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La storia di Alfie, prigioniero di padroni senza cuore

alfie

Una seconda possibilità per Alfie

Ormai lo sapete, mi piace curiosare nel web alla ricerca di belle storie. Preferisco quelle che hanno un lieto fine ovviamente anche se, purtroppo, non sempre quel lieto fine c’è. La storia che vi racconto oggi è quella di Alfie. Quando ho letto la sua storia ho provato indignazione e rabbia perché trovo inumano che un cane venga trattato nel modo in cui è stato trattato lui. Non so, forse è il mio amore smisurato per loro che mi fa parlare, forse è perché il mio di peloso lo considero parte integrante della mia famiglia e sì, diciamolo pure, lo vizio anche un po’. Va bene, va bene lo ammetto, più di un po’.  Ma se, come me, amate questi animali sono sicura che mi capirete e vi chiederete ogni giorno come si possa fare del male, fisicamente e psicologicamente, a degli esseri viventi che hanno una capacità di amare tale che noi “umani” ce la sogniamo.

Per fortuna le persone di cuore ci sono e sono riuscite a fare in modo che Alfie (questo è il nome che ha ora) avesse una seconda possibilità. La possibilità di trovare una vera famiglia, una di quelle che vogliono bene ai loro animali e che non hanno paura di farlo e di lasciarsi trascinare nel loro mondo fatto di affetto, di giochi, di leccate e di buffe espressioni mentre ti osservano aspettando quella coccola in più che poi tanto cedi e diventano molte di più.

Legato alla catena e con del nastro adesivo sul muso

Alfie non ha avuto una vita facile con i suoi primi padroni. Era un cucciolo vivace quando è arrivato e quella “famiglia” forse non riusciva a gestirlo o forse era solo dotata di scarsa umanità. Passava il tempo legato ad una catena. Per non farlo abbaiare erano inoltre soliti legargli la bocca con un legaccio o con del nastro adesivo.

Alcuni vicini di casa avevano contattato più volte le autorità denunciando il modo in cui veniva custodito il cane ma nessuno aveva ascoltato quelle proteste. Così quelle brave persone hanno fatto l’unica cosa che pensavano fosse giusto fare. Sono intervenuti personalmente portando via Alfie dalla sua casa e dai suoi proprietari e si sono attivati anche per trovargli una nuova famiglia, una che lo amasse e si prendesse buona cura di lui. Lui è un cane buonissimo, con tantissimo affetto da dare e per fortuna ora, con la sua nuova famiglia, potrà farlo sapendo che ne riceverà in egual modo.

Un inizio difficile ma nella sua strada ha trovato persone che non sono piegate all’indifferenza o al silenzio. Ha trovato persone che, indignate per come veniva trattate, hanno chiesto aiuto e quando non lo hanno trovato si sono mosse da sole perché era giusto salvarlo, perché era l’unica cosa che si poteva e doveva fare. Mi rattrista un po’ sapere che neppure le autorità hanno mosso un dito per salvare Alfie ma per fortuna tutto si è sistemato e il cagnolino potrà dimenticare i suoi primi padroni per abbracciare la sua nuova famiglia e, alla fine, questa è la cosa più importante.

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