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TG cinofilo, Roma: militare uccide un cucciolo con una balestra

Militare a processo avrebbe anche minacciato i proprietari del cucciolo dicendo: “Posso eliminare anche voi”

Fabrica di Roma – I cani che i vicini salvano dalla strada e portano a casa, a lui proprio non piacciono. Così, una mattina, per vendetta, imbraccia la sua balestra e ne trapassa uno, uccidendolo.

E’ l’estate del 2013 e siamo a Fabrica di Roma. In paese vive una famiglia nota per dedicare la propria vita alla tutela degli animali. Le associazioni lo sanno: i cani abbandonati o trovati in strada, prima di essere adottati, devono passare da qui. Perché qui vengono curati e, se necessario, svezzati.

Tra i cuccioli c’è anche Nuvola, un pastore maremmano di un anno. E’ stata salvata dalla follia di un pastore che voleva ucciderla perché malata. Nuvola viene portata a Fabrica: come tutti i cani dovrebbe rimanere solo qualche mese e invece viene adottata dalla famiglia.

Ma il continuo via vai di cani non va giù al loro vicino, un militare del posto. Così, mentre i vicini sono in vacanza, imbraccia, secondo l’accusa, una balestra e ne uccide uno: Nuvola. Il cucciolo muore dopo un’ora di agonia, trapassato da una freccia.

Per questo episodio, il militare è stato rinviato a giudizio. Davanti al giudice monocratico dovrà rispondere anche di violazione di domicilio: secondo l’accusa, si sarebbe introdotto, senza alcuna autorizzazione, in casa dei vicini per uccidere il cane.

L’uomo è accusato anche di stalking per alcuni messaggi scritti su Facebook e, secondo l’accusa, indirizzati ai vicini. Il militare, forte del suo ruolo, avrebbe scritto post del tipo: “Sono stato addestrato per uccidere, e come ho ucciso il cane posso ammazzare anche voi”.

Le frasi spaventano e terrorizzano l’intero nucleo familiare che, attraverso il capofamiglia, si è costituito parte civile. L’uomo rappresenta anche la moglie, che nel frattempo è morta. Parte civile al processo anche l’Enpa, l’ente nazionale protezione animale.

Tutte queste accuse sono costate al militare il rinvio a giudizio.

Fonte: tusciaweb.eu

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