il Dobermann impazzisce perchè il cervello cresce sempre: una leggenda da sfatare Alzi la mano chi è convinto che prendere un Dobermann sia pericoloso per via della pazzia che contraddistingue questa razza quando invecchia! A tutti voi che avete sollevato la mano, forse sorprenderà sapere che siete vittime di una convinzione del tutto errata. Da tantissimo tempo attorno alla razza gira la convinzione che il suo cervello continui incessantemente a crescere negli anni mentre la sua scatola cranica rimane uguale come dimensioni, causando quindi una compressione cerebrale in conseguenza della quale il Dobermann impazzisce . Questa pazzia lo porterebbe a mordere tutto e tutti. Proviamo a capire cosa succede davvero e quanta verità c’è attorno a questa leggenda. Con l’avanzare dell’età, le dimensioni del cervello non aumentano, ma si riducono (e questo sia nei cani che negli esseri umani), a causa di un’atrofia conseguente alla morte delle cellule cerebrali. La scatola cerebrale invece rimane invariata nelle sue dimensioni. La compressione cerebrale quindi, non c’è modo che si verifichi.Dobermann impazzisce: da dove arriva questa credenza? Il Dobermann è una razza giovane, creata con incroci non sempre azzeccati rendendo così i primi esemplari non sempre equilibrati nel carattere e che presentavano reazioni impulsive e violente. Da considerare è anche che il Dobermann non è un cane facile da addomesticare perché presenta a tratti un’indole ribelle e solitaria. A questo si deve aggiungere che spesso è finito nelle mani di padroni inesperti e non adatti a questo tipo di cane, che se addestrato correttamente, è invece di una dolcezza infinita. Oggi per fortuna la razza è pura e questi difetti caratteriali non sono più presenti. Rimane il fatto che il Dobermann è un cane che richiede un padrone dai nervi saldi e coerente nell’addestrarlo, che sappia far venire in superficie tutte le eccellenti qualità di questa razza. Il Dobermann è oggi un cane equilibrato che vive tranquillamente in famiglia e che va d’accordissimo con i bambini. Si distingue per la sua indole coraggiosa e per il profondo e viscerale attaccamento che dimostra nei confronti del suo padrone. E’ un cane pacifico, che si lega tantissimo alla famiglia a cui appartiene e che sa essere giocherellone e affettuoso.Dobermann impazziscono: un'altra spiegazione Un’altra motivazione che potrebbe essere stata alla base della nascita e del perdurare di questa leggenda sui Dobermann si potrebbe ricercare nell’aggressività idiopatica e nella distimia, che sono patologie che portano il cane a manifestare comportamenti aggressivi apparentemente immotivati. Mentre la prima è di origine sconosciuta e pare essere totalmente assente negli esemplari selvatici, la seconda è di origine genetica e oggi è perfettamente controllabile grazie ad una terapia comportamentale (nei casi lievi) e farmacologica (in quelli più seri). Sebbene ci siano stati in passato casi di Dobermann (ma non solo di questa razza sia ben chiaro) è bene sapere che:Sia l’aggressività idiopatica che la distimia sono patologie che si presentano davvero molto raramente. Che l’aggressività idiopatica si manifesta entro il secondo anno di vita.Aggiungiamo inoltre che la teoria secondo la quale il Dobermann impazzisce risale agli anni 70. Anni in cui la cultura cinofila non era particolarmente ricca di informazioni. Per concludere ribadisco nuovamente che il Dobermann è un cane davvero meraviglioso, curioso e dolcissimo e se gliene darete la possibilità, ne sono certa, non potrà che conquistarvi.

oroscopo dei cani

Oroscopo dei cani: anche loro hanno segni zodiacali

Curiosità Redazione -

Oroscopo dei cani: esiste uno zodiaco anche per loro? Gran parte della popolazione mondiale crede negli astri. Lo sapevate che esiste anche un oroscopo dei cani? Appartenete a quella categoria di persone che al mattino appena sveglie leggono il proprio oroscopo prima di iniziare la giornata? Oppure non date molta importanza all’influsso dello zodiaco sulla vostra vita? In ogni caso può essere curioso sapere che, per chi crede all’influenza degli astri, anche il carattere dei nostri cani sarebbe condizionato dal segno zodiacale. Gli astrologi dicono che occorre sapere sia la data che l’ora di nascita per determinare con precisione il proprio segno, ma anche l’esatta posizione dei pianeti e l’ascendente; certo però nel caso dei nostri pelosi a volte è già tanto se conosciamo il giorno in cui sono nati. Per i trovatelli è quasi impossibile saperlo, ma leggendo tutti i segni dello zodiaco canino potrete ugualmente trovare quello che più si avvicina all’indole del vostro quattrozampe... Vediamo allora quale dovrebbe essere il temperamento dei pelosi in base alla data di nascita; potete divertirvi a osservare se davvero esistono delle corrispondenze con il carattere del vostro pet!Oroscopo dei cani: segni d'ariaIl cane dei Gemelli è molto socievole sia con gli esseri umani che con gli altri cani. Ha bisogno di stimoli continui e diversi, quindi non è il tipo di cane da lasciare tutto il giorno a poltrire sul divano. Ama giocare e andare a zonzo; è curioso e a volte un po’… petulante, sempre che si possa dire di un cane! Il cane della Bilancia è tra quelli più “pretenziosi” dello zodiaco perché ama essere al centro dell’attenzione e a volte pressa il padrone con richieste di cibo, di gioco o magari perché vuole dormire sul letto accanto a lui (ma del resto qual cane non lo vorrebbe?). È molto simpatico e divertente e con le sue espressioni buffe e i suoi comportamenti bizzarri farà ridere di gusto il proprio padrone. Il cane Acquario trova la sua caratteristica principale nella socievolezza: è il “compagnone” dello zodiaco. Ama stare assieme agli altri cani quasi più che con gli umani, che accoglie sempre volentieri in casa propria; certo, non è il miglior guardiano possibile, ma quanto a capacità comunicativa è imbattibile! Oroscopo dei cani: segni d'acquaIl cane del Cancro è profondamente legato alla propria famiglia: dovrebbe essere il classico cane che segue il padrone passo passo e non lo lascia un minuto. È buono con i bambini, sempre a patto che i piccoli a due zampe lo rispettino però! Come rovescio della medaglia, non accetta di buon grado di stare da solo e cerca sempre la vicinanza e le coccole del padrone. Il cane dello Scorpione non è proprio adatto a tutti, non perché sia aggressivo o più problematico di altri, ma perché è in qualche modo lui a scegliersi il padrone: ci sono persone che amerà alla follia, ma altre che invece detesterà senza rimedio. È un cane che non ha vie di mezzo e se non gli piacete, difficilmente riuscirete a fargli cambiare idea: se invece entrate da subito in sintonia con lui, vi adorerà per tutta la vita! È molto territoriale e difenderà casa e proprietario senza paura. Il cane dei Pesci è molto sensibile: ha dunque bisogno di essere approcciato con delicatezza e pazienza. Non bisogna traumatizzarlo con rimproveri troppo bruschi perché potrebbe facilmente intimorirsi e avere paura di voi. Nello stesso tempo però è capace di stringere un legame di totale sintonia con il padrone, al punto da comprenderne ogni sentimento e stato d’animo.Oroscopo dei cani: segni di terraIl cane del Toro è tendenzialmente tranquillo, pacifico e amorevole, ma se provocato può sfoderare un carattere da lottatore inaspettato: meglio che nessuno invada i suoi spazi o cerchi di impossessarsi dei suoi averi (giocattoli e cibo) perché il gentile Dottor Jekyll potrebbe trasformarsi in Mister Hyde! Il cane della Vergine è uno dei meno problematici dell'oroscopo dei cani . È super affidabile: la fedeltà e la lealtà sono tra le sue caratteristiche principali; è anche un cane molto intelligente, che impara in fretta e ama apprendere ed osservare. È molto legato alla sua quotidianità. Quindi non ama particolarmente i cambiamenti, tanto più se sono improvvisi e radicali. Un compagno ideale per la vita, insomma! Il cane del Capricorno è nel panorama zodiacale canino quello più indipendente: per questo può allontanarsi dall’idea tradizionale del cane che ha occhi solo per il suo padrone. Il peloso del Sagittario infatti può sembrare un po’ freddo e distaccato anche nei confronti del proprietario: ha un modo tutto suo di amare il proprio umano, ma difficilmente sarà il tipo di cane affettuoso e coccolone che alcuni desiderano. È però anche coraggioso e ricco di entusiasmo, a volte difficile da contenere, tanto da risultare maldestro…Oroscopo dei cani: segni di fuocoIl cane dell’Ariete ha un bel caratterino! Tende ad essere dominante, quindi è bene che fin da cucciolo gli venga insegnato qual è il proprio ruolo all’interno del branco-famiglia. È esuberante e intraprendente, a volte anche un po’ troppo, perciò rischia di cacciarsi nei guai, ma è allo stesso tempo divertente e sempre pronto a difendere il proprio padrone. Il cane del Leone non passa certo inosservato! È fiero e dall’atteggiamento superbo, dal carattere forte, ma amorevole. Per convivere nel modo migliore con lui bisogna definire da subito i rispettivi ruoli, quindi anche il padrone dovrà essere altrettanto fermo e deciso. È un buon cane da guardia e adatto alla difesa. Il cane del Sagittario è un po’ il “mattacchione” dell'oroscopo dei cani . Non sta fermo un momento, ha sempre voglia di giocare; una ne pensa e cento ne fa! È molto divertente, ma anche irruente ed esuberante; sa però farsi perdonare con la sua impetuosa affettuosità. Ogni volta che farete rientro a casa sarà sempre contento di saltarvi addosso e riempirvi di leccate.

diggy

Diggy: un bellissimo sorriso che potrebbe spegnersi

News Redazione -

Diggy, un cane e un sorriso da salvare Questa è la storia di Diggy, un ex cane randagio che ora per colpa di una legge discutibile rischia la morte. Siamo a Waterford Township, in Michigan. Diggy era un randagio. Recuperato dalla strada, ha passato 100 giorni dentro una gabbia in un canile. Poi ha finalmente trovato un padrone, il musicista Dan Tillery. E il loro rapporto è davvero bellissimo ed è stato immortalato in una foto, a dir poco stupenda, dove padrone e cagnolone sorridono felici. Si avete capito bene, sorridono entrambi. L’espressione di Diggy non può essere scambiata per null’altro che un sorriso felice. L’immagine diffusa sui social è diventata in pochissimo tempo virale. Proprio quella fotografia però sta causando dei problemi a Diggy e a Dan.  Problemi che potrebbero decretare la morte del cane.  Alcune persone, infatti, vedendo quella bellissima fotografia si sono messi in contatto con la polizia di Waterford Township in quanto, a loro avviso, il cane sarebbe molto simile ad un Pit Bull, una razza che, secondo le leggi del posto, è assolutamente proibita. Una decisione questa che venne presa nel 1988 quando una donna venne aggredita e il suo cane ucciso proprio da due Pit Bull. A nulla sembra servire la documentazione rilasciata da un veterinario che identifica Diggy come un Bulldog americano. Dan Tillery sarebbe anche in possesso della licenza del Comune che lo identifica ugualmente come Bulldog. La vita di Diggy sembra comunque dipendere esclusivamente dal giudizio visivo, e aggiungerei probabilmente inesperto, del funzionario di polizia piuttosto che sulla valutazione del veterinario. Al momento Dan Tillery sta cercando di trovare una soluzione al problema ma la polizia sembra essere irremovibile: il cane deve trovare un’altra casa in un’altra città oppure verrà riportato al canile e soppresso. Anche il web si è mobilitato per cercare di aiutare Diggy e Dan aprendo una sottoscrizione on line con cui si spera di poter contrastare questa decisione crudele e assurda.Una normativa che sostiene il pregiudizio Una normativa quella vigente a Waterford Township a mio avviso pregiudizievole e sbagliata. Soprattutto dal momento in cui, un veterinario e perfino un certificato rilasciato dal comune attestano che Diggy non è un Pitt Bull. Una normativa che viene rispettata esclusivamente sulla basa di “quello che sembra”. E sia ben chiaro, la reputerei sbagliata anche se Diggy fosse stato un Pitt Bull. Una brutta esperienza con una razza non fa di tutti gli elementi di quella razza degli assassini senza se e senza ma. E quando un cane diventa violento e aggredisce senza un apparente motivo, occorre certo prendere provvedimenti, magari verificando anche come è stato educato dal padrone, ma senza fare di tutta l’erba un fascio. A causa di questo pregiudizio, un cane rischia di essere sottratto ad un padrone che gli vuole bene e con il quale appare davvero dolcissimo, e la fotografia in questo caso ci dà abbondantemente ragione, rischia di essere soppresso perché a qualcuno il cane sembra essere troppo somigliante ad uno di razza pericolosa. Spero che Dan Tillery riesca a risolvere questa annosa questione aiutato anche dalla sottoscrizione di tantissime persone che hanno partecipato all’iniziativa on line, così che Diggy possa continuare a ridere insieme a lui. Questo cane ha già sofferto quando ha vissuto per strada prima e in canile poi e adesso, merita tutto l’amore che il suo padrone prova per lui e che lui ricambia in modo così allegro e felice. Teniamo incrociate le dita per Diggy e auguriamoci che questa assurda normativa venga abolita il prima possibile.

giochi pericolosi per i cani

Giochi pericolosi per i cani: ecco quali evitare

Accessori cane Redazione -

GIOCHI PERICOLOSI PER I CANI : QUALI POSSONO ESSERE Anche se apparentemente innocui, alcuni oggetti si rivelano essere giochi pericolosi per i cani. Giocare è sicuramente una delle occupazioni preferite dai nostri cani: sono sempre pronti ad impegnarsi con entusiasmo e passione in un gioco con il proprio padrone, per loro sempre coinvolgente e gratificante. Ai nostri quattrozampe spesso basta poco per divertirsi: un bastoncino, una pietra, un pezzo di straccio, ma bisogna fare attenzione, perché alcuni giochi apparentemente innocui possono rivelarsi anche molto pericolosi per i nostri cani. Incominciamo da quei potenziali passatempo che si trovano durante una comune passeggiata al parco o nel bosco con il nostro Fido: non c’è niente di più tipico del cane che rincorre il legnetto lanciato dal padrone e lo riporta tutto fiero, pronto per un nuovo tiro. Sembrerebbe non esserci proprio niente di pericoloso in questo gioco che i cani fanno da tempo immemorabile e invece non è sempre così! La British Veterinary Association, l’Associazione dei Veterinari britannici, ha recentemente messo in guardia dai potenziali rischi: capita con una certa frequenza infatti che si rivolgano al veterinario padroni il cui cane ha riportato danni a seguito del tanto amato gioco di rincorrere il bastoncino. Che tipo di danni? Spesso si tratta di ferite procurate dalle estremità appuntite dei legnetti alla bocca o alla gola che, apparse in un primo momento innocue, hanno poi causato infezioni importanti, talvolta rivelatesi anche letali. Lo stesso discorso vale per altri oggetti che il cane trova facilmente in natura, come pigne o pietre, per cui molti quattrozampe letteralmente impazziscono: il rischio è sempre quello di lesioni all’apparato boccale, ma, soprattutto per le pietre, anche di soffocamento o di danni all’apparato gastrointestinale, se vengono ingoiate per intero o in schegge. Il suggerimento è di sostituire questi giochi pericolosi per i cani con altri appositamente realizzati per i nostri pet, come palline o giocattoli in gomma, che possono avere la stessa funzione, ma sono innocui e divertenti allo stesso tempo. Anche nel caso dei giocattoli per animali tuttavia occorre tenere l’attenzione ben desta: sarebbe recentemente emerso che alcuni giochi per bambini e cani, conterrebbero un elevato quantitativo di BPA (Bisfenolo A), un composto chimico usato per produrre plastica, che potrebbe causare danni alla salute. Per questo l’Unione Europea ha vietato l’utilizzo di tale sostanza in alcuni prodotti per bambini, sensibili anche a bassi quantitativi di BPA, che però è comunque ancora molto diffuso. Gli effetti sui cani sono ancora da dimostrare, ma è probabile che anche i quattrozampe siano esposti a rischi. Da uno studio condotto dalla Texas Tech Univeristy infatti è emerso che molti giochi utilizzati dai cani, come il fresbee, sono potenzialmente pericolosi perché ad alto contenuto di BPA, che verrebbe assimilato in considerevoli quantità a causa dell’azione corrosiva di denti e saliva che contribuirebbe notevolmente a causare l’ingestione delle sostanze nocive.I GIOCHI PERICOLOSI PER I CANI SONO SOPRATTUTTO QUELLI CONTRAFFATTI Un altro pericolo per i nostri cani è rappresentato da tutti quei giochi contraffatti che si trovano un po’ dappertutto. Si sono verificati casi di quattrozampe che hanno riportato gravi conseguenze a seguito dell’utilizzo di questi “falsi”, provenienti dalla Cina: a causa di un Kong non originale e mal fabbricato (aveva il foro solo ad un’estremità e non all’altra) un cane è addirittura morto, perché la sua lingua è rimasta incastrata all’interno del giocattolo, andando in necrosi. Occorre dunque fare molta attenzione alla provenienza dei giochi per cani che acquistiamo, in modo da evitare quelli pericolosi: non bisogna mai fidarsi di quei prodotti che hanno un costo più basso del normale perché, anche se apparentemente identici agli originali, possono nascondere rischi tutt’altro che trascurabili. È bene dunque acquistare i giochi per i nostri pet presso rivenditori affidabili ed essere disposti a spendere qualche euro in più pur di salvaguardare la salute dei nostri cani.

Raven

Raven e woodhouse: cane e gatto amici per la pelle

News Redazione -

La storia di Raven e Woodhouse: una cagnolina trova in un gattino il suo migliore amico e lo adotta Si sa cane e gatto non vanno d’accordo, o almeno questo è quello che ci dice la credenza popolare. Ma spesso questa convinzione si è scontrata con la dimostrazione che tra i nostri amici a quattro zampe, e in questo caso parlo sia di cani che di gatti, possano nascere delle bellissime amicizie. La storia che voglio raccontarvi oggi è proprio quella di un amicizia tra un cane e un gatto. Lei, la cagnolina, è Raven, lui, il gatto, è Woodhouse. Raven e Woodhouse si sono incontrati quando i padroni di Raven, Cristina e il suo compagno Vincent, hanno portato la cagnolina in n rifugio per animali e le hanno fatto scegliere quello che sarebbe stato il nuovo membro della loro famiglia. Raven si è trovata davanti alla scelta di quattro batuffoli e non ha avuto dubbi. Ha scelto immediatamente Woodhouse, un gattino di otto settimane. Ora i due sono praticamente inseparabili. Raven ha scelto il suo nuovo inseparabile amico ed è diventata un po’ la sua guardia del corpo. La padrona di Raven, Cristina, ha raccontato che la cagnolina è diventata per il micio una sorta di figura materna. Woodhouse fa tutto quello che fa Raven. Ogni volta che lei esce in giardino, anche il gattino vuole assolutamente seguirla. Vincent racconta che il gattino si siede dietro la porta e miagola fino a quando non gli viene aperta la porta, anche se poi ha paura di restare da solo in giardino.Woodhouse, prima di trovare in Raven, Cristina e Vincent la sua nuova famiglia, era stato abbandonato e trovato dai volontari mentre girovagava per strada. Da quando però Raven le fa da sorella maggiore, il piccolino le sta sempre accanto e si addormenta accanto a lei. Cristina e Vincent raccontano che i due sono stupendi da guardare. Quando non dormono giocano insieme. La loro casa ha stanze comunicanti in modo circolare e loro si rincorrono attraversandole tutte e saltando sui divani e sui letti. Raven, che non ama fare il bagno, ogni tanto, pur di stare vicino al suo amico, si convince anche a seguirlo quando lui lo fa. Cane e gatto. Nemici o amici? Sono come cane e gatto! Quante volte abbiamo sentito questo detto per indicare due persone che proprio non vanno d’accordo? Eppure sono moltissimi i cani che vanno perfettamente d’accordo con i gatti. Raven e Woodhouse ne sono un esempio. Sicuramente quando sono entrambi adulti possono essere più diffidenti uno nei confronti dell’altro, mentre quando almeno uno dei due è cucciolo è più facile che vadano d’accordo. Infondo sono anche loro un po’ come noi, con alcune persone andiamo perfettamente d’accordo e ci conquistiamo a vicenda in modo istintivo e immediato, mentre con altri in modo altrettanto immediato non andiamo d’accordo. Non deve quindi stupirci se questo succede anche con gli animali. Spesso, ho letto di cani che adottano gatti o di gatti adulti che in qualche modo si prendono cura dei cuccioli di cane. La natura e gli animali si fanno decisamente meno problemi di quanti se ne fa invece l’uomo a mio avviso. Sono molte le cose che, quando leggiamo storie di cani, ma anche di altri animali, dovremmo imparare da loro e forse questa capacità di andare oltre le differenze è una di queste.

deiezioni canine

Deiezioni canine non raccolte: le possibili sanzioni

News Redazione -

L’OBBLIGO DI RACCOLTA DELLE DEIEZIONI CANINERaccogliere le deiezioni canine è un obbligo previsto dalla legge nonchè un dovere civico. Partiamo dal presupposto che la raccolta delle deiezioni dei nostri cani dovrebbe essere un gesto dettato anzitutto dall’educazione e dal buon senso, ma purtroppo non sempre è così. Esistono ancora molti proprietari che se ne infischiano del decoro e dell’igiene comune e persistono nella deprecabile abitudine di non raccogliere gli escrementi del proprio quattrozampe. La conseguenza è che finiscono per andarci di mezzo anche quei padroni responsabili che invece puliscono a dovere, ma che, solo per il fatto di avere un cane, rischiano di essere additati come potenziali responsabili della mancanza di decoro urbano. Ma cosa dice la legge a riguardo? L’ultima direttiva nazionale in merito è del 2013, quando è stata emanata dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali l’"Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani" in cui, all’articolo 2, comma 2 si afferma che  è fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano raccoglierne le deiezioni e avere con sè strumenti idonei alla raccolta delle stesse. Il provvedimento dunque non lascia adito a dubbi: le deiezioni canine devono essere raccolte non solo per educazione e senso civico, ma perché la legge lo impone e specifica che non solo il proprietario è responsabile di tutto ciò che fa il cane, ma anche chi accetta di tenere un cane non di sua proprietà se ne assume la responsabilità per il relativo periodo; quindi nessuno si faccia avanzi la scusa: “…ma il cane non è mio…! Come per tutti gli obblighi di legge, il mancato adempimento, quindi la mancata raccolta delle deiezioni del cane, prevede delle sanzioni; a questo riguardo però la decisione circa l’ammontare della multa e le modalità di applicazione vengono delegate alle singole amministrazioni locali. Le sanzioni così sono molto variabili: se ci sono città in cui i trasgressori devono pagare 25-50 euro, ve ne sono altre in cui si può arrivare a dover sborsare fino a 500 euro. Al di là dell’entità della multa, il problema quasi ovunque è quello di applicarla, perché la maggior parte delle amministrazioni comunali non dispone di personale sufficiente a coprire le molteplici esigenze di controllo del territorio. I Vigili urbani sono generalmente impegnati in altri compiti e poche sono le risorse che rimangono disponibili per sorvegliare anche sul mantenimento del decoro cittadino; il risultato è che i trasgressori abituali la fanno franca.QUANDO LE NORME SULLE DEIEZIONI CANINE RASENTANO L’ECCESSO… Tutti i Comuni includono dunque nei propri regolamenti un’ordinanza in merito all’obbligo di raccolta delle deiezioni canine, ma l’autonomia lasciata ai sindaci circa le modalità di applicazione della direttiva ministeriale, ha portato talvolta ad estremi paradossali. È il caso ad esempio di alcuni amministratori locali che hanno avanzato la proposta di effettuare il test del DNA sugli escrementi dei quattrozampe, in modo da incrociarli con i dati dell’anagrafe canina, a cui tutti i possessori di cani devono iscrivere il proprio animale, e risalire così al “colpevole” in modo da comminargli la giusta punizione. Ovviamente l’idea è finita in un nulla di fatto, non solo perché avrebbe richiesto un impegno di risorse pubbliche eccessivo, ma anche per la reale difficoltà di attuazione; ci sarebbero voluti anni per completare la banca dati con i DNA di tutti i cani della città e anche il dispiegamento di una “task force” che perlustrasse il territorio comunale raccogliendo tutti gli escrementi depositati sarebbe stato alquanto improbabile… Altra iniziativa singolare è quella del sindaco di Torri del Benaco (leggi qui), che imporrebbe ai possessori di cani non solo di raccogliere le loro deiezioni, ma addirittura di raccogliere la loro pipì! I padroni dunque dovrebbero uscire muniti di pappagallo per raccogliere l'urina del quattrozampe… Anche questa è parsa un’ordinanza alquanto impraticabile, tanto che lo stesso sindaco ha ammesso che il suo scopo era principalmente dissuasivo, perché per la carenza di Vigili in organico non sarebbe stato facile farla rispettare. Ma si potrebbe continuare con le iniziative stravaganti, come quella di obbligare a portare a casa le deiezioni del proprio cane e a non gettarle nei cassonetti o a raccogliere anche i bisogni che il quattrozampe fa nel proprio giardino entro le 24 ore…

traslocare con il cane

Traslocare con il cane: consigli e suggerimenti

Comportamento Redazione -

VADEMECUM PER TRASLOCARE CON IL CANE Come traslocare con il cane senza traumatizzarlo Avete appena acquistato la casa dei vostri sogni e non vedete l’ora di trasferirvi? Oppure dovete cambiare città, magari per lavoro, e quindi spostarvi in un altro appartamento? Ovviamente il vostro pet verrà con voi, ma siete un po’ preoccupati perché non sapete come l’adorato cane prenderà il trasloco nella nuova casa. Le opinioni a questo riguardo sono molteplici: c’è chi sostiene che il quattrozampe non si accorgerà nemmeno del cambiamento e chi invece prospetta scenari catastrofici, arrivando addirittura a ipotizzare gravi conseguenze per l’animale, fino anche la morte… Non esageriamo! Tranquillizziamo gli animi e chiariamo che un cane di sicuro non muore a causa del trasloco in una casa nuova. Il pet sicuramente si adatterà al nuovo ambiente, ma ogni cane potrà avere tempistiche di adattamento diverse anche in base al suo carattere o alla sua età. Ci sarà quello a cui, appena entrato nel nuovo appartamento, basterà ritrovare il proprio divano per accomodarvisi e sprofondare in un sonno pesante, ma ci sarà anche quello più abitudinario che avrà bisogno di qualche giorno per riconoscere il nuovo ambiente come proprio.Traslocare con il cane perciò implica di tenere a mente alcuni accorgimenti, che è possibile mettere in pratica per aiutare il vostro quattrozampe ad adattarsi meglio dopo il trasloco nella nuova casa. Vediamo quali sono:Anzitutto portate con voi il cane già dalle prime volte in cui entrate nel nuovo appartamento, anche se è ancora vuoto, oppure quando andate a controllare come procedono i lavori di ristrutturazione. In questo modo il quattrozampe potrà incominciare a familiarizzare con l’ambiente, ad esplorarlo e a conoscerlo; Quando la nuova casa sarà pronta e mancherà poco al trasloco iniziate a trascorrere lì qualche ora con il vostro cane cercando di far associare questo breve soggiorno con qualcosa di positivo e divertente per il pet: ad esempio giocate un po’ assieme e, facendogli eseguire qualche semplice comando, come “seduto” o “a terra”, ricompensatelo con qualche bocconcino e coccole; Osservate il comportamento del cane già dalle prime volte in cui entrate nella nuova casa con lui: sicuramente all’inizio la curiosità lo spingerà ad ispezionare ogni angolo e ad annusare dappertutto, quindi apparirà agitato ed eccitato al tempo stesso; le volte successive l’atteggiamento del pet dovrebbe essere via via più tranquillo e pacato perché verrà meno l’effetto novità e l’ambiente gli apparirà sempre più familiare.COSA FARE DOPO IL TRASLOCO CON IL VOSTRO CANE NELLA NUOVA CASA Il giorno del tanto atteso, e allo stesso tempo temuto, trasloco è arrivato! Cosa fare? Visto che ci sarà inevitabilmente un gran trambusto e un continuo passaggio di scatoloni, mobili e masserizie di vario genere, se è possibile sarebbe meglio lasciare il vostro cane ad una persona di fiducia finché tutto non sarà trasferito nella nuova casa, in modo da evitargli lo stress e lo scompiglio del caso e, nello stesso tempo, impedire che lui stesso sia di intralcio a chi è impegnato nel trasloco. Quando il “peggio” sarà finito e tutto o quasi sarà più o meno al proprio posto, potrete far rientrare nella nuova casa anche il vostro adorato Fido per iniziare con lui una nuova avventura! È possibile che il cane abbia ancora bisogno di un ulteriore periodo di adattamento: traslocare con il cane è una scelta che deve andare per gradi, dovrete avere la giusta pazienza per accompagnarlo in questa fase di passaggio. Molto può dipendere anche da quali sono gli effettivi cambiamenti a cui il quattrozampe deve far fronte: è ovvio che, se vi trasferite da un piccolo appartamento ad uno più ampio e con un bello spazio esterno, il cane si abituerà in fretta e sarà felice di avere un prato su cui correre e giocare a completa disposizione. Se, al contrario, avete lasciato una casa con giardino per traslocare in un’altra più piccola e senza spazio esterno, allora potrebbe esserci qualche problema in più: in questo caso sarà bene organizzarsi per portare fuori il cane più spesso, a passeggiare e giocare al parco, per fa sì che non soffra di una condizione di costrizione improvvisa. Al di là di ogni possibile considerazione non bisogna comunque dimenticare che per il cane la cosa più importante è rimanere accanto al proprio padrone: c’è un fondo di verità nel detto: “due cuori e una capanna”, perché i nostri pet sono disposti a farsi piccoli piccoli se lo spazio in casa è limitato e a fare appello a tutto il loro spirito di adattamento pur di stare assieme al proprio umano!

cani anti bomba uccisi

Tg cinofilo, kuwait: azienda perde appalto, 24 cani-anti bomba uccisi

News Redazione -

Orrore in Kuwait: 24 cani-anti bomba uccisi Le notizie che arrivano dall'emirato stanno facendo scalpore in tutto il mondo Ventiquattro cani anti-bomba, addestrati per fiutare la presenza di ordigni esplosivi, sono stati uccisi da un'azienda di sicurezza americana dopo che questa ha perso un contratto d'appalto per la sorveglianza dei siti di un'azienda petrolifera. Perciò, perso il lavoro, i cani sono stati eliminati. La notizia di questo orrore ha fatto preso il giro del mondo, perciò l'azienda si è trovata costretta a dare spiegazioni: "Sono stati uccisi con umanità" è stata la giustificazione - assurda - dei suoi dirigenti, perchè i cani erano ormai malati. Alcune foto scattate dalla stessa azienda sembrano però dire il contrario: per rispetto nei confronti dei poveri cagnolini ne pubblichiamo due oscurate, ma si possono intravedere i corpi ammassati e un operatore che tiene il suo piede sopra di loro quasi in segno di vittoria.E stata la Kuwait Animal Rescue Unit a denunciare i fatti: secondo l’associazione animalista i 24 cani sarebbero stati uccisi dopo che l'azienda ha perso il rinnovo del contratto con la Kuwait National Petroleum Company,che prevedeva il pagamento di 9.900 dollari al mese per ogni cane.I PERCHE' DI QUESTO ORRIBILE ECCIDIO Stando a quanto dichiarato dall'azienda, i cani uccisi erano anziani, malati (alcuni avevano tumori incurabili) e aggressivi. Tuttavia c'è un'altra versione dei fatti: un animalista kuwaitiano ha dichiaratio all’Arab Times che questa decisione sarebbe in realtà "nata come forma di vendetta da parte di alcuni lavoratori locali della società statunitense che non si erano più visti pagare gli stipendi dall’aprile scorso". Ora si teme la vita degli altri 90 cani di proprietà dell'azienda.

glaucoma nel cane

Glaucoma nel cane: cause, sintomi e cura

Salute del cane Redazione -

Il glaucoma nel cane è una grave patologia oculare che, se non trattata in tempo, porta e cecità irreversibile. Il glaucoma consiste nell’aumento della pressione interna all’occhio, quando i liquidi che normalmente umidificano gli occhi non vengono più drenati nella maniera corretta attraverso gli appositi canaletti, provocando un ristagno che genera appunto l’aumento pressorio. Le cause di questo mancato deflusso di liquidi possono essere primarie, quando il problema non è provocato da altre patologie oculari, oppure secondarie, quando invece è la conseguenza di una malattia oftalmica sottostante, come cataratta, uveite, lussazione del cristallino. Tra i fattori di rischio per questa malattia c’è anche l’appartenenza a determinate razze più predisposte, come il Cocker, l’Husky, il Chow Chow, lo Shar Pei, il Beagle, lo Shi Tzu, il Pastore Tedesco.Glaucoma: sintesi Come può il padrone sospettare che il proprio cane sia affetto da questa grave malattia? Anzitutto il glaucoma è molto doloroso per l’animale, che quindi avrà un comportamento insolito, come perdita dell’abituale vitalità, dilatazione della pupilla, frequenti tentativi di sfregamento dell’occhio con la zampa, lacrimazione, continuo sbattimento delle palpebre. Se si notano questi segnali è importante rivolgersi al più presto al proprio veterinario, che potrà diagnosticare l’eventuale presenza di glaucoma, utilizzando uno strumento detto tonometro che permette, senza alcuna sofferenza per il cane, di misurare la pressione intraoculare: se questa è superiore ai 25-30 mmHg è considerata elevata. Il veterinario inoltre potrà osservare altri sintomi indicativi di glaucoma, impossibili da individuare per il padrone, come edema corneale, scarsa reattività della pupilla alla luce e, se la malattia è in una fase più avanzata, pupilla scavata e atrofia della retina, fino alla totale cecità. Va sottolineato che il glaucoma può procedere molto velocemente: possono bastare anche pochi giorni perché il cane perda completamente la vista, senza possibilità di riacquistarla; per questo la tempestività di intervento è fondamentale.Glaucoma nel cane: cura Ci sono diverse modalità di intervento, anche in base alla tipologia di glaucoma che affligge il cane: in caso di glaucoma acuto generalmente si procede con una cura farmacologica, somministrando mannitolo, un diuretico osmotico, per via endovenosa, assieme all’applicazione di gocce topiche tre volte al giorno, allo scopo di diminuire la pressione dei liquidi intraoculari. Nel caso si evidenzi anche la concomitante presenza di uveite occorrerà intervenite con la somministrazione di cortisonici, antinfiammatori non steroidei (FANS) e betabloccanti specifici ad uso locale. Se il trattamento farmacologico non sortisce gli effetti sperati si può tentare la soluzione chirurgica; esistono due tipi di intervento: ciclodistruzione e drenaggio con impianto.La ciclodistruzione consiste nell’eliminare chirurgicamente o con l’uso del laser una parte del tessuto ciliare, così da diminuire la presenza di liquidi nell’occhio e, di conseguenza, anche la pressione intraoculare e di aprire maggiormente l’angolo corneale. Il drenaggio con impianto consiste nell’inserire sotto alla congiuntiva un tubicino con una valvola che aiuta a drenare i liquidi dell’occhio. Questo tubicino però può ostruirsi ed annullare l’effetto risolutivo dell’intervento, perciò occorrono controlli periodici per verificare se sia necessario sturare l’impianto iniettandovi appositi fluidi.Piaciuto l'articolo? Potrebbe interessarti anche https://www.razzedicani.net/gli-occhi-del-cane-lacrimano/

Il cane è aggressivo: quando e perchè

Comportamento Redazione -

IL CANE è AGGRESSIVO : TIPOLOGIE DI QUESTO COMPORTAMENTO Se il cane è aggressivo ci troviamo di fronte ad uno dei motivi per cui più spesso i padroni si rivolgono ad educatori cinofili e comportamentisti. Per rieducare cani aggressivi, o meglio ancora, per prevenire il problema, occorre anzitutto sapere che esistono forme diverse di aggressività nel cane e, se il risultato ultimo può sembrare lo stesso, cioè ringhi, canini scoperti e morsi, le cause sono differenti; dipende infatti dagli stimoli che innescano il comportamento aggressivo e talvolta possono sommarsi più tipologie di aggressività o manifestarsi alternativamente a seconda della situazione e del contesto. AGGRESSIVITÀ TERRITORIALE: è quella tipica del cane da guardia, che difende il proprio territorio. Non è questione di cane più o meno “cattivo”: questo è un concetto che esiste solo nella mente umana, ma è del tutto estraneo al cane. Siamo stati noi uomini ad avere selezionato da secoli alcune razze appositamente a questo fine: quello della difesa della proprietà e del padrone. Quindi è normale che il cane, geneticamente scelto da noi per abbaiare, ringhiare fino a mordere, per avvisare se uno sconosciuto si introduce furtivamente in casa propria, ora abbia nel suo DNA questo tipo di comportamento. Questa condotta, anzi, è corretta dal punto di vista etologico, ne dobbiamo essere consapevoli: non possiamo prendere, ad esempio, un Pastore Tedesco e pensare che non abbai mai quando qualcuno si avvicina al suo giardino, così come non dobbiamo stupirci se un Labrador va incontro ad un ladro scodinzolandogli invece di scacciarlo. Il cane è aggressivo ? E' sufficiente non entrare nel suo territorio se non è presente anche il padrone, ma visto che l’efficiente guardiano a quattro zampe vi rivolgerà comunque qualche abbaio, perché è nel pieno svolgimento del proprio lavoro, rimanete calmi e non fissatelo negli occhi (significherebbe sfidarlo).AGGRESSIVITÀ DA PAURA È la causa della maggior parte dei comportamenti aggressivi nei cani, che reagiscono ad un determinato atteggiamento che ai loro occhi rappresenta una minaccia. In questi casi infatti il cane diventa aggressivo per difendere se stesso da un altro cane o da una persona che reputa pericolosi. Può verificarsi, ad esempio, nei confronti di chi agita un oggetto in aria, di chi compie gesti bruschi e improvvisi davanti al cane o indossa accessori che alterano la fisionomia della persona, come un casco in testa, rendendola “strana” e potenzialmente pericolosa agli occhi del cane. Per evitare questa forma di aggressività è fondamentale che il cane sia socializzato al meglio, quindi sia esposto sin da cucciolo ad una molteplicità di stimoli e di esperienze, che gli permettano di capire cosa è una minaccia e cosa no.AGGRESSIVITÀ PREDATORIA Il cane è per natura un predatore, quindi è normale che in lui persistano dei comportamenti atavici tipici del suo essere discendente dal lupo. Perciò quando il quattrozampe vede passare davanti ai propri occhi qualcosa che corre via veloce proprio come una preda scatta in lui l’istinto predatorio e di conseguenza l’inseguimento. Può verificarsi non solo nei confronti di altri animali che il cane riconosce come prede naturali, quali gatti, conigli, roditori, ma spesso anche nei confronti di tutto ciò che gli sfreccia davanti, come moto, biciclette, persone che corrono. È il caso tipico del cane che al parco scatta ogni volta che gli passa accanto un podista o un ciclista, ma può manifestarsi anche verso i bambini che corrono giocando. Se il cane è aggressivo per via del suo istinto predatorio è ancora una volta importante la socializzazione: bisogna fargli vivere già da piccolo tutte quelle esperienze che possono innescare in lui questo comportamento e scoraggiarlo da subito, ad esempio insegnandogli che non deve mai stringere troppo con i denti quando prende in bocca, anche solo per gioco, un braccio o una mano perché può provocare dolore.AGGRESSIVITÀ DA POSSESSO È un atteggiamento che il cane manifesta quando qualcuno (essere umano o cane che sia) cerca di sottrargli qualcosa che gli appartiene o vi si avvicina troppo; può trattarsi di un giocattolo, di cibo o anche a volte del padrone, quando il cane iperpossessivo lo considera una sua proprietà. È una forma di aggressività che tutti i cani possono manifestare allo stesso modo, indipendentemente dalla taglia e dalla razza, anche cani che nel pensiero comune sono considerati degli “inguaribili bonaccioni”, come i Labrador, perché talvolta tendono a sviluppare un’ossessione nei confronti degli oggetti. In tal caso è importante che il padrone lo dissuada subito da questi atteggiamenti, distraendolo dall’oggetto che provoca in lui ossessività, non certo sottraendoglielo a forza, il che anzi peggiorerebbe la situazione, ma proponendogli un altro tipo di gioco, meglio se di interazione col padrone stesso, o portandolo a correre o a fare una passeggiata, il che permette al cane di sfogare energie represse, stress e ansie, principali cause delle sue ossessioni. Se invece il cane è aggressivo per possesso verso il cibo bisogna ricordare che per tutti i quattrozampe il cibo è vita, quindi, anche se nelle nostre case ne hanno in abbondanza, tenderanno comunque a “difenderlo” strenuamente. Anche in questo caso il cane che ringhia al padrone che si avvicina alla ciotola va corretto, ma è importante che l’umano sia il primo a rispettare gli spazi del cane e insegnare a tutti gli altri membri della famiglia a fare altrettanto: quando il cane mangia bisogna lasciarlo tranquillo e non invadere il suo spazio vitale.

comportamento ossessivo compulsivo nel cane

Comportamento ossessivo compulsivo nel cane: curarlo si può

Salute del cane Redazione -

Cos'è il comportamento ossessivo compulsivo nel caneIl DOC, acronimo che sta per Disturbo Ossessivo Compulsivo, è una sindrome comportamentale del cane che può sfociare in patologia. Si verifica quando il cane manifesta una vera e propria ossessione per un oggetto o per un’azione che viene ripetuta sempre più frequentemente in maniera stereotipata. Gli esempi più tipici di comportamento ossessivo compulsivo nel cane sono:rincorrersi insistentemente la coda, girando in tondo; leccarsi o mordersi continuamente una parte del corpo fino a ferirsi (zampe, coda, fianchi, ecc.); inseguire ripetutamente le ombre e le luci a terra; trascorrere anche ore a cercare di scovare e acchiappare insetti o lucertole; avere la fissazione per un gioco (pallina o altro) al punto da diventare aggressivo anche verso il padrone se vi si avvicina; abbaiare o ululare insistentemente per periodi molto prolungati senza motivo.Le cause del comportamento ossessivo compulsivo nel cane sono molteplici: secondo uno studio condotto dall’Università del Massachussets sarebbe emersa anche la presenza di una componente genetica. E' stato osservato infatti che nei soggetti che presentavano l’alterazione di un gene sul cromosoma 7 la percentuale affetta da sindrome compulsiva era superiore di quasi il 40% rispetto ai soggetti senza quell’anomalia nel DNA. Ciò però non è sufficiente a spiegare l’origine dei disturbi ossessivo compulsivi nel cane, perché il fatto che possa esserci una predisposizione non significa che debba svilupparsi la malattia. Vi sono altri fattori esterni che poi intervengono a determinare la comparsa dei comportamenti ossessivi: le principali cause infatti vanno ricercate nell’ansia, nello stress, nella noia, nella paura. Riconoscere un atteggiamento compulsivo non è difficile per il proprietario perché il cane appare “alienato”, completamente immerso nel suo comportamento ossessivo: è come se non fosse “presente a se stesso”, non vede e non sente nulla al di fuori della sua fissazione, non ascolta i richiami del padrone, è assente rispetto al mondo che lo circonda, i suoi occhi sono fissi, ma non attenti e vigili, bensì come ipnotizzati. Il cane non ha più il controllo sulle proprie azioni, ma compie gesti meccanici, spinto da una tensione nervosa, che è visibile anche attraverso il corpo, i cui muscoli appaiono spesso contratti e la postura irrigidita. Spesso però i padroni tendono a sottovalutare, soprattutto all’inizio, questo genere di atteggiamenti da parte del proprio cane, pensando che si tratti di qualcosa di transitorio; così, quando si rendono conto che invece sono di fronte ad una ossessione, il comportamento è ormai radicato nel cane.Come affrontare il comportamento ossessivo compulsivo nel caneSe si sospetta che il proprio cane stia sviluppando un comportamento ossessivo è fondamentale intervenire nella fase iniziale: prima viene interrotto e maggiore è la possibilità che non si trasformi in patologia. I disturbi compulsivi nel cane vanno bloccati sul nascere. Come? Anzitutto non incoraggiandoli mai: se ad esempio il padrone si mostra divertito quando il cane cerca di afferrare le ombre sul pavimento, anche senza rendersene conto, finisce per rinforzare questo comportamento che, se ripetuto più volte, può innescare una spirale pericolosa. Al contrario, se il cane dimostra una fissazione morbosa per un oggetto, bisogna cercare di toglierglielo, non con la prepotenza, altrimenti si peggiorerebbe la situazione, ma con l’astuzia, proponendo al quattrozampe un’alternativa che gli piace molto, ad esempio del cibo, in modo che si allontani spontaneamente dall’oggetto stesso; in quel momento bisogna essere pronti a farlo sparire e fare in modo che non lo trovi più. Di fronte ad una ossessione infatti la “terapia” migliore consiste nel distrarre l’attenzione del cane dal suo comportamento compulsivo. Proprio perché la causa di questi atteggiamenti è spesso legata a fattori di noia, ansia e stress, bisognerà fare in modo che il cane sfoghi il più possibile queste energie negative in un modo “sano”, cioè andando a camminare, a correre, a giocare con altri suoi simili o interagendo con il proprio padrone. Ancora una volta permettere al cane di essere se stesso, quindi di esprimere la propria vitalità nei modi in cui la sua natura richiede, può aiutare a risolvere importanti problemi comportamentali, come quelli ossessivo compulsivi, spesso indotti dall’uomo, seppur inconsapevolmente.

Dog flipping

Allarme dog flipping: rubano cani e li rivendono online

News Redazione -

In Italia si parla addirittura di 30.000 cani rapiti all’anno! E' il dog flipping, una pratica illegale con vittima i nostri quattro zampe. Cani rubati per essere rivenduti in Rete: si chiama dog flipping la nuova tendenza criminosa che ha per vittime i nostri amici a quattro zampe. Si sta diffondendo sempre più la pratica illegale di rubare i cani ai legittimi proprietari per rivenderli sul Web e trarne un facile . Delinquenti senza scrupoli sottraggono i cani, prelevandoli direttamente dai giardini delle loro abitazioni o, talvolta, strappandoli letteralmente con la forza dalle mani dei loro padroni o dalle automobili in sosta. Gli esemplari più a rischio sono i cani di razza, perché hanno un valore commerciale considerevole, che può arrivare anche a qualche migliaio di euro ciascuno, e quelli di piccola taglia, spesso più facili da “piazzare” sul mercato, ma non solo… Infatti, secondo un’indagine condotta dall’American Kennel Club, un’importante organizzazione impegnata nella tutela del benessere dei cani, la razza più rubata è il Pit Bull, probabilmente per il suo scellerato impiego nei combattimenti clandestini, seguita da Yorkshire, Chihuahua, Bulldog, Pomeranians, Shih Tzu e Pastore Tedesco. Appena sottratti i cani ai loro proprietari, inizia una vera e propria operazione di “riciclaggio”: gli animali rapiti vengono subito messi in vendita attraverso i numerosi siti di annunci presenti sulla Rete, che troppo spesso garantisce ai ladri l’anonimato e quindi l’impunità, offrendoli a prezzi molto inferiori a quelli di mercato. Ciò fa sì che la compra-vendita si concluda di solito in tempi molto rapidi, rendendo quindi più difficile la possibilità per i padroni di rintracciare il proprio cane e, di conseguenza, per le forze dell’ordine di sgominare queste bande criminali. Spesso, per destare meno sospetti, gli autori di dog flipping fingono di aver ritrovato il cane smarrito e di volerlo restituire al proprietari, per poi invece chiedere un salato compenso; une vero e proprio “rapimento con richiesta di riscatto”. In alcuni casi addirittura sono stai scoperti dei rifugi per animali “trovatelli” che rivendevano cani rubati, facendo credere agli ignari acquirenti che si trattasse di bestiole maltrattate, sottratte a padroni violenti.In attesa di essere venduti i cani rubati sono spesso tenuti rinchiusi in gabbie, stipati, senza cibo né acqua e, quelli che non riescono ad essere piazzati  finiscono per venire abbandonati. Ma non tutti i cani vittime di dog flipping sono destinati ad essere rivenduti come animali d’affezione. Alcuni esemplari adulti sono utilizzati per la riproduzione, allo scopo di “sfornare” il maggior numero possibile di cuccioli, molto più redditizi sul mercato, e trascorrono una vita in condizioni ai limiti della sopravvivenza.IN AUMENTO IL NUMERO DEI CANI RUBATI Per capire quanto il fenomeno del dog flipping si stia diffondendo occorre prendere in considerazione alcuni dati: solo negli Stati Uniti, il paese dove questa tendenza criminale ha preso il via, dal 2008 al 2014 il numero di cani rubati si è quasi decuplicato. In Italia si parla addirittura di 30.000 cani rapiti all’anno! Una tendenza davvero preoccupante, basti pensare che nel solo 2˙015 sarebbero scomparsi ben 3˙350 Chihuahua Toy, la razza al momento più ricercata dai ladri perché di moda, soprattutto nella città di Roma, dove i criminali hanno dimostrato di non fermarsi davvero di fronte a nulla, tanto che recentemente hanno colpito a bastonate una donna per rubarle il suo cucciolo di Labrador.COME EVITARE IL DOG FLIPPING Per scongiurare il rischio che il vostro cane sia vittima del dog flipping si possono seguire alcuni accorgimenti, come non lasciarlo da solo legato fuori dai negozi o in auto ad aspettarvi, oppure in giardino quando voi non siete in casa e non lasciarlo girare libero lontano dal padrone per strada. Se poi, nonostante ciò, doveste ugualmente incorrere nella triste circostanza del furto del vostro amato cane, per prima cosa avvertite immediatamente le Forze dell’Ordine, fornendo una descrizione dettagliata o meglio una fotografia del cane, chiedete ai presenti in zona se hanno visto persone o movimenti sospetti, iniziate subito la ricerca in Rete, su siti di annunci o di cani smarriti: potreste trovare proprio lì l’immagine del vostro amato quattro zampe in vendita. Non va inoltre mai dimenticata l’importanza di dotare sempre il vostro cane del microchip di riconoscimento: potrebbe rivelarsi l’elemento chiave per ricollegare il cane al legittimo proprietario.

Ladri entrano per rubare

Tg cinofilo, novi ligure: ladri entrano in casa, ma il cane li "sbrana"

News Redazione -

Ladri entrano in casa ma ad attenderli c'è una "sorpresina" di mezzo quintale Hanno spaccato il vetro della finestra, si sono introdotti in casa ma al loro ingresso hanno trovato una sorpresa di mezzo quintale di peso: stiamo parlando di un cane corso, che riposava nella propria cesta ma che appena ha sentito i rumori si è svegliato e non ha pensato due volte ad avventarsi sui ladri (si pensa fossero due). L'appartamento è di una giovane coppia, che in quel momento era a cena a casa di amici. Ecco le loro dichiarazioni: "L'altra notte, quando siamo rientrati a casa abbiamo subito notato che la portafinestra che dà sul balcone era stata sfondata. Tutto intorno, oltre ai pezzi di vetro, grandi macchie di sangue. All'inizio abbiamo pensato che i ladri si fossero feriti, oppure che avessero fatto del male al nostro cane. Invece era esattamente il contrario!". Il cane di chiama Tiger, di nome e di fatto! Sulla bocca aveva ancora un po' di sangue dei due ladri. Anche i vicini hanno sentito i rumori della colluttazione: "Abbiamo sentito ringhiare e abbaiare forte, ma pensavamo che ci fossero i proprietari in casa e non ci siamo preoccupati". Solitamente Tiger è un cane docile e mansueto, come spiega la sua veterinaria Paola Cavanna: "Ma anche il più timido dei cani può reagire con violenza se qualcuno irrompe nel suo territorio con modalità anomale, come in questo caso". I Carabinieri sono alla ricerca dei ladri, che sono riusciti a fuggire, ma grazie al materiale ematico presente in casa con molta probabilità riusciranno a trovarli.

Scegliere il dog sitter

Dog sitter e pet sitter: cosa sono, dove trovarli e come diventarne uno

Training Dog Redazione -

Il Dog sitter, anche chiamato Pet sitter, è una figura molto importanti che si prenderà cura del nostro amico a quattro zampe Il dog sitter è una figura professionale relativamente recente: fino a poco più di un decennio fa praticamente non esisteva nemmeno; poi con l’aumento progressivo del numero dei cani presenti nelle nostre famiglie è nata questa nuova professione per rispondere alle esigenze di accudimento dei pet anche in caso di assenza del proprietario. Di fatto, il pet sitter che viene chiamato comunemente dog sitter, si prende cura del animale quando i loro padroni sono al lavoro, impegnati o in vacanza. Molti padroni infatti sono impegnati per la maggior parte della giornata fuori casa o per lavoro o per i vari impegni della vita quotidiana, ma questi non vogliono rinunciare alla gioia di avere accanto a sé un adorabile cane. Questo però non deve andare a scapito del quattrozampe che ha le sue necessità e non può rimanere in casa da solo tutto il giorno per cinque giorni a settimana, ma necessita del contatto umano, come pure di fare movimento e attività fisica, di socializzare con i propri simili e di conoscere il mondo esterno. E allora, come conciliare le esigenze del nostro cane con i ritmi spesso frenetici della nostra vita? Il dog sitter può essere la soluzione al problema, ma ovviamente ogni padrone vuole essere sicuro di lasciare il proprio pet in mani sicure. Come scegliere il giusto dog sitter per il cane? Dog sitter: scegliere quello giustoUn metodo valido può essere quello di chiedere al proprio veterinario, che spesso dispone di nominativi di persone che svolgono questo servizio: è importante a questo proposito assicurarsi che siano persone conosciute, su cui il veterinario possa dare qualche referenza e non soltanto passate in studio a lasciare qualche volantino da appendere; Il passaparola è sempre efficace: sicuramente il vostro cane avrà fatto amicizia con altri quattrozampe della zona e, di conseguenza, voi avrete conosciuto i loro padroni. È probabile che qualcuno di loro abbia già avuto bisogno di un servizio di dog sitting; chiedete a loro: potrebbero avere la persona adatta a voi e fornirvi i dettagli della loro esperienza; Vista la crescente richiesta di dog sitting, negli ultimi anni sono nati alcuni siti dedicati, allo scopo di far incontrare la domanda con l’offerta: alcuni hanno sede all’estero, ma offrono servizi anche in Italia (come dogbuddy.it e holidog.it), ma recentemente ne è stato creato anche uno tutto italiano (petme.it). Questi portali funzionano come un motore di ricerca: basta iscriversi, inserire la città (a volte anche il quartiere di residenza), le date in cui avete bisogno di un Pet sitter e avviare la ricerca. Vi comparirà un elenco di potenziali professionisti di cui potrete leggere le schede personali con i loro dati e recapiti e le loro precedenti esperienze. A questo punto basterà contattare direttamente quello che più vi piace, eventualmente incontrarlo per conoscerlo di persona, accordarsi sull’incarico ed effettuare la prenotazione on line. Così sarà più facile scegliere il dog sitter più adatto.E in quanto ai costi per un Pet sitter? Quanto ai costi, generalmente sui siti è già indicata la tariffa per ogni pet sitter, di solito comprensiva delle commissioni che andranno al sito e le spese di assicurazione. Tutti questi portali infatti includono nel servizio una copertura assicurativa che include eventuali spese veterinarie (nel caso il vostro pet avesse bisogno di cure mediche in vostra assenza) ed eventuali danni causati dal vostro quattrozampe a cose o persone.Dog sitter: come scegliere il più adatto per il vostro cane? Una volta trovati i contatti, come fare per essere sicuri di scegliere il dog sitter più adatto per il proprio pet? Anzitutto dipende dal tipo di servizio di cui avete bisogno: le esigenze cambiano se cercate una persona che porti il cane al parco a fare una passeggiata durante il giorno mentre voi siete fuori casa, oppure se avete necessità di qualcuno a cui affidare il vostro quattrozampe per qualche giorno perché il lavoro vi costringe ad andare fuori città. In questo caso le possibili soluzioni sono due: o il dog sitter terrà il vostro cane trasferendosi temporaneamente a casa vostra oppure porterà il cane a casa propria; in questa seconda evenienza è importante andare prima a vedere di persona il luogo in cui soggiornerà il vostro Fido, per assicurarsi che sia idoneo e accogliente e non si limiti ad un recinto o ad una gabbia. È consigliabile fare una prova, magari di un giorno, per vedere come si trova il cane in quell’ambiente e con quella persona. A questo fine è importante spiegare bene al dog sitter qual è il carattere del vostro cane, le sue abitudini, se ha delle necessità particolari (come ad esempio se deve assumere farmaci), o se ha dei problemi di gestione. Solo essendo esaustivi e del tutto sinceri sarete sicuri che la persona scelta sia in grado di soddisfare completamente le esigenze del vostro cane. Se dovete lasciare il vostro quattrozampe per più giorni, premuratevi di cercare il dog sitter con un sufficiente anticipo, in modo da avere il tempo necessario per incontrarlo e prendere tutti gli accordi del caso in anticipo, così da poter scegliere con calma e serenità.

Tg cinofilo, calizzano: legati e abbandonati nei boschi, due cani cercano cure

News Redazione -

Sono stati legati con delle corde a un albero e abbandonati nei boschi di Calizzano: sono stati ritrovati così due cagnoni (uno è un pitbull), che grazie ai loro lamenti hanno attirato l'attenzione di una residente della località Durante. Ha dato l'allarme e non ci ha pensato su un secondo: ha telefonato al 118 e poi ha dato da mangiare e bere ai due poveri animaletti. Tuttavia l'Asl non è intervenuta. Così i due cani hanno passato la notte di domenica nel bosco, ma gli animalisti della zona hanno cominciato a tempestare di telefonate il Comune. Solo nella giornata di martedì si è sbloccata la situazione: il vigile del paese, su ordine del sindaco, è andato a liberare gli animali, che si sono dimostrati docili e in cerca di coccole invece che arrabbiati e aggressivi. Queste le dichiarazioni del sindaco di Calizzano Pierangelo Olivieri: "Siamo venuti a conoscenza di questa situazione soltanto martedì e siamo intervenuti. Chiederò spiegazioni del mancato intervento dell’Asl. Ora verificheremo se gli animali hanno il microchip in modo da risalire ai proprietari e procederemo con le conseguenti denunce per abbandono. E’ vero che Calizzano non è convenzionata con un canile. Abbiamo però uno spazio comunale, che in passato ha ospitato già cani per lungo tempo, ora l’area è vuota e accoglieremo qui i due animali". Ma di chi sono i cani, chi ha compiuto questo orribile gesto? I padroni sarebbero una coppia sfrattata la settimana scorsa.

Gelato per cani

Gelati per cani: quali sono e dove trovarli

Alimentazione Redazione -

Insieme all'estate arrivano anche i gelati per cani: scopriamoli insieme! Alzi la mano quel padrone che non ha mai fatto assaggiare il gelato al proprio cane! Tutti con le mani in tasca? Eh sì, perché sarà capitato a molti, in qualche giornata di caldo insopportabile, di assaporare un fresco gelato e di vedere il fedele quattrozampe lì accanto che ci fissa con occhi vogliosi e imploranti, la bocca aperta e la lingua srotolata fino a terra per la terribile afa. Così non abbiamo saputo resistere e abbiamo lasciato in fondo alla coppetta un mezzo dito di gelato da far leccare al nostro cane per dargli un po’ di refrigerio. Ma il gelato per consumo umano, per quanto buono e sicuramente gradito al nostro pet, è dannoso per la sua salute: contiene zuccheri raffinati, coloranti, conservanti e additivi, che proprio non sono adatti al suo metabolismo. Certo, se il cane dà una leccata al nostro gelato una volta all’anno, non sarà questo strappo alla regola che inciderà in maniera determinante sulla sua salute, ma il rischio è, al solito, di aggiungere calorie e glucidi ad una dieta spesso già troppo ricca. Sempre più di frequente infatti i nostri quattrozampe soffrono di malattie causate da un regime alimentare scorretto e da una iperalimentazione, quali diabete e sovrappeso. Questo significa che i nostri cani devono irrimediabilmente rinunciare al piacere di gustare un bel gelato? Forse no! Negli ultimi anni infatti sono stati lanciati sul mercato l gelati per cani : ormai la gamma dei prodotti alimentari per i quattrozampe è talmente vasta che quasi ci riesce difficile scegliere gli snack e i biscotti da comperare quando ci troviamo di fronte agli scaffali dei negozi per animali; ma il gelato per cani proprio non ce lo aspettavamo! Il primo pensiero di molti sarà stato: “ecco a che punto è arrivato il consumismo! Ha invaso anche il mondo dei pet!” Certo, il mercato dei prodotti per animali è in continua crescita, così come il giro d’affari corrispondente, ma ci siamo chiesti cosa contengono questi gelati per cani e se sono davvero salutari per i nostri quattrozampe? La risposta è sì: si tratta di un alimento al 100% naturale, con ingredienti che lo renderebbero adatto anche a persone con problemi di diabete, perché è ipoglicemico e ipocalorico; in più non contiene né coloranti né conservanti. I gelati per cani sono in vendita in diverse gelaterie e bar disseminati in giro per l’Italia, generalmente serviti in una comoda coppetta ad un costo quasi equiparabile a quello per gli umani e i gusti disponibili sono vari: riso soffiato, vaniglia, frutti di bosco, ananas e ginseng, ace, semi di lino,ecc.Gelati per cani fatti in casa: ecco le ricette Proprio per la semplicità degli ingredienti i gelati per cani possono essere preparati anche in casa e non è necessario avere una gelatiera. Ci sono diverse ricette i cui componenti principali sono sempre gli stessi, ogni volta con qualche variante sul tema: anzitutto occorre un vasetto di yogurt, che deve essere rigorosamente bianco e senza zucchero, a cui basta unire di volta in volta il frutto o l’ortaggio che vogliamo dia sapore al nostro gelato. Ad esempio basta prendere una mela o un po’ di banana o una carota e frullarle fino ad ottenere una specie di purea, poi unirla allo yogurt, versare il tutto in un contenitore adatto al freezer e metterlo nel congelatore per qualche ora; quando il gelato sarà pronto per essere servito al nostro cane, è bene tirarlo fuori un po’ prima e lasciarlo a temperatura ambiente, in modo che non sia troppo freddo da gustare. Anche i cani intolleranti al lattosio possono assaporare un fresco ice-cream: basta sostituire lo yogurt naturale con yogurt di soia e il gioco è fatto!

Joseph

Joseph, il cane legato ad un albero per quattro anni

News Redazione -

La Storia a lieto fine di Joseph Oggi vi porto a Middletown, in Ohio, e vi racconto la storia di Joseph, un giovane esemplare di Pastore tedesco. Quando è stato trovato, era legato ad un albero con una catena. Non era stato abbandonato dal suo padrone ma, per le condizioni in cui era costretto a sopravvivere, era come se Joseph un padrone vero neppure lo avesse. Non era la prima volta che veniva tenuto legato all’albero. Joseph era tenuto così da 4 anni. Non aveva una cuccia dove potersi riparare dal caldo, dal freddo e dalla pioggia. Non mangiava né riceveva acqua fresca e pulita ogni giorno, ma solo qualche volta alla settimana. Quando la polizia lo ha salvato, affidandolo poi alle cure della Progressive Animal Welfare Society, Joseph era al limite della sopravvivenza, aveva un corpo magrissimo e il collo martoriato. La sua immagine trasmessa in rete è diventata in poco tempo popolare toccando il cuore di moltissime persone. Le vicissitudini di questo povero amico a quattro zampe hanno riunito sia animalisti che semplici amanti degli animali che chiedevano giustizia per lui e pene severe contro il suo padrone, colpevole di incuria prolungata e maltrattamenti. Oggi Joseph, dopo aver ricevuto le cure e l’amore dei volontari che lo hanno fatto rinascere, ha finalmente trovato una famiglia che gli vuole bene e si prende cura di lui in modo serio e responsabile. L’unica cosa che Joseph non ha ottenuto è giustizia. Al suo padrone è stata, infatti, data solo una semplice multa di nemmeno 20 euro.Ancora una volta siamo noi a dover imparare dai nostri amici a quattro zampe… I cani, a mio avviso, sono esseri notevolmente migliori di molti esseri umani. Perché? Per cominciare perché probabilmente a Joseph non importa davvero di non aver ottenuto giustizia. Perché ora ha qualcuno che davvero gli vuole bene e si prende cura di lui. Joseph ha ritrovato il suo carattere gioioso e solare e si gode l’affetto della sua nuova famiglia. Ed è quello l’importante no? Noi esseri umani invece spesso non riusciamo a passare oltre chi ci fa del male, anzi spesso pensiamo di essere nel pieno diritto di farne noi a nostra volta. Ancora una volta forse siamo noi a dover imparare dai nostri amici pelosi. Loro ci insegnano l’amore incondizionato, ci insegnano il perdono e la compassione. Joseph ha visto l’indifferenza umana ma quando ha conosciuto anche l’affetto, ha dato di nuovo fiducia, ha nuovamente aperto il cuore per nuove persone riponendo in loro la certezza che sarebbero stati diversi dal suo padrone precedente, che sarebbero stati migliori e gli avrebbero voluto bene.E Joseph non è un’eccezione. Ho letto di tanti cani adottati dopo aver passato l’inferno con persone crudeli e senza cuore a cui non importava nulla di loro, ma quando hanno trovato qualcuno disposto ad amarli come meritavano hanno dato a quel qualcuno tutto l’amore di cui sono stati capaci e lo hanno fatto con fiducia. Una fiducia e un amore che sanno farti sentire speciale ogni giorno.

Pipì dei cani

Tg cinofilo, sindaco ordina: per le strade va raccolta anche la pipì dei cani

News Redazione -

Sta scatenando molte polemiche la decisione presa da Stefano Nicotra, sindaco di Torri del Benaco, di far raccogliere la pipì dei cani ai cittadini e turisti. Ecco quanto denuncia l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa): "Da domani a Torri del Benaco tutti i cani di qualsiasi taglia o razza dovranno girare con il pannolino o in via alternativa i proprietari di cani compresi quelli in vacanza nel paese sulla riva veronese del lago di Garda dovranno munirsi di un "pappagallo" dove far fare pipì al proprio cane".L'ORDINANZA Ecco cosa si trova scritto sui cartelli sparsi per il paese:  "Si fa obbligo ai proprietari di cani di munirsi di "palette o appositi strumenti adatti alla raccolta di deiezioni, provvedere nel caso in cui i detti animali lascino deiezioni ivi compresa l'orina all'immediata asportazione delle stesse e alla completa pulizia del suolo". Ecco le dichiarazioni del presidente di Aidaa, Lorenzo Croce: "Siamo all'assurdo per non dire al ridicolo, a Torri del Benaco non esistono aree di sgambamento per i cani, nessun distributore di sacchetti per la raccolta delle deiezioni e a questo si unisce l'assurdo obbligo di raccogliere la pipì dei cani . Possiamo capire se si chiede di pulire con dell'acqua la zona dove il cane ha fatto la pipì, ma che la stessa debba essere raccolta è una trovata fantozziana per non dire altro". "Ovviamente - ha concluso Croce - manderemo questo comunicato e il cartello con l’ordinanza anche alle tv e ai giornali del Nord Europa, così che anche i turisti tedeschi ed austriaci sappiano che qui vi sono regole che fanno ridere persino i polli".LA REPLICA DEL SINDACO Questa la replica del sindaco: “Sono amico degli animali, ci mancherebbe. L’obbligo di raccogliere ogni tipo di deiezione canina (pipì compresa) è motivato dal fatto che la gente porta i cani a fare i bisogni sulle aiuole e le rovinano. Abbiamo realizzato dei tappeti verdi che vanno rispettati, rispetto che invece non dimostrano quei proprietari di cani che lasciano i loro animali fare la pipì sul verde pubblico e nelle strade del centro”. Il primo cittadino ha precisato che il provvedimento “riguarda il centro storico e ha l’obiettivo di responsabilizzare i proprietari di cani, stimo cercando di educarli”.

Il cane morde tutto

Il cane morde tutto: cosa fare

Comportamento Redazione -

Perchè il cane morde tutto in casa? Se il cane morde tutto ciò che trova, soprattutto quando è cucciolo, è un problema con cui tutti i padroni, chi più chi meno, devono a fare i conti. Anzitutto bisogna capire qual è il motivo per cui il nostro quattrozampe si avventa su tutto quello che trova per casa e lo fa a brandelli con i suoi canini aguzzi. I motivi possono essere principalmente tre:Il cane è cucciolo e sta mettendo i denti; Il cane presenta disturbi comportamentali quali ansia e stress eccessivi; Il cane si annoia a morte.Come insegnare al cucciolo a non mordere Se abbiamo preso un cucciolo di cane dobbiamo mettere in conto che morderà qualcosa, facendo anche qualche piccolo danno; non possiamo pensare che il piccolo stia sempre bravo e fermo a dormire nella sua cuccia, anche perché a partire dai tre mesi e mezzo fino ai cinque-sei mesi cambierà i dentini da latte e metterà quelli definitivi. Avrà quindi un gran fastidio alle gengive, proprio come i bambini, e cercherà di mettere in bocca un po’ tutto. Certo, questo non significa che il cane, anche se cucciolo, possa liberamente mordere quello che gli pare. Come insegnargli a non farlo? Una tecnica che di solito sortisce un effetto immediato consiste nell'interrompere il rosicchiamento, distraendo il cane: in questo caso bisogna però “beccarlo” appena ha iniziato a mordere l’oggetto, in modo che non sia ancora completamente assorto nel suo intento, e distogliere la sua attenzione magari producendo un rumore insolito per lui, ma non troppo forte o fastidioso da spaventarlo. Può essere sufficiente ad esempio mettere una noce all’interno di una scatoletta di latta e scuoterla: ricordatevi di pronunciare la parola che volete che il cane associ al comando “molla tutto e vieni da me” appena prima di fare rumore (può bastare un semplice “no”). Il cucciolo, curioso com’è, lascerà l’oggetto che ha in bocca per venire a vedere cosa avete in mano: appena arrivato da voi lo premierete con un gustoso bocconcino, tante coccole e parole di lode. Il problema di questo metodo è che dopo un po’ di volte il cane potrebbe perdere interesse per il rumore da voi prodotto, ormai noto, e continuare a rosicchiare indisturbato.Cane rosicchia tutto: come comportarsi Vi sono molti altri accorgimenti che il padrone può adottare per evitare che il cane morda e rompa oggetti che non sono adatti a lui, provocando danni alla casa, ma anche a se stesso rischiando di ingoiare qualcosa di pericoloso:La soluzione migliore sarebbe ovviamente di sorvegliare costantemente il cucciolo e intervenire se inizia a mordere divani, tappeti, mobili o simili; quando però è inevitabile lasciarlo da solo, bisogna cercare di mettere fuori dalla sua portata tutti quegli oggetti che non volete che il cane rosicchi. Meglio chiudere in cassetti e armadi scarpe, indumenti vari, cuscini, soprammobili, ecc.; Lasciare sempre a disposizione del cucciolo oggetti pet-friendly, adatti a lui e appositamente creati perché il cane li rosicchi, come giocattoli in gomma, palline, corde col nodo, ossi di pelle di bufalo, in modo da tenere impegnati i suoi dentini nel periodo in cui non siete presenti (il più breve possibile); Alcuni utilizzano dei prodotti spray repellenti, in vendita nei negozi di animali, che non sono dannosi per il cane, ma hanno un sapore e un odore molto fastidiosi per lui. Certo non è un metodo piacevole per il cucciolo; sta a voi decidere se ne ritenete opportuno l’uso.Il cane morde tutto da adulto Se per il cucciolo è abbastanza normale mordere tutto quello che trova, per il cane adulto no. Se il comportamento di rosicchiare oggetti in giro per casa persiste anche in età adulta, il cane può avere qualche problema legato ad ansia e stress o alla noia. Se ad esempio il quattrozampe soffre di ansia da separazione, l’atto di mordere compulsivamente e distruggere tutto quando è lasciato da solo può rappresentare per lui un modo per sfogare il proprio stress e quindi avere un parziale effetto autocalmante. Anche la noia è una pessima compagna per i nostri cani: se sono lasciati per troppo tempo in casa da soli finiranno inevitabilmente per annoiarsi a morte e cercare dei diversivi, come ad esempio mordere le imbottiture delle poltrone. I pelosi hanno bisogno di uscire, fare movimento, interagire con il padrone e gli altri loro simili per mantenere un equilibrio psico-fisico. Nel caso in cui da adulto il cane morde tutto, non sgridatelo, perché non servirebbe a nulla se non ad aumentare la sua tensione o, peggio, ad indurlo ad avere timore di voi. Per prima cosa domandatevi se è messo nella condizione di liberare a sufficienza le proprie energie: portate il cane a fare una bella e lunga passeggiata e quando tornerà a casa stanco e felice molto probabilmente non avrà più voglia di mordere i mobili di casa vostra!

Viaggiare in aereo con il cane

Cani in aereo: si può? le normative da seguire

Curiosità Redazione -

Si può viaggiare in aereo con il cane? Ecco cosa dicono le normative europee. Tra i mezzi di trasporto possibili per compiere viaggi di media e lunga percorrenza assieme al nostro quattrozampe l’aereo è sicuramente quello più problematico. Anzitutto perché non esiste un regolamento unico e condiviso che disciplini il viaggio ad alta quota dei nostri cani, ma le modalità cambiano da una compagnia aerea all’altra. Ad esempio viaggiare in aereo con il cane su Ryanair o easyJet non è possibile, a meno che non si tratti di cani-guida o d'assistenza. Vi sono quelle che non accettano animali sui propri velivoli, a nessuna condizione, altre che li accettano in numero limitato (ad esempio non più di due per aeromobile), mentre la maggior parte delle compagnie consente il trasporto di cani, ma soltanto nella stiva dell’aereo. Ciò costituisce spesso un problema non da poco per il padrone, ma soprattutto per il cane. Esistono determinate regole da rispettare relativamente agli spazi adibiti al trasporto dei pets, come le dimensioni delle gabbie, abbastanza grandi da permettere all’animale di muoversi e girarsi e ambienti sufficientemente aerati, ma per il cane il viaggio in aereo rimane sempre una notevole fonte di stress. Trovandosi in un luogo sconosciuto, solo senza il proprio padrone e chiuso in un kennel, il quattrozampe può riportare conseguenze sia psicologiche che fisiche. Ogni anno infatti un numero tutt’altro che irrilevante di cani addirittura muore durante il trasporto aereo o viene perso, quando la tratta prevede uno o più scali con il conseguente cambio di velivolo. Ciò è assolutamente inaccettabile, così alcune compagnie hanno deciso di aprire le porte della cabine anche ai quattrozampe, che potranno viaggiare assieme al proprio padrone, ovviamente all’interno di apposita gabbia; ma non è tutto oro quel che luccica! Anche le compagnie più “illuminate” come ITA Airways o la statunitense Delta infatti per ora consentono di viaggiare in aereo con il cane in cabina solo per gli esemplari di piccola taglia (per Alitalia, ad esempio, non devono superare i 10 kg di peso), mentre per tutti gli altri “big” rimane il confino all’interno della stiva pressurizzata.Se dunque qualche passo avanti si sta facendo in merito al rispetto dei diritti degli animali anche ad alta quota, c’è ancora molta strada da percorrere nell’ottica di voli pet-friendly. È importante dunque che il padrone valuti molto attentamente l’opportunità di far viaggiare il proprio cane in aereo, anche chiedendo preventivamente consiglio al proprio veterinario che, in base alle condizioni di salute dell’animale, potrà dare delle preziose indicazioni.Viaggiare in aereo con il cane: cosa serve Prima di viaggiare in aereo col proprio cane bisogna informarsi bene non solo sulle condizioni di viaggio imposte da ogni compagnia, ma anche sulla documentazione necessaria. Il cane deve essere dotato di:libretto sanitario che attesti che è in regola con le vaccinazioni; microchip o il tatuaggio leggibile, con relativa certificazione di avvenuta iscrizione all’anagrafe canina; per il vaccino antirabbico, nel nostro paese non è più obbligatorio, ma il Ministero della Salute lo consiglia per le regioni più orientali e nelle Isole; può essere richiesta una dichiarazione sulla buona salute dell’animale, rilasciata dal veterinario prima della partenza.Per i voli internazionali è necessario anche un passaporto sanitario del cane da richiedere al veterinario che riporta, oltre ai dati anagrafici dell’animale e alla sua fotografia, anche l’attestazione delle avvenute vaccinazioni, compresa l’antirabbica, che per l’estero è obbligatoria. È importante inoltre assicurarsi che il paese di destinazione non preveda un periodo di quarantena per il cane una volta sbarcato. Soprattutto va ribadito che è importante informarsi bene sulle regole stabilite dalla singola compagnia aerea con cui decidete di volare: ve ne sono alcune che, oltre ai regolamenti più o meno comuni, pongono delle ulteriori restrizioni, come ad esempio non accettare cuccioli di età inferiore ai tre mesi, femmine gravide o in calore, e cani brachicefali, come il Boxer, il Bulldog, il Carlino o il Pechinese, che per la conformazione schiacciata del muso possono presentare maggiori problemi respiratori.

Qibo

A roma nasce qibo, un pret a manger per i nostri amici pelosi

News Redazione -

Da sempre uno degli aspetti forse più "trascurati" per quanto riguarda l'educazione del nostro cagnolino è proprio quello legato alla sua alimentazione: deve averci pensato anche Qibo, cioè una vera e propria rivoluzione nel mondo del cibo per gli animali, che ha inaugurato venerd' 10 giugno a Roma. COS’E’ QIBO? Qibo è Cibo/Qualità. Da un piccolo gioco di parole nasce il nome di un nuovo progetto che arriverà a Giugno a Prati (Roma), un Brand pensato per l’alimentazione quotidiana e la salute dei nostri animali domestici. In linea con una tendenza mondiale che pone attenzione al problema della nutrizione animale, Qibo è il primo negozio a Roma con laboratorio di cucina, dove vengono preparati e venduti pasti freschi e complementari per cani e gatti, realizzati con materie prime selezionate e garantite. LA FILOSOFIA Qibo non è solo un Brand, ma una vera e propria filosofia alimentare che ambisce a proporre un nuovo stile di vita basato sul benessere dei nostri animali da compagnia e nel rispetto della natura. Attraverso una scelta attenta delle materie prime, delle quantità e delle proprietà degli alimenti, il padrone può sperimentare e conoscere i benefici di una dieta bilanciata e sana. Qibo è un’alternativa pensata per chi, non avendo tempo di cucinare per il proprio amico a quattro zampe, vuole prendersi cura della sua alimentazione con un servizio su misura e con un prezzo concorrenziale rispetto ai prodotti della grande distribuzione. LA STORIA Stefania e Domenico hanno lavorato per diversi anni nel settore agroalimentare e nella ristorazione, acquisendo un’attenzione particolare per i temi legati all’alimentazione, al cibo e ai prodotti di qualità. Entrambi coltivano da molto tempo una passione per gli animali, che li porta ad intraprendere un nuovo percorso che unisca questi due filoni, lanciando qualcosa di completamente nuovo e soprattutto, “buono” sul mercato. Grazie anche all’incontro con i professionisti di Laurenzi Consulting – società leader nell’ideazione di format per la ristorazione - e Repubblica Gastronomica - agenzia di grafica e brand identity - Qibo prende forma e diventa un’alternativa valida al cibo industriale per animali da compagnia.IL LABORATORIO Qibo sarà un negozio con laboratorio interno a vista, garanzia di trasparenza del sistema di produzione, nonché di freschezza e qualità dei preparati. Qui verrà realizzata l’intera linea di pasti Qibo, sia freschi che complementari, destinata alla vendita in loco e al delivery. Grazie alla scrupolosa selezione dei fornitori, nel laboratorio arriveranno soltanto materie prime tracciabili e garantite, gli  stessi prodotti destinati ogni giorno al consumo umano.     LE RICETTE Le ricette di Qibo sono il frutto di un lavoro attento e scientifico di ricerca e studio. La Dottoressa Debora Guidi, medico veterinario esperto in nutrizione, ha ideato e realizzato una linea ad hoc per Qibo che risponde alle esigenze alimentari del nostro animale domestico, diverse di cane in cane e di gatto in gatto. L’offerta di Qibo comprende sia cibi freschi che complementari per cani e gatti. Per i cibi freschi, sono quattro le categorie di riferimento per la scelta del pasto più corretto: la LIGHT, una dieta ipocalorica completa per animali adulti poco attivi o sterilizzati, la FITNESS, un alimento completo e bilanciato di mantenimento per animali adulti attivi, la BARF, un dieta crudista biologicamente appropriata per animali adulti, e infine la MONO, una dieta monoproteica completa per animali intolleranti o con digestione difficile. Per i cibi complementari, Qibo propone diverse tipologie di biscotti, a base di carne, pesce, verdure o frutta, realizzati con ingredienti naturali e adatti a integrare l’alimentazione quotidiana dell’animale. Si potrà scegliere tra una varietà di biscotti artigianali  per cane o gatto, utilizzando le dosi giornaliere consigliate per la somministrazione. IL NEGOZIO Nel negozio di Qibo sapremo orientarvi nella scelta della dieta appropriata per il vostro animale, anche grazie allo spazio dedicato alla Dottoressa Guidi, che sarà presente sia per studiare diete individuali per cani e gatti sia per elaborare piani alimentari specifici per animali con patologie e intolleranze. Con un’architettura che mira a creare un’atmosfera naturale e un ambiente ludico, Qibo sarà un piccolo mercato adatto a ospitare anche i nostri animali, con elementi d’arredo che diventano strumenti di gioco e supporti colorati e accoglienti. Proprio per questo il negozio ospiterà un calendario di eventi, con incontri "open a 6 zampe", attività formative, appuntamenti ludici e didattici finalizzati ad approfondire i temi della nutrizione di padroni e animali.

Abbandono cani

Tg cinofilo, abbandono dei cani: in estate 2016 si rischia di lasciare per le strade 200mila pelosi

News Redazione -

Il fenomeno dell' abbandono dei cani è ormai tristemente noto alla vigilia di ogni estate: quest'anno però le cifre stimate dagli esperti del settore sono ancora più tremende di quanto ci si potesse aspettare. Infatti non dà spazio a sentimenti positivi il comunicato di AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente): “Sono oltre duecentomila i cani che questa estate sono a rischio abbandono, molti di più rispetto agli scorsi anni. Questi andrebbero ad aggiungersi ai circa 700.000 cani randagi presenti sul territorio nazionale (concentrati prevalentemente nelle regioni meridionali e in Sicilia e Sardegna) ed ai quasi 200.000 cani attualmente detenuti nei canili e nei rifugi pubblici e privati in Italia“. Il comunicato prosegue così: “Le motivazioni di questo possibile aumento di abbandono dei cani , specialmente nei mesi di luglio e agosto, sono riconosciute un po’ da sempre e da tutte le associazioni e corrispondono alla leggerezza con cui si sono acquistati esemplari di razza o si sono presi cuccioli specialmente in occasione del compleanno o del Natale, senza rendersi conto che la gestione di un cane non è affatto semplice, e quindi ci si sbarazza alla vigilia delle vacanze di questi animali, altri cani abbandonati (per fortuna non per strada in questi casi, ma spesso portati direttamente in canile) da parte di persone che non possono più mantenerle o di proprietà di persone anziane che loro malgrado sono costrette a separarsi dai loro cani in quanto spesso costrette a finire i loro giorni in casa di riposo”.L'Associazione poi preme il tasto su un aspetto "nuovo" se vogliamo, rispetto agli scorsi anni: “Ma la vera novità negativa di questa estate (che ha visto affievolirsi anche le campagne delle associazione contro l’abbandono e anche quelle pubbliche che in passato erano gia in piena azione), è che il fenomeno dell' abbandono dei cani ,oltre che nel sud e nelle altre regioni dove purtroppo il randagismo è una piaga endemica, potrebbe tornare a fare capolino anche in regioni in cui il randagismo negli ultimi anni è ridotto ai minimi termini come Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino Alto Adige per restare al nord Italia”. “I segnali sui cani entrati in canile negli ultimi mesi non sono incoraggianti – spiega Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ovviamente ci auguriamo che si tratti solo di una sensazione ma il rischio è dietro l’angolo, la crisi economica certo non aiuta ma la cosa più grave è che quest’anno sono a rischio anche le cosi dette razze di piccola taglia e credo che su questo rischio non ci sia da chiudere gli occhi ma di lavorare tutti assieme sul territorio sia per la prevenzione e per il recupero. Come si risolve il problema del randagismo? Con un piano nazionale di sterilizzazione che veda impegnata insieme la veterinaria pubblica, privata e quella militare“.

Sesto senso dei cani

Il sesto senso dei cani: una capacità straordinaria

Comportamento Redazione -

IL SESTO SENSO DEI CANI : SONO “SENSITIVI”? Quante volte abbiamo pensato che nessuno come il nostro cane sia in grado di sentire empaticamente quello che proviamo? I nostri quattrozampe infatti capiscono al volo il nostro umore, percepiscono quando rientriamo a casa arrabbiati dopo una giornata di lavoro e si tengono alla larga o avvertono la nostra tristezza e ci si accoccolano discretamente vicino, in silenzio, come a volerci dire che su di loro possiamo sempre contare. Al di là degli episodi che tutti i padroni possono sperimentare direttamente e che dimostrano quanto sia presente il sesto senso dei cani , vi sono altre circostanze in cui la loro capacità di pre-sentire lascia davvero sgomenti, al punto da indurre alcuni studiosi a realizzare delle vere e proprie ricerche specifiche. È il caso della facoltà che i cani hanno di intuire in anticipo l’avvento di catastrofi naturali, come terremoti e tsunami: sono ormai centinaia in letteratura i casi di quattrozampe che hanno “dato l’allarme” ai loro padroni molte ore prima dell’accadimento, tanto che le testimonianze in merito risalgono addirittura a molti secoli prima di Cristo. Soprattutto in Giappone, dove gli eventi tellurici sono piuttosto frequenti, alcuni scienziati universitari hanno evidenziato come, in occasione di alcuni terremoti che hanno causato milioni di vittime, molti proprietari di cani abbiano raccontato di essere sopravvissuti anche grazie ai loro quattrozampe. I cani infatti con il loro comportamento inusuale, mostrando segni di agitazione apparentemente inspiegabile, abbaiando continuamente, richiamando insistentemente l’attenzione dei loro umani, li avrebbero costretti ad uscire di casa, evitando così che rimanessero schiacciati sotto alle macerie delle loro abitazioni. Addirittura è stato rilevato che in occasione del grave tsunami che ha colpito il sud-est asiatico nel 2004 non sarebbe stato trovato nessun animale domestico morto: la spiegazione andrebbe ricercata nel fatto che, sentendo in anticipo il terremoto che ha causato la grande onda, sarebbero fuggiti in tempo. Ma come fanno i nostri quattrozampe ad avvertire questi eventi per noi umani praticamente imprevedibili? Neanche gli studiosi sono ancora riusciti a dare una risposta certa a questa domanda: molti sostengono che i cani potrebbero captare le onde elettromagnetiche emesse in occasione di un movimento sismico, mentre secondo altri percepirebbero i gas e l’elettricità che si sprigionano dalle viscere della terra.SI TRATTA DI SESTO SENSO DEI CANI O DI SENSI PARTICOLARMENTE SVILUPPATI? I cani sono in grado di sentire cose che noi umani possiamo conoscere solo attraverso l’utilizzo di strumentazioni specifiche: riescono, ad esempio, a percepire malattie come i tumori, grazie al loro finissimo olfatto, o talvolta a presentire l’arrivo di una crisi convulsiva o di un grave evento cardiaco e avvertono per primi lo stato di gravidanza della padrona, forse cogliendo il cambiamento ormonale. Se ciò può essere spiegato in parte grazie ai sensi molto sviluppati dei nostri quattrozampe, che riescono a captare la chimica del corpo umano, ci sono però alcune capacità “predittive” che ancora oggi rimangono senza spiegazione. È talmente forte il legame che ci unisce ai nostri cani che questi ultimi sarebbero addirittura in grado di sentire il momento in cui il loro padrone sta morendo, anche se si trova lontano da loro. Sono state raccolte molte testimonianze di cani che avrebbero improvvisamente iniziato ad abbaiare, guaire ed ululare senza che i presenti riuscissero inizialmente a capirne il motivo; solo in seguito si sarebbe scoperto che in quel preciso istante il loro padrone stava lasciando la sua vita terrena. Per questi motivi si parla di sesto senso dei cani . Ciò va ben al di là della “semplice” empatia, che tutti coloro che hanno un cane sperimentano quotidianamente, e anche al di là di alcuni sensi molto più sviluppati dei nostri: c’è chi parla di “poteri metapsichici”, come il biologo britannico Rupert Sheldrake, secondo cui i pets soffrirebbero del dolore dei loro padroni, al punto da poterne anticipare gli stati d’animo e addirittura la morte. Per non parlare poi di chi crede che i cani possano sentire la presenza dei fantasmi, perciò a volte abbaierebbero in casa fissando nel vuoto: ma qui siamo nel campo del paranormale… È certo che ancora oggi, dopo millenni di convivenza con l’essere umano, i nostri cani non finiscono di stupirci e di rivelarsi in ogni circostanza utili, se non addirittura insostituibili; pur essendo apparentemente così semplici e spontanei, possiedono abilità che nemmeno l’intelligenza superiore dell’uomo è ancora riuscita completamente a spiegare e che rende questi compagni di vita a quattro zampe ancor più preziosi per noi.

Archer

Archer: una cucciola di border collie salvata e poi adottata

News Redazione -

Il salvataggio di Archer Oggi vi porto in Texas e più precisamene a Fort Bend County, e vi racconto la storia di Archer, un bellissimo incrocio di border collie di due anni.  Il paese era stato da poco colpito da un’alluvione e lo sceriffo, Troy Nehls, si trovava su una barca insieme ad una troupe del telegiornale KPRC, una filiale locale della NBC. Stavano perlustrando una zona allagata. Si trovavano tra le case, constatando i danni, quando ad un certo punto hanno notato un musetto spuntare sull’acqua. Si trattava di una cagnolina che era stata legata davanti alla casa dei suoi precedenti proprietari. Non riusciva a liberarsi a causa del guinzaglio. Era intrappolata senza poter scappare e mettersi in salvo. Lo sceriffo insieme alla troupe si è immediatamente mobilitato per soccorrerla. Insieme ad uno dei giornalisti e ad un volontario è riuscito a liberarla. Lo sceriffo racconta che non riuscivano a credere ai loro occhi quando l’hanno vista e che sono saltati in acqua e hanno provveduto a liberarla prendendola poi in braccio. Lo sceriffo racconta che la cucciola, a cui è stato in seguito dato il nome di Archer, era sotto choc. Archer, è stata portata subito alla Houston Humane Society, dove il personale veterinario si è preso cura di lei assicurandosi che stesse bene.  Il cane aveva dei segni sul collo quindi è stato ipotizzato che sia rimasta legata a lungo. Appena i veterinari hanno dato il consenso per l’adozione lo sceriffo ha deciso che Archer, è stato lui a darle il suo nome attuale, doveva far parte della sua famiglia e ne ha richiesto l’adozione. Lo sceriffo racconta che appena ha incontrato Archer è stato amore a prima vista. Afferma di essere felice di averla salvata ma che quello per lui non era sufficiente. Voleva fare qualcosa di più per lei. Così oggi, Archer fa parte della numerosa famiglia dello sceriffo Troy Nehls.  Una storia a lieto fine ma è doveroso riflettere Sono felice di leggere che Archer ha trovato una nuova famiglia. Una famiglia che l’ha voluta da subito. Posso sperare che i suoi precedenti proprietari stiano bene dopo l’alluvione ma, sicuramente, non posso dirmi contenta di come si sono comportati nei confronti della piccola Archer. Lasciarla legata alla catena con un’alluvione in corso è stato, a mio avviso, un atto davvero crudele. Quando si decide di prendere un animale si deve sempre essere consapevoli che non si sta prendendo un giocattolo, ma un essere vivente. Si deve essere consapevoli che quell’animale entrerà, da quel momento in avanti, a far parte della nostra famiglia e che le nostre azioni avranno ripercussioni anche sul nostro amico a quattro zampe. Archer è stata fortunata a trovare nello sceriffo non solo una persona che l’ha liberata dalla catena e da morte certa ma, anche, una persona che ha deciso che questa cucciola meritava una famiglia che le volesse davvero bene e che si prendesse cura di lei.  Questa è una storia a lieto fine ma che deve comunque farci riflettere sul fatto che quando prendiamo un animale ne diventiamo responsabili e, se non siamo pronti per tale responsabilità, non è giusto condannare i nostri amici pelosi alla nostra incoerenza, perché quella responsabilità che decidiamo di prendere non può e non deve avere ripensamenti futuri.

filariosi nel cane

Filariosi nel cane: cause, sintomi e terapia

Home Redazione -

Filariosi nel cane: cos'è Arriva la primavera e con essa i primi caldi e un numero crescente di insetti e parassiti, nemici della salute dei nostri cani. È il caso della filaria, un verme tondo che può causare un’importante malattia nel cane, che prende il nome di filariosi. Si tratta di una patologia trasmessa principalmente dalla zanzara tigre, che fa da vettore per il parassita inoculandolo sotto forma di larva nel quattrozampe che viene punto. Esistono due tipi di parassiti: la Dirofilaria Immitis e la Dirofilaria Repens, ma la prima è ampiamente più diffusa ed è causa della forma più grave della malattia, quella cardio-polmonare, mentre la seconda provoca  una forma cutanea molto meno grave e meno comune. La filariosi nel cane cardio-polmonare è diffusa soprattutto nelle regioni dal clima caldo umido in primavera-estate, in particolare nelle zone della Pianura Padana, come l’Emilia Romagna e il Piemonte, ma la sua presenza sta crescendo anche in altre regioni, quali Toscana, Campania, Sicilia e Sardegna. Complici anche i costanti cambiamenti climatici, nessuna zona può più considerarsi completamente esclusa dal rischio di contagio della malattia, data anche la massiccia presenza della zanzara tigre che ha trovato un habitat favorevole in tutto il territorio nazionale. Il periodo in cui i nostri cani sono maggiormente esposti a contrarre la filariosi è da marzo-aprile fino a ottobre-novembre, con alcune differenze da una regione all’altra, in base al clima locale, poiché le zanzare sopravvivono finché la temperatura esterna si aggira attorno ai 14°.Filariosi nel cane: sintomi Se una piccola quantità di filarie può essere tollerata dal cane, quando invece l’infestazione è importante genera sintomi spesso gravi: i parassiti infatti, una volta entrati nel sistema circolatorio, vanno ad insediarsi in prossimità di cuore e polmoni, provocando serie lesioni ad entrambi. A livello cardiaco le filarie, raggiungendo dimensioni anche di 20-30 cm di lunghezza, causano dilatazione cardiaca e possono arrivare ad ostacolare il normale flusso sanguigno. A livello respiratorio i parassiti provocano un’infiammazione ai polmoni e, insediandosi nell’arteria polmonare, anche un’ipertensione arteriosa con progressiva insufficienza cardiaca destra. Si possono avere danni anche a livello dei reni del cane quando vi si depositano le forme giovanili delle filarie.Filariosi nel cane: prevenzione Vista la gravità della malattia, per evitare la filariosi nel cane è fondamentale la prevenzione; anzitutto, quando un quattrozampe entra nella nostra famiglia è bene:effettuare dopo i primi sei mesi l’apposito test, per cui è sufficiente un prelievo di sangue, per escludere che il cane abbia già contratto la malattia; dopodiché bisogna ripetere il test per la filariosi una volta all’anno; seguire la corretta profilassi, somministrando al cane l’apposito farmaco specifico, sotto forma di tavolette appetibili una volta al mese nel periodo a rischio, dalla primavera all’autunno, oppure in un’unica soluzione somministrata dal veterinario. Prima di iniziare la profilassi però è importante che venga eseguito il test di controllo, perché il farmaco può essere pericoloso se il cane è già stato infestato dalla filaria; utilizzare gli antiparassitari disponibili in diverse formulazioni: in pipette spot-on da applicare mensilmente tra il pelo del quattrozampe, in spray o come collarini specifici. Hanno tutti un effetto repellente che dovrebbe contribuire a tenere lontane le zanzare nel periodo di massima diffusione; Non far dormire il cane all’aperto perché durante la notte le zanzare sono più attive.Filariosi nel cane: terapia e cura La diagnosi di filariosi nel cane viene fatta, oltre che con l’apposito test e l’analisi dei sintomi, anche attraverso radiografie ed ecografie a polmoni e cuore per verificare lo stato di compromissione dei due organi. La terapia contro la filariosi non è priva di rischi, quindi sarà il veterinario a decidere come impostare la cura in base anche alle condizioni generali del cane, alla sua età e allo stadio della patologia. Prima la malattia viene diagnosticata e più alte sono le probabilità di sopravvivenza del quattrozampe; quando l’infestazione del parassita è già massiva la mortalità è piuttosto alta, soprattutto se il soggetto non è più giovane.

Boris

Boris: dopo nove anni di maltrattamenti, trova una famiglia

News Redazione -

La storia di Boris: nove anni di maltrattamenti La storia che voglio raccontarvi oggi è quella di un San Bernardo di nome Boris. Per 9 lunghi anni, Boris ha subito maltrattamenti dagli altri cani con cui viveva nonché, incuria e totale disinteresse da quelli che erano i suoi padroni. Nessuno lo accarezzava, nessuno si prendeva cura del suo aspetto, nessuno si prendeva cura della sua salute. Boris aveva le unghie lunghissime e faticava a spostarsi, inoltre aveva una brutta infezione alle orecchie. Ma ai suoi padroni sembrava non importare nulla. Poi un giorno l’associazione New Hope Animal Rescue si accorge di lui e si mobilita per salvarlo mettendo così fine a quell’incubo durato troppo a lungo. Ma per Boris le sorprese non sono finite con quel salvataggio. La sua storia ha fatto il giro dei social ed è arrivata a Eileen Mellis e Kerri Eilertsen-Feeney dell’associazione Cinque Ports Rescue di Meryl Gardens, nel regno Unito.  Queste persone stupende, commosse dalla sua triste storia, hanno deciso di prendersi cura di lui e dargli tutto l’aiuto di cui aveva bisogno. Su Facebook Eileen e Kerry scrivono che, nonostante il suo passato burrascoso Boris non ha paura degli esseri umani. Al contrario, è un cane dolcissimo. Era necessario trovare un a famiglia che accogliesse Boris, che lo amasse come meritava di essere amato ma, prima di poter essere dato in adozione, a causa della grave infezione alle orecchie, era necessario sottoporlo ad un delicato intervento di amputazione delle stesse. L’intervento per fortuna è andato molto bene e Boris ha finalmente potuto ristabilirsi. Oggi vive a Culcheth, a Warrington, con Louise Herrick e la sua famiglia. La donna spiega che i suoi figli volevano un cane simile a Beethoven. Dopo aver visitato alcuni rifugi, su Facebook ha letto la storia di Boris ed è stato subito amore. Un amore che ha portato Louise ad adottarlo. Adesso Boris vive felicemente la sua seconda vita. Con la sua nuova famiglia, viaggia molto seguendola ovunque e quando è a casa, il divano e l’assoluto relax non glieli toglie nessuno.Il potere dei social Sono moltissime oggi le storie di cani che girano sui social. La storia di Boris è solo una delle tante. Una di quelle che finisce bene per fortuna. In una società dove siamo sempre tutti di corsa e dove, spesso, i social si sostituiscono all’interazione faccia a faccia, questi potenti mezzi di comunicazione sono anche capaci di far uscire il nostro lato umano e la nostra sensibilità.  Storie come queste, raccontate sui blog, sui social fanno sì che moltissimi animali vengano salvati dalle più disparate situazioni e fanno sì che noi animali a due zampe apriamo la nostra mente e il nostro cuore riflettendo e imparando ad amare e rispettare i nostri amici pelosi come meritano di essere amati e rispettati. La storia di Boris ha fatto il giro del web ed è arrivata a persone che si sono mobilitate per aiutarlo e mi piace, oggi, fare questa riflessione.  Mi dà la certezza che accanto a persone crudeli, per cui la vita di un cane non conta nulla, ce ne sono molte altre che sanno invece dargli una vita serena e ricca di affetto.

Donne preferiscono il cane al marito

Donne preferiscono il cane al marito?

Curiosità Redazione -

LE DONNE PREFERISCONO IL CANE AL MARITO ? Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo pronunciato noi stessi la proverbiale frase: “gli animali sono meglio degli essere umani”! Molti pensano che si tratti soltanto di un luogo comune, ma a quanto pare non è proprio così e dietro quest’affermazione c’è spesso una convinzione radicata. Lo dimostrano non solo la cura e la dedizione che molti padroni dedicano ai propri pet, ma anche alcuni recenti sondaggi, dai quali sono emersi risultati per qualcuno sorprendenti, per altri amanti degli animali invece del tutto scontati. In particolare, un’intervista condotta da un’associazione animal-friendly britannica (Brooke) avrebbe rivelato che molte donne preferiscono il cane al marito , fidanzato o compagno che sia. Se un terzo delle duemila “ladies” interpellate ha affermato di amare il proprio pet tanto quanto il partner, una su dieci ha addirittura sostenuto che, se dovesse scegliere tra i due, non avrebbe dubbi: la preferenza andrebbe al proprio cane! Gli animali domestici sono considerati ormai dalla maggior parte dei proprietari come membri della famiglia a tutti gli effetti, anzi, spesso sono tra i componenti più importanti del nucleo familiare, perché sono accentratori di affetto, portatori di gioia e divertimento e contribuiscono molte volte all’equilibrio domestico. E quando invece gli animali, tanto amati da uno dei partner, non sono altrettanto benvoluti dall’altro? Anche in questo caso le donne intervistate hanno dato una risposta inequivocabile: più della metà ha detto che sarebbe pronta a rompere con il coniuge se non accettasse il proprio quattrozampe e che non inizierebbe una relazione con un uomo che fosse infastidito dalla presenza del pet. In caso di separazione invece, il 38% delle mogli sarebbe pronta ad una lotta serrata, anche per vie legali, pur di ottenere l’affidamento del pet. Altro che “tra moglie e marito non mettere il dito”! Spesso è il cane a mettersi (fisicamente) nel mezzo: un terzo delle donne intervistate infatti è ben contenta di lasciare che il proprio quattrozampe dorma sul letto con lei e il 16% lo tiene amorevolmente abbracciato sotto alle coperte.CI SARÀ PURE UNA RAGIONE SE LE DONNE PREFERISCONO IL CANE AL MARITO Ma per quale motivo le donne preferiscono il cane al marito ? Le ragioni sono molteplici: anzitutto perché il consorte non può competere con il cane quanto a fedeltà, ma non solo. I quattrozampe sviluppano un’empatia nei confronti del padrone (in questo caso bisognerebbe dire della padrona…) che i mariti raramente dimostrano, tanto che più della metà delle intervistate confessa di cercare conforto tra le “zampe” del proprio cane quando litiga con il marito. A questo punto molti potranno pensare che queste donne preferiscano il rapporto con il proprio pet perché è più semplice di quello con il coniuge: il cane in fondo non le contraddice mai ed obbedisce senza controbattere, mentre col marito è un confronto continuo; ma non è proprio così. Anzitutto l’idea del cane che venera il padrone, guardandolo ininterrottamente con occhi adoranti, è un po’ una leggenda, perché i quattrozampe, come ben sa chi ne possiede uno, non sono sempre accondiscendenti, hanno i loro bei caratteri e vanno educati; e poi, da quanto emerso dal sondaggio, le donne ricercherebbero nel proprio cane principalmente quella comprensione che troppo spesso non troverebbero nei mariti. Sarebbe dunque quella forma particolare d’amore che lega il padrone al proprio pet, così viscerale e intuitiva, che non necessita di parole per essere spiegata, a spingere le donne a preferire la compagnia del fedele cane a quella del non sempre affidabile marito.

Black mouth cur: il cane tuttofare

Curiosità Redazione -

Black Mouth Cur, un cane multiattività Parliamo del Black Mouth Cur, una razza canina di origini sconosciute, che forse non è particolarmente nota fuori dagli ambienti rurali. E consentimelo, è un vero peccato. E' cresciuto e utilizzato da sempre come cane da fattoria, è un cane che, se addestrato, può fare davvero tantissime attività. Da quella prediletta, la caccia, ad attività di pastorizia, di ricerca e soccorso, di traino.  Non per nulla questa razza canina è definita “multiattività”. Il Black Mouth Cur è un cane forte, robusto che è generalmente sempre in buona salute. È un cane pieno di energie ed è felice se ha sempre qualcosa da fare.  Deve essere addestrato e fatto socializzare fin da cucciolo, in modo dolce ma deciso, così che la sua socievolezza si sviluppi al meglio. È un cane intelligente e deciso essendo un cane da lavoro, ma è adattassimo alla vita in famiglia. Ha un temperamento tranquillo, socievole e molto affettuoso con tutta la famiglia, compresi i bambini. È diffidente con gli estranei ma senza essere aggressivo. Può, al contrario, esserlo con altri animali che non appartengono alla sua cerchia familiare.Back Mouth Cur, una razza dalle origini sconosciute Le origini del Black Mouth Cur sono sconosciute ma si presume che questa razza canina sia stata messa a punto a partire da vari antichi cani europei e asiatici di tipo Cur. Quello di cui si è a conoscenza è che questa razza è stata sviluppata del sud degli Stati Uniti come cane da fattoria per gli usi più svariati e che la razza a partire dal 19° secolo si è abbastanza diffusa. Anche se alcuni sostengono che la razza Cur individui una razza mista, il Black Mouth Cur è una razza pura. Grazie agli sforzi di molti allevatori, che continuano a tutt’oggi, questa razza canina è stata riconosciuta dall’United Kennel Club. Il primo esemplare venne registrato nel mese di aprile del 1964. Non è invece riconosciuta dalla FCI. I Black Mouth Cur, Hanno la fama di essere cacciatori indomiti, che non desistono mai e che sono pronti a lottare con l'animale selvatico su ogni terreno ed in ogni situazione. Sono considerati buoni compagni per la famiglia, e sono molto diffusi nelle zone rurali del Texas, della Georgia e dell'Alabama.Caratteristiche fisiche del Black Mouth Cur Il Black Mouth Cur è un muscoloso e robusto cane adatto alle attività di pastorizia e di caccia. Il muso è di forma quadrata e generalmente ha una maschera nera.  Il nome Black Mouth si riferisce alla pigmentazione scura che si trova intorno alle labbra e che si estende anche verso l’interno della bocca, sulle gengive e le guance, ad eccezione della lingua. Le orecchie sono attaccate basse, di medie dimensioni e cadenti. Gli occhi sono di colore marrone. Il mantello del Black Mouth Cur è disponibile in vari colori e sfumature. In genere è rosso, giallo, fulvo o pelle di daino. Il colore bianco è raro e non è ammesso. Secondo lo standard del Kennel Club il mantello po’ essere bianco solo fino ad un massimo del 10 per cento. Il pelo è corto e può essere sia grossolano che fine. La coda è lunga e può essere portata ancorata sul dorso.  Il peso varia tra i 20 e i 35 kg mentre l’altezza si aggira intorno ai 40-45 cm. I maschi sono generalmente più grandi delle femmine.  La vita media è di 12-16 anni.  È considerato una razza generalmente molto sana. Essendo utilizzato come da lavoro, eventuali difetti genetici vengono eliminati nella selezione, in quanto potrebbero compromettere le sue capacità lavorative.  Ci sono comunque patologie a cui il Black Mouth Cur può essere soggetto come, ad esempio, le infezioni all’orecchio, problemi agli occhi ed epilessia.Esercizio, educazione ed utilizzo Il Black Mouth Cur è considerata una razza energica e richiede una camminata quotidiana e molto spazio per correre e giocare. Decisamente non è un cane da appartamento e da divano. È un cane che, come abbiamo già detto, viene addestrato per la caccia o la pastorizia ma può fare qualsiasi attività che lo tenga impegnato e attivo. La mancanza di esercizio può portare questa razza allo sviluppo di problemi comportamentali. La formazione e la socializzazione sono molto importanti per i cuccioli di questa razza canina e dovrebbero essere avviate prima possibile.  L’educazione non deve avvenire in modo aggressivo quanto, invece, in modo coerente e gentile rimanendo comunque ferma e decisa. Un comportamento aggressivo non sarà affatto efficace con questo cane che, se educato correttamente, farà di tutto per compiacere il suo padrone. Abbiamo detto che il Back Mouth Cur, tra le sue attitudini ha quella della caccia. Quando è in caccia tende ad uccidere le prede di piccole e medie dimensioni mentre tiene perfettamente a bada quelle più grandi in attesa del cacciatore che avvisa con uno o due abbai profondi. Questo è un cane considerato “multiattività”. Oltre alla caccia e alla pastorizia che abbiamo già citato, può essere addestrato come cane da traino, cane da ricerca e salvataggio e può correre in manifestazioni agonistiche.Carattere del Black Mouth Cur Il Black Mouth Cur è un animale che si adatta benissimo alla vita domestica, anche se non è un cane da appartamento. Questa razza canina ha un forte istinto protettivo e forma un legame molto stretto con la propria famiglia. È affettuoso e fedele e ama che la sua famiglia sia affettuosa con lui.  Ha la tendenza ad essere più affettuoso con le donne della famiglia rispetto agli uomini ed è invece diffidente con gli estranei. Se abituato fin da cucciolo è molto buono con i bambini di tutte le età. Parliamo di una razza canina molto sensibile che non dovrebbe mai essere sgridata con rabbia. Questo cane si lega tantissimo al padrone con cui ha bisogno di interagire. È inoltre un cane attivo che è ben felice se ha sempre qualcosa da fare. Nonostante la sua forza e la sua determinazione nella caccia, il Black Mouth Cur è un cane dolce e dal temperamento tranquillo.  È un cane stabile e anche se è molto protettivo non attaccherà gli estranei senza un motivo valido.  Discorso differente è da farsi per gli altri animali domestici che non appartengono alla sua cerchia familiare e con cui può diventare aggressivo.

Cani guida per non vedenti

Cani guida per non vedenti: compagni di vita

Curiosità Redazione -

QUALI SONO I CANI GUIDA PER NON VEDENTI I cani guida più conosciuti sono quelli per non vedenti: si tratta di quattrozampe appositamente addestrati fin da cuccioli ad accompagnare le persone prive della vista o ipovedenti in tutte le attività della vita quotidiana, non solo tra le mura domestiche, ma soprattutto all’esterno. È proprio in strada infatti che il cane guida svolge al meglio il suo compito, che è principalmente quello di condurre il proprio umano nei suoi spostamenti garantendogli la totale sicurezza mentre attraversa la strada, sale su un mezzo di trasporto o semplicemente passeggia per la via e deve evitare altre persone e ostacoli di vario genere. In pratica il cane guida per non vedenti si sostituisce agli occhi del suo umano: sceglie il percorso migliore, elude tutto ciò che può rappresentare un impedimento fisico e un pericolo per l’incolumità dell’uomo, impara a valutare il traffico e a capire quando è il momento giusto per attraversare una strada. Perché il cane sia in grado di fare tutto ciò è necessario un lungo e costoso addestramento: occorre un periodo che va dagli otto mesi ad un anno di paziente e costante lavoro da parte di addestratori specializzati affinché un cane sia pronto per essere affidato al non vedente. Bisogna poi aggiungere anche il periodo di “adattamento” reciproco tra il quattrozampe e il suo futuro padrone: è necessario che i due si conoscano al punto da raggiungere un affiatamento completo, perché solo così potranno arrivare a capirsi all’istante e diventeranno una cosa sola. E non soltanto l’animale deve imparare le abitudini del suo umano, ma anche viceversa: in molti centri di addestramento cani guida per non vedenti si organizza un periodo di permanenza presso il centro stesso della persona a cui il quattrozampe verrà affidato, nel quale viene anche insegnato a gestire il cane e a conoscere le sue esigenze (pasti, uscite per i bisogni fisiologici, sonno, ecc.).Non tutte le razze sono adatte a diventare cani guida per non vedenti: le più idonee sono il Pastore Tedesco, il Labrador e il Golden Retriever (qualche volta vengono utilizzati anche il Pastore Scozzese e il Pastore Australiano) per alcune precise ragioni. Anzitutto, dal punto di vista fisico conta la dimensione del cane, che deve avere l’altezza giusta rispetto al suo padrone non vedente, in modo che quest’ultimo possa impugnare la maniglia dell’apposita imbracatura bianca e rossa di cui il quattrozampe viene dotato; quindi non sono idonee né le razze di piccola taglia né quelle troppo grandi. Va da sé che il cane deve essere sano e a questo scopo vengono effettuati tutti gli esami medici del caso prima di iniziare l’addestramento. Dal punto di vista caratteriale invece le razze selezionate posseggono specifiche peculiarità indispensabili per un cane guida per non vedenti: hanno un elevato livello di attenzione, sono molto ricettive all’addestramento, sono di indole mansueta e paziente, ma allo stesso tempo dotati di coraggio e iniziativa, amano lavorare e hanno uno spiccato senso dell’orientamento. Le femmine inoltre vengono spesso preferite ai maschi perché più docili e meno soggette alle regole della dominanza intraspecifica rispetto ai maschi.L’ADDESTRAMENTO CANI GUIDA PER NON VEDENTI IN ITALIA La pratica di addestrare cani guida per non vedenti ha origini lontane: la prima traccia della presenza di un cane per non vedenti risale già al XVI secolo, mentre la prima scuola di addestramento sorse in Germania negli anni del primo conflitto mondiale, allo scopo di fornire un sostegno ai soldati che avevano perso la vista in guerra. Oggi in Italia possiamo vantare alcuni centri di eccellenza in materia, tra cui vengono annoverati la Scuola Nazionale di cani guida per ciechi, fondata per volere dell’Unione Italiana Ciechi, con sede a Firenze, e quella di Limbiate sostenuta dai Lions, una Onlus che assegna gratuitamente ogni anno circa 50 cani guida addestrati a persone non vedenti.

Lussazione della rotula nel cane: cos'è e come si cura

Salute del cane Redazione -

La lussazione della rotula causa al nostro cane una perdita importante della propria capacità motoria: entriamo nel dettaglio. La rotula è un piccolo osso del ginocchio: se fuoriesce dalla sua posizione corretta, causa dolore e provoca problemi importanti all'articolazione di quella zona. La lussazione della rotula nel cane è esattamente questa cosa: causa nel nostro amico a quattrozampe una perdita importante della capacità motoria. Questo tipo di problema può essere congenito oppure può verificarsi a seguito di un trauma: in quest'ultimo caso, solitamente la dislocazione (mediale o laterale) è associata a una lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio.La lussazione può essere di quattro gradi:Primo grado: il cane in questo stato zoppica. Durante la visita dal veterinario, si potrà notare che fido alza la zampa dopo pochi passi, piegando il ginocchio, che non riesce perciò a sostenerlo a pieno. Secondo grado: è quello più frequente. La rotula è fuoriuscita, ma il cane può vivere per molti anni senza manifestare alcun tipo di artrite. Terzo e quarto grado: rotula dislocata, visibile rotazione esterna della zampa e zoppia. In caso di lussazione bilaterale, il cagnolino porterà tutto il peso del proprio corpo sulle zampe anteriori. Nei casi più gravi, si confonde con problemi all'anca. In questo stadio della lussazione della rotula nel cane, c'è sofferenza e dolore: fido non riesce a fare più attività fisica.Lussazione della rotula nel cane: cosa fare e cura Come trattare il problema? Ciò dipende dal grado della lussazione e da quanto il cane zoppichi. In alcuni casi è necessario operare il quattrozampe, attraverso un intervento chirurgico che ricostruisca l'osso. Fondamentale è avere un parere da parte del veterinario per capire come agire. Infatti esistono innumerevoli tecniche con cui curare il cagnolino: la embricatura del retinacolo mediale o laterale, sovrapposizione della fascia lata, sutura antirotazionale a tirante tra tibia e rotula, rilassamento quadricipiti, trocleoplastica, trasposizione della tuberosità tibiale, patellectomia e osteotomia. Prima o dopo l'operazione, oppure se quest'ultima non fosse possibile, è bene utilizzare dei tutori ortopedici che immobilizzino la zona interessata. In questo modo si ridurrà anche il dolore.

Blue

Il padrone in auto e il cane blue a piedi per la passeggiata quotidiana

News Redazione -

Le passeggiate di Blue con il padrone che lo tiene al guinzaglio mentre guida l’auto No, non è una storia di maltrattamenti o di cattiveria da parte dell’uomo verso i nostri amici cani. E’ comunque una storia insolita che ci parla di Blue, un incrocio tra un labrador e un australian cattle, di dieci anni, e del modo in cui il suo padrone lo porta a fare le passeggiate quotidiane. Siamo nel Minnesota, a Isanti Conutry. Da ormai 5 anni, il padrone sessantenne di Blue, ogni giorno, mattina e pomeriggio, sale sulla sua automobile e tenendo al guinzaglio Blue parte per la passeggiata quotidiana. Mentre lui guida l’auto, una mano sul volante e una a tenere il guinzaglio, Blue gli cammina a fianco pian piano. Penserete che sia una cosa strana e magari anche pericolosa, considerato che Blue cammina, tranquillo e scodinzolante, praticamente in mezzo alla strada mentre le altre auto sfrecciano nel senso opposto, eppure nel Minnesota è del tutto legale portare il cane a passeggio mentre si guida l’auto. La notizia ha fatto il giro del web, diventando in pochi giorni virale, quando un’altra abitante di Isanti Country, notando il modo con cui padrone e cane effettuavano le passeggiate quotidiane, li ha fotografati, chiamando poi le forze dell’ordine per segnalare la pericolosità di questa insolita modalità. Le forze dell’ordine però non hanno potuto fare nulla in merito, sostenendo appunto la legalità della metodologia. Il proprietario di Blue ha dichiarato che tra lui e il cane esiste un rapporto intenso e molto profondo e che a causa di alcuni problemi di salute lui non è più in grado portare Blue a spasso camminando. Fargli fare la passeggiata mentre guida è l’unico modo che ha trovato per non far perdere al suo amico a quattro zampe la possibilità di uscire. Afferma inoltre che sono cinque anni che lo fa e non è mai successo nulla, per cui continuerà a farlo.Cani, padroni e bizzarre abitudini I commenti sui social in merito al fatto non si sono fatti attendere. Tante sono state le perplessità di persone da tutto il mondo che si sono dichiarate preoccupate per l’incolumità di Blue, che potrebbe essere investito durante un sorpasso o non essere visto da qualche automobilista poco attento. Si parla anche di crudeltà verso gli animali. Ora per quanto io non creda che in questo caso si possa davvero parlare di crudeltà, gli atti di crudeltà verso gli animali sono, a mio avviso, ben altri, di sicuro questo non è proprio da considerarsi un metodo sicuro per garantire al cane la sua meritata passeggiata quotidiana. Può seriamente diventare pericoloso sia per Blue che per il suo padrone, nonostante l’auto venga condotta a bassissima velocità. Di suggerimenti su metodi alternativi ne avremmo sicuramente tanti, chiedere l’aiuto di qualcuno che porti Blue a fare la passeggiata, far salire in auto qualcuno dalla parte del passeggero così che almeno il cane non stia in mezzo alla strada e quindi dal lato dell’autista, o magari anche portare Blue in auto in un area verde appositamente recintata e lasciare che cammini in autonomia mentre il suo padrone se ne sta seduto tranquillo in qualche panchina. Non conoscendo però la situazione personale del padrone di Blue possiamo solo fare supposizioni e sperare che durante queste passeggiate vada sempre tutto per il meglio.

Cani in carcere

Cani in carcere: una terapia per detenuti e quattro zampe

News Redazione -

I CANI IN CARCERE : IN MOLTI PAESI E' REALTA' Per molto tempo il carcere è stato un luogo considerato off-limits per i cani: nessun animale poteva fare il proprio ingresso dietro alle sbarre e non esisteva nessuna possibilità di contatto con i detenuti fino al termine della pena da scontare. Da qualche anno la mentalità è cambiata e in molti paesi si è deciso di aprire le porte del carcere anche ai cani: in particolare, negli Stati Uniti già dagli anni ’80 è stato avviato un progetto che consiste nell’affidare alcuni quattrozampe abbandonati, costretti a vivere in canile, a detenuti in carcere. I risultati conseguiti sono stati così incoraggianti che un numero sempre crescente di prigioni americane ha aderito all’idea: un modo per dare una seconda possibilità sia a cani poco fortunati sia a persone recluse per reati vari, che hanno potuto iniziare una nuova vita assieme, seppur dietro alle sbarre. I cani senza un padrone hanno finalmente avuto qualcuno che si occupasse di loro, mentre i detenuti hanno potuto instaurare un’importante relazione affettiva, stabile e duratura, in una condizione come quella detentiva che per sua natura priva l’individuo, oltre che della libertà, anche di ogni legame emotivo. Anche in Italia, seppur in anni più recenti, sono partite diverse iniziative volte all’ingresso dei cani in carcere: in alcuni istituti d pena, come in quello di Bollate (MI), è stato avviato un corso per dog-sitter professionali indirizzato proprio ai detenuti. Si tratta di un percorso professionalizzante, volto a fornire anche una formazione lavorativa che potrà trasformarsi in una opportunità di impiego al momento della scarcerazione, agevolando concretamente il reinserimento nella società. A fine corso infatti è previsto il rilascio di qualifica e di tesserino tecnico, riconosciuti dal CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale). Queste iniziative di recupero sociale hanno un molteplice significato per i detenuti che anzitutto, grazie alla presenza dei cani in carcere, acquisiscono o potenziano un senso di responsabilità, imparano la pazienza e la tolleranza, rafforzano l’autocontrollo; inoltre la solitudine, la privazione degli affetti e gli stati depressivi legati alla permanenza all’interno del penitenziario sono alleviati dall’affetto ricevuto dai cani e dal condividere con questi amici a quattrozampe ogni momento della propria giornata.  QUANDO IL CANE SI RICONGIUNGE AL PADRONE IN CARCERE Cosa succede quando il detenuto che aveva un cane prima di entrare in carcere viene inevitabilmente separato da lui? Fino a pochi decenni fa non c’era nessuna possibilità per le persone recluse di incontrare i propri quattrozampe, ma sempre più istituti di pena hanno deciso di concedere appositi permessi ai carcerati. Pioniere in questo senso è stato un Pastore Tedesco di nome Igor, che nel 1986 incontrò nell’aula bunker di Milano il suo padrone, uno degli appartenenti ad un’organizzazione armata estremista degli anni di piombo, dopo otto anni di latitanza. Da allora di strada ne è stata fatta, anche se molto c’è ancora da fare; comunque molti direttori di carceri, a Pisa, a Livorno, a Firenze, a Perugia, a Milano, a Bologna ed in atre città hanno compreso l’importanza di concedere la possibilità di incontrare nelle ore previste per i colloqui con i parenti anche i propri cani, sempre più riconosciuti come membri della famiglia a tutti gli effetti.

Gelosia nel cane

Gelosia nel cane: sintomi di un comportamento non solo umano

Comportamento Redazione -

Gelosia nel cane: quando la soffre e nei confronti di chi Ormai è assodato che i cani provano gli stessi sentimenti di noi uomini: amore, paura, gioia, tristezza, solitudine e anche gelosia. Ciò è stato recentemente sostenuto anche dall’Università di San Diego, in California, che ha osservato il comportamento di 36 pet mentre il loro padrone profondeva attenzioni a qualcun altro e rimaneva indifferente verso di loro. Per chi possiede un cane forse non era necessario un apposito studio per dimostrare che i quattrozampe provano gelosia: basta osservarli in diverse circostanze della vita quotidiana.Ma di chi può essere geloso il nostro cane?Il cane può essere geloso di un altro animale: la gelosia cane gatto è un esempio, ma può mostrare comportamenti simili anche nei confronti di un altro cane. Può essere geloso di un neonato o di un partner, cioè di un nuovo membro che fa il suo ingresso in famiglia e che prima non c’era. Possiamo avere casi di cane geloso di un marito, una moglie o un fidanzato o una fidanzata; in sostanza di tutti quelli che può percepire come rivali in ˝amore”, perché possono sottrargli le attenzioni del padrone.Non va dimenticato che la gelosia nel cane, oltre ad essere un potenziale problema di difficile gestione, rappresenta una vera e propria sofferenza per il pet che, come tutti i sentimenti negativi, genera stress e frustrazione. È dunque possibile prevenire ed evitare che ciò accada? La risposta è sì: vi sono alcuni accorgimenti e comportamenti che il padrone può adottare per impedire questo comportamento. Se, ad esempio, arriva un altro cane in famiglia, anzitutto è fondamentale per i primi tempi non prestare al nuovo arrivato troppe attenzioni, altrimenti il cane che già è con noi avrà motivo di convincersi che l’altro sia venuto a sottrargli l’affetto del padrone. Se la “new entry” è un cucciolo saprà già per istinto di essere l’ultimo arrivato e riconoscerà pertanto la superiorità gerarchica del cane più anziano. Lo stesso dobbiamo fare noi umani: non dobbiamo coprire di coccole il piccolino, per quanto adorabile sia, a scapito del nostro vecchio fedele amico, ma al contrario dobbiamo dare a questo la precedenza in tutto, mostrando di rispettare anche noi il diverso grado gerarchico dei due quattrozampe. Quindi all’ora della pappa dovremo riempire la ciotola del vecchio Fido prima di quella del nuovo venuto, al nostro rientro a casa dovremo salutare il vecchio Fido per primo, quando daremo un biscottino ai nostri due pet Fido dovrà riceverlo prima e così via. Queste regole valgono anche nel caso l’ultimo arrivato sia un gatto o un cane adulto, con la variante che, nella seconda evenienza, la rivalità gerarchica potrebbe essere più forte: di solito però i cani risolvono tra loro questo tipo di problema, perciò è bene che l’umano lasci che se la sbrighino da soli, magari anche con qualche ringhiata, senza intervenire, a meno che non ci sia il rischio di vere aggressioni.  Gelosia cane e neonato: come fare per prevenirla Quando il nuovo arrivato in famiglia è un bebè qual è l’atteggiamento giusto per evitare che il cane sviluppi un sentimento di gelosia nei suoi confronti? I principi da seguire sono sempre gli stessi: fare in modo che il quattrozampe non si senta trascurato, il che non significa sottrarre attenzioni al bambino, ma neanche al cane. Quest’ultimo deve vedere che il suo tempo non viene “rubato” dal piccolo e deve essere coinvolto nella vita della famiglia nel suo nuovo assetto, quindi, per quanto il neonato assorba molte energie, bisogna trovare gli spazi per garantire al cane le sue passeggiate e i momenti di svago e gioco di cui ha bisogno. Contemporaneamente è importante permettere al quattrozampe di partecipare alla vita del bebè, facendoglielo annusare e vedere, lasciando magari che stia seduto sul divano accanto alla mamma mentre allatta il piccolo, uscendo con bambino e cane assieme. Da evitare invece alcuni comportamenti comuni, ma sbagliati, quali far uscire da una stanza il pet quando c’è il bimbo, non farlo avvicinare e tenerlo lontano: è il modo “migliore” per ottenere il risultato opposto a quello desiderato e far crescere nel cane un forte sentimento di gelosia. Seguendo i dovuti accorgimenti invece il quattrozampe percepirà il bebè come il più piccolo e più indifeso del branco e non solo lo accetterà, ma svilupperà un senso di protezione nei suoi confronti che lo spingerà a vegliarlo e a difenderlo anche a costo della vita.

Bulldog

Il caldo: acerrimo nemico del bulldog

Salute del cane Redazione -

Premessa: il Bulldog non sopporta il caldo Chi decide di adottare un Bulldog deve essere fin da subito consapevole che questa razza canina ha un acerrimo nemico, ossia il caldo. Come tutti i brachicefali è particolarmente sensibile al colpo di calore perché l’estensione della mucosa nasale è ridotta rispetto alle altre razze e di conseguenza ha una eliminazione più lenta del calore. E’ bene che il padrone di questo stupendo e dolcissimo amico a quattro zampe si informi, per sapere come comportarsi per affrontare al meglio la stagione calda con il suo amico peloso. Purtroppo le morti di questa razza per i colpi di calore non sono rare quindi occorre prendere coscienza del problema a cui possono andare incontro i Bulldog.La prima regola da seguire è sicuramente quella di non mettere incoscientemente in pericolo il cane. Sarà quindi bene:Evitare le situazioni di caldo. Evitare che il cane si agiti troppo quando il respiro diventa pensante o quando il colore della lingua si discosta dal colore. Evitare le passeggiate nelle ore più calde del giorno. Evitare di lasciare il nostro amico Bulldog in un luogo aperto dove può crogiolarsi senza controllo al sole (cosa che peraltro lui adora fare). Nella stagione estiva, bagnare comunque il cane prima di portarlo a fare la passeggiata quotidiana. Tenere sempre un termometro digitale a portata di mano per misurargli la temperatura. Lasciare sempre a disposizione del vostro Bulldog molta acqua fresca.Come soccorrere il Bulldog in caso di colpo di calore Prima di tutto occorre che si sappiano riconoscere, nel nostro Bulldog, i sintomi in caso di colpo di calore. Il cane sarà agitato senza riuscire a stendersi, il colore della lingua diventerà scuro e subirà un aumento della temperatura corpora (si parla di temperatura superiore ai 39,5 gradi centigradi) e della salivazione. In caso in cui i sintomi saranno presenti nel vostro Bulldog occorre prima di tutto non farsi prendere dal panico. Il tempo di agire c’è ma occorre comunque essere tempestivi. E’ bene immergere immediatamente il cane in acqua fresca. Questo contribuirà a riportare il respiro del cane alla normalità in pochissimi minuti. E’ bene sapere che non è sufficiente bagnare appena il cane sul tronco o avvolgerlo con teli bagnati, occorre proprio immergere il cane nell’acqua (ovviamente escludendo la testa) di modo che tutto il corpo si raffreddi. Sono soprattutto i polpastrelli a dover essere raffreddati. Essendo il Bulldog un cane assai sensibile, quando inizia a stare male subentrerà un grande stato di agitazione.  Questo però contribuisce solo a farlo stare ancora più male. Quindi sarà necessario cercare di calmarlo portandolo in un luogo fresco con abbondante acqua pulita a disposizione. Il cane andrà bagnato e tenuto sotto controllo fino a quando non si sarà del tutto calmato. Per le situazioni più drastiche si dovrà ricorrere all’uso di un tranquillante, ma questa soluzione è da attuare solo a seguito di consulto con il veterinario. Non tutti sanno inoltre che il Bulldog è in grado di autoindursi il colpo di calore. Quando si agitano molto possono avere gli stessi sintomi di un colpo di calore. In questi casi il comportamento da attuare è il medesimo. Potrebbe interessarti anche questo articolo: Colpo di calore nel cane: sintomi e cosa fare

Gorgi: da cane randagio a poliziotto

Curiosità Redazione -

 Gorgi e la sua famiglia di poliziotti Ormai lo sapete, mi piacciono le belle storie tra animali a quattro e a due zampe. La storia di oggi è quella di Gorgi.  Lui un padrone non ce l’aveva e così ha deciso di andare a cercarne uno in una stazione di polizia a Bayamón, in Portorico. Quando è arrivato gli agenti hanno visto subito che non era proprio in buone condizioni. Nonostante fosse malnutrito e con evidenti segni di abuso ha dimostrato però un carattere sereno e amichevole anche se, inizialmente, si è avvicinato un po’ spaventato in cerca di affetto e protezione.  Gli agenti gli hanno dato cibo e acqua e Gorgi è rimasto per un po’ in loro compagnia prima di andarsene. Il giorno dopo Gorgi è tornato, sempre con la sua voglia di affetto e soprattutto senza nessuna voglia di andarsene via. I poliziotti ne sono rimasti conquistati e così hanno deciso di salvarlo dalla strada. Hanno raccolto i soldi e lo hanno portato dal veterinario per un controllo medico.  Il suo stato di salute è risultato nel complesso buono e gli agenti hanno deciso di assumerlo dandogli anche distintivo e giubbotto. Non essendo addestrato Gorgi non può davvero essere un cane poliziotto che agisce sul campo ma il suo ruolo è altrettanto importante. Gorgi contribuisce a migliorare l’ambiente di lavoro riducendo così lo stress degli agenti. Anche lui ovviamente ne trae beneficio, in quanto tutti gli vogliono bene e si prendono cura di lui dandogli tutto ciò di cui ha bisogno.Chi aiuta un amico a quattro zampe trova un tesoro Mi è piaciuta molto questa storia. Gorgi ha sicuramente sofferto nella sua vita, maltrattato e abbandonato da persone che non gli hanno voluto bene e, nonostante questo, lui non ha perso la speranza di trovare un amico a due zampe che si preoccupasse di lui e a cui poter dare tutto il suo affetto. Alla fine Gorgi non ha trovato solo un padrone, ha trovato un intera famiglia all’interno della stazione di polizia. Persone che insieme hanno dato una casa a questo piccolo amico a quatto zampe ma non solo. Gli hanno dato affetto e hanno scoperto che la loro buona azione, il loro buon cuore è servito non solo a Gorgi ma anche a loro che grazie a lui trovano ogni giorno un po’ di serenità e allegria durante il lavoro. Chi di voi ha un cane non si stupirà più di tanto credo. Sa molto bene quanto l’amore di un cane possa aiutare una persona ad accrescere la propria serenità. Sembrerà strano per molti ma chi ha un cane, sa che questi amici possono sentire tutte le nostre emozioni e spesso e volentieri agiscono di conseguenza, standoci più vicini quando siamo un po’ giù di morale o giocando con noi quando siamo invece più allegri. Questi poliziotti hanno salvato la vita di questo cane che per strada avrebbe continuato ad avere solo solitudine e malnutrizione e in cambio hanno trovato qualcuno che rende le loro giornate in qualche modo migliori. Forse il detto chi trova un amico trova un tesoro è proprio vero. Gorgi e i suoi amici poliziotti si sono trovati reciprocamente ed è stato un incontro che ha portato per tutti loro il tesoro più grande di tutti: l’amicizia sincera.

Muellas e Hercules

Muellas e hercules: due amici inseparabili

News Redazione -

Muellas e Hercules: una storia di amicizia tra pelosi Girovagando per il web, qualche volta, mi capita di trovare una di quelle storie che meritano, a mio avviso, di essere raccontate, anche se non sono capitate proprio di recente. Così ho deciso di raccontarvi la storia di Muellas e Hercules. Muellas è un mix Rat-Terrier mentre Hercules è un mix Labrador-Pitt Bull.  Entrambi non sono più cuccioli, avendo all’epoca della storia già 8 anni. Ed è a febbraio del 2105 che la storia che voglio raccontarvi, ha inizio. Muellas è cieco e per muoversi si affida completamente a Hercules che con dolcezza e pazienza lo guida e lo supporta. Continua farlo anche quando l’umano che si prendeva cura di loro li abbandona. Muellas è Hercules sono stati trovati e in seguito accolti nel rifugio dell’Indiana Fort Wayne Animal Care & Control. I volontari del rifugio cercando di trovare loro una nuova famiglia li hanno separati. Sarebbe stato difficile darli in adozione insieme. Ma Muellas e Hercules hanno sofferto molto per questa scelta, tanto che Muellas è caduto in depressione e Hercules piangeva ininterrottamente. I volontari, quindi, intuito che Muellas e Hercules non potevano essere separati hanno cercato di darli in adozione insieme. Sembrava quasi impossibile, ma sul cammino di Muellas e Hercules il destino ha messo una famiglia dell’Ohio che vedendoli in un programma televisivo ha deciso che i due inseparabili amici dovessero far parte della loro famiglia. Quando Muellas e Hercules hanno incontrato la famiglia, il feeling è stato immediato. Non ho notizie recenti di questi due meravigliosi amici a quattro zampe ma mi piace pensare che siano ancora insieme felici e contenti insieme alla loro famiglia di umani.L’importanza dell’amicizia Avere degli amici si sa, è importante. Ancora di più quando sei, in un certo senso, più fragile e indifeso. Avere un amico che ti sostiene e ti aiuta è un dono prezioso, una fortuna che tutti vorremmo avere. Quell’amicizia che dura per tutta una vita, a cui fare affidamento ogni giorno, che ti dà la sicurezza di poter fare i tuoi passi nel mondo sapendo che non sarai mai solo. Questa è l’amicizia tra Muellas e Hercules. Un’amicizia fatta di fiducia e di lealtà che durerà tutta la vita.Un’amicizia così grande che non può essere spezzata, pena la sofferenza di entrambi. Mi è piaciuta molto questa storia, così dolce e capace di farti emozionare un po’. Lui, Hercules, un cagnone grande discendente da una razza sempre giudicata per la sua aggressività, che diventa un angelo custode, oltre che un amico, di Muellas, più piccolino e privato della vista. Forse è anche questo fortissimo senso di protezione ad avermi colpito in questa storia. La forza di un legame che non sempre può essere spiegato con le parole. Non dovrei più stupirmi della profondità con cui i nostri amici cani possono affezionarsi e voler bene a noi umani e, come abbiamo visto, volersi bene tra loro. Nonostante questo ogni giorni hanno la capacità di sorprendermi e di farmeli amare ogni giorno di più. Ognuno di noi, può solo sperare di essere così fortunato di avere, nella propria vita, un’amicizia profonda e vera come quella di Muellas e Hercules.

Cibo per cani

Cibo per cani: sarà buono per l'uomo?

Curiosità Redazione -

UOMO E CANE DEVONO MANGIARE CIBI DIVERSI I cani sono irresistibilmente attratti dalle prelibatezze che i loro padroni assaporano, tanto da fissarli con occhi imploranti ogni volta che li vedono mangiare, nella speranza di ottenere un assaggio.Ma noi umani possiamo mangiare il cibo per cani? La risposta è NO: il nutrimento per cani non è adatto all'uomo e la maggior parte del cibo industriale sono scarti di macellazione trasformati in ORO!.Al di là dell’aspetto e dell’odore, per noi uomini non proprio invitanti, gli alimenti per cani sono pensati appositamente per soddisfare le necessità nutritive dei nostri animali domestici, che sono molto diverse dal fabbisogno umano.Basti pensare che un cane necessita nella propria dieta di un apporto di proteine pari circa al 35% (variabile in base alla taglia, al peso e all’età dell’animale), mentre all’uomo ne basta un 15%; non a caso il cane è per natura un CARBIVORO OPPORTUNISTA e solo da quando l’uomo lo ha addomesticato è diventato a poco a poco onnivoro, ammalandosi sempre più frequentemente.Anche il tipo di carne adatto ai cani è diverso da quello preferibile per l’essere umano: se noi bipedi prediligiamo carni magre, meno dannose per la nostra salute, ai nostri amici a quatto zampe sono più indicate le carni di seconda scelta, che contengono una percentuale di grasso.Mentre carboidrati, verdure e frutta costituiscono una parte importante della nostra alimentazione, il cane può mangiarli, ma in quantità controllate e solo in alcune varietà.L’alimentazione umana è tanto più sana quanto più è diversificata: al contrario di quanto viene fatto credere dall'industria del petfood vale la stessa cosa per cani e gatti.Certo, se proprio non resistiamo alla tentazione di scoprire che gusto abbia quel biscotto a forma d’osso che fa tanto impazzire il nostro cane, e decidiamo di assaggiarlo, non rischiamo la lavanda gastrica, perché il cibo per cani non è comunque tossico per l’uomo.Va da sé però che, se mangiassimo abitualmente o per un periodo prolungato alimenti per cani, potremmo andare incontro a serie conseguenze per la nostra salute: squilibri nell’apporto dei principali nutrienti, problemi digestivi, intestinali, allergici e anche cardiovascolari... e sui cani no ?COME PERFEZIONARE L’ETICHETTATURA DEI CIBI PER CANI Una volta appurato che il cibo per cani non è indicato per l’uomo, viene spontaneo domandarsi per quale motivo ciò non sia specificato sulle confezioni di croccantini, snack e scatolette per animali.Da un lato può sembrare logico che, se un cibo è creato appositamente per cani, avrà delle proprietà nutritive specifiche che lo rendono adatto a quella specie animale e non ad altre, motivo per cui, ad esempio, gli alimenti per cani sono controindicati per i gatti e viceversa.All’interno della Comunità Europea l’attenzione per le informazioni riportate sulle etichette dei prodotti, soprattutto alimentari, è molto alta, perciò può sorprendere che, a scanso di equivoci e in nome della massima trasparenza in campo igienico-sanitario, le confezioni di cibo per cani non riportino sull’etichetta la scritta: “non adatto all’alimentazione umana”. In realtà, se ne discute da anni, ma per il momento non è ancora stata emessa alcuna direttiva a riguardo. QUANDO LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA Ecco l’eccezione che conferma la regola… Negli Stati Uniti, la titolare di un negozio di prodotti per animali, ha pensato di pubblicizzare la propria attività in un modo del tutto singolare: ha dichiarato che avrebbe mangiato per un mese il cibo per cani in vendita sugli scaffali.La signora Dorothy Hunter – è questo il nome della fantasiosa commerciante – ha affermato di voler sostenere questa “prova di coraggio” per dimostrare quanto siano genuini gli alimenti che offre ai propri clienti.La negoziante si è detta convinta che questa sua bizzarra iniziativa non avrebbe comportato nessuna conseguenza dannosa sul suo benessere fisico: ad oggi però non è dato sapere in quali condizioni di salute fosse la signora Dorothy al termine del mese di “dieta canina”, ma è certo che, grazie a questa trovata, il suo negozio ha avuto un ritorno d’immagine senza precedenti!

Jacob e Pirate

Jacob e pirate: un'amicizia nata tra le pagine di un libro

News Redazione -

La storia di Jacob e Pirate Ebbene sì, lo devo ammettere, sono una grande fans delle storie belle che riguardano cani e bambini. Una storia come quella di Jacob e Pirate, una storia che racconta di quella capacità di voler bene come solo i bambini sanno fare, una storia che sfata, ancora una volta, la distinzione tra cani buoni e cani cattivi. La storia di Jacob e Pirate è un po’ diversa dalle altre che di solito sentiamo. Jacob e Pirate non vivono nella stessa casa, non sono compagni di giochi e nessuno dei due ha salvato la vita dell’altro, almeno non nel senso stretto del termine. Eppure Jacob e Pirate hanno fatto l’uno per l’altro qualcosa di altrettanto prezioso. Jacob e un bambino autistico di sei anni di Los Angeles. Jacob non si trova a suo agio a giocare con i bambini della sua età ma ha una grande passione per la lettura. Pirate vive al Carso Animal Shelter, un rifugio per animali abbandonati. Lui è un Pit Bull e sa che la sua adozione sarà difficile, non è più un cucciolo e molte persone considerano la sua razza pericolosa. Sono due anime affini Jacob e Pirate, entrambi con tanto da dare ma con tante difficoltà a farlo. Non si conoscono fino a quando, ormai un anno fa, una zia di Jacob lo ha portato al rifugio. E forse nel momento in cui l’anima di Jacob ha incontrato quella di Pirate, il bambino ha sentito la grande solitudine del cane e ha deciso che lui poteva fare qualcosa. Da quel giorno ogni martedì Jacob si fa portare al centro, porta con sé un piccolo tappeto e un libro, si siede davanti alla gabbia di Pirate e legge per lui. Pirate lo aspetta e quando Jacob arriva, si siede buono buono e lo ascolta. Ma non è solo Pirate a farlo, anche gli altri cani accanto lo fanno. Questa amicizia ha fatto molto bene a Jacob, che ha iniziato ad esercitarsi a leggere a voce alta davanti ad altri bambini. Anche per Pirate si affaccia una nuova strada, verrà trasferito in un altro centro dove sarà addestrato così da avere maggiori possibilità di essere adottato.Jacob e Pirate: un gesto semplice che vale tantissimo Mi piace raccontare le storie che parlano di cani e bambini. Perché mi ricordano quello che gli adulti troppo spesso dimenticano. Noi adulti ci dimentichiamo che si dovrebbe voler bene con il cuore e non con gli occhi o con i pregiudizi. Jacob e Pirate sono diventati amici e, forse inconsapevolmente, si sono aiutati a vicenda. Jacob non ha visto in Pirate un cane cattivo e Pirate non ha visto in Jacob un bambino diverso con difficoltà di interazione. Jacob e Pirate forse non staranno nemmeno mai nella stessa casa, ma non importa. Per il tempo che hanno trascorso insieme, mentre Jacob leggeva e Pirate ascoltava, hanno condiviso un pezzetto di strada, dandosi affetto e coraggio. Ci sono stati solo gesti semplici tra Jacob e Pirata, nessuna avventura se non quella che hanno vissuto insieme nel loro cuore attraverso i libri di Jacob. Ma quel piccolo gesto di dolcezza e affetto da parte di Jacob, che leggeva, e di rispetto da parte di Pirate, che ascoltava tranquillo, vale tantissimo per entrambi e ci fa comprendere, ancora una volta, che abbiamo molto da imparare dai nostri amici animali e forse abbiamo anche molto da ricordare di quando eravamo bambini e volevamo bene a cuore aperto certi che quell’affetto sarebbe stato sempre ben riposto.

Hero e sadie: quando l'amore ti cambia la vita

News Redazione -

Hero e Sadie: un legame incredibile Oggi vi racconto una bella storia. La storia di un cane e della sua piccola amica. Loro sono Hero e Sadie. Sadie è una bimba dolcissima di 4 anni affetta da diabete e da sindrome di Down. Hero è un labrador ed un cane da allerta per persone che soffrono di diabete. Tra Hero e Sadie c’è un rapporto molto speciale, non solo di amicizia. Hero fin da quando è cucciolo e grazie al suo incredibile olfatto, veglia sulla sua piccola amica assicurandosi di avvisare i genitori della bimba se i livelli di zucchero salgono o scendono troppo. Quando i livelli di zucchero nel sangue sono troppo bassi, Hero si lamenta e offre ai suoi genitori la sua zampa sinistra, mentre quando sono troppo alti, offre loro la zampa destra. Lo scorso dicembre però Hero e Sadie hanno dimostrato, una volta di più, quanto profondo fosse il loro legame. Quel giorno mentre Sadie era alla Deerfield Elementary School di Cedar Hills, nella sua classe, Hero era a casa, a 8 chilometri di distanza e ha iniziato a comportarsi in modo strano. La madre della piccola Sadie ha dichiarato che “Hero è un cane molto tranquillo che non si lamenta mai”. Quel giorno però Hero era inquieto, si agitava e piagnucolava. Così la mamma di Sadie, nonostante non fosse certa che il comportamento del cane avesse a che fare con la piccola, data la distanza, ha comunque chiamato la scuola per verificare che la sua piccola stesse bene. L’insegnante ha fatto i test e sembrava andasse tutto bene ma nel giro di mezz’ora i valori sono scesi. Genitori, insegnati e perfino l’addestratore di Hero sono rimasti increduli e impressionati.Hero e Sadie ma non solo loro Non è la prima volta che sentiamo storie di cani che salvano vite umane, di cani che, come nel caso di Hero sono addestrati a “sentire” i cambiamenti dei livelli di zucchero nel sangue dei loro amici umani. Smile alla storia di Hero e Sadie, è la storia di Jadi, anche lui un labrador, e Luke un bimbo di 7. Anche Luke, un bimbo diabetico, è stato salvato dal suo Jadi che accortosi della crisi glicemica ha immediatamente allertato i genitori del piccolo. Sono storie dolci, che ci raccontano ancora una volta che il rapporto che si instaura tra uomo e animale va spesso oltre le spiegazioni scientifiche, va oltre le parole. E’ fatto di istinti, di affetto, di fiducia, di gesti che sono cane e padrone comprendono. Cani come Hero sono addestrati a salvare vite, ma quando lo fanno stando a oltre 8 chilometri di distanza allora non possiamo più parlare solo di addestramento, dobbiamo iniziare ad andare oltre. Hero e Sadie condividono un legame speciale, uno di quelli in cui semplicemente hai fiducia senza cercarne le spiegazioni, perché non ti servono le parole, non ti servono le motivazioni, ti serve solo la certezza che l’altro ti voglia bene allo stesso modo in cui gli vuoi bene tu e non importa se uno è un cane e l’alto è un bambino. Quando leggo di storie come queste, che mi fanno sempre sorridere, penso al rapporto che ognuno di noi costruisce con il proprio animale domestico, penso al modo che ha di salutarti quando torni a casa, di come si sdraia accanto a te la sera sul divano (diciamocelo il divano in realtà è suo e ti fa il grande favore di  lasciartici sedere la sera), di come ti guarda e di tutti quei piccoli gesti con cui siamo soliti comunicare insieme e allora non mi sorprendo quando sento di storie come quella di Hero e Sadie.  In fondo per capire l’amore tra un cane e il suo padrone a volte basta solo credere che quell’amore va oltre ciò che possiamo spiegare.

Naso del cane

Il naso del cane (o tartufo) e la sua salute

Home Redazione -

IL NASO DEL CANE CI DICE SE GODE DI BUONA SALUTE? Occorre sfatare la  falsa credenza per cui il tartufo – così si chiama tecnicamente il naso del cane – rivela lo stato di salute dell’animale. Per molto tempo si è creduto che un tartufo umido e freddo fosse segno di una condizione di benessere e, al contrario, un naso secco e caldo indicasse uno stato patologico. Non è vero, anche se questa diceria è dura a morire e persiste tra le “leggende metropolitane” legate ai nostri amici a quattro zampe. In realtà il cane può essere in perfetta forma e avere il tartufo asciutto e screpolato per varie ragioni: ciò accade ad esempio quando l’animale si trova in un ambiente molto secco, quando è vicino a fonti di calore o è stato esposto al sole - cosa da evitare nella maggior parte dei casi, pena l’alto rischio di disidratazione! Ma ci sono alcune razze di cani che hanno tendenzialmente il naso secco per natura, come il Bulldog o il Carlino, che a causa della conformazione del muso, con il tartufo schiacciato all’insù, non riescono a leccarselo e quindi non possono inumidirlo.Uno dei motivi per cui i cani hanno di solito il naso bagnato è che se lo leccano spesso per due precise ragioni:per sentire meglio gli odori: l’umidità infatti aiuta a veicolare le tracce olfattive e quindi mette il nostro cane nella condizione di percepire in maniera più nitida le particelle odorifere attraverso i più di 200 milioni di cellule di cui il suo tartufo dispone. Per essere sempre pronto a distinguere ogni sentore presente nell’aria dunque il cane si passa la lingua sul naso, in modo da tenerlo sempre umido. per termoregolarsi: i cani hanno un sistema di sudorazione molto diverso da quello umano e riescono a regolare la propria temperatura corporea proprio attraverso il naso, che rilascia calore sotto forma di goccioline d’acqua, soprattutto quando fa caldo e il cane ha bisogno di abbassare la propria temperatura. Ecco perché in estate il naso del cane trasuda ed è sempre molto bagnato.Dunque non è vero che si può capire se un cane ha la febbre semplicemente tastandogli il naso! Fido può avere il naso caldo e secco, ma essere in perfetta forma fisica: solo utilizzando un termometro pediatrico è realmente possibile sapere se la sua temperatura corporea è troppo alta. Di contro, il fatto che il naso del cane sia umido e fresco non è garanzia di salute dell’animale: il cane può star male ma avere ugualmente il tartufo bagnato soltanto perché c’è umidità nell’ambiente in cui si trova. In definitiva, la condizione del naso del proprio cane non è di per sé un fattore determinante per stabilire lo stato di salute dell’animale e i padroni non devono allarmarsi troppo se il tartufo del loro quattrozampe è caldo o asciutto, ma il cane non mostra nessun altro segno di malessere o comportamento anomalo.QUANDO IL NASO DEL CANE SUGGERISCE UN LIVELLO DI ATTENZIONE PER LA SUA SALUTE Quanto sopra non significa che il naso del cane non vada mai controllato: ci sono alcuni elementi che non vanno trascurati. Ad esempio è bene prestare maggiore cura ai cani con il tartufo più chiaro, in quanto più delicato e quindi da proteggere soprattutto dall’esposizione ai raggi solari, anche con l’applicazione di apposite creme, pena il rischio di scottature. Nel caso in cui dal naso del cane fuoriesca uno scolo di colore giallo-verde è opportuno rivolgersi al proprio veterinario; se il liquido filtra da una sola narice potrebbe essere indice della presenza all’interno di un corpo estraneo che deve essere rimosso al più presto. Quando il naso del cane appare screpolato il problema può essere legato ad un’alimentazione non equilibrata oppure, se sembra quasi “sfaldarsi”, può dipendere da un fattore dermatologico; allora potrebbe essere utile applicare una pomata emolliente o anche del semplice burro da cucina per ammorbidire la pelle. Leggi anche https://www.razzedicani.net/naso-asciutto-nel-cane/

Marcie

Marcie: una storia di abbandono col lieto fine

Curiosità Redazione -

Marcie e il grande cuore di Baker Ci sono cani che con uno sguardo hanno la capacità di raccontare tutta la loro sofferenza e di aprire il cuore di un uomo. Uno di quegli uomini che, certo ama gli animali già di suo, ma che davanti a certe storie, riesce ad amare ancora con più forza, con più determinazione, con più cuore. Ci sono cani che, seppure quasi alla fine del loro cammino, seppure stiano soffrendo soli e abbandonati, se amati hanno la forza di amare a loro volta anche quando la vita è stata crudele, anche quando, per anni, sono stati circondati dall’indifferenza umana. Oggi vi parlo di Marcie e del suo padrone Baker. Macie è una cagnolina randagia che ad un certo punto si è ritrovata a vagare nei pressi dello Shelter Kenton Country Animal a Fort Mitchell, nel Kentucky, dove Baker, 71 anni, è stato volontario per tre anni. Marcie non se la passa per niente bene, è molto malata e destinata all’eutanasia. Poi un giorno, quando di speranze per Marcie non ce ne sono quasi più, quando, dopo una vita di solitudine, avrebbe conosciuto la morte perché nessuno l’avrebbe adottata ridotta com’era, Baker viene a sapere di lei e decide che anche Marcie avrebbe avuto una famiglia tutta per lei che le volesse bene e le desse tutto l’amore e le cure di cui avrebbe avuto bisogno, pur sapendo che non sarebbe vissuta molto a lungo. Quando Baker porta Marcie dal suo veterinario di fiducia lei è cieca e ha tutto il manto divorato dalle pulci. Il medico informa Baker che la cagnolina è piena di tumori cancerogeni su tutto il corpo. Ma a Baker non importa, perché Marcie fa già parte della sua famiglia. Baker vive con sua moglie e con gli altri cani che ha adottato, e dal gennaio di quest’anno Marcie si ritrova ad avere una famiglia. Baker afferma che nonostante tutta la sofferenza Marcie ha mantenuto un carattere solare e anche se lei non può vederlo, quando lui le dice “Papà è qui, Marcie” lui può vederla sorridere.Uomini speciali per cani speciali… Parliamo sempre di quanto siano meravigliosi i cani, di quanto amore siano capaci di darci anche quando, non hanno certo avuto una vita facile. Il segreto? Credo che questa grande medicina dell’anima, sia solo l’amore. Un amore che i cani, come Marcie, sanno fare proprio molto di più di quanto non siano capaci gli uomini. Ma oggi voglio rendere merito anche a quelle persone speciali che hanno un cuore grande capace dello stesso tipo di amore. Quello incondizionato, quello che supera le sofferenze, la paura, il pregiudizio. In pochi avrebbero adottato Marcie, seppur amanti degli animali. Perché adottarla vuol dire spendere dei soldi per le sue cure, che non sono di sicuro economiche, adottarla nelle sue condizioni vuol dire perderla entro poco tempo. Spesso, quando prendiamo un cane lo facciamo perché vogliamo qualcuno a cui affezionarci, con cui poter essere totalmente noi stessi, qualcuno che si adatti a noi, alle nostre abitudini, alla nostra vita senza chiedere in cambio null’altro se non tanto affetto. Alcuni umani però, adottano un cane anche quando sono esclusivamente loro a doversi adattare al cane e alle sue necessità. Lo fanno con il cuore, lo fanno senza aspettarsi in cambio un grazie, lo fanno senza pensarci troppo perché in alcuni casi di tempo da perdere non ce n’è. Lo fanno perché sanno che il loro gesto può aiutare un cane a vivere felice. E per questi umani, è l’unica cosa che conta!

Ristoranti per animali

Ristoranti per cani e gatti: i quattro zampe si leccano i baffi

Curiosità Redazione -

RISTORANTI PER ANIMALI : QUANDO CANI E GATTI SIEDONO AL TAVOLO Altro che riso soffiato per cani, crocchette per gatti e scatolette varie! Presto saranno solo un ricordo… Oggi  la nuova frontiera del gusto per i nostri amici a quattro zampe è rappresentata da succulenti pranzetti serviti ai tavoli di un ristorante. Arriva dall’Inghilterra la moda di inaugurare ristoranti per animali amanti della buona cucina: in ambienti a misura di animale, i nostri pets possono deliziarsi con piatti raffinati e bilanciati, studiati appositamente per le loro esigenze. Sono diverse le soluzioni trovate dai vari gestori, ma tutte accomunate dalla stessa attenzione per i loro speciali clienti. I menù sono realizzati utilizzando alimenti selezionati: non solo carne e pesce provenienti da allevamenti scelti, ma anche frutta, verdura e cereali rigorosamente biologici, per cani e gatti “vegetariani”. In alcuni casi, gli amati quattrozampe possono concludere in bellezza il pasto, degustando un gelato privo di zuccheri e grassi, creato ad hoc per il loro metabolismo, oppure sorseggiando bevande depurative adatte alla loro salute. Per non parlare delle location offerte da questi ristoranti per animali : ambienti eleganti con veri e propri tavolini su misura, dove cani e gatti possono gustare i loro prelibati pranzetti in ciotole dalle linee moderne e funzionali, talvolta realizzare da designer di successo, mentre i padroni attendono che i propri cani abbiano saziato il loro appetito in un locale attiguo, dotato di ogni comforts. In altri casi invece proprietario e cane possono mangiare “gomito a gomito”, ciascuno scegliendo i piatti preferiti dall’apposita lista, in una raffinata sala da pranzo dove, ai piedi del tavolo per gli “umani”, è stato realizzato uno spazio dedicato all’adorato cane. La spesa per questi pasti da gourmet riservati ai propri cani si aggira in media dai tre ai nove euro nel caso di un menù completo, formato da tre portate, ma se siamo di fretta o il nostro pet ha bisogno di una “merenda” veloce, possiamo scegliere anche di offrirgli solo uno spuntino o un goloso biscotto, al costo di 0,20 centesimi l’uno.ANCHE I LOUNGE BAR APRONO LE PORTE AGLI AMICI QUATTROZAMPE Oltre al vero e proprio ristorante, per coloro che non vogliono separarsi mai dal loro animale nel tempo libero, stanno nascendo anche i primi dog e cat bar, locali in cui i padroni possono trascorrere delle piacevoli serate con gli amici, sorseggiando fantasiosi aperitivi, senza dover lasciare a casa da solo il proprio cane o gatto. Anzi, anche per il nostro amico a quattro zampe sono a disposizione leccornìe e una ciotola di acqua fresca. In Gran Bretagna addirittura ha preso il via il pub pet-friendly, che ha tra i “pezzi forti” del menù la birra per cani, fatta sempre con malto, ma priva di luppolo e anidride carbonica, quindi completamente atossica.L’ITALIA AL PASSO COI TEMPI L’Italia, culla della cucina d’autore e del buon cibo, dove il numero di cani e gatti da compagnia è in continua crescita, non poteva che cogliere al volo l’idea dei ristoranti per animali . Il primo locale  di questo genere, il RistoBau & RistoMiao, ha aperto nel 2014 a Gussago, in provincia di Brescia. L’idea è venuta al Dott. Lemme, specializzato in biochimica alimentare, che ha voluto porre l’attenzione sulla necessità di una dieta più sana per i nostri amici a quattro zampe, avendo constatato che sono in aumento anche tra cani e gatti domestici alcune malattie quali diabete, sovrappeso, intolleranze, inequivocabilmente legate ad una cattiva alimentazione. Ma le iniziative nel Bel Paese sono varie e diversificate: a Lecco, al ristorante Cinque Cerchi, il cane può non solo mangiare accanto al proprio padrone, ma è addirittura servito da un vero e proprio cameriere e può assaporare un pranzo completamente gratuito. A Torino invece c’è un bar dedicato ai gatti, il Neko Caffè, dove i clienti possono bere e gustare cappuccino e brioches accarezzando i mici che nel locale sono stati accolti amorevolmente, tanto da vivere lì in pianta stabile.NON SOLO CIBO… In alcuni ristoranti dove la sintonia tra padrone e animale regna sovrana, oltre ad un pasto sano ed invitante, i nostri cani e gatti avranno a disposizione anche particolari servizi accessori: prima del pranzo è possibile sottoporsi ad una seduta di toeletta, giocare in un bel giardino con altri amici a quattro zampe e, per non farsi mancare proprio nulla, in qualche ristorante specializzato, durante il pasto i cani riceveranno addirittura massaggi e coccole…  Altro che vita da cane!

Amy

Amy: la forza di non arrendersi mai

News Redazione -

Il coraggio di Amy e la determinazione dei volontari La storia che voglio raccontarvi oggi è quella di Amy. Forse è un miracolo che si sta compiendo, forse sono solo l’amore e le cure che i volontari del Viktor Larkhill stanno dando, ormai da 10 mesi, a questa cagnolina, che stanno permettendo ad Amy di combattere ancora, di non arrendersi. Per giorni Amy si era trascinata, strisciando, senza che nessuno si fermasse per aiutarla. Fino a quando è stata trovata dai volontari che hanno compreso fin da subito che la situazione in cui versava Amy era piuttosto grave. Entrambe le zampe anteriori erano fratturate, l’osso era necrotico e i tendini completamente distrutti da un’infezione. Anche per loro, abituati a soccorrere cani in ogni condizione, è stato difficile guardare questa cagnolina dagli occhi dolci e spaventati. E ancora più difficile sarebbe stato salvarla. Ma i volontari hanno fatto ad Amy una promessa. Avrebbero fatto tutto ciò che era in loro potere per salvarla e permetterle, in qualche modo, di camminare di nuovo. Amy si è affidata a loro e ha continuato a combattere contro quell’infezione che però era troppo forte e le stava letteralmente divorando le ossa che pian piano si stavano riducendo sempre di più. Per 10 mesi hanno provato di tutto ma la battaglia sembrava avere un unico giocatore: l’infezione che avanzava. Poi l’ultimo, disperato, tentativo. I volontari hanno progettato e impiantato sulle zampe di Amy una matrice di titanio poroso appositamente creata per lei e hanno operato un trapianto osseo rimuovendo 10 centimetri di osso morto e oramai in cancrena e sostituendolo con questa matrice. Poi hanno incrociato le dita e sperato. Amy di suo ci ha messo il coraggio e la forza di non arrendersi mai e combattere ancora la sua battaglia. Una battaglia che ora ha visto, finalmente, il capovolgersi del destino a favore di Amy. La matrice, infatti, si è trasformata in materiale osseo. Per Amy non è ancora finita ma accanto a sé ha dei volontari che lottano con lei e per lei e non la lasciano sola. Nessuno sa cosa sia capitato ad Amy e forse, la cosa migliore è continuare solo a guardare avanti e a lottare affiche possa ritrovare di nuovo anche la capacità di camminare e magari una famiglia che la ami e la protegga come hanno fatto e tutt’ora stanno facendo i volontari che si prendono cura di lei e che con determinazione e amore cercano di mantenere la loro promessa.Il lavoro dei volontari E’ bella e triste la storia di Amy ma oggi voglio guardare solo alla parte bella, quella che vede questa piccolina vincere contro un destino crudele che l’ha vista soffrire, che l’ha vista vittima dell’indifferenza ma che poi ha messo nella sua strada questo gruppo di volontari che, insieme a lei e per lei, non si sono arresi anche quando nulla andava per il verso giusto. Spesso quando si raccontano le storie sui nostri amici a quattro zampe, si racconta la sofferenza, e lieto fine quando c’è.  Si racconta della crudeltà umana perché è giusto e doveroso porre l’accento su fatti che devono farci riflettere e devono svegliare la nostra coscienza così da farci capire che gli animali vanno amati e rispettati. Oggi l’accento voglio metterlo anche su queste persone dal cuore grande che amano gli animali, che dedicano il loro tempo a aiutarli e a ridare loro una dignità e tantissimo amore. Sono persone normali, come me e come voi, che aprono il loro cuore ai nostri amici pelosi riversando, senza paura e senza chiedere nulla in cambio, su di loro quell’amore capace di compiere, qualche volta, miracoli.

Togliere il cucciolo alla madre

Togliere il cucciolo alla madre: quando è meglio farlo?

Curiosità Redazione -

Mai togliere il cucciolo alla madre troppo presto: si spezzerebbe un legame irrinunciabile. Noi umani siamo irresistibilmente attratti dai cuccioli, sia di uomo che di cane o di qualunque altra specie, perché risvegliano in noi un naturale senso di protezione nei loro confronti, così teneri ed indifesi. Ecco uno dei motivi per cui, quando decidiamo di adottare un cane all’interno della nostra famiglia, pensiamo subito ad un piccolo “fagotto peloso” da accudire e coccolare. In realtà, nonostante le nostre amorevoli intenzioni, dobbiamo sapere che togliere il cucciolo alla madre troppo presto per metterlo tra le nostre braccia può solo danneggiarlo. Per  il cane infatti, come per molte specie animali, il rapporto con la madre e con i propri fratelli è fondamentale, non solo per far fronte alle sue primarie necessità fisiche (l’allattamento), ma anche per il suo corretto sviluppo psicologico. Molti pensano che il momento giusto per togliere il cucciolo alla madre sia lo svezzamento, quando cioè inizia a nutrirsi di cibi solidi e non più solo del latte materno.Sbagliato! Anzitutto lo svezzamento non avviene da un giorno all’altro, ma è un processo graduale, che inizia intorno al 30° giorno di vita, per cui ci sarà un periodo in cui il cucciolo mangerà già alimenti solidi, ma continuerà anche a poppare latte, in quantità sempre minori, finché la mamma glielo impedirà definitivamente allontanandolo. Ma anche quando il cucciolo sarà completamente svezzato non sarà ancora pronto per il distacco dalla madre. A partire dal 35° giorno d’età infatti il cucciolo inizia a scoprire il mondo ed i suoi simili: è una fase importantissima e delicata della crescita, in cui il cane deve imparare a conoscere tutto ciò che lo circonda e non può farlo completamente e correttamente senza l’imprinting materno. Solo la mamma infatti può insegnargli con il giusto linguaggio – quello canino – le regole basilari di comportamento con i propri simili, come interagire con loro, rispettando chi è adulto, chi è anziano, chi ricopre un grado più elevato nella gerarchia del branco. Così i cuccioli impareranno, ad esempio, ad avere un corretto senso della proprietà e a misurare la loro esuberanza, che se eccessiva, sarà rimproverata con un sonoro ringhio dalla madre. Anche noi uomini dobbiamo fare la nostra parte in questo periodo, perché è fondamentale che il cucciolo entri in contatto costante con l’uomo, imparando a riconoscerlo come qualcuno di cui si può fidare. Se questo non avviene il cane crescerà con un senso di paura e di diffidenza verso l’essere umano, che ne condizionerebbe negativamente il suo rapporto con l’uomo per tutta la vita. Questa importantissima fase di crescita non si conclude prima del 60° giorno d’età, motivo per cui la legge italiana ha stabilito che sia vietato togliere il cucciolo alla madre prima dei due mesi.Togliere il cucciolo alla madre troppo presto: i rischi Togliere il cucciolo alla madre troppo presto può comportare una serie di problemi nel processo di crescita del cane perché:Il cucciolo non avrà completato il necessario percorso di sviluppo psicologico, quindi da adulto molto probabilmente manifesterà problemi comportamentali di diversa natura; Il cane non saprà interagire correttamente con gli altri cani: ad esempio, non avrà imparato a “dosare” la forza dei propri denti nel gioco con i fratellini. In natura, se il cucciolo esagera e morde troppo forte, la mamma lo “sgrida” immediatamente; se da piccolo non riceve questa “lezione”, da adulto potrebbe avere una maggiore tendenza a morsicare sia gli altri cani che, ahimè, anche qualche umano, con tutte le conseguenze del caso; Il cane non imparerà a rispettare la proprietà altrui e a mantenere la “distanza di sicurezza” da essa, perché la mamma non avrà avuto il tempo sufficiente per insegnargli che non deve avvicinarsi troppo a ciò che appartiene ad altri, ringhiandogli in modo deciso quando il cucciolo prova a sottrarle il legnetto, la pietra o il giocattolo che tiene tra le zampe. Il cane adulto perciò potrebbe rivelarsi troppo possessivo e attaccabrighe.Anche se i fatidici 60 giorni rappresentano il termine per poter togliere il cucciolo alla madre, va detto che la fase di “socializzazione” del cane, in cui completa l’apprendimento su come rapportarsi correttamente con i propri simili e con l’uomo, prosegue fino ai 4 mesi d’età. È per questo motivo che alcuni comportamentisti ritengono che l’“optimum” sarebbe lasciare il cucciolo con la madre fino a 90 giorni di vita. Su questo punto però molti non sono d’accordo, perché sostengono che il quattro zampe, rimanendo con la propria famiglia “canina” d’origine per un altro mese, non avrebbe la possibilità di venire in contatto con ambienti e situazioni che faranno parte della sua vita col padrone e a cui potrebbe perciò avere difficoltà ad abituarsi successivamente.

Beagle-Harrier

Beagle-harrier: due razze per un cane armonioso

Curiosità Redazione -

Conosciamo insieme il Beagle-Harrier Il Beagle-Harrier nasce dall’incrocio tra il famosissimo Beagle inglese, da cui ha ereditato la vivacità e la passione per la caccia, e l’Harrier, da cui ha invece ereditato l’intelligenza, l’olfatto eccezionale e la resistenza. Lo scopo di questo incrocio voleva essere quello di dare vita ad un cane da caccia che avesse maggiori attitudini venatorie del Beagle Inglese. Inizialmente il risultato fu piuttosto lontano dalle aspettative. Fu Gerard Grandin che riuscì a creare quella che oggi è, a tutti gli effetti, la razza canina riconosciuta come Beagle-Harrier. Il riconoscimento della FCI è recente e risale al 1974. Cane instancabile, intelligente, ubbidiente, questo animale dà il meglio di sé nella caccia alla lepre e al cinghiale. È utilizzato prevalentemente in Francia ma anche in Italia, soprattutto nella zona della Pianura Padana, possiamo trovarne degli esemplari utilizzati specificatamente per la caccia al cinghiale. Questa è una razza canina leggera, nonostante le sue dimensioni più grandi è più leggero del Beagle, ed elegante e dal caratteristico manto tricolore. È un cane resistente e rustico che si adatta bene a tutte le tipologie di terreno e anche alle diverse condizioni climatiche.  Quando è in caccia rende meglio se lavora in muta. Questo ci fa capire che i rapporti con gli altri cani per lui non sono assolutamente un problema. Così come non lo sono con i bambini. Il Beagle-Harrier è un cane affettuoso ed è un grande giocherellone. Non è infrequente che sia lui stesso a cercare le coccole. Instaura un rapporto molto forte con il suo padrone a cui obbedisce sempre senza problemi. La sua intelligenza, la lealtà e la sua predisposizione ad obbedire agli ordini lo rendono addestrabile con facilità. Il Beagle-Harrier, nonostante sia per sua natura un cane da caccia, può essere anche uno splendido cane da compagnia, vista la sua natura mite, giocosa e dolcissima. Attenzione però, questo cane è un gran camminatore e ha bisogno di fare tantissimo movimento. Non è propriamente un cane da tenere in appartamento. L’ideale sarebbe avere un giardino o in alternativa essere dei padroni dinamici e amanti del movimento così da garantirgli tantissimo esercizio ogni giorno.  La nascita del Beagle-Harrier Il Beagle-Harrier nasce quando, nel 18° secolo, degli appassionati di caccia, poco soddisfatti delle capacità venatorie del Beagle inglese, hanno azzardato l’incrocio tra la razza del Beagle inglese e l’Harrier. Lo scopo era quello di ottenere un cane da caccia di taglia più grande e con un’attitudine maggiore alla caccia del Beagle.  Sembra però che le prime cucciolate frutto di questi incroci non diedero dei risultati moto soddisfacenti e gli obiettivi raggiunti furono molto lontani da quelli che ci era prefissati. Il club francese del Beagle-Harrier venne istituito nel 1921 e fu in questa sede che si elaborò il primo standard ufficiale di questa razza canina. L’intento era quello di affermare come carattere dominante quello dei Beagle. Il risultato però, come abbiamo detto, fu scadente e originò cani che sembravano Beagle brutti, goffi e apatici. Fu solo con il tempo che si riuscì a perfezionare e a fissare i caratteri di questa nuova razza. Il primo allevatore e il primo che si servì di una intera muta di Beagle- Harrier fu Gerard Grandin de l’Eprevier.  Il risultato del suo lavoro è, oggi, un cane eccellente nella seguita sia sulla lepre che sul cinghiale. La razza del Beagle-Harrier è stata riconosciuta e classificata dalla FCI di recente, per l’esattezza nel 1974, quando fu assegnata la gruppo dei segugi per pista di sangue. Al giorno d’oggi il Beagle-Harrier gode di grande considerazione in Francia da parte dei segugisti, primeggiando anche nella caccia agli ungulati e spesso dando bella mostra di sé nelle competizioni più importanti. In Italia è molto meno utilizzato ma un certo numero di estimatori lo utilizzano con successo nella caccia alla lepre e al cinghiale.Armonia ed equilibrio lo contraddistinguono Il Beagle-Harrier è un cane di taglia media, armonioso ed equilibrato. Ha un portamento leggero (più del Beagle inglese) ed elegante. Morfologicamente è classificato come braccoide.  La prima cosa che attira l’attenzione in merito al suo aspetto è il suo manto tricolore (bianco, nero e marrone scuro o chiaro) con focature più o meno pallide o carbonate. Lo standard ammette anche i tricolori grigi o i bianco-grigi (colori che gli derivano dall’incrocio con l’Harrier). Il suo pelo è spesso, piatto e non troppo corto. Fisicamente il Beagle-Harrier si presenta con una muscolatura forte e ben sviluppata con spalle lunghe ed oblique. Il cranio è di grandezza media e abbastanza largo. Il muso, di lunghezza pari a quella del cranio, non è mai quadrato e ha una canna nasale dritta.  Il collo è sciolto ed appena arcuato. Gli arti sono solidi e robusti e si adattano ad ogni tipologia di terreno. Il tartufo è nero e ben evidente.  Le orecchie sono piatte, lunghe e larghe, pendenti lungo la testa e leggermente arrotondate nella parte inferiore.  Ha una coda di lunghezza media portata alta. Gli occhi sono di colore scuro e gli conferiscono un’espressione intelligente, vivace e fiera. Ha un andatura sciolta e vivace con una spiccata agilità. Il Beagle-Harrier ha un’altezza che varia tra i 45 e i 50 cm e un peso che si aggira tra i 20 e i 25 kg. Ha un vita media che va dai 10 ai 12 anni. Questa razza canina gode di buona salute e non è, allo stato attuale, conosciuta alcuna patologia tipica della razza stessa. Cane resistente e rustico si adatta bene ad ogni condizione atmosferica e temperatura.Cane da caccia ma anche da compagnia Il Beagle-Harrier è una razza canina leale, affettuosa e molto vivace. E’ intelligente, coraggioso e anche se è per indole una cane da caccia è adatto anche alla vita domestica e può essere impiegato come cane da compagnia. E un cane affettuoso e giocherellone ed è adatto anche in presenza di bambini. Ama essere coccolato e può capitare che sia lui stesso a richiedere le coccole, soprattutto al suo padrone, anche con insistenza. Non ci sono problemi nemmeno con altri cani con cui è generalmente molto buono. Si lega molto al padrone, che segue con devozione e ascolta sempre con attenzione senza mai stancarsi. La persona che lo accudisce non necessita di avere grandi doti da educatore, data la facilità con cui questa razza comprende ciò che gli viene richiesto. Deve però essere disponibile a portarlo fuori spesso. Non è un cane da salotto ma un cane dall’inesauribile energia ed è un grande camminatore, per questo necessita di spazi aperti e di tantissimo movimento. Vista la sua tonicità è adatto ad ogni tipo di terreno. Il Beagle-Harrier ha ereditato dal beagle la passione per la caccia, la gioia, la vivacità e la voce armoniosa, mentre dall’Harrier l’eccezionale olfatto, l’intelligenza e la grandissima resistenza.Tutti a caccia con il Beagle-Harrier Per quanto riguarda la caccia, il Beagle-Harrier rende meglio se utilizzato in muta. Eccelle in particolar modo nella caccia alla lepre e al cinghiale. E’ un segugio veloce e perspicace, resistente e capace di spingere con vigore la preda. Quando è a caccia la sua andatura deve essere sempre al galoppo spigliato e sostenuto nella seguita. Quando è in cerca la testa il muso è quasi incollato al terreno mentre quando è in seguita è portata leggermente più alta. La coda è a mezz’aria con movimenti in direzione orizzontali o in senso rotatorio.  La voce è un ululato con timbro chiaro e vibrante che si fa sentire anche da lontano. Il Beagle-Harrier è stato selezionato in Francia appositamente per la caccia alla lepre. Per questo tipo di caccia, viene usato in piccole mute ma è impiegato in equipaggi più numerosi per la caccia a forzare. Oltre alla lepre, come abbiamo detto, questi cani sono ottimi anche per la caccia al cinghiale. In Italia è utilizzato soprattutto nella Pianura Padana proprio per quest’ultima tipologia.

Roxanne

Roxanne: un grande fiuto che ha salvato una vita

News Redazione -

L’avventura di Roxanne Oggi vi porto a Isle of Wight in Virginia (Stati Uniti) e vi presento Roxanne, una stupenda cagnolona nera di tre anni dallo sguardo dolcissimo. Roxanne è un cane felice adesso ma, è anche lei è uno dei tanti casi di cani abbandonati. Per fortuna la sua storia è finita bene, lei è stata adottata da quella che è oggi la sua padrona, Rebecca. Ma non è questa la storia che voglio raccontarvi quanto piuttosto quella del suo incredibile fiuto e di quell’istinto che ha salvato la vita ad un’anziana signora. Rebecca è una volontaria in un rifugio per animali ed è proprio lì che stava per andare quando Roxanne l’ha convinta prima a farsi una bella passeggiata insieme. Durante la passeggiata Rebecca e Roxanne hanno incontrato un gran via vai di poliziotti. Uno di questi ha chiesto a Rebecca se avesse visto una donna aggirarsi nella zona in camicia da notte. Rebecca però non aveva visto nessuno che corrispondeva alla donna cercata dalla polizia e ha proseguito la sua passeggiata con Roxanne. Il cane però, ad un certo punto, ha iniziato a tirare cercando di dirigersi verso un fosso. Roxanne ha letteralmente trascinato Rebecca che, quando poi ha guardato nel fossato, ha notato una donna anziana in camicia da notte che corrispondeva perfettamente alla descrizione dei poliziotti. Rebecca ha quindi subito dato l’allarme così che la donna potesse essere salvata. Roxanne invece si è meritata uno spuntino extra per sua impresa.Una riflessione Si sa che i cani sono dotati di grande fiuto e di grande istinto e forse, nemmeno sarete sorpresi di quanto è riuscita a fare Roxanne. Io non lo sono, sono assolutamente convinta che i cani, ma tutti gli animali in genere, siano delle creature meravigliose che hanno delle qualità a volte molto speciali. Magari non tutti salveranno la vita a delle persone ma sicuramente non ti faranno mai mancare il loro affetto e la loro devozione. Forse la donna sarebbe stata trovata comunque ma, di sicuro, a Roxanne va riconosciuto un grande merito. La sua avventura apre, a mio avviso, la strada ad un argomento che mi sta molto a cuore e che, anche se oggi trattato ampiamente, non smetterò di sponsorizzare, ossia l’adozione di un cane abbandonato. Sono così tanti gli animali che hanno bisogno di una casa e credetemi, è stupendo quando, dopo un primo momento di reciproco adattamento, inizi ad instaurare un rapporto con il tuo cane e scopri che è speciale il doppio di quanto credevi guardandolo da dietro le sbarre del rifugio. Troppo spesso i cani vengono scelti per moda e si preferisce sempre prendere i cuccioli ma anche i cani più grandi e quelli che sono stati abbandonati hanno tanto da dare e possono creare con voi un rapporto stupendo. Roxanne ci ha dimostrato quanto anche loro possano essere speciali. Alcuni di loro hanno sofferto e richiedono di essere amati moltissimo ma, se si riesce a farli sentire al sicuro allora ti apriranno il loro cuore e ti faranno sentire la persona più speciale del mondo, perché per loro è questo che sarete.

Dog eyes

Dog eyes: una seconda chance per i cani abbandonati

News Redazione -

Dog eyes : informazioni sul progetto Oggi voglio parlarvi di DOG EYES. No, non parleremo degli occhi dei nostri stupendi amici a quattro zampe ma di un progetto stupendo e importante che coinvolge i nostri amici pelosi. Quelli più sfortunati che sono stati abbandonati. Questo progetto è stato istituito dall’Associazione Comunicazione Uomo Animale (ACUA) che ha presentato un metodo di educazione cinofila per cani guida. Dove sta la novità vi chiederete voi. Sta nel fatto, che come accennato poco prima riguarda i nostri amici pelosi che sono stati abbandonati e mira, a prescindere dalla razza, a renderne possibile il recupero. DOG EYES è un progetto sperimentale che si basa prima di tutto sull’accrescimento della relazione uomo – animale e sfrutta le conoscenze veterinarie, pedagogiche e zooantropologhe degli educatori di ACUA. Il progetto DOG EYES parte dalla certezza che tutti i cani potrebbero essere utilizzati come cani guida ma oggi solo quelli considerati di indole più pacifica e con un forte senso dell’orientamento vengono utilizzati. Le richieste di cani guida sono però numerose e la lista d’attesa è lunga. Alcune persone hanno aspettato anche un anno prima di poter avere un amico a quattro zampe che diventasse i loro occhi. Dall’altra parte troviamo loro, i cani abbandonati. Non mi soffermerò ad effettuare riflessioni in merito alla crudeltà del gesto e ai danni che l’abbandono genera nei nostri amici cani ma, posso dirvi che la maggior parte di loro muore in un canile perché sono ancora troppo poche le persone disposte a dare loro una casa e tutto l’amore di hanno bisogno. ACUA con il progetto DOG EYES si prefigge di risolvere, o quanto meno di apportare notevoli miglioramenti, per questi due grandi problemi.  L’uomo ha bisogno di un amico a quattro zampe che lo aiuti e lo guidi quando i suoi occhi non possono farlo e i cani abbandonati hanno bisogno di una seconda opportunità per amare ancora, per essere utili e soprattutto per trovare un padrone che lo ami e si occupi di lui. Con DOG EYES, che è ancora un progetto sperimentale, ACUA sfida il pregiudizio che solo determinati cani sono adatti a questo delicato e importante compito e punta a dimostrare che i cani di qualsiasi razza, se adeguatamente addestrati, possono diventare dei cani guida.Dog eyes : le fasi dell’approccio. Il progetto DOG EYES prevede determinate e precise fasi:Progetto conoscitivo con il non vedente: dove l’educatore cinofilo entra in contatto con il non vedente per comprenderne le esigenze e la personalità. Il recruiting del cane: la scelta ovviamente viene effettuata seguendo le necessità del non vedente. Il check-up sulla salute del cane e l’inizio del training Il percorso di educazione insieme a casa del non vedente: occorre costruire un legame di fiducia e il cane deve abituarsi ai luoghi in cui vivrà con il non vedente.Una bella iniziativa È una bella iniziativa DOG EYES. Un progetto importante non solo per i non vedenti ma anche per i nostri amici animali che hanno, così, la possibilità di dimostrare che non ci sono cani buoni e cani cattivi. Sentiamo sempre tante storie di cani che aiutano i padroni, tante storie di legami profondi che si instaurano tra animali a due zampe e a quattro zampe. Tantissime di queste storie, ci hanno commosso perché se hai un cane, o se l’hai avuto nel corso della tua vita, sai quanto amore questi animali possano dare, sai che il legame che si instaura tra un cane e il suo padrone è profondo e alle volte persino difficile da spiegare tanto è speciale. DOG EYES, è una seconda chance per i cani abbandonati per dimostrare quanto valgono. Ed è una opportunità anche per l’uomo di avere accanto una creatura che, attraverso un legame di fiducia indistruttibile, si prende cura di lui facendogli comprendere che l’amore non ha bisogno di etichette. L’amore è amore e basta.

Sterilizzare il cane

Sterilizzare il cane È giusto o sbagliato?

Salute del cane Redazione -

COSA SIGNIFICA STERILIZZARE IL CANE Uno degli argomenti più dibattuti sulla salute dei nostri quattrozampe riguarda la necessità o meno di sterilizzare il cane . Sull’argomento ci sono parecchi luoghi comuni che è bene sfatare perché la pratica clinica e le evidenze scientifiche hanno dimostrato essere privi di fondamento. Molti proprietari pensano ancora che sterilizzare il proprio cane sia “moralmente”deplorevole, perché non rispetterebbe la natura dell’animale e costituirebbe una violenza nei suoi confronti. Questo ragionamento, per quanto possa essere animato dai migliori sentimenti di amore verso il mondo animale, è scorretto, perché è tipicamente umano e per nulla canino. Come spesso accade siamo soliti attribuire ai nostri quattrozampe una logica e un modo di sentire che non appartengono loro e non certo perché i cani non ragionino o non provino sentimenti; tutt’altro! Sono intelligenti e sensibilissimi, ma i loro pensieri e le loro emozioni non sono identici ai nostri. Se sterilizzato il cane non soffre psicologicamente perché non potrà mai diventare genitore e sarà privato della “gioia” di allevare la prole… questo è un modo di sentire umano. Nel cane l’accoppiamento è un istinto dettato dalla necessità di conservazione della specie, quindi una volta sterilizzato non avrà più tale istinto e semplicemente non ci penserà più. Un’altra leggenda metropolitana che spesso si sente quando si chiedono informazioni a persone non competenti sulla necessità di sterilizzare il cane è che, se si opta per la sterilizzazione, sarebbe bene far fare alla femmina almeno una cucciolata. Non è vero, e qui entrano in gioco gli studi e i dati scientifici a favore della sterilizzazione, che sono sia di carattere sanitario che psicologico-comportamentale:è stato rilevato che sterilizzare il cane femmina prima che abbia il primo calore ridurrebbe il rischio di insorgenza del tumore mammario dell’8% rispetto alle femmine che hanno già avuto il primo calore e addirittura del 26% a paragone delle femmine che sono state operate dopo il secondo calore; la sterilizzazione delle femmine comporterebbe anche una diminuzione o il completo azzeramento della possibilità di sviluppare tutte quelle malattie che sono legate al fattore ormonale, come tumori alle ovaie e all’utero, piometra, cisti ovariche, patologie importanti che spesso mettono a rischio la vita stessa dell’animale. Ma si ridurrebbe anche la predisposizione nei confronti di malattie metaboliche, come il diabete; in sostanza una femmina sterilizzata ha un’aspettativa di vita più lunga del 5 – 10% rispetto ad una femmina intera; sterilizzare un cane femmina migliorerebbe non solo la quantità, ma anche la qualità di vita, perché il cane non sarebbe più soggetto a possibili gravidanze isteriche, mastiti e periodi di abbattimento “psicologico”, che spesso capitano quando la femmina è in calore e si manifestano con mancanza di appetito, svogliatezza, modifiche nell’umore e nel comportamento; nel maschio castrato invece i dati circa la riduzione nell’incidenza di tumori alla prostata sono meno evidenti, seppur esistenti, mentre riguardo al tumore ai testicoli è ovvio che con la castrazione se ne elimina ogni possibile comparsa; dal punto di vista comportamentale il cane maschio sterilizzato può essere più tranquillo e meno rissoso, se la sua aggressività verso gli altri maschi era dovuta alla produzione di testosterone, mentre non cambia nulla, se era legata ad un fattore di dominanza o territorialità. STERILIZZARE IL CANE : GLI SVANTAGGI Dopo aver approfondito le motivazioni favorevoli, vediamo i “contro” della sterilizzazione, che inevitabilmente esistono:sterilizzare il proprio cane significa sottoporlo pur sempre ad un’operazione che, per quanto ormai di routine, comporta qualche inevitabile rischio. Sarà in ogni caso il vostro veterinario di fiducia che valuterà le condizioni di salute del cane e vi consiglierà cosa è più opportuno; dopo l’operazione ci sarà un periodo di convalescenza: fortunatamente i cani hanno una ripresa molto più veloce degli umani, quindi per le femmine, che subiscono un’operazione più invasiva, si tratterà di circa due giorni in cui il cane sarà più abbattuto e meno vivace. Va detto comunque che la più recente tendenza della chirurgia veterinaria in questo campo è di non asportare anche l’utero, come in passato, ma solo le ovaie, perché si è visto che, cessata la produzione di ormoni, l’utero tende poi ad atrofizzarsi spontaneamente. Ciò comporta una minore complessità dell’intervento. Ne i maschi invece spesso tutto si risolve una volta smaltiti gli effetti dell’anestesia; nella femmina sterilizzata, talvolta, si manifesta una forma di incontinenza urinaria, la cui incidenza è molto variabile in base alla razza del cane (va dall’1,3% al 20%); sono più soggette a sviluppare il problema le femmine di razze di taglia grande, come Rottweiler, Dobermann, Pastore Tedesco, Boxer. Questo fenomeno in ogni caso può essere controllato mediante l’utilizzo di appositi farmaci.

Tosare il pelo del cane

Tosare il pelo del cane in estate: è corretto?

Salute del cane Redazione -

Tosare il pelo del cane in estate è giusto o sbagliato? Le nostre risposte. Tosare il pelo del cane in estate: sì o no? Capita di domandarsi perché alcuni cani, soprattutto di piccola taglia, appaiano sempre come appena usciti da “un centro di bellezza”, con il pelo tagliato di fresco, profumato e ben pettinato, mentre altri siano lasciati nature, senza mettere mai zampa dal toelettatore. Spesso dipende da quanto il padrone ritenga necessario tosare il cane e la domanda si ripropone soprattutto quando si avvicina l’estate perché molti proprietari pensano che con una bella tosatura il cane starà più fresco. Sbagliato! Non è affatto vero che se il pelo del cane è più corto l’animale non soffrirà il caldo. Per capirlo bisogna sapere come funziona il sistema di termoregolazione nel cane: mentre noi umani sudiamo attraverso l’epidermide e così espelliamo calore, mantenendo la temperatura del nostro corpo costante, indipendentemente dai gradi all’esterno, il cane ha pochissime ghiandole sudoripare, collocate solo sotto ai polpastrelli delle zampe e sulla lingua. I nostri amici a quattro zampe abbassano la loro temperatura corporea attraverso l’aria che inspirano dal naso ed espellono dalla bocca: ecco perché quando fa caldo ansimano, facendo respiri corti e veloci. Per questo motivo tosare il pelo del cane non serve affatto a difenderlo dal caldo, anzi! Il pelo costituisce in tutte le razze canine un’importante protezione sia dal freddo che dal sole perché è una specie di isolante termico. Quindi tosare il pelo al cane può addirittura essere dannoso, visto che la pelle rimane più esposta alle intemperie e alle temperature rigide in inverno e ai raggi solari in estate; perciò in questa stagione la cute del cane, molto più delicata della nostra, rischia con la tosatura scottature, dermatiti, eritemi e conseguente prurito.Tosare il pelo del cane: quando va fatto? Vi sono alcuni casi in cui tosare il pelo del cane è necessario, vuoi per appartenenza ad una razza specifica, vuoi per ragioni igienico-sanitarie. Occorre anzitutto distinguere tra cani che hanno pelo e sottopelo (come le razze da pastore) e quelli che hanno solo il pelo di rivestimento superiore, come i Barboncini. Nei primi il sottopelo, folto e lanuginoso, serve per proteggerli dal freddo in inverno, mentre il pelo soprastante funge da schermatura nei confronti degli agenti esterni. Questi cani perdono il sottopelo in primavera e lo rimettono in autunno, per prepararsi alle temperature invernali, quindi non vanno mai tosati, pena il danneggiamento della pelliccia che, una volta ricresciuta, apparirà infeltrita e rovinata e non tornerà più come prima. Per i Barboncini e gli incroci con mantello riccio e senza sottopelo invece la tosatura del cane è consigliata perché si tratta di un pelo a crescita continua, che va spuntato periodicamente, altrimenti potrebbero formarsi nodi e grovigli, impossibili da districare. Al contrario, nel caso di razze come Yorkshire, Maltese e Shih-Tzu tosare il pelo del cane non è una necessità, ma soltanto un fattore estetico, un vezzo del padrone; altre volte serve per rimediare alla “pigrizia” del proprietario che non spazzola a dovere e con la dovuta periodicità il pelo del cane, causando la formazione di matasse che non riescono più ad essere dipanate se non con un taglio netto. Infine può essere obbligatoria la tosatura del cane nei casi estremi in cui l’animale sia gravemente infestato da parassiti.Tosare il cane: consigli Quando tosare il pelo del cane è una cosa necessaria, rivolgetevi a personale qualificato. I centri che offrono servizi di toelettatura e rasatura sono molti, ma qualcuno potrebbe non essere professionale, bensì improvvisato. Chiedete perciò a chi è già stato cliente e non fidatevi di chi offre prezzi troppo scontati: potrebbero derivarne danni anche seri non solo al pelo, ma anche alla cute del cane. Visto che le tariffe per la toelettatura del cane non sono in media economiche (si va dai 40 agli 80 euro circa), qualche padrone potrebbe essere spinto a cedere alla tentazione del fai-da-te.È vivamente sconsigliato, ma se proprio non potete farne a meno, occorre seguire alcune importanti regole:lavare il pelo con appositi shampoo non aggressivi prima della rasatura del cane; asciugare il pelo col phon a calore moderato e a bassa velocità; iniziare la tosatura del cane solo quando il pelo è completamente asciutto; eseguire la tosatura del cane seguendo sempre il senso naturale del pelo; fare molta attenzione a non urtare la pelle del cane con rasoio o forbici; non fare male al cane

I cani danno la zampa

Perchè i cani danno la zampa? un gesto che adoriamo

Comportamento Redazione -

I cani danno la zampa: i motivi di questo gesto Il vostro cane dà la zampa? Sicuramente sì. E ogni volta non potete proprio fare a meno di sorridere, fargli una carezza e premiarlo con un biscotto. Quel comportamento di per sé prevedibile -  tutti i cani danno la zampa - a noi esseri umani piace proprio tanto: ci ispira simpatia, tenerezza e affetto. Ma vi siete mai domandati per quale motivo i cani danno la zampa ? Anzitutto dobbiamo sapere che è un gesto innato: i cuccioli lo fanno già a pochi giorni di vita, premendo con le zampine sulle mammelle della mamma per agevolare la fuoriuscita del latte e, dopo il primo mese, ripetono questo comportamento con ancora maggiore insistenza. Questo perché il loro fabbisogno di latte aumenta e succhiare dalle mammelle non basta più, perciò si aiutano facendo sempre più pressione con le zampe sul petto materno. Detto questo, appare già chiaro che, quando ci mettiamo d’impegno ad “insegnare” al nostro quattrozampe a dare la zampa, in realtà non gli insegniamo proprio nulla, perché il cane sa già farlo da solo; soltanto richiamiamo in lui un comportamento ereditario, che è scritto nel suo DNA. Lo dimostra il fatto che spesso i cani danno la zampa spontaneamente, anche senza bisogno di chiederglielo. Per quale motivo? Ci sono a riguardo due interpretazioni, per un certo verso non contraddittorie tra loro, ma complementari. Secondo la prima, dare la zampa è una forma di richiesta da parte del cane nei nostri confronti, che può essere di vario genere: a volte ci chiede il cibo (perché è l’ora della pappa o perché ha voglia di uno stuzzichino), altre volte ci chiede le coccole o soltanto la nostra attenzione. L’altra spiegazione vede invece nel gesto di “dare la zampa” un segnale calmante, una segno di pacificazione, fatto sia nei confronti dell’uomo che nei confronti di altri suoi simili. A volte i cani danno la zampa per rabbonirci quando siamo arrabbiati con loro, magari perché hanno combinato una marachella, e per smorzare i nostri rimproveri; in questo senso può essere inteso come una richiesta di pace, un “alzare bandiera bianca”, da non confondere però con un vero e proprio segnale di sottomissione. Entrambe le interpretazioni sono accomunate dal fatto che quando i cani danno la zampa sono sempre in una disposizione d’animo tranquilla: non sono aggressivi, sono ben disposti nei confronti di colui al quale rivolgono la “zampata”, sia che vogliano richiamare la nostra attenzione per farsi coccolare e giocare con noi sia che vogliano chiederci di fare pace.I cani danno la zampa: è giusto chiederla? Alcuni sostengono che sarebbe sbagliato indurre il cane a darci la zampa quando non è lui a farlo spontaneamente perché costituirebbe una forzatura nei suoi confronti; bisognerebbe invece lasciarlo libero di compiere questo gesto solo quando il suo istinto glielo suggerisce. In realtà, se incoraggiamo il nostro cane a darci la zampa, magari dietro la promessa di una ricompensa a lui gradita (grattatina dietro alle orecchie o biscotto che sia) non compiamo certo un’azione dannosa per lui! Semplicemente lo incoraggiamo a fare un gesto che conosce già per istinto e che a noi è gradito, rinforzandolo, il che non è poi così diverso da quello che si fa ogni volta che si addestra il cane per insegnargli cosa vogliamo che faccia e cosa no. In questo caso dare la zampa è un comportamento fine a se stesso, né “giusto” né “sbagliato”, ma se è uno dei tanti modi di interazione piacevole e positiva con i nostri amati quattrozampe, che male c’è?

Xena e Johnny

Xena e johnny: quando l’amore fa davvero miracoli

News Redazione -

Xena e Johnny: l'amore oltre le parole Quella che voglio raccontarvi oggi è la storia di Xena e Johnny, una cagnolina dolcissima e un bambino altrettanto speciale. Siamo nel 2012, quando l’amore ha compiuto uno di quei miracoli che ti fanno capire che non c’è forza più potente al mondo, quando vedi che le parole non servono, perché a parlare è solo l’affetto, il coraggio di prendersi cura di qualcuno quando tu stesso hai bisogno che qualcuno di prenda cura di te. Xena e Johnny, sono l’esempio che testimonia che quando un bambino e un cane incrociano le loro strade e decidono di percorrerne un pezzo insieme, quel cammino diventa ricco di vita, ricco di esperienze, e perché no, ricco di magia, quella che solo gli occhi di un bambino possono vedere, quella che solo l’amore di un cane riesce a dare. Johnny è un bambino come se ne vedono tanti, ma è chiuso dentro un mondo tutto suo in cui è difficile entrare, in cui le parole sbattono su un muro invisibile e non riescono ad uscire fuori, in cui il mondo esterno è tagliato fuori. Johnny è un bambino autistico. Un bel giorno però, qualcosa cambia. Linda, la mamma di Johnny accoglie in casa Xena. Anche Xena aveva una vita difficile. Abbandonata accanto ad un cassonetto, era denutrita, tanto da non avere nemmeno più il pelo, e malata. Ma Linda sa che nella sua famiglia c’è tantissimo amore da dare e prova a offrire una speranza alla piccola Xena. Quello che succede, però, è che il dolore di Xena diventa capace di entrare nei silenzi di Johnny, facendo sì che quel muro, che lo teneva così lontano dal mondo esterno, iniziasse man mano a creparsi.  Johnny inizia a prendersi cura di Xena, la imbocca, la lava, la accudisce con l’aiuto della sua mamma.  La riempie d’amore. Quell’amore puro, incondizionato e senza riserve che solo le persone speciali sono capaci di dare e Xena, man mano restituisce a Johnny quell’amore e lo apre al mondo fuori. Xena e Johnny diventano inseparabili. Xena e Johnny, insieme, iniziano insieme il lungo percorso di guarigione di Xena. Percorso, che ha anche fatto sì che Johnny si aprisse ogni giorno di più e iniziasse a comunicare e a parlare.Xena e Johnny, due piccoli guerrieri Su Facebook, la mamma di Johnny ha creato il gruppo “Xena the warrion puppy” appena la cagnolina è entrata a far parte della loro famiglia, testimoniando la lenta rinascita di una piccola anima ferita da persone senza scrupoli che l’hanno abbandonata, e il rapporto che si è man mano instaurato tra Xena e Johnny. Sono due piccoli guerrieri Xena e Johnny. Quando la vita ha riservato loro una strada in salita, Xena e Johnny hanno trovato il modo di comunicare e di darsi forza, coraggio e amore, dimostrando a quella vita e al mondo che non era così facile metterli al muro. Nel 2014 Xena ha vinto il premio come cane eroe dell’anno. Sono storie come questa, che quando arrivi alla fine ti ritrovi con un sorriso scemo e tiri su col naso perché tanto alla fine le lacrime di commozione hanno vinto, che ci insegnano la forza e il coraggio dei bambini e degli animali, quella purezza di intenti che crescendo abbiamo un po’ dimenticato, presi dalla vita che ci cambia, che ci trasforma e ci fa perdere di vista che l’amore, non importa da chi arriva, è il motore che fa vivere la nostra anima, che ci fa superare il dolore e le avversità.  È il coraggio di affidarcisi, sì perché ci vuole coraggio anche per mettere in gioco il tuo cuore quando il mondo ti spaventa, che ci rende esseri umani e non macchine. E forse, leggere la storia di Xena e Johnny ci fa fermare per un minuto e ci fa guardare con occhi nuovi i nostri amici pelosi, che combattono il mondo insieme a noi dandoci, qualche volta, quell’amore che trasforma il dolore in speranza.

Sperimentazione animale

Sperimentazione animale: l'opinione pubblica si divide

News Redazione -

Sperimentazione animale: due voci contrastanti Quante volte abbiamo sentito parlare della sperimentazione animale ? Definita anche vivisezione (che ricordiamo essere la dissezione di animali vivi) dalle organizzazioni che si oppongono a tale sperimentazione è un argomento che divide l’opinione pubblica. Perfino alcuni “amanti degli animali” si ritrovano a favore di queste sperimentazioni, mentre altri a gran voce dicono che è ingiusta e crudele e lottano per contrastarla. I nostri amici cani sono direttamente coinvolti in queste sperimentazioni. Affrontare questo argomento non è facile perché le motivazione portate da entrambi le parti offrono spunti di riflessione che vale a pena sondare. Poi si sa, l’Italia è un popolo di inguaribili romantici e sensibili che si lasciano prendere dalla foga delle emozioni, in un senso e nell’altro. Chi vi scrive non fa eccezione.  Se mi chiedete se sono a favore o contro la sperimentazione animale, e soprattutto sui nostri amici cani, il mio istinto mi porta a dare una risposta secca e immediata, CONTRO! E non perché non comprenda l’importanza della sperimentazione sia chiaro, ma il mio modo di essere mi porta a non tollerare che di proposito venga fatto del male ad un altro essere vivente per amore della conoscenza e della scienza.  Ho anche provato a spiegare a me stessa che la sperimentazione animale è necessaria per poter scoprire nuove tecniche, nuove medicine che possano salvare una vita, ma quell’istinto che mi batte dentro al cuore ha ribattuto che siamo nel 2016, che ci sono state tante di quelle invenzioni stupefacenti anche in campo medico che si dovrebbe fare tutto il possibile per trovare un metodo di sperimentazione alternativa. I cani che più spesso vengono sottoposti a sperimentazione animale sono i beagle in quanto considerati quelli con caratteristiche cardiocircolatorie più simili all’uomo e mi riesce davvero difficile immaginare questi amici a quattro zampe sofferenti così che noi tutti possiamo avere nuove cure che ci permettono di vivere meglio e più a lungo. Ma il mio è un parere personale e lo scopo di questo articolo non vuole essere quello di imporvi un’opinione quanto, invece, quello di farvi conoscere le motivazioni di entrambe le parti.Sperimentazione animale : una voce a favore Tutte le vite sono importanti, ma quella umana vale più delle altre.  Questo potrebbe essere lo slogan che ci porta a riflettere sulla possibilità di essere favorevoli alla sperimentazione animale. Il progresso clinico è essenziale per combattere malattie come tumori, disturbi neurologici e malattie degenerative. I centri in cui vengono utilizzati i cani dovrebbero (purtroppo il condizionale è d’obbligo) essere esclusivamente quelli specializzati per l’ambito medico che nulla hanno a che fare con le sperimentazioni per prodotti di cosmesi.  Ci si è fatti l’idea che durante queste sperimentazioni i cani vengano torturati ma le voci a favore della sperimentazione animale cercano di chiarire che gli animali sono tutelati e si cerca sempre di procurare loro la minor sofferenza possibile. Molte vite umane sono state salvate da farmaci che sono stati sperimentati sui cani e su altri animali.Sperimentazione animale : una voce contro Ogni anno tantissimi cani, così come altri animali, vengono utilizzati per la sperimentazione animale di farmaci che non saranno mai immessi sul mercato e che spesso, anche quando lo sono, non producono affatto i risultati che vengo pubblicizzati. Si parla di cure miracolose che nella realtà non esistono. Quello che esiste invece è che per questi esperimenti milioni di cani e di altri animali sono morti, spesso con sofferenza.  In una inchiesta pubblicata su linkiesta.it viene dichiarato che il 40% dei farmaci non è efficace o causa effetti collaterali molto gravi. Ed è per questi farmaci che si causano profondi traumi agli animali e spesso anche pesanti danni fisici spesso senza l’ausilio di anestesie. Questo articolo, lo ribadisco, non è, e non vuole essere, un approfondimento su questa tematica così delicata. Vuole essere solo una voce tra le tante che offre uno spunto di riflessione. A voi l’ardua sentenza.

Abbandono dei cani

Abbandono dei cani: un reato penale

Curiosità Redazione -

Abbandono dei cani: un fenomeno sempre presente Ogni anno il bollettino che riporta i numeri (elevati, parliamo di oltre 100.000 casi all’anno) delle vittime del fenomeno dell’abbandono dei cani, ma non solo loro, conferma una volta di troppo una realtà che, nonostante gli interventi del legislatore e delle campagne pubblicitarie di sensibilizzazione, non cessa di esistere. Ma cosa intendiamo con abbandono dei cani e, in genere, di tutti gli animali? Con quale definizione viene identificato questo crudele fenomeno? L'abbandono degli animali è l'intenzionale allontanamento di un animale domestico o d'affezione del quale si sia responsabili. L'animale viene in genere liberato in luoghi dai quali si prevede non possa riavvicinarsi all'abitazione in cui era tenuto. In Italia l'abbandono dei cani, e di tutti gli animali in genere,  è vietato ai sensi dell'art. 727 del codice penale, che al primo comma recita: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini dell’attività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro". La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale sancisce all'art. 6 che «L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante». Conseguenza diretta dell’abbandono dei cani è il randagismo degli stessi. Inoltre questa pratica riprovevole è spesso causa anche di gravi incidenti stradali. A tale proposito è intervenuto anche il Ministero della Salute italiano sentenziando che chi abbandona un cane non solo commette un illecito penale (Legge 20 luglio 2004, n. 189), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo, quando gli animali abbandonati provocassero incidenti stradali mortali Ogni anno contro l'abbandono dei cani vengono realizzate campagne informative e di sensibilizzazione volte a combattere il fenomeno che vede il fiorire di nuovi casi di abbandono soprattutto nel periodo estivo.Quali sono i motivi che spingono all'abbandono dei cani? Uno dei motivi principali che spiega l’abbandono dei cani è che i nostri amici a quattro zampe che, fino a poco prima dell’abbandono, abbiamo considerato come parte della nostra famiglia diventano, qualche volta, semplicemente “scomodi”. Organizzare le vacanze dovendo pensare ad una sistemazione per loro diventa davvero troppo faticoso per alcuni di noi umani. Perché non tutti possiamo permetterci di lasciare i nostri animali in strutture specializzate o lasciarli da amici o parenti o, e questo sarebbe l’ideale, possiamo portarli in vacanza con noi. Quindi l’abbandono dei cani che ci dividono dalle nostre tanto agognate vacanze sembra la soluzione ideale! E senza porci il minimo scrupolo lo facciamo. Ma le vacanze estive sono solo una delle ragioni. Qualche volta, l’abbandono dei cani capita perché non ci sentiamo proprio in grado di curarli se si ammalano, che ci stanchiamo di portarli fuori almeno due volte al giorno, che ci stufiamo di pensare che loro hanno bisogno delle nostre attenzioni quando magari noi vorremo solo uscire la sera a divertirci. Qualche volta capita che il nostro intelletto, che è ciò che dovrebbe renderci “esseri superiori” si inceppa e anziché farci ragionare, ci fa fare delle scelte crudeli che ci rendono tutto fuorché intelligenti. Perché impegnarci a cercare delle soluzioni che permettano di andare incontro alle nostre esigente e a quelle dei nostri amici animali a volte è chiederci davvero troppo. Andrò forse contro corrente ma sono dell’idea che dal momento in cui decidi che un cane farà parte della tua vita, della tua famiglia allora metti in conto di adeguare la tua vita alla sua e la sua alla tua. Si chiamano compromessi miei cari umani intelligenti. Si chiama essere responsabili delle proprie scelte, si chiama rispetto per colui che non ti farà mai mancare il suo affetto e che si adatterà sempre a te e alle tue esigenze purché si senta amato, certo del fatto che tu, che sei il suo più caro amico, non lo abbandonerai mai.

Cibi da non dare ai cani

Cibi da non dare ai cani: i piu' pericolosi

Alimentazione Redazione -

I CIBI DA NON DARE AI CANI : QUELLI ASSOLUTAMENTE VIETATI Quante volte il nostro cane ci osserva mentre mangiamo con occhi pietosi e languidi, come se fosse a digiuno da giorni, sperando di “elemosinare” qualche avanzo dalla tavola! Ormai è risaputo che i cani non dovrebbero mangiare nessuna delle pietanze che prepariamo per noi, perché sono condite, salate, ricche di intingoli e sughetti assolutamente dannosi per i nostri amici a quattrozampe. Ma, oltre ad evitare rigorosamente di dare al cane cibi “umani”, è importante sapere che esistono alcuni alimenti vietati perché, anche se apparentemente innocui, possono risultare molto dannosi per la salute del nostri fedeli amici.I cibi da non dare ai cani , quelli assolutamente “off limits”, sono:Cioccolato e caco: tra i cibi da non dare ai cani, questi contengono una sostanza chiamata teobromina che il cane non è in grado di metabolizzare e che pertanto risulta altamente tossica, al punto da causare alterazione del ritmo cardiaco, tremori, danni al sistema nervoso centrale, come pure ai reni e ai polmoni, fino alla morte dell’animale. In un cane di piccola taglia anche una quantità minima di cioccolato può essere letale; Noci: possono essere tossiche per il cane, anche in dosi limitate; causando febbre, vomito, debolezza agli arti posteriori e, in particolare, le noci ammuffite possono provocare convulsioni; sono quindi alimenti assolutamente vietati ai cani; Noccioli e semi: tra i cibi da non dare ai cani,  i semi della frutta (dalla mela, alla pesca, all’albicocca, ecc) sono tra i più pericolosi perchè contengono cianuro, quindi possono essere molto pericolosi se ingeriti dal cane in quantità, portando anche al coma. Tutti i semi ed i noccioli inoltre possono causare ostruzioni intestinali; Uva e uva sultanina: oltre ad essere eccessivamente ricche di zuccheri, causano insufficienza renale, che può portare alla morte del cane. Avocado: questo alimento è vietato in toto al cane perché sono nocivi sia il frutto in sé che i semi e le foglie; contengono infatti una sostanza fungicida chiamata persin, altamente tossica per i nostri amici a quattrozampe, soprattutto a livello dell’apparato digerente, e la varietà più diffusa in commercio (quella Guatemalteca) sembra essere la più pericolosa; Foglie di rabarbaro: non è certo un alimento diffuso, ma è comunque bene sapere che in grandi quantità possono causare convulsioni, fino al coma e alla morte; Alcool e luppolo: a molti sembra ovvio che queste due sostanze siano proibite, visto che non sono salutari nemmeno per l’uomo, soprattutto in quantità considerevoli, figuriamoci per il cane… ma è sempre meglio precisarlo. Alcool e luppolo infatti non riescono ad essere smaltiti dal sistema metabolico del cane, che può andare incontro a convulsioni, tremori, coma, collasso respiratorio e morte.Oltre ai cibi da non dare ai cani sopra indicati, vi sono altri alimenti di uso comune vietati al cane, soprattutto perché pericolosi se somministrati in certe quantità:Cipolle, aglio e cavolfiore: contengono tutti e tre disolfuro di n-propilene, una sostanza che distrugge i globuli rossi circolanti nel sangue, provocando una grave anemia. I sintomi compaiono in un lasso di tempo che va da 1 a 4 giorni dall’ingestione dell’alimento e consistono in vomito, urine scure e diarrea. Va sottolineato che anche la somministrazione di piccole quantità protratta nel tempo (magari contenuta in cibi e condimenti pronti) può avere gravi conseguenze; particolarmente pericolosa è la cipolla, mentre per l’aglio la dose letale è corrispondente a circa due teste d’aglio o ad un uso costante e prolungato; Ossa: se proprio non potete fare a meno di dare un osso da rosicchiare al vostro cane, assicuratevi che sia adatto a questo scopo, chiedendo al vostro veterinario di fiducia (ad esempio l’osso di ginocchio). Assolutamente da evitare le ossa di pollo, coniglio e simili perché, oltre a causare blocchi intestinali se ingoiate, si rompono facilmente in piccole schegge che provocano gravi lesioni e lacerazioni ai danni dell’apparto gastrointestinale; Sale e zucchero: pur essendo per noi di uso comune, sono alimenti vietati ai cani, che devono mangiare insipido. Non pensiamo che sia meglio insaporire il cibo del nostro quattrozampe con sale o zucchero: in natura, per il lupo o il cane selvatico ciò non ha senso. Il sale provoca problemi alla pressione arteriosa e cardiocircolatori, mentre gli zuccheri portano all’insorgenza del diabete. Assolutamente “out” quindi anche tutti i tipi di dolciumi.GLI ALIMENTI PARZIALMENTE VIETATI AL CANE Ci sono alcuni alimenti che, anche se non completamente vietati nella dieta dei nostri cani, devono essere dosati o somministrati con molta attenzione. In particolare:Solonacee (patate, melanzane, pomodori): possono causare eccessiva fermentazione se ingeriti in quantità massicce. Va assolutamente vietata la patata cruda e la buccia, perché contiene la solanina, una tossina che il cane non metabolizza e può portare a tremori, difficoltà respiratorie e tachicardia. Se la patate è sbucciata e cotta questo pericolo non sussiste; Fegato: i cani ne sono molto ghiotti, ma le dosi vanno molto limitate perché contiene vitamina A, che a lungo andare causa problemi alle ossa e ai muscoli del cane, oltre al deposito di rame nel fegato che può rivelarsi fatale; Noce moscata: in dosi massicce genera convulsioni, danni al sistema nervoso centrale, affanno e anche la morte; Caffeina: in quantità superiori a un cucchiaino provoca aritmie cardiache e problemi gastrointestinali.

James e Bubba

James e bubba: quando gli animali sono la miglior medicina

News Redazione -

James e Bubba: la tristezza della lontananza La storia che vi voglio raccontare oggi introduce un argomento che negli ultimi anni sta coinvolgendo sempre più strutture sanitarie, la Pet Therapy. Oggi vi racconto la storia di James e Bubba. James Wathen, 73 enne di Whitley County, Kentucky dal mese di settembre dello scorso anno si trovava ricoverato in ospedale e le sue condizioni di salute stavano peggiorando di giorno in giorno. James non mangiava e non parlava.  Uno degli assistenti sociali che operava presso la struttura sanitaria, durante una delle visite fatte a James, scoprì che ad affliggere ulteriormente l’uomo era la mancanza della suo piccolo Bubba, il suo Chihuahua. Bubba intanto, dopo il ricovero del suo padrone in ospedale era stato affidato alle cure di una famiglia. Nemmeno lui però stava bene. Bubba era infatti sempre triste e aveva perso l’appetito. Così anche se era contro il regolamento della struttura ospedaliera si è deciso di far incontrare James e Bubba.  Un incontro commovente che ha toccato tutti nella struttura ma che, soprattutto, ha avuto il potere di ridare ad entrambi la vitalità. Dopo aver riscontrato che le condizioni di salute dell’uomo, grazie alla presenza dell’animale, miglioravano si è deciso che James e Bubba avrebbero continuato quegli incontri fino a quando non sarebbe stato possibile dimettere James.Pet therapy: una medicina miracolosa Dopo la storia di James e Bubba, la struttura sanitaria che ha ospitato James ha deciso di cambiare le disposizione seguite fino a quel momento aprendo le porte alla Pet Therapy, facendo sì che i pazienti che ne facciano richiesta possano ricevere le visite dei loro amici pelosi. James e Bubba sono solo un piccolo esempio di quanto l’interazione tra l’uomo e il suo compagno a quattro zampe abbia quasi del miracoloso. Sono moltissime oggi le strutture sanitarie che sfruttano questa terapia. Per definizione la Pet Therapy è una terapia che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo. E i risultati sono incredibili. La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare un rapporto emotivo con il paziente e, tramite questo rapporto, stabilire sia un canale di comunicazione paziente-animale-medico sia stimolare la partecipazione attiva del paziente.James e Bubba: semplicemente amici veri Sono queste le storie che mi piace leggere, che mi piace sentire. Sapere che James e Bubba si vogliono talmente bene da star male se separati, che hanno un legame così profondo e vero da essere la medicina uno dell’altro.  La storia di James e Bubba mi fa venire in mente i versi di una piccola poesia che ho letto qualche tempo fa nel web, che fa più o meno così: Con lui non devi darti un tono. Con lui non devi trattenere le lacrime e nemmeno l’allegria. Ti puoi mostrare nudo o indifeso. Con lui può essere te stesso al 100%   E forse il segreto di questa fantastica medicina per l’anima, che sono gli animali, è tutto qui. Il loro amore è immenso e disinteressato e in quell’amore ci sentiamo al sicuro, protetti tanto da mettere in gioco anche noi tutto il nostro cuore. Ci fidiamo di loro e sappiamo che loro si fidano di noi, che si affidano a noi. E quella fiducia, quell’amore qualche volta sono capaci di fare miracoli. 

Piometra nel cane

Piometra nel cane: sintomi, terapia e operazione

Salute del cane Redazione -

Piometra nel cane: cos'è La piometra nel cane è una grave infezione batterica che si verifica a carico dell’utero della femmina non sterilizzata. Questa patologia si sviluppa sempre al termine del calore (dopo 4 – 8 settimane), momento in cui la cagna è più fertile, perché l’elevata produzione di progesterone (ormone femminile) determina la formazione all’interno dell’utero stesso di un ambiente particolarmente adatto alla proliferazione di batteri. Il germe infettivo più comunemente responsabile della piometra nel cane è l’Escherichia Coli, che causa la produzione anomala di pus nella cavità uterina, determinando un’infezione che può estendersi al sangue e portare a shock e coma nel cane, con conseguenze talvolta mortali.Piometra nel cane: sintomi I sintomi della piometra nel cane variano a seconda che si tratti di piometra a cervice aperta o chiusa. Nel primo caso infatti il pus all’interno dell’utero fuoriesce, dando origine ad una continua perdita dalla vagina del cane di secrezioni, a volte miste a sangue, di cui lo stesso proprietario può facilmente accorgersi. Nella piometra a cervice chiusa invece il pus non riesce a fuoriuscire all’esterno e si accumula nell’utero, determinando spesso un notevole aumento di volume dello stesso. Questa tipologia di piometra è la più pericolosa, sia perché le tossine prodotte, rimanendo all’interno della cavità uterina, vengono assorbite in quantità maggiore dai tessuti e si diffondono nell’organismo, sia perché non dà sintomi evidenti, quindi è più difficile da individuare anche per il veterinario. Altri segni clinici più generici, comuni ad entrambe le tipologie di piometra, sono: stato di apatia e abbattimento del cane, inappetenza, febbre, disidratazione, urinazione frequente, vomito.Piometra nel cane: diagnosi Per diagnosticare la piometra nel cane il veterinario procederà sottoponendo l’animale ad una serie di esami, a partire dal prelievo del sangue. Un elevato dosaggio di globuli bianchi infatti è spesso indicativo della presenza di un’infezione in atto nell’organismo, ma di per sé non è sufficiente ad effettuare una diagnosi precisa, perché un valore globulinico nella norma non basta ad escludere la presenza di piometra.  Sarà opportuno dunque proseguire con uno striscio vaginale: le secrezioni verranno raccolte e osservate al microscopio per scoprire l’eventuale presenza dei batteri responsabili dell’infezione. L’esame cardine, che congiuntamente ai risultati emersi dai due accertamenti precedenti, può condurre il veterinario ad una diagnosi definitiva è l’ecografia. Grazie a quest’esame infatti è possibile osservare lo stato dell’utero del cane che, soprattutto nel caso della piometra a cervice chiusa, apparirà con le pareti ispessite e di dimensioni aumentate, e rilevare anche la presenza di liquido e pus all’interno dell’utero.Piometra nel cane: operazione e terapia antibiotica La piometra è una patologia che non si risolve mai spontaneamente, ma richiede sempre l’intervento del veterinario, che anzi deve essere tempestivo, onde evitare gravi conseguenze. La cura della piometra nel cane è l’operazione chirurgica d’urgenza per asportare utero e ovaie: se il cane arriva troppo debilitato, con uno stadio della malattia avanzato, può essere necessario prima sottoporlo alla reintegrazione dei fluidi per via endovenosa e alla somministrazione di antibiotici, in modo che possa affrontare l’intervento in condizioni di maggiore stabilità. Se il cane è giovane e in buono stato di salute generale si riprenderà completamente dopo pochi giorni dall’operazione. Nei casi più gravi e nei cani anziani, già affetti da altre patologie, oltre ad aumentare il rischio connesso all’intervento, che comunque è sempre presente, sarà indispensabile proseguire con una terapia antibiotica e idratante dopo la piena ripresa del cane. Solo per le femmine giovani utilizzate per riproduzione, e solo se l’infezione è allo stadio iniziale, a volte si può optare per una terapia soltanto farmacologica, nel tentativo di conservare utero e ovaie, che consiste nella somministrazione prolungata di antibiotici e di un ormone che provoca contrazioni uterine, allo scopo di far fuoriuscire il pus. Questa scelta può però essere pericolosa per l’incolumità del cane.

Combattimenti tra cani

Combattimenti tra cani: un business illegale ma ancora praticato

Curiosità Redazione -

I combattimenti tra cani sono ancora oggi un'attività crudele organizzata in tutta la Penisola: vediamo quali sono le origini di queste pratiche illegali. I combattimenti tra cani sono un'attività cruenta organizzata a fini di intrattenimento che mette a confronto due cani allevati al solo scopo di combattere. Seppur sia una pratica illegale in tutti i paesi, è ancora popolare ed appassiona molto gli scommettitori, che investono il proprio denaro su uno dei due animali. Gli scontri terminano spesso con la morte di uno dei due, ucciso dal vincitore o per sfinimento a causa delle ferite riportate. Le testimonianze archeologiche ci portano a credere che l’attività di combattimenti tra cani si sia sviluppata di pari passo con l’addomesticamento degli stessi. Le razze, che nel corso del tempo sono state impiegate in questa macabra attività si sono estinte, sono state incrociate con altri esemplari per cercare di creare animali sempre più feroci (che oggi per fortuna sono da considerarsi da guardia, da compagnia ecc): Dobermann, Rottweiler, Dogo, Akita, Cane Corso e altri ancora oggi, se in mano a padroni coscienziosi che li amano, sono animali assolutamente pacifici. In Italia, in base alla Legge 20 luglio 2004, n. 189 chiunque organizza combattimenti tra cani (o altri animali) è punito con la reclusione da 1 anno a 3 anni e con la multa da 50 000 euro a 160 000 euro.Combattimenti tra cani : un addestramento crudele Per gli “appassionati” di combattimenti tra cani, l’addestramento è ciò che fa comprendere se il cane sarà un campione o meno. Parliamo di collari elettrici, così da punire il cane con una scossa elettrica quando non si comporta come dovrebbe. Parliamo di violenza, di bastonate con delle spranghe, di calci così da renderlo più aggressivo. Parliamo di cani drogati con anabolizzanti. Parliamo di lasciarli per giorni a digiuno per poi nutrirli con animali morti e sanguinanti. Sono questi i momenti in cui persone senza cuore pensano a quanti soldi il loro “cane assassino” potrà fargli guadagnare. È l’unica cosa che conta. E il giro di denaro è davvero elevato, parliamo di puntate che vanno molto oltre i 10 mila euro. E mentre l’uomo guadagna e si diverte, il cane soffre e muore.Cani combattenti e pericolosi, ma il vero pericolo è l’uomo! Non smettiamo mai di sentire notizie che riguardano i combattimenti tra cani. Nonostante la legge si sia schierata dichiarandoli illegali ci sono persone che comunque trovano divertente rendere i cani talmente soggiogati alla violenza, ai maltrattamenti, alle brutalità fisiche e psicologiche da costringerli a combattere per sopravvivere. Ma il divertimento dov’è? Non c'è risposta: la LAV, che si batte da sempre per contrastare il combattimenti tra cani, nella voce del responsabile dell’Osservatorio della Zoomafia LAV, ha dichiarato che sono moltissimi i cani sequestrati a seguito di indagini sui combattimenti. Sono animali abusati e profondamente traumatizzati. E poi abbiamo il coraggio di etichettarli come “cani cattivi e pericolosi”. La verità è che ad essere pericoloso è proprio l’uomo, la cui cattiveria in alcuni esemplari sembra essere innata. Per fortuna, i nostri amici pelosi possono ancora contare su persone che sanno amarli e che sanno quanto è meraviglioso averli accanto come amici e non come combattenti obbligati a difendersi dalla stupidità dell’uomo.

Curiosità sui cani: sei cose che non tutti conoscono

Curiosità Redazione -

Curiosità sui cani: alcune cose da sapere Le informazioni sui quattrozampe e sul loro mondo sono ormai disponibili ovunque: in rete o in libreria è possibile conoscere le principali nozioni sul comportamento dei nostri amici a quattro zampe, sul loro modo di comunicare, sulla loro storia genetica e molto altro. Ma ci sono alcune curiosità sui cani interessanti o simpatiche che non tutti sanno… 1: Secondo una ricerca compiuta dall’American Psycological Association sarebbe possibile stilare una vera e propria classifica delle razze canine in base alla loro intelligenza. Dai test condotti su esemplari di varie razze è emerso che la palma d’oro del cane più intelligente spetterebbe al Border Collie, seguito dal Barboncino e dal Pastore Tedesco. Fuori dal podio, ma in buona posizione sono il Golden Retriever, il Dobermann, il Pastore delle Shetland, il Labrador, il Papillon, il Rottweiler e il Pastore Australiano. 2: L’intelligenza del cane può essere paragonata a quella di un bambino di circa due anni e mezzo di età; come lui infatti il nostro quattrozampe è in grado di comprendere molte parole (dalle 200 alle 250 circa), di contare almeno fino a 4 o 5, di ingannarci se vuole e, soprattutto, è dotato di un’intuitività incredibile, al punto da riuscire a cogliere e interpretare ogni nostro minimo gesto, ogni inflessione della nostra voce, ogni nostro sguardo ed espressione. 3: Il tartufo di ogni cane è unico: non ne esiste un altro uguale. Praticamente, come si può riconoscere ciascun essere umano dalle sue impronte digitali, lo stesso si potrebbe fare per il cane prendendo l’impronta del suo naso…4: Una delle curiosità sui cani da sottolineare è anche che ci sono i “destrorsi” e i “sinistrorsi”. Per capirlo basta vedere con quale zampa il cane inizia a camminare da fermo oppure quale zampa vi dà quando gliela chiedete (sempre in cambio di un bocconcino succulento ovviamente…). 5: Il cuore dei nostri cani batte diversamente da quello umano. Mentre per noi uomini quando il cuore non segue un ritmo regolare è bene rivolgersi ad un medico, perché potrebbe essere segno di qualche patologia cardiaca, per il cane è normale. Il cuore dei nostri fedeli amici infatti di tanto in tanto “salta un battito” e sembra fermarsi per un attimo; questo è dovuto all’aritmia respiratoria, per cui il cuore del cane batte più lentamente (e a volte perde un colpo) quando l’animale espira. 6: Tra le curiosità sui cani, questa è una delle più significative: anche i cani sognano, eccome! Lo hanno rivelato appositi studi in base ai quali si è visto che, facendo un esame elettroencefalografico ai cani, l’attività del loro cervello durante il sonno è molto simile alla nostra e raggiunge il picco durante la fase REM, quella appunto in cui noi – e loro – sogniamo. Del resto basta osservare il nostro Fido mentre schiaccia un pisolino per vedere che muove le zampe, gli occhi, le orecchie, piange, abbaia e ringhia. Probabilmente sta sognando alcuni episodi tipici della sua vita quotidiana.Curiosità sui cani: lo sapevate che... Contrariamente a quanto si è creduto per decenni, il cane riesce a distinguere i colori, ma non tutti. Come una persona affetta da daltonismo, i nostri quattrozampe non distinguono il verde e il rosso, ma vedono benissimo altri colori come il giallo e il blu. Quindi il loro non è un mondo in bianco e nero!

Clicker training per cani

Clicker training per cani: metodo di addestramento

Addestramento Redazione -

COS’È IL CLICKER TRAINING PER CANI Il clicker training è una tecnica di addestramento, nata negli anni ’40 per ammaestrare delfini e balene, poi trasferita anche in ambito cinofilo. Consiste nel  rinforzare positivamente un comportamento desiderato, facendo precedere il premio che abitualmente si dà al cane (il classico bocconcino) da un suono prodotto dal clicker, una specie di “cicalino” in plastica con all’interno una lamina di metallo che, premuta, emette un “click”. In questo modo il cane impara ad associare la sequenza: comando vocale - comportamento corretto - click - bocconcino. Il clicker training per cani dunque include un passaggio in più rispetto alle fasi dell’addestramento tradizionale, che funge da ponte fra il comportamento desiderato e la ricompensa al cane. Secondo i sostenitori del clicker training per cani si tratterebbe di un metodo di addestramento molto efficace perché il quattrozampe, collegando il suono al premio, imparerebbe più velocemente che cosa vogliamo da lui. Ma è davvero così semplice usare il clicker? Per prima cosa bisogna fare in modo che il cane presti attenzione al suono emesso dallo strumento. A questo scopo occorre trovare un luogo silenzioso e senza distrazioni, quindi non troppo affollato né trafficato, dopodiché premere il clicker e appena il cane mostra interesse per il segnale sonoro dargli un bocconcino; ripetendo questa sequenza un po’ di volte il cane capirà che al click segue sempre una ricompensa. A questo punto si può passare all’addestramento vero e proprio, insegnando al quattrozampe i vari comandi, quali “seduto”, “terra”, “dai la zampa”, facendo scattare il clicker nel momento preciso in cui il cane compie l’azione richiesta, con il conseguente bocconcino. Bisogna tenere bene a mente però che il “click” è solo il segnale che precede il premio, ma non va confuso con il premio stesso, che è il motivo vero e proprio per cui il cane compie una determinata azione. Il clicker permette di essere più tempestivi e puntuali nel rinforzare un comportamento, rispetto al metodo di addestramento tradizionale, perché in quest’ultimo talvolta può intercorrere troppo tempo da quando il cane compie l’azione desiderata a quando riceve la ricompensa; nel frattempo potrebbe aver modificato il comportamento o la posizione desiderata e noi finiremmo per premiare una condotta che non volevamo. Col clicker invece il cane imparerà in modo inequivocabile il momento esatto in cui sta eseguendo l’azione corretta.GLI ASPETTI NEGATIVI DEL CLICKER TRAINING Non è tutto oro quel che luccica… Se c’è chi crede incondizionatamente nell’efficacia del clicker training per cani , c’è anche chi al contrario ne sconsiglia l’applicazione. Anzitutto perché quando si usa il clicker bisogna essere molto precisi: se non si è esperti conoscitori del cane, oltre che attenti osservatori, si rischia di emettere il “click” nel momento sbagliato, finendo così per rinforzare un comportamento indesiderato. Quindi questo strumento dovrebbe essere utilizzato solo da addestratori professionisti, o comunque dietro la supervisione di personale specializzato. In secondo luogo, se il clicker viene utilizzato troppo spesso, c’è il rischio che il cane non esegua più i vari comandi, se non sono seguiti dal segnale sonoro. Occorre perciò ridurre l’uso dello strumento quando il cane ha imparato l’azione o la posizione desiderata, in modo che la sua mente la associ al comando vocale del conduttore e non al “click”. I detrattori di questa tecnica sottolineano soprattutto che il clicker potrebbe spostare l’attenzione del cane lontano dal suo educatore, che invece deve rimanere sempre al centro, perché per un addestramento gioioso, divertente ed efficace, il cane deve compiere i comportamenti richiesti principalmente per compiacere il suo padrone o addestratore. Il rapporto tra padrone e cane deve quindi rimanere sempre al primo posto, mentre con il clicker training c’è il pericolo che tutto si riduca ad un mero condizionamento meccanico, mirato esclusivamente all’ottenimento del cibo-ricompens

Pancreatite nel cane

Pancreatite nel cane: sintomi, conseguenze e cure

Salute del cane Redazione -

Come insorge la pancreatite nel cane? Vediamo tutte le info su questa patologia. La pancreatite nel cane è una grave patologia a carico del pancreas, una ghiandola dell’addome, posta tra fegato e intestino, che svolge importanti funzioni per l’organismo, quali la produzione di insulina (l’ormone che regola la quantità di zuccheri presenti nel sangue) e la produzione di enzimi fondamentali per la digestione. La pancreatite può essere cronica o acuta, ma molti sintomi sono comuni ad entrambe: insorge nel momento in cui gli enzimi digestivi, che normalmente non sono attivi finché si trovano nel pancreas, vengono attivati anzitempo, quando ancora presenti all’interno della ghiandola pancreatica che li produce, dando origine ad un processo di vera e propria digestione dell’organo in questione. Ciò provoca un processo infiammatorio che, se non riconosciuto e trattato tempestivamente, può estendersi fino a coinvolgere anche alcuni degli organi vicini, in particolare intestino e stomaco.Pancreatite nel cane: sintomi Come accorgersi che il vostro cane potrebbe essere affetto da pancreatite? Tra i sintomi tipici di questa patologia compare anzitutto il dolore addominale, che spinge il cane ad assumere una posizione innaturale, con il ventre a terra, le zampe anteriori stese in avanti e la testa ricurva all’interno verso l’addome, nel tentativo di trovare sollievo dal dolore intenso. Seguono mancanza d’appetito, eccessiva salivazione, spossatezza, vomito e/o diarrea con feci scure, simili a fondi di caffè, talvolta accompagnati da febbre. Nella fase più acuta possono comparire altri sintomi più gravi, come dispnea (difficoltà respiratorie), ematemesi (vomito con sangue), CID (sindrome emorragica), aritmia cardiaca, insufficienza renale, tutte complicanze che possono causare la morte del cane.Pancreatite nel cane: cause La pancreatite è considerata una patologia idiopatica, di cui cioè le cause precise sono ancora sconosciute. Tuttavia è accertato che vi sono dei fattori che predispongono all’insorgere della malattia. La pancreatite nel cane ha un’incidenza maggiore sugli esemplari di piccola taglia e vi sono alcune razze geneticamente più soggette, come il Cocker Spaniel, lo Schnauzer Nano e il Barbone Nano. Un altro elemento determinante nell’eziologia della pancreatite nel cane è l’alimentazione: una dieta ricca di cibi grassi è strettamente correlata alla comparsa di questa patologia e, a volte, è sufficiente anche un solo pasto abbondante ed eccessivamente grasso per scatenare un episodio acuto. Anche l’obesità, sempre comunque legata ad un’alimentazione scorretta, è uno dei fattori predisponenti.Pancreatite nel cane: diagnosi La pancreatite nel cane deve essere diagnosticata il prima possibile, quindi se si notano alcuni dei sintomi precedentemente descritti occorre rivolgersi al più presto al veterinario, che sottoporrà il cane ad una serie di accertamenti per escludere altre eventuali patologie con sintomi analoghi ed arrivare ad una diagnosi certa. Anzitutto il veterinario eseguirà degli esami ematochimici, per verificare la presenza di elevati livelli di tripsinogeno nel sangue (uno degli enzimi prodotti dal pancreas) e successivamente procederà con analisi delle urine, ecografia e radiografia.Pancreatite nel cane: cura Una volta accertata la presenza di pancreatite, il cane verrà sottoposto a somministrazione di fluidi sottocute o per endovena e sarà tenuto rigorosamente a digiuno per un minimo di 48 ore, prolungabili in base alla gravità della situazione e alla prognosi fatta dal veterinario. A seconda del caso possono essere prescritti anche antibiotici e farmaci per contrastare vomito, diarrea e dolore addominale. Alimentazione: una volta superata la fase acuta della malattia, quando il veterinario valuterà che il cane può ricominciare gradualmente ad alimentarsi, il padrone dovrà obbligatoriamente modificare la dieta dell’animale rispetto al passato. Dovranno essere assolutamente banditi i cibi grassi, quindi divieto assoluto di “allungare” qualunque avanzo della tavola al cane, che per tutta la vita dovrà seguire un regime nutritivo ferreo e controllato, pena il riacutizzarsi della pancreatite nel cane. Sono raccomandati inoltre pasti piccoli e frequenti; mai dunque un solo pasto al giorno e mai un pasto abbondante.

Simon e Sammie

La storia di simon e sammie, vittime della crudeltà umana

News Redazione -

Simon e Sammie: la storia di un’amicizia nata nel dolore La storia che sto per raccontarvi è quella di Simon e Sammie. Simon e Sammie sono rispettivamente un Border-Collie di un anno e un piccolo boxer di quattro mesi. La storia che sto per raccontarvi è quella di uomini che sono stati capaci di fare del male a queste due creature in modo indicibile. Uomini senza cuore, senza anima, perché solo così possono essere definiti. La storia che sto per raccontarvi, però, è anche una storia di amicizia, di conforto, di aiuto. Di quell’amore di cui solo gli animali sono davvero capaci. Simon e Sammie sono ricoverati al Rescue Dogs Rock NYC a The Dodo che li ha presi in custodia da due rifugi diversi e ha cercato di dare loro, fin da subito, cure e sostegno, perché questi due cuccioli erano ridotti davvero in condizioni pessime. Simon è stato maltrattato in modo atroce dal suo precedente padrone. In gran parte del corpo non aveva nemmeno più il pelo. Sammie, è più piccolo ma il dolore che ha subito basta per una vita intera. Gli hanno colorato il pelo di blu con una bomboletta spray, gli hanno sparato ad una zampa e lo hanno trascinato con una macchina. Simon e Sammie, il dolore e la cattiveria umana li conoscono molto bene. Ma quando sono arrivati al Rescue Dogs hanno conosciuto anche l’amore di persone che si stanno occupando di loro con pazienza e dedizione. Simon e Sammie hanno scoperto che nessuno ti capisce e ti aiuta come chi sa cosa stai passando. Così Simon pian piano si è avvicinato a Sammie e gli ha offerto conforto e sostegno. Si avvicina a lui ogni volta che può così che il piccolo Sammie non si senta solo. Non lo abbandona mai. Perché queste meravigliose creature, nonostante abbiano ricevuto in dono solo la cattiveria degli uomini, fino a quando non sono stati tratti in salvo e portati al Rescue Dogs, non hanno smesso di essere anime buone, capaci di amare oltre le sofferenze e la crudeltà umana. Simon sta recuperando in fretta e presto potrà essere adottato da persone che, mi auguro, sappiano quando è speciale e quanto saranno fortunati ad accoglierlo nella loro famiglia. Per il piccolo Sammie invece il cammino è ancora tutto in salita. Potrebbe perdere la zampa e ha bisogno ancora di moltissime cure, probabilmente non solo fisiche. Ma per ora Simon e Sammie sono insieme. Simon si prende cura di lui e non lo lascia mai.Simon e Sammie, un insegnamento per tutti Quando ho letto questa storia, felice di sapere che entrambi i nostri piccoli amici pelosi se la sarebbero cavata, ho pensato che sarebbe davvero bellissimo se Simon e Sammie potessero essere adottati insieme, da una famiglia capace di dimostrare a questi due piccolini che non ci sono solo uomini cattivi al mondo. Ce ne sono altri, come i volontari che ogni giorno aiutano gli animali che vengono abbandonati o maltrattati, come chi quando gli chiedi quanti sono in famiglia, contano sempre anche il cane o il gatto, o il canarino. Sarebbe bello se Simon e Sammie potessero dimenticare la violenza e la cattiveria ed essere, d’ora in poi, sempre circondati d’amore. Perché se lo meritano, perché la cattiveria non può e non deve vincere sull’amore. E, questo Simon ce lo ha insegnato con la delicatezza di una carezza, zampa su zampa, al suo piccolo amico che non si è ritratto da quell’atto di dolcezza e amicizia ma, con coraggio e speranza, l’ha accettata.  Abbiamo molto da imparare dai nostri amici animali. Iniziamo ricordandoci che sono esseri viventi, sentono la gioia, sentono il dolore, sentono l’amore e la cattiveria. Iniziamo ricordandoci che, prima di tutto, dobbiamo loro rispetto. Se lo desideri puoi seguirci in inglese su mydog.petAlcuni esempi:Pug Pekingese Siberian Husky Why Do Dogs Sniff Each Other’s Tails? The Biggest Dogs in the World The Most Expensive Dogs in the World Bull Terrier German Shepherd Dog Bernese Mountain Dog Great Dane Saint Bernard The Cutest Dogs in the World Cane Corso (Italian Mastiff)

Collare o pettorina per il cane

Collare o pettorina per il cane? cosa scegliere

Accessori cane Redazione -

COLLARE O PETTORINA PER IL CANE ? UNA QUESTIONE INSANABILE Collare o pettorina per il cane ? È una delle domande che più frequentemente i padroni di cani rivolgono a veterinari e addestratori, ottenendo spesso risposte molto diverse, a seconda della “linea di pensiero” dell’interrogato. Eh sì, perché a quanto pare negli ultimi anni è nata una vera e propria diatriba tra chi parteggia per la pettorina e chi per il collare. Ma il problema è davvero così scottante da giustificare prese di posizione a volte inflessibili? E soprattutto, siamo sicuri che non si possa proprio trovare una soluzione alla tanto dibattuta controversia? La risposta è: usando il buon senso, unito ad un’adeguata conoscenza del mondo canino, la questione si ridimensiona. Anzitutto va detto che fino a non molti anni fa la pettorina praticamente non era considerata quasi da nessuno e ne esisteva una variante utilizzata per i cani da traino, come gli Husky, ma niente più. L’unico strumento utilizzato per portare il cane in passeggiata erano collare e guinzaglio e al massimo si discuteva sui vari tipi di collari esistenti. C’era chi consigliava il collare fisso, quello da regolare manualmente in base alla larghezza del collo del cane, un po’ come la cintura ai pantaloni; c’era chi demonizzava il collare a strangolo, che si stringe intorno al collo del cane ogni volta che questo tira o dà uno strattone, in quanto mezzo di tortura. Improvvisamente hanno poi fatto irruzione sul mercato le pettorine, che hanno preso sempre più piede e da molti oggi sono considerate la soluzione migliore per il cane, perché meno “vessatoria” e più tollerabile. Ma spesso non viene dato il giusto peso all’elemento che dovrebbe stare alla base di tutte queste considerazioni, per quanto logiche siano, cioè l’educazione del cane. Prima ancora di arrovellarsi sulla scelta del collare o della pettorina, il padrone deve preoccuparsi di educare il proprio cane alla passeggiata in sua compagnia. Infatti se al cane è stato insegnato a “camminare assieme al padrone”, e non a trascinarlo, tutti i vari collari o pettorine andranno comunque bene perché saranno solo un trait d’union tra il cane e il suo umano, senza nessun pericolo per il benessere fisico e psichico del nostro amato quattrozampe. Anche il famigerato collare a strozzo che, se usato da mani inesperte e con cani che tirano, può provocare danni all’animale (ad esempio traumi alla trachea e all’esofago o alla colonna cervicale), quando utilizzato da addestratori con i cani “giusti”, diventa innocuo.VANTAGGI E SVANTAGGI DEL COLLARE Per rispondere alla domanda su quale sia meglio tra collare o pettorina per il cane è bene vedere nel dettaglio quali sono le motivazioni a favore e a sfavore nell’utilizzo dell'uno o dell'altra.Collare sì:il collare è preferibile alla pettorina se abbiamo a che fare con un cane che tira al guinzaglio, perché la pettorina permette all’animale di esercitare molta più forza e di tirare ancora di più; non per niente un’imbracatura simile viene utilizzata per i cani che tirano slitte, proprio perché consente di massimizzare la potenza di trazione dell’animale… Il padrone rischia quindi di essere letteralmente trascinato dal cane, soprattutto se di taglia medio-grande, e di non riuscire a contenerlo se troppo esuberante. Il collare invece garantisce un maggiore controllo e una migliore gestione del cane; soprattutto per gli educatori cinofili che hanno a che fare con cani tendenzialmente aggressivi, il collare è assolutamente da preferire alla pettorina, perché permette di tenere il cane comunque a una certa distanza, mentre con la pettorina si rischia seriamente che l’animale abbia il sopravvento.Per chi usa il collare è bene tenere a mente qualche semplice, ma utile consiglio: ad esempio, fare attenzione che il collare non sia mai troppo stretto, perché ovviamente potrebbe soffocare il cane, ma neanche troppo largo, perché altrimenti il nostro quadrupede potrebbe sfilarselo facilmente e scappare via, rischiare di finire sotto ad un’auto o andare ad azzuffarsi con qualche suo simile…Collare no:il collare va evitato se il cane soffre di tracheite, perché se il cane tira fa pressione sulla trachea provocandone l’infiammazione; quando il cane è affetto da ernie del disco è preferibile la pettorina, perché il collare comporta una maggiore sollecitazione di tutta la colonna vertebrale. VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA PETTORINA Nell'analisi dei pro e contro dell'utilizzo di collare o pettorina per il cane vediamo ora vantaggi e svantaggi di quest'ultima:Pettorina sì:è consigliata al posto del collare nei casi in cui il cane soffra delle patologie sopra indicate; consente di esercitare una sollecitazione più delicata quando si vuole tirare il cane a sé o allontanarlo da qualcosa o qualcuno, perché non si esercita forza sul collo, ma sull’intero tronco dell’animale, che può risultare più tranquillo e “libero” durante la passeggiata.Pettorina no:come detto in precedenza non è adatta a cani che tirano troppo al guinzaglio e a cani aggressivi; no alla pettorina a X perché sfrega dietro ai gomiti del cane, causando talvolta l’infiammazione delle ghiandole ascellari e inducendolo spesso a camminare con una postura scorretta, con le zampe anteriori larghe, proprio per evitare il più possibile tale sfregamento. Preferibile invece la pettorina ad H, che non comporta i suddetti inconvenienti perché non passa vicino ai gomiti.

Salute del cane

Salute del cane: alcuni consigli per mantenerla

Salute del cane Redazione -

Salute del cane: come mantenerla nel tempo? Nell’ultimo trentennio la vita media dei nostri cani si è decisamente allungata perché si è diffusa sempre più la cultura dell’animale domestico quale membro della famiglia che, in quanto tale, va curato e rispettato e, di conseguenza, è cresciuta l’attenzione per la salute del cane. Ci sono alcuni importanti accorgimenti che, se osservati, possono contribuire a garantire una buona salute del cane, preservandolo il più a lungo possibile e quindi aumentando la sua aspettativa di vita. VISITA PERIODICA DAL VETERINARIO: è bene che il cane, anche quando giovane e apparentemente sano, sia sottoposto ad un controllo veterinario almeno una volta all’anno, magari facendolo coincidere con il richiamo della vaccinazione. Il medico infatti, attraverso un’accurata visita generale, potrebbe cogliere alcuni possibili segnali o sintomi di malattia che al padrone possono sfuggire e, visto che anche per i cani come per noi esseri umani, la prevenzione è un importante strumento di cura, un check-up periodico può contribuire, a volte in maniera determinante, a garantire la salute del nostro cane. VACCINAZIONI E PROFILASSI: sono molte le malattie che il cane può contrarre, trasmissibili per via aerea, con la saliva o per inoculazione, da cui oggi è possibile proteggerlo con l’adeguata vaccinazione o profilassi. Per questo ogni anno viene ripetuto al cane il richiamo del vaccino contro alcune gravi malattie, quali la leptospirosi (trasmessa dai topi), il cimurro (virale), la parvovirosi (detta anche gastroenterite trasmissibile) e l’epatite infettiva (anch’essa virale, non collegabile all’epatite umana). Oltre a ciò occorre però anche effettuare la profilassi contro alcune patologie che il cane può contrarre attraverso il morso di insetti, come la leishmaniosi, trasmessa dalla puntura dei flebotomi o pappataci, simili alle zanzare, che provoca una sintomatologia dermatologica e colpisce vari organi interni. Per prevenirla è importante preservare la salute del cane con gli appositi antiparassitari (spot-on, collarini, ecc) e dal 2012 anche con uno specifico vaccino. Un'altra importante malattia trasmessa dagli insetti, in particolare dalla zanzara tigre, è la filariosi, che porta a gravi conseguenze cardiopolmonari. Anche in questo caso è fondamentale eseguire la profilassi antiparassitaria, anche mediante la somministrazione dell’apposito farmaco in compresse appetibili da assumere mensilmente, previo test specifico eseguito dal veterinario verso marzo-aprile con prelievo di sangue, per accertare che il cane non sia venuto a contatto con la malattia.Salute del cane: lo stile di vita conta Oltre ai necessari controlli e cure veterinari, per garantire una buona salute del cane è altrettanto importante fare in modo che segua uno stile di vita corretto e sano; a questo scopo occorre prestare attenzione ad: ALIMENTAZIONE: che si scelga una dieta naturale o industriale è sempre bene prima chiedere consiglio al veterinario sulla tipologia, ma anche sulle quantità e sui tempi di somministrazione. È fondamentale infatti che il cane segua un’alimentazione equilibrata in base alla sua età, alla sua razza e al tipo di vita che svolge. Assolutamente da prevenire ed evitare il sovrappeso, in aumento anche tra la popolazione canina, spesso causa di patologie gravi quali il diabete. ATTIVITÀ FISICA: fare moto è un consiglio che spesso viene dato a noi umani per mantenerci in forma, ma che è altrettanto valido anche per preservare la salute del cane. Con le dovute differenze di razza e di taglia è bene garantire al vostro quattrozampe un’adeguata attività, necessaria ad un buon equilibrio fisico e mentale.

Igiene del cane

L’igiene del cane: non c’È solo il bagnetto

Igiene e bellezza Redazione -

CONSIGLI PER L’IGIENE DEL CANE La cura e l’igiene del cane sono molto importanti per la sua salute. Ma tenere il cane pulito non significa soltanto fargli il bagnetto: ci sono molte altre operazioni di igiene quotidiana e periodica che non vanno trascurate. Vediamo quali sono e come vanno effettuate. Anzitutto va adeguatamente curato e pettinato il pelo del cane: per farlo occorre dotarsi di una spazzola o pettine appositamente realizzati per i nostri amici a quattrozampe, meglio se a denti larghi, perché così eviteranno di tirare e strappare il pelo, il che ovviamente risulterebbe fastidioso e doloroso per il nostro Fido. Questa operazione di igiene del cane va ripetuta di frequente, anche tutti i giorni, soprattutto per le razze a pelo lungo o medio e con abbondante sottopelo; rimuoverete così il pelo morto, oltre ad eventuali residui di sporcizia depositata e avrete anche modo di tenere sotto controllo lo stato di salute della cute dell’animale, notando l’eventuale presenza di parassiti. In più eviterete di trovare in giro per casa costantemente folte matasse di pelo che, ormai staccato, cadrebbe comunque naturalmente, soprattutto nella stagione della muta (due volte all’anno – in primavera e in autunno). Se notate la presenza di nodi nel pelo, più usuali in alcune razze come lo Shih Tzu, sarà opportuno tagliarli utilizzando comuni forbicine se sono pochi, mentre se il mantello risulta molto aggrovigliato converrà rivolgersi ad un bravo toelettatore. Una zona altrettanto importante per l'igiene del cane sono le parti intime : spesso i nostri amici a quattrozampe tendono a leccarsi; così facendo però non solo non si “lavano” con la saliva, ma rischiano di ingerire eventuali batteri presenti nelle urine e nelle feci, con la possibilità di contrarre infezioni. Per mantenere pulite le parti intime del cane è sufficiente utilizzare delle salviette igienizzanti, passandole delicatamente ogni giorno sulle zone interessate. Non va affatto trascurata la pulizia delle orecchie: i cani infatti sono abbastanza soggetti a sviluppare otiti e altre infezioni, quindi è importante mantenere il padiglione auricolare pulito. Per farlo occorre un pezzetto di garza sterile o un dischetto di cotone (quelli per struccarsi) inumiditi con un po’ di acqua ossigenata, facendo attenzione a strizzarlo perché non coli eccessivamente; dopodiché pulire delicatamente l’orecchio senza spingersi troppo in profondità per non rischiare di creare danni, ma cercando di rimuovere tutte le secrezioni e impurità. È bene ripetere questa operazione di igiene del cane almeno ogni dieci giorni circa. Meglio non utilizzare batuffoli di cotone o ritagli di stoffa che possano lasciare residui o fili che, depositandosi all’interno dell’orecchio, rischierebbero di causare infiammazioni.Nell' igiene del cane vanno curati adeguatamente anche gli occhi: spesso al risveglio o, ad esempio, dopo un viaggio in auto con il finestrino aperto, i nostri quattrozampe tendono a sviluppare lacrimazione dagli occhi. Basta rimuoverla anche tutti i giorni, a seconda della necessità, sempre con una garza o un dischetto di cotone bagnati con acqua o con apposite soluzioni oftalmiche. Le zampe del cane, pur essendo una parte del corpo apparentemente meno delicata, devono essere controllate: in particolare è bene guardare di tanto in tanto che, dopo la passeggiata in strada, ma soprattutto nei boschi, non siano rimasti incastrati in mezzo ai polpastrelli dei residui di sporcizia o dei corpi estranei (come pezzi di ramoscelli) e, nel caso, rimuoverli.L’IGIENE DEL CANE : IL TAGLIO DELLE UNGHIE Merita un discorso a parte il taglio delle unghie del cane: è necessario soprattutto per i cani domestici, che vivono in appartamento e che, se non fanno molto moto, non hanno modo di consumarle. Questo fa sì che le unghie crescano eccessivamente, impedendo al cane di poggiare la zampa correttamente a terra e talvolta anche provocando dolore, oltre a metterlo a rischio di scivolamenti, soprattutto in appartamento, dove i polpastrelli non riescono a fare presa sui pavimenti lucidati. Quando sentiamo che camminando per casa il cane fa quello strano ticchettio, vuol dire che le unghie sono troppo lunghe. Per fare in modo che le unghie del cane mantengano la giusta misura si può portare il quattrozampe a fare lunghe e frequenti camminate oppure tagliarle con gli appositi tronchesi o forbici in vendita in tutti i negozi per animali, in base alla taglia del cane. Questa operazione di igiene è più delicata in alcune razze, come il Pastore Tedesco o il Barboncino perché, avendo le unghie interamente di colore nero, non è facile capire fin dove vadano tagliate e si rischia quindi di andare a toccare i nervetti all’interno dell’unghia, provocando dolore e sanguinamento. È opportuno dunque, in ogni caso, tagliare un piccola porzione di unghia alla volta, in modo da essere sicuri di non far male all’animale. Se invece proprio non ve la sentite di farlo, rivolgetevi ad un bravo toelettatore o al vostro veterinario di fiducia.

Pastore tedesco

Padrone muore in una rapina, il suo pastore tedesco lo aspetta nel pianerottolo

News Redazione -

L’amore di un pastore tedesco per il suo padrone La storia che vi vado a raccontare, e che è stata riportata dall’ABC, è avvenuta nel mese di febbraio e vede come protagonista un dolcissimo pastore tedesco di Houston, Stati Uniti. È una storia triste, come ne sentiamo molte ormai, che hanno per protagonisti i nostri amici a quattro zampe.  Ma non è per la sua tristezza che ve la vogliamo raccontare quanto invece per l’amore di cui è piena. Nei primi giorni di febbraio, per la precisione il giorno 7, questo pastore tedesco ha perso il suo padrone, morto vittima di una rapina fatta nel negozio in cui lavorava. Da quel giorno lui lo ha aspettato, nel pianerottolo davanti alla sua casa. Il cane è stato così adottato dall’intero vicinato, che fin da subito si è prodigato per garantirgli cure, cibo, coperte calde, perché per quanto ci abbiano provato lui non voleva lasciare quel pianerottolo, nella speranza che il suo padrone tornasse finalmente a casa. Questo dolcissimo pastore tedesco inizialmente si rifiutava di mangiare e ci sono volute parecchie ore per riuscire ad avvicinarsi a lui. Questo è quanto ha dichiarato Perez Maranda, una veterinaria che ha raccolto la richiesta di aiuto lanciata su Facebook proprio dai vicini che non sapevano come aiutare il cane. Lei ha spiegato loro come occuparsi di lui, in attesa che questo pastore tedesco fedele al suo padrone anche oltre la morte accettasse di andare a vivere con il fratello dello stesso che si è detto assolutamente disposto a prendersene cura e ad amarlo, così da onorare anche la memoria del fratello. Ma questo pastore tedesco un padrone ce l’aveva già e ci sarebbe voluta molta pazienza e molto amore per far sì che il nostro amico potesse fidarsi e affidarsi di nuovo a qualcuno.Un amore incondizionato Leggendo queste storie il primo sentimento che sicuramente sentiamo è la commozione. Sono storie che ci fanno riflettere, ci fanno capire quanto l’amore dei nostri amici pelosi sappia essere totale e incondizionato. A loro non importa se siamo ricchi o poveri, belli o brutti loro ci amano e basta. Questo pastore tedesco ci ha dimostrato, una volta di più. che non serve molto per vivere felici. È sufficiente solo che vengano amati a loro volta. E lui sicuramente lo era tantissimo dal suo padrone. Un gesto semplice come una carezza per i nostri amici a quattro zampe vale più di quanto riusciamo a immaginare probabilmente. Non so a voi, ma a me è capitato molte volte, leggendo queste storie, di pensare che forse a noi esseri umani farebbe davvero bene imparare dai nostri amici animali. Probabilmente, però, per quanto ci sforzassimo non riusciremo mai a dimostrare così tanto amore accontentandoci a volte di riceverne molto meno in cambio. Così vorrei concludere con una speranza. La speranza che il nostro amico pastore tedesco di Houston, ora che è passato qualche mese, abbia accettato l’amore dei vicini, l’amore del fratello del suo padrone, l’affetto di quanti si sono commossi davanti alla sua dimostrazione di fedeltà e amore incondizionati e sia tornato ad essere un cane felice, come sicuramente merita di essere.

cane ha paura del temporale

Perchè il cane ha paura del temporale? i rimedi

Comportamento Redazione -

Il cane ha paura del temporale: perché questo comportamento? Una delle fobie più diffuse tra i cani è la paura del temporale. Può interessare tutte le razze e tutte le età, anche se si è visto che in genere si tratta di un’emozione che tende ad insorgere da adulti. Spesso cani che da cuccioli non mostravano nessun timore per i temporali, raggiunta la maturità, manifestano situazioni d’ansia, che molte volte peggiorano progressivamente con l’avanzare dell’età. Nella maggior parte dei casi il cane inizia ad entrare in uno stato d’agitazione già prima che il temporale si scateni, perché il suo udito ed i suoi sensi molto sviluppati presentono l’arrivo della tempesta quando è ancora lontana, almeno per noi. Se il cane ha paura del temporale, questa sensazione si manifesta in modalità e intensità differenti: alcuni quattrozampe si limitano a piagnucolare o ad acquattarsi in luoghi riparati della casa (ad esempio sotto al letto o sotto al tavolo), altri invece cadono in preda ad un vero e proprio attacco di panico, corrono avanti e indietro da una stanza all’altra, raspano il pavimento e i muri, come a voler fare una buca dove nascondersi, grattano la porta di casa, quasi cercassero una via di fuga, abbaiano furiosamente. Ma ciò che è peggio, la paura del temporale nel cane si riversa negativamente sul suo stato psico-fisico, causandogli battito cardiaco molto accelerato, respiro veloce e affannoso, salivazione eccessiva, tutti effetti che, se prolungati nel tempo o se il cane non gode di ottima salute, possono risultare pericolosi e qualche volta addirittura letali. Ma perché il cane è terrorizzato dai tuoni? Sebbene una spiegazione certa non sia ancora stata individuata, da tempo si è associata la fobia per i temporali con il forte rumore provocato dai tuoni. I cani infatti, con il loro super-udito, avvertirebbero il fragore causato dal tuono come insopportabile, perché lo sentirebbero amplificato all’ennesima potenza rispetto a noi, rimanendone letteralmente terrorizzati.Alcuni recenti studi tuttavia propenderebbero per un’altra spiegazione: il cane durante il temporale avrebbe paura non tanto del tuono quanto piuttosto dell’elettricità presente nell’aria, che si scarica con il fulmine. Se ciò fosse vero, i cani ancora una volta dimostrerebbero di avere un’intelligenza naturale, ereditata dall’esperienza dei propri antenati, superiore a quanto immaginato, perché il loro timore sarebbe rivolto al lampo, il solo fenomeno temporalesco ad avere effettivamente un certo grado di pericolosità, e non al tuono di per sé innocuo. Questa teoria sembrerebbe avallata dal comportamento di molti cani, che durante il temporale mostrano di sentirsi al sicuro nei posti dove viene scaricata l’energia elettrica, ad esempio in auto o nella stanza da bagno dentro casa, dove la presenza di piastrelle e sanitari in ceramica costituisce un isolante nei confronti dell’elettricità statica.Il cane ha paura del temporale: cosa fare, rimedi e come calmarlo Se il cane ha paura del temporale ci troviamo di fronte ad un problema non facile da risolvere, ma si possono mettere in atto dei rimedi per ridurre almeno le conseguenze del comportamento fobico, se non si riesce ad eliminarlo completamente. Si può provare a predisporre per il cane un angolo della casa “sicuro”, dove possa sentirsi più protetto, di solito lontano dalle finestre e in un punto raccolto; magari fate vedere al cane che vi “rifugiate” lì anche voi, è probabile che tenda ad imitarvi. Non coccolate il cane quando mostra di avere paura, che sia del temporale o di qualsiasi altra cosa, perché così facendo rinforzereste quel comportamento negativo, peggiorando la situazione. Un'altra possibile soluzione è quella di distrarre l’attenzione del cane dal temporale, invogliandolo a giocare con voi; può essere un buon modo perché il vostro quattrozampe associ al temporale un’esperienza per lui piacevole. Un metodo di rieducazione particolarmente diffuso negli Stati Uniti, è la desensibilizzazione: consiste nel far ascoltare al cane una registrazione del rumore del temporale ripetute volte, anche tutti i giorni, prima ad un volume molto basso, poi via via sempre più alto, per far sì che il cane si abitui gradualmente a quel frastuono e lo tolleri, capendo che da esso non deriva nessuna conseguenza negativa per lui.

Giochi per cani

Giochi per cani: scegliere i piu' adatti ed evitare quelli pericolosi

Accessori cane Redazione -

GIOCHI PER CANI: QUALI NON SONO ADATTI Il gioco per il nostro cane è di fondamentale importanza perché stimola le sue capacità intellettive, la sua innata curiosità, consente di fare attività fisica, ma anche di socializzare con i propri simili e rafforzare il legame col proprio padrone. Ma tra i vari giochi per cani bisogna scegliere quelli  più adatti al nostro e soprattutto conoscere quali sono da evitare perché possono risultare pericolosi per la sua salute. Molti degli oggetti presenti nelle nostre case attirano l’attenzione dei nostri fedeli amici, soprattutto dei cuccioli, ma non sono affatto adeguati a loro e vanno tenuti lontano dalla loro portata. I cani ancora in tenera età, che sono alla “scoperta del mondo” che li circonda, tentano di “rubare” da sotto ai nostri nasi gli oggetti più disparati, come ciabatte, pupazzi, pezzi di carta, stracci e quant’altro, ma bisogna fare molta attenzione! La maggior parte di queste cose, a volte di uso quotidiano, può rivelarsi molto pericolosa per il cane: tutti gli oggetti di stoffa e imbottiti, come calzini, peluche, magliette, coperte, possono essere facilmente lacerati dai denti di Fido, anche da quelli molto affilati dei cuccioli, rompendosi in mille strappi o rilasciando i materiali utilizzati per le imbottiture che, se ingeriti dal cane, provocano soffocamenti o blocchi intestinali. Stesso discorso vale per giornali, involucri in nailon o cartone.Anche gli oggetti in plastica rigida possono rivelarsi dannosi: se rotti, si dividono in pezzetti appuntiti che, oltre a causare delle ferite alla bocca e alle mucose del cane, una volta ingoiati, possono portare a lacerazioni anche importanti degli organi dell’apparato gastrointestinale. Bisogna fare molta attenzione a collocare fuori dalla portata dei nostri pelosi anche tutti i flaconi contenenti detersivi, varechina, prodotti per la pulizia in genere; il cane, soprattutto quando è in casa da solo, può facilmente ingegnarsi fino a riuscire a rimuovere il tappo coi denti o a perforare la confezione, rischiando così di ingerire il prodotto all’interno con gravi conseguenze di intossicazione o avvelenamento. È bene anche fare in modo che il cane non abbia accesso al bidone della spazzatura: attratto dall’odore dei residui di cibo lì presenti, può finire, oltre che per sparpagliare rifiuti in giro per tutta la casa, anche per mangiare avanzi di alimenti che o non sono adatti alla sua dieta, e quindi potrebbero provocargli diarrea e vomito, o possono essere altamente dannosi, come nel caso delle ossa di pollo, coniglio o tacchino, che causano lacerazioni allo stomaco o all’intestino. Occhio dunque a tutte quelle cose che fanno parte della normalità del nostro ambiente domestico, ma che possono trasformarsi in “giochi” pericolosi e quindi non adatti ai nostri cani.GIOCHI PER CANI: QUELLI ADATTI Quando ci accingiamo a giocare con Fido occorre munirsi di giochi appropriati e creati appositamente per i cani. Anzitutto vanno bene i giochi di gomma in vendita nei negozi per animali: devono essere realizzati con materiali appositi, come la gomma siliconica o quella dura, e resi vivaci con appositi colori atossici. Attenzione a non comperare per il cane giochi in gomma senza il marchio CE, perché si rischia che, pur essendo all’apparenza uguali agli altri, siano stati costruiti con prodotti non a norma, ad esempio coloranti che una volta a contatto con la saliva del cane si “sciolgono” letteralmente e vengono ingeriti dall’animale, causando possibili intossicazioni. Vanno bene anche palloni, palline e frisbee: sono molto utili anche per insegnare al cane a “lasciare” l’oggetto al padrone, quando glielo chiede, rafforzando la fiducia nei suoi confronti e il legame con lui. Tra i giochi per cani ci sono quelli appositamente studiati per essere “rosicchiati”: ad esempio le ossa di pelle di bufalo, che il cane può masticare e ingoiare senza pericoli, o i giochi in gomma morbida ma resistente, adatti soprattutto ai cuccioli che stanno perdendo i denti da latte e, come i bambini nella fase della dentizione, hanno bisogno di mordere qualcosa per alleviare il prurito alle gengive. Viene infine tutta la gamma dei cosiddetti giochi interattivi, adatti allo sviluppo mentale del cane, che si basano sul principio per cui il quattrozampe deve risolvere una sorta di quiz o di “rompicapo” per ottenere la gratificazione, di solito il bocconcino nascosto all’interno del gioco. Oltre ad essere uno strumento molto utile di attivazione mentale, è particolarmente adatto per evitare che il cane si annoi, ad esempio quando è a casa da solo.

Il cane ha le pulci

Il cane ha le pulci: cosa fare e rimedi

Salute del cane Redazione -

Ogni giorno vedete il vostro quattrozampe grattarsi con sempre più foga? Potrebbe significare che il cane ha le pulci! La domanda che sorge spontanea è: cosa fare? E' un problema che va affrontato, soprattutto perché da quello potrebbero nascere patologie molto più gravi. Perciò ora tracciamo un quadro dei cari rimedi possibili di questa patologia molto diffusa.Il cane ha le pulci: cosa fare In primo luogo, le pulci devono essere eliminate: ma come? Potrebbe bastare l'applicazione di un semplice shampoo, specifico per il trattamento anti-pulci, oppure lo spruzzo di uno spray indicato. Esistono anche altri rimedi possibili: pensiamo alle polveri antipulci, che hanno lo stesso principio degli spray. In entrambi i casi però è sempre meglio sentire il parere di un veterinario, anche se la sua prescrizione non è obbligatoria. In alternativa è possibile eliminarle anche attraverso un buon bagno in una toelettatura. Se il cane ha le pulci , dovete rassegnarvi a un periodo in cui dovrete dedicare parte del vostro tempo per eliminare il problema: tuttavia esistono anche delle misure preventive per evitare che questi esserini diano fastidio al vostro fido.Il cane ha le pulci: rimedi E qui rivestono una certa importanza i collari antipulci: meglio se sono inodore e in materiale catarifrangente. Oltre a questi e ai vari trattamenti anti-pulci chimici, da applicare mensilmente al vostro cane, esistono tutta una serie di rimedi naturali: contribuiscono ad eliminare il problema il limone, l’aceto di mele, il lievito di birra o l’olio essenziale di neem oppure di  lavanda. Importante se non fondamentale è in ogni caso un'accurata igiene quotidiana del cane (attraverso un buon pettine si possono togliere direttamente dal pelo del cane): anche la cuccia deve essere pulita periodicamente per non farla diventare un luogo possibile dove far attecchire l'azione delle pulci. In conclusione, bisogna stare sempre attenti a capire i disagi del nostro amico peloso, rivolgersi ad un veterinario ed eventualmente affrontare il problema senza indugi.

Gli occhi del cane lacrimano

Gli occhi del cane lacrimano: cause, rimedi e cura

Salute del cane Redazione -

Perché gli occhi del cane lacrimano? A tutti i padroni di cani è capitato almeno una volta di veder scendere da uno o da entrambi gli occhi del proprio quattrozampe qualche “lacrima”; visto che è chiaro che non si tratta di pianto legato ad uno stato emotivo, è bene indagare per capire quale sia la causa del problema. Anzitutto occorre valutare la frequenza della lacrimazione: se gli occhi del cane lacrimano una volta ogni tanto potrebbe non essere nulla di cui preoccuparsi; magari il giorno precedente avete portato il vostro quattrozampe in auto, con i finestrini aperti, e si tratta di un semplice “colpo d’aria” che ha infiammato l’occhio. Va osservata anche la tipologia della lacrimazione: può essere acquosa, giallognola e più densa, secca o addirittura purulenta. In ogni caso, se il fenomeno è frequente o abbondante è bene rivolgersi al proprio veterinario di fiducia perché potrebbe trattarsi di un problema localizzato, che va curato al più presto in maniera adeguata per evitare che degeneri.Ma quali sono i motivi per cui gli occhi del cane lacrimano eccessivamente? Possono essere molti e di varia natura.Vediamo i principali, partendo dai più semplici e meno gravi:Congiuntivite: ne esistono varie tipologie che comportano comunque sempre l’infiammazione della congiuntiva, una membrana posta tra la palpebra e il bulbo oculare. L’occhio del cane generalmente appare arrossato e con una lacrimazione che può interessare entrambi gli occhi, soprattutto quando è di tipo allergico. In questo caso il cane può avvertire anche prurito, quindi tenderà a sfregare il muso; Infezioni: possono essere di varia natura (batterica, fungina o parassitaria) e possono interessare le palpebre o le ghiandole interne all’occhio; Piccoli traumi o graffi: il cane può aver urtato l’occhio accidentalmente, magari durante un gioco un po’ troppo irruento, oppure essersi procurato un sottile graffio, ad esempio contro il ramo di un cespuglio, se lo abbiamo portato a camminare nel bosco; Difetti delle ciglia: talvolta le ciglia possono crescere rivolte all’interno e andare così a sfregare contro il bulbo oculare, oppure crescere sulla superficie interna della palpebra invece che sulla rima; Presenza di un corpo estraneo: quando all’interno dell’occhio s’infiltra un corpo estraneo quest’ultimo deve essere rimosso al più presto per non causare infezioni: Anomalie nella conformazione delle palpebre: si verificano quando la palpebra è rovesciata all’interno o all’esterno; Traumi delle regioni che circondano l’occhio: si tratta di contusioni al muso, al naso o al palato.ALTRE CAUSE DI LACRIMAZIONE AGLI OCCHI DEL CANE Esistono delle cause più complesse e più gravi per cui gli occhi del cane lacrimano, che devono essere indagate a fondo e trattate in maniera tempestiva e adeguata, rivolgendosi al proprio veterinario il quale, se lo riterrà opportuno, vi indirizzerà da uno specialista in oftalmologia canina.Occhio a ciliegia: si ha quando si verifica il prolasso della ghiandola lacrimale, in conseguenza del quale il dotto lacrimale non può più contenere tutte le secrezioni dell’occhio che dunque fuoriescono; Glaucoma: consiste nell’aumento anormale della pressione interna all’occhio, causato da un insufficiente deflusso dei liquidi oculari che, accumulandosi, provocano un innalzamento della pressione intraoculare. Oltre alla lacrimazione eccessiva si verificherà una spinta della pupilla verso l’esterno e la conseguente impossibilità del cane di chiudere agevolmente la palpebra. È una patologia che deve essere trattata quanto prima perché può portare il cane a cecità; Uveite: è un’infiammazione dell’uvea, una membrana che si trova nella parte anteriore dell’occhio. L’uveite non è di per sé una malattia, ma è causata a sua volta da altre patologie sottostanti che vanno dalla leishmaniosi ad altre malattie infettive, da traumi e ferite a neoplasie. Occorre quindi individuare al più presto qual sia la patologia primaria per poter curare di conseguenza anche l’uveite. Neoplasie dell’occhio: generalmente sono localizzate sulla palpebra o dietro al bulbo oculare.

Alimentazione vegetariana nel cane

Alimentazione vegetariana nel cane: si o no?

Alimentazione Redazione -

L’ ALIMENTAZIONE VEGETARIANA NEL CANE : PRO E CONTRO È corretto alimentare il proprio cane con una dieta vegetariana? Questa domanda scatena una diatriba, spesso senza soluzione di continuità, che divide i veterinari e i proprietari di cani tra coloro che sono assolutamente favorevoli e quelli che invece sono totalmente contrari. Vediamo le motivazioni sostenute da entrambe le “scuole di pensiero”, per capire cosa c’è di positivo e di negativo in ciascuna delle due.ALIMENTAZIONE VEGETARIANA NEL CANE NO: chi è contrario ad eliminare completamente le carni dalla dieta del proprio cane, parte dalla considerazione delle sue origini. È innegabile che il cane discenda dal lupo, che in natura si nutre di prede animali (ovini, avicoli, bovini, qualche pesce), quindi prevalentemente di carni, bianche o rosse che siano. Anche le fibre e le verdure fanno parte dell’alimentazione del lupo, magari contenute all’interno dello stomaco di una pecora che si è cibata di erba, ma in misura notevolmente inferiore (circa un 15%), rispetto alle proteine animali ingerite. Quindi la domanda è: se il cane è da millenni per istinto carnivoro, per quale motivo noi umani dovremmo snaturarlo, trasformandolo in un erbivoro? Ma soprattutto, i detrattori dell’ alimentazione vegetariana nel cane sostengono che, cibandosi solo di frutta e verdura, il cane andrebbe incontro, sul lungo periodo, a gravi carenze di importanti elementi nutritivi. Infatti chi segue una dieta vegetariana (umano o cane che sia) deve integrarla con vitamine e minerali, altrimenti rischia conseguenze anche serie per la sua salute. Dunque vuol dire che la dieta vegetariana non è poi così equilibrata e bilanciata come alcuni sostengono, se ha bisogno di integrazioni! ALIMENTAZIONE VEGETARIANA NEL CANE SÌ: chi è a favore dell’alimentazione a base di proteine vegetali, escludendo completamente l’assunzione di carni, sostiene strenuamente che questa garantisca tutta una serie di benefici per la salute del cane. Anzitutto comporterebbe una sensibile riduzione nell’incidenza dei tumori; inoltre ridurrebbe l’insorgere di altre importanti malattie quali il diabete così come il rischio di sovrappeso e obesità. I fautori della dieta vegetariana negano che questa porti a degli scompensi alimentari, ma al contrario sono convinti che il cane riceva tutti gli apporti nutritivi necessari al suo benessere, compreso quello di proteine, grazie ad una varietà di legumi e altri cibi, quali il germe di grano, che garantirebbe un abbondante dose di acidi grassi, vitamina E e zinco. Facendo riferimento ad alcune ricerche di settore statunitensi (PeTA), i filo-vegetariani affermano che il 77% dei cani che hanno abbandonato la dieta a base di carne, dopo 5 anni di dieta vegetariana, sarebbero in perfetta salute.L’ALIMENTAZIONE VEGETARIANA NEL CANE : UNA SOLUZIONE AD ALCUNE INTOLLERANZE Alcuni cani hanno delle intolleranze gravi nei confronti delle carni, sia bianche che rosse, la cui assunzione provoca loro persistenti dermatiti, problemi intestinali e digestivi: in questi casi particolari può essere il veterinario stesso a consigliare una dieta vegetariana, a base di appositi mangimi o casalinga, sempre però tenendo sotto controllo le possibili carenze di vitamine e minerali. Di contro, va detto che esistono cani che sono invece intolleranti ai cereali, quindi anche la dieta vegetariana può essere controindicata per alcuni soggetti. In ogni caso, l’importante è non improvvisare mai una dieta fai-da-te, ma se anche si vuole che il proprio cane diventi vegetariano, chiedere sempre consiglio ad un veterinario, che monitori periodicamente lo stato di salute del vostro amico a quattro zampe.QUANDO LA DIETA SI FA ADDIRITTURA…VEGAN Ci sono padroni che scelgono per i loro cani qualcosa di più dell’alimentazione vegetariana, optando addirittura per quella vegana,  che darebbe benefici ancora maggiori. Se è vero che c’è stata qualche ricerca (PeTA) secondo cui l’82% dei cani vegani, dopo 5 anni dall’inizio della dieta, godrebbe di ottima salute, va però sottolineato che non esiste al momento nessuna evidenza scientifica che dimostri ciò. Pertanto è importante che i padroni sappiano che le diete “estreme” possono provocare gravi danni alla salute del loro cane.

I cani odiano

10 comportamenti che i cani odiano nel loro padrone

Comportamento Redazione -

Spesso senza rendercene conto compiamo nei confronti del nostro cane dei gesti che, anche se dettati dall’affetto che proviamo nei suoi confronti, in realtà hanno come unico risultato quello di infastidire il nostro fedele amico. Certo, i nostri quattrozampe hanno davvero una grande pazienza con noi e ci amano a tal punto da sopportare alcuni nostri comportamenti che i cani odiano , pur di starci vicino e conquistare la nostra approvazione. Ma non dobbiamo abusare della loro tolleranza! Per instaurare con il nostro cane un rapporto ancor più simbiotico e piacevole per entrambi basta evitare qualche comportamento scorretto, come suggerito da una ricerca del sito inglese Mother Nature Network:I cani odiano essere abbracciati: se per noi umani è un’inequivocabile segno d’amore, per il cane al contrario l’abbraccio è un segno di dominio da parte dell’umano, che potrebbe essere da lui mal sopportato. Basti pensare a come i cani si comportano tra loro: quando si incontrano, per “salutarsi” si annusano e muovono la coda, mentre quando un cane poggia una zampa sulla schiena di un suo simile, lo fa per cercare di sottometterlo, non certo per dimostrargli affetto; I cani odiano che qualcuno gli poggi una mano sulla testa e sul muso: uno degli errori che noi umani commettiamo più spesso con i cani è quello di accarezzargli la testa, magari quando li incontriamo per strada, anche con cani che non conosciamo. Erroneamente non pensiamo che a nessuno – nemmeno a noi – piacerebbe che un estraneo, senza neppure “presentarsi”, mettesse una mano sulla propria testa; chiunque di noi come minimo si scanserebbe risentito. Perché mai allora il cane dovrebbe essere felice di questo comportamento? I cani odiano i nostri lunghi monologhi: è vero che i quattrozampe imparano a comprendere molte parole del linguaggio umano, ma non certo dei discorsi complessi. Il modo per comunicare davvero con il nostro cane è usare il linguaggio del corpo, perché i cani sono degli osservatori molto attenti e sanno interpretare ogni nostro minimo movimento. Il linguaggio talvolta può addirittura interferire negativamente nella comunicazione col nostro fedele amico, perché molto spesso i padroni dicono una cosa con le parole, ma col linguaggio del corpo comunicano al cane l’esatto contrario, creando confusione nell’animale, che non riesce più a capire cosa vogliamo da lui; I cani odiano essere fissati negli occhi: per loro è un chiaro atteggiamento di sfida e potrebbe dunque innescare delle reazioni anche aggressive. È bene non guardare a lungo negli occhi in maniera troppo diretta nessun cane, soprattutto quelli con cui non abbiamo confidenza: se il cane ha l’indole del gregario magari distoglierà lo sguardo per primo come segnale calmante, ma se tende ad essere dominante, potrebbe “cogliere” la nostra inconsapevole provocazione; I cani odiano l’assenza di regole; un po’ come i bambini i cani hanno bisogno di qualcuno che li guidi e insegni loro cosa “è giusto” e cosa “è sbagliato”. Perciò è importante educare il proprio quattrozampe, perché senza regole provocheremmo in lui disorientamento, ansia, frustrazione o, nel peggiore dei casi, rischieremmo che un cane particolarmente volitivo prenda il sopravvento sul padrone, assumendo il ruolo di capobranco; I cani odiano essere strattonati al guinzaglio: uno di piaceri più grandi per il cane durante la passeggiata quotidiana è quello di odorare il mondo che lo circonda, perché è proprio tramite l’olfatto, il senso canino più sviluppato, che i quattrozampe conoscono e riconoscono tutto ciò che li attornia. Dunque lasciateli odorare e non strattonateli continuamente per trascinarli via: concedetegli il loro tempo per godere appieno dell’uscita loro dedicata; I cani odiano dover stare con chi è a loro “antipatico”: come noi umani anche i nostri cani hanno le loro simpatie, quindi non costringeteli a stare con persone o con altri cani che a lui non piacciono. Sono molti i modi in cui il vostro cane vi comunicherà che quel “qualcuno” proprio non gli va a genio… e allora non forzatelo a stargli accanto; I cani odiano le situazioni di tensione: il vostro cane ha delle “antenne” che gli permettono di percepire ogni vostro stato d’animo e, se siete tesi o ansiosi, lo percepirà immediatamente e ne sarà “contagiato”. Il nostro fedele amico ci imita in tutto, anche nella sensibilità, perciò cerchiamo di mantenere sempre la calma e l’autocontrollo, per non trasmettere sensazioni negative al nostro cane; I cani odiano annoiarsi: il cane ha bisogno di sfogare la propria energia, giocando, correndo, camminando, quindi non lasciateli a poltrire tutto il giorno in casa; alla lunga potrebbero riversare la loro frustrazione combinando danni di ogni genere nell’ambiente domestico; I cani odiano essere provocati: non fate nulla che possa istigare il cane o innervosirlo. I comportamenti più tipici da evitare sono, ad esempio, fare il verso al cane abbaiandogli contro, fargli dispetti, tirandogli coda e orecchie, agitargli le mani davanti al muso. Soprattutto, insegnate ai vostri bambini a non fare nulla di quanto sopra: potrebbero rischiare di essere morsi e… non per colpa del cane!IL RISPETTO DEL CANE È SEMPRE LA SOLUZIONE MIGLIORE Al di là dei dieci “comandamenti” precedentemente descritti, il modo migliore per evitare tutti i comportamenti che il cane odia è rispettare la sua natura. Spesso il rispetto deriva dalla conoscenza: visto che molti atteggiamenti sbagliati vengono da noi adottati in buona fede, semplicemente perché non sappiamo abbastanza circa l’etologia del mondo canino, può essere molto utile chiedere consiglio ad un addestratore esperto, facendo attenzione a non incappare in “finti” professionisti, che si spacciano per educatori senza avere l’adeguata formazione. Un buon metodo può essere anche quello di farsi una “cultura cinofila”, leggendo libri o consultando siti che spiegano il comportamento canino.

Premio internazionale fedeltà del cane: cos'è

News Redazione -

L’ORIGINE DEL PREMIO INTERNAZIONALE FEDELTÀ DEL CANE Ogni anno a San Rocco di Camogli, un’incantevole località della riviera ligure in provincia di Genova, si svolge una manifestazione dedicata al cane, a dir poco commovente, che ha acquistato popolarità nel tempo fino ad essere riconosciuta come “ Premio Internazionale fedeltà del cane ”. Questo appuntamento affonda le sue radici lontano nel tempo, quando nel 1˙962 il Signor Giacinto Crescini, assieme al parroco della cittadina, Don Carlo Giacobbe, decisero di dar vita a questa celebrazione per ricordare un membro speciale della loro comunità: il cane Pucci. Si trattava di un meticcio dal lucente manto nero, che per oltre 10 anni aveva accompagnato generazioni di bambini a scuola, aspettandoli ogni mattina sul sagrato della chiesa per poi percorrere con loro la strada pedonale che li portava alle elementari. Pucci li attendeva fino al suono della campanella, certo che i bambini lo avrebbero ricompensato con un po’ della loro merenda messa da parte per lui, e li riaccompagnava a casa, fino sul piazzale della chiesa. Il cane divenne così non solo il beniamino dei più piccoli, ma fu adottato dall’intero paese, che riconosceva in lui una presenza simpatica, discreta e amorevole. Quando Pucci morì i due rappresentanti della comunità decisero allora di istituire un premio per ricordarlo, in modo da tramandare la memoria di questo splendido esempio di amicizia tra uomo e cane. Venne scelta come giorno della manifestazione una data significativa, ossia il 16 agosto – San Rocco – che, oltre ad essere il patrono della cittadina, è anche il santo protettore dei cani. La leggenda infatti racconta che, dopo aver accudito centinaia di appestati, il santo ammalatosi a sua volta, venne abbandonato da tutti tranne che da un cane che lo nutrì portandogli un tozzo di pane; nell’iconografia di San Rocco infatti compare sempre un cagnolino ai suoi piedi.  COS’È IL PREMIO INTERNAZIONALE FEDELTÀ DEL CANE Ogni estate si svolge una nuova edizione del Premio Internazionale Fedeltà del cane, al quale partecipano numerosi quattrozampe, con padroni al seguito, che si sono distinti per la grande devozione nei confronti dei loro umani, compiendo atti spesso coraggiosi che hanno contribuito a salvare vite o hanno dato inequivocabile prova di fedeltà e amore. Sulla piazza della chiesa di San Rocco così è possibile vedere per l’occasione, riuniti tutti in una volta, mirabili esempi di quell’indissolubile legame che da millenni unisce l’uomo e il cane. Una moltitudine variegata e simpaticamente rumorosa, tra abbai e uggiolii, le cui storie vengono raccolte durante tutto l’anno dall’Associazione per la valorizzazione turistica di San Rocco, che si occupa dell’aspetto organizzativo della manifestazione. Il 16 agosto poi la giuria, composta dal parroco e da altri membri rappresentativi della piccola comunità cittadina, sceglie le storie da premiare con una targa a bassorilievo che riproduce l’immagine di un cane nei pressi della chiesa del paese, anche se viene ogni volta precisato che tutti i partecipanti sono considerati ugualmente meritevoli e chi viene scelto lo è solo in quanto particolarmente rappresentativo dello spirito della manifestazione. La premiazione avviene ai piedi della statua del cane, posta nel 1˙981 a lato della chiesa, sulla cui base si legge: “all’amico fedele dell’uomo”. Al termine della cerimonia, il parroco procede alla benedizione di tutti i cani presenti.LE COMMOVENTI STORIE DEL PREMIO INTERNAZIONALE FEDELTÀ DEL CANE In oltre cinquant’anni di manifestazione le storie pervenute al Premio Internazionale Fedeltà del cane sono davvero molte, tutte ugualmente emozionanti ed ammirevoli: basti pensare a Leo, un meticcio di due anni che ha fermato il suo padrone appena in tempo prima che una frana si abbattesse sulla sua auto, o a Cucciolo, che per mesi ha accompagnato in ospedale il padrone, sottoposto a cicli di terapia, aspettandolo pazientemente ogni volta fuori dall’ingresso principale, e a tutti i cani delle Forze dell’Ordine che quasi quotidianamente si distinguono per abilità e coraggio nel salvare vite umane. Le centinaia di storie raccolte a San Rocco per il Premio Internazionale Fedeltà del cane meriterebbero di essere raccontate una ad una per la loro straordinarietà e per rendere il dovuto ringraziamento a tutti i cani che ogni giorno ci  fanno dono della loro umile, ma preziosissima presenza. Ne ricordiamo uno per tutti, l’ultimo premiato in ordine di tempo: si chiama Angelo ed è un cane fantasia che aveva scelto di condividere la sua vita da randagio in provincia di Salerno con Dasy, la sua inseparabile compagna meticcia, finché un’auto non l’ha investita e uccisa. Angelo che, neanche a dirlo, era assieme a lei ha vegliato sul suo corpo, distendendosi sopra al piccolo cadavere, per proteggerla senza far avvicinare nessuno, in un gesto d’amore che non ha bisogno di commenti, ma che non può non far riflettere sulla profonda capacità dei nostri insostituibili amici a quattrozampe di provare sentimenti che solo gli animi puri riescono a nutrire. Questo straordinario cane, dopo essere stato preso in carico dai volontari della zona per evitare che finisse in un canile calabrese, è stato finalmente adottato ad Aosta da una padrona che ora ha la fortuna di avere al proprio fianco un Angelo di nome e di fatto!  

Avvicinarsi al cane

Avvicinarsi al cane: ecco il modo giusto

Comportamento Redazione -

AVVICINARSI AL CANE: COSA NON BISOGNA FARE Tutti coloro che amano i cani, almeno una volta nella loro vita, vedendo un simpatico quattrozampe, conosciuto o sconosciuto che fosse, hanno avuto la tentazione di accarezzarlo subito, magari posandogli una mano sulla testa. SBAGLIATO! Questo è l’errore più comune che la maggior parte di noi commette nell’ avvicinarsi al cane perché, spinti dall’entusiasmo, finiamo quasi sempre per pensare da “umani” e non da “cani”. Noi crediamo che spupazzare il cane sia un modo per mostrargli il nostro affetto, ma non è così – o meglio lo è per noi uomini che siamo soliti dimostrare amore verso i nostri simili abbracciandoli - ma non lo è per i nostri fedeli amici. Per loro essere toccati senza le dovute presentazioni non è altro che un gesto di sfida e per capirlo basta osservare come i cani si salutano tra loro quando si incontrano: prima affiancano lateralmente i musi, poi si odorano reciprocamente il posteriore. Solo a questo punto decidono se è il caso di giocare col loro “compare”, di ignorarlo oppure di azzuffarsi con lui… Mettere una mano sulla testa del cane è il peggiore biglietto da visita possibile agli occhi dell’animale perché per lui rappresenta un segno di dominanza affatto gradito. Del resto, se capitasse a noi che uno sconosciuto si avvicinasse e, senza neanche salutare e presentarsi, ci toccasse liberamente, di sicuro reagiremmo male… E allora perché il cane dovrebbe esserne felice e, anzi, scodinzolarci e farci le feste?Ma ci sono altri errori che commettiamo molto spesso nel nostro approcciare il cane e che è bene evitare. Ecco cosa non va mai fatto:Non fissare il cane negli occhi: quando due cani si guardano, uno di fronte all’altro, molto spesso stanno per azzuffarsi. Quindi guardare il cane dritto negli occhi è per lui un inaccettabile gesto di sfida; Non piegarsi sul cane sventolandogli una mano davanti al muso: di frequente si sente dire che è bene allungare una mano per farsi annusare dal cane, ma va fatto nel modo giusto, cioè lentamente, non avvicinandosi troppo e tenendo la mano bassa; soprattutto, aspettate che sia il cane a venire verso di voi per annusarvi, senza mai imporgli nulla; Non abbracciare il cane: avete mai visto dei quattrozampe che si abbracciano per dimostrarsi affetto? Sicuramente no, perché non fa parte del linguaggio canino. Anzi, un cane che mette una zampa sulla schiena di un suo simile lo fa per dominarlo, quindi il vostro abbraccio assume agli occhi del quattrozampe un significato ben diverso da quello che voi intendete. Soprattutto ai bambini, che hanno maggiormente la tendenza a voler stringere tra le braccia il cane, bisogna insegnare a non farlo perché, se Fido si innervosisce e morde, la colpa non è del cane ma di noi umani che non sappiamo rispettarlo. È vero che spesso i nostri quattrozampe hanno una pazienza infinita e un livello di tolleranza che noi umani nemmeno ci sogniamo, ma non bisogna approfittarne troppo! Non urlare davanti al cane: usate un tono di voce calmo e pacato, perché le voci stridule, le grida e gli strepiti non fanno altro che mettere il cane in allarme; Non fare gesti improvvisi e non correre: assumereste agli occhi del cane il ruolo della preda e il suo istinto lo porterebbe ad inseguirvi e cercare di afferrarvi, quindi mordervi.IL MODO GIUSTO DI AVVICINARSI AL CANE Una volta messo in chiaro tutto quello che non va mai fatto nell' avvicinarsi al cane, vediamo ora qual è invece il modo corretto per approcciarsi ad un adorabile quattrozampe: anzitutto è bene non avvicinarsi mai frontalmente, ma lateralmente, oppure accucciarsi, sempre posizionando il corpo leggermente di lato rispetto al cane e lasciare che sia lui a venire verso di voi e ad odorarvi. Quando è chiaro che il cane vi ha “accettato”, se volete accarezzarlo, fatelo sui lati del corpo o del muso, ma non imponetegli mai la vostra presenza; se il cane non si avvicina spontaneamente oppure si ritrae e si allontana non forzatelo, ma lasciatelo stare… Sarà per la prossima volta!

Parassiti intestinali nel cane

Parassiti intestinali nel cane: sintomi, cura e rimedi naturali

Salute del cane Redazione -

Parassiti intestinali nel cane: i sintomi Sono molte le tipologie di parassiti intestinali che possono “infestare” il cane, e non bisogna pensare che soltanto i quattrozampe che vivono in campagna o quelli non vaccinati o senza profilassi siano soggetti a parassiti! Anche i nostri cani “cittadini”, con tutte le vaccinazioni a posto, possono contrarre la parassitosi. Sicuramente i più esposti sono i cuccioli, i cui sistemi di difesa sono per ovvie ragioni più deboli, ma anche negli adulti si verifica abbastanza di frequente questo fenomeno; per le stesse ragioni i cuccioli possono andare incontro a conseguenze più gravi che, nel caso il problema non venga affrontato, ma lasciato progredire per un lungo periodo, possono anche rischiare la vita. Negli adulti invece le infestazioni di parassiti non causano gravi rischi per la salute, ma portano comunque a malesseri e fastidi che vanno curati quanto prima. I sintomi delle parassitosi sono molto simili e consistono prevalentemente in diarrea, vomito, debolezza, mancanza di appetito, dimagrimento e a volte prurito della zona anale.Come avviene il contagio dei parassiti intestinali nel cane? Va detto che il contagio avviene per via orale, di solito quando il cane lecca le feci di altri animali infestati o i luoghi (erba, terriccio, asfalto) dove sono state depositate. Va da sé quindi che non è così difficile contrarli per i nostri quattrozampe che hanno costantemente il muso a terra ad annusare gli escrementi dei loro simili… Ma quali sono i parassiti intestinali nel cane? Anzitutto si tratta di veri e propri vermi che si distinguono per la forma e le caratteristiche intrinseche. La diagnosi può essere fatta a volte osservando semplicemente le feci a occhio nudo oppure attraverso una copro cultura. I principali e più diffusi parassiti intestinali nel cane sono sicuramente la Tenia e gli Ascaridi:La Tenia appartiene alla famiglia dei cosiddetti vermi piatti (cestodi): sono vermi costituiti da una testa, dotata di uncino che si aggancia alle pareti dell’intestino del cane, più vari segmenti (detti proglottidi) che ne formano il corpo, che aumentano continuamente di numero perché solo quelli terminali, contenenti le uova, vengono espulsi assieme alle feci andando ad infestare l’ambiente ed altri cani. Quindi negli escrementi noi vedremo solo piccoli pezzi di tenia, come puntini bianchi che si muovono appena fuoriusciti. Il parassita può raggiungere anche i 60 cm nei cani adulti, nel caso della Tenia Dypilidium Caninun, trasmessa generalmente dalle pulci, ingerite dal cane nel pulirsi il pelo, mentre la Tenia Echinococcus granulosus è lunga “solo” 6 – 9 mm ed è trasmessa prevalentemente dagli ovini. Esiste anche una Tenia Echinococcus multiloculari che però è rara in Italia. Gli Ascaridi sono i cosiddetti vermi tondi (nematodi): sono i più comuni parassiti intestinali di cani e gatti e sono facilmente riconoscibili perché nelle feci del cane troverete dei lunghi filamenti bianchi, simili a spaghetti. Le uova inoltre possono essere trasmesse dal cane femmina in gravidanza ai piccoli, che quindi possono nascere già con il parassita o succhiarlo subito dopo col latte materno.Parassiti intestinali nel cane: Giardia, Coccidi e molti altri! Esistono altri parassiti intestinali, meno diffusi, ma talvolta più pericolosi e che vanno ugualmente riconosciuti e debellati:Gli Ancilostomi sono vermi tondi che colpiscono prevalentemente i cani fino all’anno di età, mentre sono abbastanza rari negli adulti. Possono però rivelarsi più pericolosi di altri per il cucciolo perché, nutrendosi di sangue, possono causare anche forti anemie, uno dei sintomi di questo tipo di infestazione, oltre ai soliti diarrea, vomito, dimagrimento, può essere la presenza di sangue nelle feci. Hanno la particolarità di potersi diffondere non solo per via orale, ma anche insinuandosi attraverso i cuscinetti delle zampe del cane per poi raggiungere, per via ematica, l’intestino. La Giardia è un organismo unicellulare (protozoo) che spesso risulta asintomatico nel cane; soprattutto nei quattrozampe di giovane età, accanto ai sintomi consueti, causa diarrea con feci molto chiare e oleose. La Giardia che può infestare anche l’uomo, quindi occorre disinfettare anche l’ambiente in cui il cane vive. I Coccidi sono parassiti intestinali molto contagiosi, che nei cuccioli possono provocare anche diarrea emorragica con conseguente rischio per la salute dell’animale. Sono però specifici dei canidi e non possono quindi essere trasmessi all’uomo. Gli Strongili sono pericolosi per il cucciolo perché possono causare anche polmonite parassitaria, che può mettere a rischio la sopravvivenza del cane.Parassiti intestinali nel cane: cura e rimedi naturali Le infestazioni da parassiti intestinali nel cane vengono trattate con appositi farmaci vermifughi, di facile somministrazione casalinga. Di prassi i cuccioli vengono sverminati già a partire dalle 2 o 3 settimane di età fino di norma alle 8 settimane, ma talvolta la terapia può proseguire anche fino all’anno. Nel caso di infestazioni da parassiti particolarmente difficili da debellare il trattamento può essere ripetuto anche più volte a intervalli regolari, ma sarà sempre il vostro veterinario di fiducia a indicarvi la giusta terapia da seguire, verificando eventualmente, attraverso l’esame delle feci, il persistere del parassita. Come dicevamo, esistono rimedi naturali” anche per i cani. Uno di questi, particolarmente indicato in caso di parassiti intestinali, è l'aglio. Se mescolato con il cibo - in modo tale che il vostro cagnolino lo ingerisca senza troppi sforzi - aiuta a distruggere i vermi che risiedono all'interno del suo intestino. Somministrateglielo crudo e senza esagerare (mezzo spicchio in un pasto abbondante va più che bene).