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Affidamento del cane dopo il divorzio: normativa

affidamento del cane

COSA DICE LA LEGGE SULL’ AFFIDAMENTO DEL CANE DOPO IL DIVORZIO

Come fare per stabilire a chi va l’ affidamento del cane quando due coniugi divorziano? È una questione da non sottovalutare, se si considera che in Italia quasi una famiglia su due ha un animale d’affezione e che il numero dei divorzi è in costante crescita.

Da una ricerca recentemente effettuata dall’Aidaa (Associazione Nazionale Difesa Animali e Ambiente) è emerso che l’affido del pet dopo la separazione è uno dei motivi per cui gli ex coniugi si rivolgono ad un legale. In conseguenza di quanto sopra, dopo anni di vuoto legislativo, nel 2012 è stato emanato il titolo XIV-bis del Codice Civile che, all’articolo 455 recita:

Per gli animali familiari, in caso di separazione di coniugi, il tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o comunione dei beni e da quanto risultante dai documenti anagrafici dell’animale, sentiti i coniugi, i conviventi e la prole, e acquisito, se necessario, il parere degli esperti di comportamento animale, ne attribuisce l’affido esclusivo o condiviso alla parte in grado di garantire loro la sistemazione migliore inerente il profilo della protezione degli animali.”

Finalmente la legge parla chiaro: se due coniugi divorziano, nel determinare l’ affidamento del cane , deve essere messo al primo posto il bene dell’animale. Quindi non conta chi ha la proprietà formale del quattrozampe, ossia a nome di chi dei due è stata fatta l’iscrizione all’anagrafe canina, o se la coppia abbia o meno i beni in comune, perché per la prima volta il cane non è più considerato come facente parte del patrimonio dei coniugi, ma come un membro del nucleo familiare.

Questo ha un significato rivoluzionario, in quanto riconosce al cane gli stessi diritti dei figli minori. Eh sì, perché è vero che il cane non è un bambino e non va umanizzato, ma è altrettanto vero che prova sentimenti come un bambino, soffre dello scioglimento della sua famiglia, del venir meno delle figure di riferimento, dei mutamenti improvvisi nell’ambiente e nelle abitudini di vita e, come un bambino, è completamente dipendente dal suo “umano”, che ne è responsabile nel garantirgli sostentamento e benessere.

Ecco dunque che il giudice, prima di decidere a chi vada l’ affidamento del cane in caso di divorzio, deve acquisire tutte le informazioni necessarie sui legami che il cane ha stretto all’interno della famiglia, sentendo i pareri dei coniugi, ma anche dei figli quando presenti, allo scopo di pervenire ad una sistemazione che possa garantire il massimo benessere all’animale. E non conta solo quale dei due coniugi potrà dare al cane più spazio a disposizione o maggiori possibilità economiche, ma conta in gran parte la relazione affettiva e psicologica che si è creata con lui.

In caso di divorzio si possono dunque avere degli affidi condivisi, in cui il cane trascorrerà metà del tempo con un coniuge e metà con l’altro mentre le spese verranno divise equamente, oppure l’affido ad un coniuge con la possibilità per l’altro di vedere regolarmente il cane e trascorrere del tempo assieme a lui.

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A CHI VIENE AFFIDATO IL CANE SE LA COPPIA NON È SPOSATA?

Nel caso la coppia che si separa non fosse sposata la questione dell’affido del cane è meno chiara: per ora la legge non dice nulla a riguardo. Tecnicamente in questo caso il cane dovrebbe rimanere con quello dei due che risulta il legittimo proprietario, ma l’altro coniuge, se gli ex conviventi non trovano un accordo comune, potrebbe comunque chiedere al Giudice l’affido congiunto dimostrando, anche attraverso perizie di personale competente, che il cane ha sviluppato un’importante relazione affettiva anche con lui e quindi la separazione potrebbe essere per l’adorato quattrozampe causa di sofferenza.

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